MISURE DI OUTCOME 2 Flashcards

1
Q

DEF. ROTHSTEIN, 1985

A

“Soltanto quando dimostrano di essere affidabili e valide, le misurazioni contengono informazioni, mentre differentemente sono destinate a fornire solo numeri o categorie che inducono a una falsa impressione di credibilità”.

bisogna essere formati e allineati con i colleghi

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2
Q

cenni storici sulla riabilitazione

A

ANNI 80-90
non era chiaro il concetto di efficacia -> autoreferenzialità, teorie neurofisiopatologiche, pochi dati, tante tecniche

ANNI SUCCESSIVI
si introduce il concetto di processo -> ci si inizia a chiedere se l’intervento sia efficace e convenga anche dal punto di vista economico:
- efficacia -> riduzione della disabilità
- efficienza
- teorie organizzative

OGGI
il problema è sul contenuto tecnico ma è stato chiarita l’interazione logico-causale.
oggi rimane da interrogarsi su:
- qualità
- miglioramento continuo
- sviluppo di protocolli
- linee guida

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3
Q

Cos’è l’outcome in riabilitazione

A

l’outcome, in riabilitazione, si riferisce al cambiamento atteso o ricercato in qualche misura di “stato”

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4
Q

Misurare in riabilitazione

A

in riabilitazione, la misurazione dell’outcome è più difficile perchè:
- spesso ci sono più outcome rilevanti
- outcome rilevanti sono influenzati da più fattori oltre che al trattamento
- anche buone misurazioni raramente riflettono l’interesse specifico del pz o i membri del team riabilitazione (dissenso)

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5
Q

Rilevanza di un outcome

A

La valutazione dell’outcome, anche in termini di rilevanza, rappresenta il punto di parenza per permettere al clinico di identificare e caratterizzare segni e sintomi, limitazioni strutturali e funzionali conseguenti ad un quadro clinico; pianificare il programma terapeutico, stabilendo obiettivi riabilitativi realistici: monitorare nel tempo i cambiamenti anche al fine di verificare la validità dei trattamenti utilizzati e formulare prognosi attendibili

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6
Q

rilevanza e ricerca

A

la rilevanza serve anche ad aumentare il numero e la qualità degli interventi eseguiti a parità di risorse impiegate.

lo sviluppo di misure efficaci è diventata una questione rilevante in ambito riabilitativo e ha contribuito ad una migliore comprensione di come i risultati siano legati a elementi specifici di trattamento

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7
Q

le variabili

A

con “variabile” si indica qualcosa che varia, che assume più modi di essere detti valori, attributi, modalità.

“variabile” indica un “carattere” che assume un insieme di stati possibili.

  • ambito matematico: l’insieme dei valori che la variabile può assumere si dice dominio
  • ambito statistico: si parla di variabili casuali, cioè un insieme di stati possibili associati ad un determinato grado di probabilità
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8
Q

variabile latente

A

un concetto latente implica, per sua natura, una componente di errore di misura!!!

la valutazione funzionale e l’analisi dell’outcome spesso richiedono una misurazione (assegnazione di valori numerici o categorie) di variabili latenti.

quando si ha a che fare con variabili latenti, la cosa più importante da fare è:
1. definire il concetto che si vuole misurare in maniera più rigorosa possibile
2. specificazione del concetto: variabile che riflette le proprietà del concetto latente e dimensioni
3. identificazione degli strumenti di misura (item/modalità di risposta/codifica)
4.definizione degli indicatori di sintesi per dimensione
5.definizioned ella ponderazione delle dimensioni (di solito non sono equivalenti)
6. definizione deli indicatori di sintesi globale

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9
Q

Cosa fare quando si ha a che fare con una variabile latente

A

quando si ha a che fare con variabili latenti, la cosa più importante da fare è:
1. definire il concetto che si vuole misurare in maniera più rigorosa possibile
2. specificazione del concetto: variabile che riflette le proprietà del concetto latente e dimensioni
3. identificazione degli strumenti di misura (item/modalità di risposta/codifica)
4.definizione degli indicatori di sintesi per dimensione
5.definizioned ella ponderazione delle dimensioni (di solito non sono equivalenti)
6. definizione deli indicatori di sintesi globale

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10
Q

variabili dipendenti e variabili indipendenti

A

variabili indipendenti: produce un effetto su altre variabili
variabili dipendente: dipende da altre variabili

spesso si valuta un concetto latente in termini di variabile dipendente, ottenibile come sintesi di singole espressioni misurabili in questo concetto, intese come variabili indipendenti.
[spesso si valuta un concetto latente in termini di variabile dipendente nonostante la variabile manipolata e misurata dal ricercatore sia più frequentemente la variabile indipendente

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11
Q

differenza tra misurare e valutare

A

misurare: quantificare un’osservazione relativa ad oggetti o eventi in rapporto ad un sistema di riferimento predeterminato (dati di fatto)

valutare: attribuire un significato ad un dato, ad una misura o un insieme di misure in uno specifico contesto

N.B. la misurazione è un mezzo, non un fine!

