METODOLOGIA DEL GIOCO E DELL'ANIMAZIONE Flashcards

1
Q

Quali sono i due modelli educativi di Rousseau?

A

Rousseau teorizza due modelli educativi: uno rivolto all’educazione dell’uomo (“Emile”) e uno rivolto all’educazione del cittadino (“Contratto sociale”) entrambi pubblicati nel 1762.

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2
Q

Da che cosa è sottratto l’uomo, secondo Rousseau?

A

Secondo Rousseau, l’uomo è sottratto dai falsi bisogni che caratterizzano la società in cui vive.

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3
Q

Cosa sostiene Rousseau riguardo l’uomo?

A

Rousseau sostiene che l’uomo nasca buono ma venga corrotto dalla società in cui vive, caratterizzata dai falsi bisogni.

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4
Q

Qual’è, secondo Rousseau, la via della salvezza per l’uomo?

A

La via della salvezza per l’uomo è quando la società, in cui egli vive, non si basa più sulla divisione del lavoro e l’affermazione della proprietà privata.

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5
Q

Qual’è il focus dell’educazione naturale?

A

Il focus dell’educazione naturale è quello di educare un uomo in quanto tale (e non come cittadino) tramite un suo «ritorno alla natura», ossia alla centralità dei bisogni più profondi ed essenziali del bambino, al
rispetto dei suoi ritmi di crescita e alla valorizzazione delle caratteristiche peculiari dell’età infantile.

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6
Q

Come deve avvenire, l’educazione, secondo Rousseau?

A

L’educazione, secondo Rousseau, deve avvenire:
1) in modo «naturale», lontano dagli influssi corruttori dell’ambiente sociale
2) sotto la guida di un pedagogo illuminato, che orienti il processo formativo del fanciullo verso finalità che rispecchino le esigenze delle sua stessa natura.

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7
Q

Sul piano educativo nell’Emile ci sono 3 innovazioni molto importanti. Quali?

A

1) Puerocentrismo
2) Apprendimento motivato
3) Dialettica autorità-libertà

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8
Q

Alla base dell’Emile vi è una polemica aperta e consapevole contro che cosa?

A

L’Emile rappresenta una polemica aperta contro:
1) i collegi: «stabilimenti ridicoli» (Gesuiti), educazione intellettualistica, libresca, pedante e autoritaria.
2) Educazione aristocratica: abitua i figli alla «scimmiottatura» degli adulti, focalizzata su conversazione e buone maniere, trascura i bisogni profondi dei bambini primo tra i quali vivere a contatto e crescere sotto la guida dei propri genitori.

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9
Q

Chi è Emile?

A

Emile è un «fanciullo ordinario» che vivendo in campagna con un precettore, che applica la regola del «seguire la via che la natura ci traccia» matura con ritmi lenti, ma bene appropriandosi delle conoscenze che gli sono utili al «tempo giusto».

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10
Q

Secondo Rousseau, il precettore che cosa deve fare?

A

Il precettore deve:
1) evitare ogni anticipazione in termini di apprendimento, favorendo il naturale e lento
sviluppo psico-fisico di Emile;
2) guidare e correggere il fanciullo, ostacolandone le cattive abitudini e le deviazioni dai comportamenti più naturali, senza che «se ne accorga».

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11
Q

Qual è l’obiettivo finale dell’Emile?

A

L’obiettivo finale è quello di formare non un gentiluomo o un dotto, ma più semplicemente un uomo «Vivere è il mestiere che gli voglio insegnare. Uscendo dalle mie mani, egli non sarà, ne convengo, né magistrato, né soldato, né prete;
sarà prima di tutto un uomo: tutto quello che un uomo deve essere, egli saprà esserlo, all’occorrenza al pari di chiunque; e per quanto la fortuna possa fargli cambiare condizione, egli si troverà sempre nella sua».

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12
Q

Quali sono le teorie alla base del pensiero pedagogico di Pestalozzi?

A

1) Educazione che deve seguire la natura
2) Formazione spirituale dell’uomo come unità di cuore, mente e mano
3) Istruzione del contatto diretto con le diverse esperienze che ogni studente deve concretamente compiere.

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13
Q

Cos’è il Reggio Emilia Approach?

A

Il Reggio Emilia Approach è una filosofia educativa fondata sull’immagine di un bambino con forti potenzialità di sviluppo e soggetto di diritti, che apprende attraverso i cento linguaggi appartenenti a tutti gli esseri umani e che cresce nella relazione con gli altri.

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14
Q

Dove nasce il Reggio Emilia Approach?