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12
Q

obiettivi della misurazione in riabilitazione

A

CLINICI
- diagnosi
- prognosi
- scelta dei trattamenti
- efficacia
- comunicazione

GESTIONALI
- efficienza
- criteri di accesso
- rapporto costo/beneficio = efficacia
- impiego di risorse
- miglioramento dell’assistenza

INFORMATIVI:
- comunicazione
condivisine di un lessico per una valutazione comprensiva ed accurata
informazione del paziente e dei familiari

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13
Q

classificazione delle scale di misura

A
  • DISCRIMINATIVE: misure usate per distinugere individui o gruppi diversi tra loro (macro identificazione della situazione per collocare il pz all’interno di una presa in caso). a volte le stesse scale hanno anche valore predittivo e valutativo
  • PREDITTIVE: generalmente misure diagnostiche usate per classificare gli individui in categorie predefinite quando è disponibile un criterio esterno gold standard (es. algoritmi predittivi)
  • VALUTATIVE: misurano l’entità delle modificazioni longitudinali clinicamente importanti in un individuo o gruppo

N.B. LE SCALE POSSONO ESSERE CONTEMPORANEAMENTE DISCRIMINATIVE, PREDITTIVE O VALUTATIVE RISPETTO ALL’UTILIZZO CHE SE NE FA.

IN RIAB. SI USANO PRINCIPALMENTE SCALE DISCRIMINATIVE E VALUTATIVE

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14
Q

MODALITA’ DI RACCOLTA DELLE MISURE DELLE SCALE

A
  • scale di valutazione: esaminatore attribuisce un punteggio a un det. parametro sulla base di ciò che osserva e del proprio giudizio. minimo coinvolgimento del pz nell’assegnazione del punteggio
  • questionari: raccolgono il punto di vista del pz che riferisce esperienze soggettive o proprie valutazioni anche in rapporto ad aspettative e prospettive personali

cambia è il ruolo dello sperimentatore perchè in un caso effettua la misurazione e nell’altro assiste il pz nell’autovalutazione

N.B. si può fare una Rasch Analysi anche su dati di questionari

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15
Q

caratteristiche psicometriche delle scale

A

VALIDITA’: capacità di uno strumento o sistema di misurare ciò che effettivamente pretende di misurare. nessuna scala misura esattamente ciò che si presuppone di misurare ma alcune sono più precise di altre.
a volte, la validità della misura è determinante nella scelta della misura da utilizzare (vantaggi e svantaggi)

validità di costrutto
validità predittiva
validità di contenuto
validità apparente

SENSIBILITA’: capacità di una misura di rilevare cambiamenti nel fenomeno osservato. All’aumentare della sensibilità aumenta la complessità, la tollerabilità, gli errori della rilevazione, la sensibilità alle fluttuazioni casuali

AFFIDABILITA’: capacità di una misura di dare risultati analoghi se ripetuta in momenti diversi e/o persone diverse. (inversamente proporzionale alla sensibilità)

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16
Q

validità psicometrica

A

VALIDITA’: capacità di uno strumento o sistema di misurare ciò che effettivamente pretende di misurare. nessuna scala misura esattamente ciò che si presuppone di misurare ma alcune sono più precise di altre.
a volte, la validità della misura è determinante nella scelta della misura da utilizzare (vantaggi e svantaggi)

  • validità di costrutto: aderenza al modello teorico
  • validità predittiva: grado di predire una situazione futura
  • validità di contenuto: quanto un insieme di misure sia rappresentativa dell’oggetto/fenomeno osservato
    validità apparente
  • validità apparente: quanto lo strumento offre a chi lo usa l’impressione di misurare ciò che vuole realmente osservare
17
Q

quali sono i termini statistici che indicano la validità di una scala

A

STANDARD ERROR: misura di affidabilità che valuta la stabilità della risposta.