A

Il progetto educativo si sviluppa e si rinnova quotidianamente nelle scuole e nei nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia.

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15
Q

Chi ha fondato il Reggio Emilia Approach?

A

Loris Malaguzzi.

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16
Q

Quali sono i 3 aspetti principali del pensiero educativo di Fröbel?

A

1) concezione dell’infanzia
2) organizzazione del “giardini d’infanzia” (Kindergarten)
3) didattica per la prima infanzia

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17
Q

Che cos’è la teoria dei doni?

A

I doni sono dei materiali didattici costituiti da oggetti geometrici. Hanno l’obiettivo di indirizzare il bambino alla comprensione dell’essenza della natura (hanno un valore sia didattico che simbolico).
Possono essere usati in diversi modi ma introducono il bambino ad una lettura simbolica del mondo richiamandosi all’unità, al dinamismo.., andando a fissare
nella mente infantile questi principi. Giocando con i doni, componendoli e scomponendoli, il bambino afferra le forme elementari del reale, oltre che esprimere la propria attività creatrice.

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18
Q

Qual è il comporto del maestro, secondo Frobel?

A

Il maestro non deve mai dimenticare l’ammonimento generale: egli, cioè, non deve mai avere fretta di anticipare. Si può certo insegnare prima del tempo
una nozione, ma non si può anticipare l’opera di svolgimento fisico-psichico e spirituale del bambino. La capacità di osservazione può essere migliorata con alcuni esercizi, ma il progresso, che sembra elevare il fanciullo sopra lo stadio della sua età, non
dura; e appena abbandonato a sé stesso, l’alunno torna alla sua fase cronologica.

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19
Q

Qual è il compito della scuola materna?

A

La scuola materna non può anticipare l’insegnamento del leggere, dello scrivere, del calcolo. Essa preparerà i bambini alla scuola elementare non tanto anticipandola, quanto piuttosto offrendo loro un ambiente di serenità e di vita associativa, che, attraendoli alla scuola, assicuri il loro sviluppo.

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20
Q

Quali sono i mezzi per l’educazione delle forze e delle facoltà del bambino?

A

1) giochi armonici accompagnati dal canto, i quali oltre a fortificare i muscoli del fanciullo sviluppano anche lo spirito d’osservazione, il senso muscolare
2) cultura del giardino
3) ginnastica della mano, addestra la mano, sviluppa il colpo d’occhio, abitua alla conoscenza della materia, fa acquisire le nozioni di grandezza, di numero, di forma
4) conversazioni, poesie e canti che risvegliano il sentimento religioso

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21
Q

Com’è visto il gioco da Frobel?

A

Il gioco proprio di questo periodo non è un passatempo, in quanto è
altamente serio e profondamente significativo. Il gioco è la produzione spirituale più pura dell’uomo durante questa fase.
Esso genera gioia, libertà allegria, serenità, in sé e fuori di sé, pace col mondo.
Un bambino che gioca con tranquillità, calma e con tanta costanza, diverrà anche un uomo più tranquillo, più calmo, più costante, più disposto a promuovere il bene altrui e proprio.

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22
Q

Cosa afferma Margaret Mead?

A

Margaret Mead svolge delle ricerche nelle isole samoane ed afferma che i genitori samoani pensano che i bambini piccoli debbano lavorare e hanno dei compiti da svolgere, come portare l’acqua. Inoltre, questi, al posto di giocare con delle bambole finte, devono accudire dei neonati veri e, a partire dai sei anni, ci si aspetta che badino alla pulizia della casa e svolgano lavori per la casa.

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23
Q

Cosa affermano Super e Harkness?

A

Nella società attuale non si può dare per scontata una continuità socioeducativa, perchè secondo Super e Harkness ci sono tre aspetti che influenzano il comportamento del bambino:
1) ambienti fisici e sociali in cui vive
2) strategie culturalmente determinate dalla cultura infantile e i modelli di interazione
3) psicologia del caregiver.

24
Q

Cosa afferma Barbara Rogoff?

A

La partecipazione del bambino al gioco gli permette di apprendere tradizioni e pratiche culturali della propria comunità. I bambini, però, possono partecipare a diverse comunità in continua evoluzione, questo spiega la discontinuità socioculturale che contraddistingue i contesti educativi moderni. le modalità di partecipazione mediante il gioco dipendono anche dai modi con i quali sono organizzate le relazioni fra adulti e bambini:
-comunità in cui i bambini partecipano alla vita degli adulti
- comunità in cui i bambini sono separati dagli adulti.
Nel secondo caso, gli adulti creano setting specifici per istruire i bambini, come la scuola.