MINIMAL DETECTABLE CHANGE: stima statistica della più piccola quantità di cambiamento ce può essere rilevata da una misura che corrisponde ad un notevole cambiamento di capacità. se il cambimaneto di una misuazione tra due soggetto o pre/post è minore dell’errore stadard o dell’MCID allora quel cambiamento non ha significato dal punto di vista clinico ma è solo un cambiamento nella scala

MINIMAL CLINICALLY IMPORTANT DIFFERENCE: il minimo cambiamento che potrebbe essere considerato rilevante dal pz o dal clinico. il metodo di calcolo più usato per calcolare il MCID è l’anchor based ma esiste anche un metodo statistico che utilizza lo standard error

18
Q

STANDARD ERROR

A

misura di affidabilità che valuta la stabilità della risposta.

19
Q

MINIMAL DETECTABLE CHANGE

A

MINIMAL DETECTABLE CHANGE: stima statistica della più piccola quantità di cambiamento che può essere rilevata da una misura che corrisponde ad un notevole cambiamento di capacità. se il cambimaneto di una misuazione tra due soggetto o pre/post è minore dell’errore stadard o dell’MCID allora quel cambiamento non ha significato dal punto di vista clinico ma è solo un cambiamento nella scala

20
Q

MINIMAL CLINICALLY IMPORTANT DIFFERENCE

A

MINIMAL CLINICALLY IMPORTANT DIFFERENCE: il minimo cambiamento che potrebbe essere considerato rilevante dal pz o dal clinico. il metodo di calcolo più usato per calcolare il MCID è l’anchor based ma esiste anche un metodo statistico che utilizza lo standard error

21
Q

Teoria Classica dei Test (TCT)

A

validazione basata su analisi di consistenza interna, riproducibilità e validità di criterio ma non analizza i requisiti statistici e le proprietà metriche dello strumento

il problema con le scale discrete è che i codici numerici associati ad ogni categoria di risposta non implicano necessariamente che ci sia una proporzionalità tra i punteggi e la valutazione

22
Q

qual è il problema delle scale discrete

A

il problema con le scale discrete è che i codici numerici associati ad ogni categoria di risposta non implicano necessariamente che ci sia una proporzionalità tra i punteggi e la valutazione

23
Q

Rasch model

A

il Rash model mette insieme la quantità di variabile latente posseduta dal soggetto con la quantità della variabile latente analizzata con un dato item -> probabilità di risposta

la RA cerca di pesare quanto un dato item influisce sul punteggio grezzo in ordine di importanza tramite la probabilità di risposta -> queste cose non erano considerate dalla TCT

La TCT funzione su grandi numeri perché permette di dire che esiste una differenza di una certa quantità tra due gruppi ma funziona meno sul singolo perché dovrei sapere quanto differisce il singolo da un altro singolo che ha dato un altro punteggio.

La RA concepisce una gerarchia di difficoltà degli item e di abilità della persona ottenuta dall’analisi di risposte ordinali trasformandole in lineari e quantitative (scala somministrata a centinaia di persone e si cerca di gerarchizzare in ordine di difficoltà e di importanza gli item assegnando un peso a ciascun item) -> con la RA aver risposto si o no ad un determinato item avrà un peso diverso sul risultato.

(nei questionari non sempre c’è una RA anche se c’è una pesatura degli item)

24
Q

gerarchizzazione di risposta RA

A

La RA concepisce una gerarchia di difficoltà degli item e di abilità della persona ottenuta dall’analisi di risposte ordinali trasformandole in lineari e quantitative (scala somministrata a centinaia di persone e si cerca di gerarchizzare in ordine di difficoltà e di importanza gli item assegnando un peso a ciascun item) -> con la RA aver risposto si o no ad un determinato item avrà un peso diverso sul risultato.

(nei questionari non sempre c’è una RA anche se c’è una pesatura degli item)
la gerarchia di difficoltà degli item e quella delle abilità del soggetto sono espresse su una scala comune a intervallo in LOGIT -> misure lineari e quantitative

N.B. le categorie usate dalla RA devono essere di numero e tipologia tale da non produrre risposte ambigue

25
Q

come avviene l’analisi di Rasch

A

la scala è somministrata a un centinaio di soggetti per gerachizzare in ordine di difficoltà e importanza ciascun item assegnando un peso a ciascun item.
la RA permette di convertire variabili ordinali (categoriche) in una misura continua attraverso il LOGIT.

la gerarchia di difficoltà degli item e quella delle abilità del soggetto sono espresse su una scala comune a intervallo in LOGIT -> misure lineari e quantitative

N.B. le categorie usate dalla RA devono essere di numero e tipologia tale da non produrre risposte ambigue

26
Q

cosa succede in caso di incongruenza di risposte?

A

si riduce la pesatura dell’item incongruente