25
Q

Cosa afferma William corsaro?

A

Le culture dei pari sono attività, routine, valori, interessi prodotti e condivisi dai bambini. Il gioco infantile è una parte essenziale poichè i bambini si appropriano delle strutture linguistiche degli adulti e le manipolano creativamente.
Aspetto centrale dell’approccio di Corsaro è il gioco come “riproduzione interpretativa”.

26
Q

Cosa afferma Groos riguardo il gioco?

A

Secondo Groos il gioco ha una funzione evolutiva importante perchè dà la possivbilità di esercitare competenze per la sopravvivenza e la riproduzione. Questo pre-esercizio consente di perfezionare ocmpetenze che non possono essere definite dall’editarietà.

27
Q

Cosa intente Piaget per gioco come assimilazione?

A

Il pensiero sul gioco di Piaget è legato al costrutto d’adattamento che identifica la relazione tra uomo e ambiente. L’adattamento avviene tramite i processi di assimilazione (l’azione dell’individuo sull’ambiente) e accomodamento (è l’azione dell’ambiente sull’individuo). Quando assimilazione e accomodamento sono in equilibrio si realizza l’adattamento.

28
Q

Spiega gli stadi di Piaget e a quali tipologie di gioco corrispondono?

A

1) stadio senso - motorio (0 - 2 anni) corrispondo al gioco di esercizio
2) stadio pre - operatorio (2 - 6/7 anni) corrisponde il gioco simbolico
3) stadiooperatorio concreto (6/7 - 11 anni) corrisponde il gioco di regole.

29
Q

Cosa afferma Vygotskij riguardo il gioco?

A

Afferma Vygotskij sopra ai tre anni il gioco va interpretato come realizzazione immaginaria ed illusoria di desideri irrealizzabili.

30
Q

Cosa afferma Bruner riguardo il gioco?

A

Secondo bruner il gioco è strettamente collegato al contesto culturale e riprende la prospettiva evoluzionistica di Groos. Bruner parla di apprendimento per osservazione, ovvero il bambino osserva l’adulto per estrapolare caratteristiche delle azioni, trasferisce il comportamento nell’attività di gioco, lo ne fa pratica, lo fissa e lo perfezione, ed infine usa il comportamento per risolvere problemi.

31
Q

Cosa afferma Parten riguardo il gioco?

A

Parten studia come i bambini prescolari acquisiscono e fanno pratica delle interazioni all’interno dei gruppi. partendo dalle sue osservazioni definisce la scala di partecipazione sociali:
1) comportamento non occupato
2) spettatore
3) gioco solitario indipendente
4) attività parallela
5) gioco associativo
6) gioco cooperativo.

32
Q

Cosa afferma Gray riguardo il gioco?

A

Gray afferma che il gioco è uno strumento per l’apprendistato dei bambini e la loro integrazione nel contesto culturale; necessario apprendere competenze necessarie per stare in interazione e anche delle competenze di regolazione delle emozioni.
Critica, inoltre, al tempo libero ridotto.

33
Q

Metacomunicazione: Bateson e Jones.

A

La metacomunicazione sono messaggi riferiti alla funzione comunicativa stessa; chiariscono scopo, intenzione e tonalità emotiva del messaggio. Il gioco può presentarsi solo se gli organismi che vi partecipano sono capaci di metacomunicare.
Il gioco è l’insieme di tutti i messaggi scambiati in un periodo limitato di tempo.
Se i segnali non vengono percepiti può d’arsi che il bambino abbia avuto interazioni inadeguate con i coetanei.

34
Q

Come l’adulto può osservare il gioco per supportarlo?

A
  • l’adulto osserva il bambino per strutturare conoscenza relativa all’attività ludica
  • l’adulto può ossevrrare se stesso
  • l’adulto può conoscere il gioco del bambino.
    L’osservazione permette di conoscere, progettare e supportare il bambino interagendo con lui in modo non intrusivo.
35
Q

Come si valuta il gioco?

A

1) adulto deve identificare gli scopi per il quale valuta il gioco
2) scegliere la dimensione del gioco su cui focalizzarsi:
- tipologie di gioco
- stadi di sviluppo del gioco
- playfulness
- partecipazione nel gioco
- contesti ed ambienti di gioco
3) decidere come valutare il gioco
- interviste o questionari
- osservazione dirette
- strumenti di valutazione

36
Q

Analisi degli strumenti ricerca “ludi-play for children with disabilities”?

A

L’indagine sulla valutazione del gioco. Utilizzo di metodi standardizzati per paragonare il gioco del bambino con quello che ci si aspetta per la sua età cronologica. Utilizzo di metodi non standardizzati per:
- descrivere il gioco del bambino
- monitorare cambiamenti nell’attività ludica.

37
Q

Cosa afferma la legge della Buona scuola del 2015?

A

Sottolinea l’importanza del gioco per la costruzione di un’identità pedagogia 0-6: sviluppare potenzialità di relazione autonoma, creatività e apprendimento in un adeguato contesto affettivo, ludico e cognitivo dove sono garantite pari opportunità di educazione ed istruzione, cura, relazione e gioco superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali.

38
Q

Cosa afferma Caillois?

A

Secondo Caillois una condotta è ludica quando è:
- libera e volontaria
- improduttiva
- separata
- regolata
- incerta
- fittizia

39
Q

Cosa afferma il “Position paper about the role of play childhood education and care” del 2015?

A

Afferma che il gioco è un’attività significativa per i bambini e uno dei suoi diritti fondamentali. L’apprendimento avviene durante il gioco in modi molteplici e i bambini possono trarre vantaggi dagli adulti che gli supportano mettendo loro a disposizione spazio, tempo e possibilità di interazione per sviluppare le loro attività ludiche.

40
Q

Qual è l’analisi di Bondioli sul quadro europeo per la qualità dei servizi educativi e cura per l’Infanzia?

A

Nel quadro l’attenzione è posta sul gioco libero; si riconosce la stretta relazione tra gioco e apprendimento e si indica il gioco quale via attraverso cui si può garantire la partecipazione del bambino alla costruzione dei percorsi educativi.
Bondioli commenta positivamente la possibilità di sostenere il gioco poichè occasione di consolidamento delle capacità metacognitive e di ragionamento che sono alla base degli apprendimenti. Evidenzia come questa possibilità dovrebbe essere conseguita senza snaturare il significato del gioco ed evitando di concepire il curricolo centrato solo sugli apprendimenti.

41
Q

Quali sono le riflessioni di Bobbio e Bondioli sulle indicazioni del curricolo d’infanzia del MIUR?

A

Secondo i sue autori il testo non scioglie del tutto alcuna ambiguità, infatti segnalano due rischi:
- pensare di dare valore al gioco concedendo ampio spazio al gioco libero visto come sfogo necessario di attività più impegnative
- riconoscere l’importanza del gioco come trucco per insegnare divertendo

42
Q

Spiega il gioco libero senza l’adulto.

A

Il gioco è concepito come dimensione infantile fioriera di apprendimenti e di buona crescita, che va sostenuta e protetta da intrusioni. Secondo Corsaro il gioco tra pari assume il significato di laboratorio culturale da cui gli adulti sono esclusi.

43
Q

Spiega il gioco con l’adulto.

A

I tre stili che prevedono l’intervento dell’adulto nel gioco si fondano sulle teorie di Vygotskij, secondo cui apprendimento e sviluppo si realizzano tramite processi di scambio sociale. i Partner più competenti svolgono funzioni di toutoring nel confronti dei meno competenti.

44
Q

Spiega il gioco supportato dall’adulto.

A

l’adulto mantiene una posizione esterna e l’obiettivo è quello di fornire un’impalcature allo sviluppo delle forme ludiche mature che corrispondono a competenze funzionali ai successivi apprendimenti. l’insegnante interviene per supportare capacita di pianificare, sviluppare e mantenere ruoli e regole, esprimersi con un vocabolario più ricco e pensare ai termini più astratti.

45
Q

Spiega il gioco guidato dall’adulto.

A

l’adulto interviene attivamente nel gioco del bambino. L’obiettivo è quello di favorire determinato apprendimento in una situazione educativa non rigidamente strutturata facilitando la partecipazione infantile con un approccio sociocostrutitivista. Apprendimento ludiforme (attraverso il gioco, apprendi).

46
Q

Spiega il gioco co - costruito tra adulto e bambino.

A

interventi diretti dell’adulto come partner ludico. L’obiettivo è quello che bambino e adulto assieme creano un ambiente immaginario. La finalità educativa è quello di orientare l’intervento dell’adulto in modo preciso agendo sulla zona di sviluppo prossimale del bambino (pedagogia per il gioco).

47
Q

Quale dovrebbe essere l’atteggiamento dei genitori durante il gioco dei bambini?

A

Un atteggiamento dei genitori di accettazione e approvazione è necessario per costruire una personalità sana e una costruzione di una identità riconoscibile e salda. È importante che il bambino senta che il suo gioco venga apprezzato dalle figure per lui significative.
Gicoare con il bambino da parte di un adulto disponibile è uno strumento essenziale per promuovere un’identità salda e positiva in quanto condividere il gioco offre l’opportunità di creare legami e sperimentare vissuti di avvicinanza affettiva.

48
Q

Qual è il pensiero di Bowbly riguardo al creare legami?

A

Bowlby afferma l’importanza che ci sia la presenza di una base sicura, perché l’incapacità di condivisione del gioco da parte dai genitori è un segnale di mancanza di empatia che segna a sua relazione con la figura genitoriale.

49
Q

Qual è il pensiero di Bettelheim riguardo creare intimità?

A

Bettelheim afferma che è importante per il bambino la percezione che la mamma giochi con lui perché lui è la sua fonte di gioia. Perchè questa intimità conferisce al gioco un’importanza speciale. Per condividere il gioco tra mamma e bambino è necessario che le aree intermedie dei soggetti partecipano alla stessa esperienza.

50
Q

Parla dei contesti educativi per l’infanzia e l’inserimento?

A

Nella pratica dell’inserimento il bambino viene introdotto alla vita dell’istruzione gestendo così la separazione dalla figura famigliare. Secondo Bowlby, se il bambino ha maturato un attaccamento sicura porta instaurare un legame affettivo con una o più figure di attaccamento secondarie che gli forniranno una base sicura nel nuovo contesto.

51
Q

Come l’educatore può favorire l’espressione emozionale nei contesti educativi?

A

In un ambiente educativo sereno i bambini trascorreranno la maggior parte del tempo a giocare; infatti è importante non solo prendersi cura del bambino ma anche giocare con lui condividendo il piacere di fare le cose per gioco. L’intervento dell’adulto deve attenersi a due regole:
- La salvaguardia del protagonismo dell’autonomia e autodeterminazione del gioco: sostenere il gioco senza decidere temi o modalità
- La tutela del cerchio magico della finzione: adulto no porsi come garante ma accettare che subisce durante il gioco.
Un’altra funzione importante è la modulazione dell’eccitazione ovvero l’adulto regola l’intensità emotiva del gioco per renderlo coinvolgente al punto giusto senza sollecitare emozioni troppo intese che i bambini non sarebbero in grado di tollerare.

52
Q

Come può l’educatore promuovere le interazioni ludiche?

A

Il gioco co-operativo è una conquista lenta che ha bisogno di condizioni particolari per potersi realizzare. Infatti soprattutto nel gioco simbolico non è immediato che i bambini co operino tra loro quindi l’educatrice ha il compito di rilanciare il gioco in modo sociale perché tutti i bambini riescano a giocare tra loro. Giocando con i bambino l’adulto può svolgere la funzione di ponte sollecitando una relazione di scambio sociale senza indirizzare il gioco.

53
Q

Come può agire l’educatore nella zona di sviluppo prossimale?

A

Secondo Vigotskij il gioco simbolico è un importante molla evolutiva che può essere sostenuto attraverso un’azione dell’adulto in grado di rilevare la zsv dei bambini e di giocare con loro per promuovere le abilità ludico simboliche. Secondo Vigotskij il gioco fornisce una base per trasformazioni di più vasta portata rispetto all’istruzione e quindi è la fonte di sviluppo e crea la zvs.

54
Q

Cosa affermano Bondioli e Savio riguardo a come coltivare il gioco e l’immaginazione?

A

Bandioli e Savio suggeriscono che il gioco simbolico può essere sostenuto attraverso l’azione dell’adulto in grado di rilevare la zsp. A sostegno di questa proposta gli autori hanno creato uno strumento: svalsi cioè scala di valutazione delle abilità ludico – simboliche e infantile. Questa scala rileva il livello attuale potenziali delle capacità ludiche di ogni bambino.

55
Q

Parla della promozione dall’interno dell’adulto nel gioco?

A

L’intervento dell’adulto nel gioco è denominato promozione dall’interno perché presuppone un atteggiamento relazionale basato su avvicinanza affettivo e legame intimo. Le principali strategie di intervento sono:
- Adulto come compagno di gioco: entra in prima persona nel gioco e il rifiuto deve essere accettato
- Adulto resta in attesa delle iniziative dei b e le accoglie senza eccezioni: non propone solo sollecita i bambini
- Adulto si mette a disposizione per realizzare iniziative di gioco e interviene per facilitarne l’espansione: compagno attivo.