Lezioni Flashcards
Cosa vuol dire “filosofia”?
La filosofia è amore per il sapere, ovvero è legata alla curiosità e alla passione per la conoscenza.
Tuttavia, questo amore per il sapere si concentra sulla pura teoresi, cioè sulla conoscenza teorica senza preoccuparsi di come applicarla nella pratica.
Infine, si sottolinea che la filosofia è una disciplina molto vasta e che può essere applicata a qualsiasi questione, tema o soggetto. In altre parole, la filosofia è uno strumento che ci permette di esplorare e comprendere il mondo intorno a noi in modo critico e approfondito.
Cosa indica il termine “persona”?
Origina dal greco “prosopon” che significa faccia o muso. Il termine è legato alla storia del teatro della Grecia antica, nella quale questa esperienza era vista come mistica, religiosa e catartica (catarsi come trasformazione interiore). All’interno del teatro c’era bisogno di amplificare la voce. Gli attori disponevano di una maschera per amplificare ancora di più la voce, e da qui il termine “prosopon”, cioè una maschera che si mette in faccia.. Una determinata maschera indicava un determinato personaggio all’interno di quella tragedia o commedia.
Cosa si indica con il termine “individuo”?
Individuo non è sinonimo di persona. È definibile come soggetto unico, che non si può dividere ulteriormente. L’individuo nella massa non ha un volto. Sono volti simili, quasi tutti uguali sia per il modo di vestire sia per il modo di proporsi nella massa. Nella massa noi non siamo persone, non abbiamo nomi o volti nostri. Quando siamo nella massa siamo neutri, siamo uno intercambiabile con un altro.
Cos’è il mito? E il logos?
Il mito, come racconto simbolico, può trasmettere significati profondi e complessi che possono sfuggire alla razionalità e alla logica. Il mito si distingue dal logos, che è invece la capacità di ragionamento, collegamento e spiegazione razionale.
Come esseri umani, persone, la nostra comprensione completa di chi siamo va oltre il discorso puramente logico, altrimenti saremmo riducibili ad un meccanismo.
L’uso del mito ci consente di avvicinarci a verità che potrebbero sfuggire all’analisi razionale.
Racconta il mito dell’androgino di Platone e come questi si colleghi con l’amore platonico.
Il mito dell’androgino di Platone narra che gli esseri umani originariamente erano sia maschi che femmine. Questi esseri sfidarono gli dei e Zeus per punirli, decise di dividerli in due, tagliando ogni creatura a metà. Da quel momento in poi, gli esseri umani furono destinati a cercare la loro metà perduta, la loro anima gemella, per sentirsi completi. Il mito dell’androgino di Platone era l’antefatto di un altro mito, il cosiddetto amore platonico. L’amore platonico va oltre il desiderio fisico o romantico e si riferisce all’amore per la bellezza e la perfezione ideale.
Cosa indica il termine “identità”?
L’identità può essere definita come la percezione soggettiva e costante di noi stessi come individui distinti. Ciò significa che riconosciamo di essere separati dagli altri e che le nostre esperienze e caratteristiche personali sono diverse da quelle degli altri. Essere medesimi a sé stessi significa mantenere una certa coerenza e continuità nella percezione e nella rappresentazione di sé stessi, nonostante i cambiamenti che si verificano nel corso del tempo e delle esperienze di vita.
Cos’è la fase dello specchio?
La fase dello specchio è una teoria sviluppata dal filosofo e psicoanalista francese Jacques Lacan, che descrive il processo di sviluppo dell’identità individuale. Secondo Lacan, la fase dello specchio avviene intorno ai 6 mesi di età, quando il bambino comincia a sviluppare la capacità di distinguere se stesso dagli altri. In questo periodo, il bambino si riconosce per la prima volta nello specchio. La fase dello specchio è importante perché rappresenta una tappa fondamentale nella costruzione dell’identità. Il bambino comincia a percepirsi come un soggetto separato dagli altri, separato dalla madre, dotato di un proprio corpo, una propria immagine e una propria identità, e, con il tempo, una propria autonomia.
Cosa sono le strategie adattive?
Le strategie adattative sono un meccanismo che riguarda una sorta di adattamento primario che l’essere umano utilizza nell’infanzia per tutelarsi al meglio all’interno dell’ambiente di appartenenza.
Abbiamo imparato che se in una determinata situazione aggiungiamo un determinato comportamento otterremo un risultato. La trappola dei meccanismi adattativi è che una volta instaurati si ripetono come un automatismo, continuiamo a comportarci in maniera inconsapevole in alcune situazioni. Se non diventiamo consapevoli di questo “giochetto psicologico” noi continueremo a comportarci in quel modo come degli automi
Come possiamo liberarci degli automatismi?
La trappola dei meccanismi adattativi è proprio il fatto che sono dei meccanismi, che una volta instaurati si ripetono come un automatismo. Noi avremo una progressiva capacità di uscita dagli automatismi che ci condizionano. Come diventa l’IO cosciente? Diventando sempre più capace ad esercitare l’essere adulti. Attraverso l’educazione, che ci permette di acquisire conoscenza di sé, arrivando all’io e non restando preda dell’inconscio. Gli educatori diventano coloro che sanno tirare fuori gli altri dal loro buio, dal loro caos, dalle loro difficoltà profonde, dai loro meccanismi e automatismi, che sono sempre una prigione perché possiamo rimanere incastrati
Quand’è che siamo considerati persone?
Noi siamo persone fin dall’inizio. Non è che un bambino è meno persona di suo nonno. Ci sono delle età in cui siamo più fragili e siamo più interdipendenti da altri, come per esempio il bambino molto piccolo o l’anziano malato. Una civiltà è più sviluppata nella misura in cui è attenta e sensibile a qualunque età della vita e rispetto alla persona, a prescindere dell’età, del sesso, ecc.
In cosa consisteva l’ermeneutica di Pareyson?
Luigi Pareyson è stato un importante filosofo del Novecento, è stato maestro di una scuola di pensiero che si chiama Ermeneutica. Questi pensatori hanno messo al centro del loro lavoro l’interpretazione.
L’ermeneutica di Pareyson è una filosofia che si concentra sull’atto dell’interpretazione. Secondo Pareyson, l’interpretazione è un processo continuo e soggettivo che coinvolge la comprensione e l’interazione con il mondo. Non esiste una sola interpretazione corretta, ma molteplici possibilità che si arricchiscono reciprocamente. Si crea così un circolo dialettico in cui l’interpretazione stessa influisce sulla nostra comprensione preesistente, mentre allo stesso tempo la nostra comprensione preesistente influisce sull’interpretazione che facciamo.
Cosa indicava il verbo “sapio”?
Il verbo “sapio” prima acquistare il significato di “sapere”, voleva dire: “avere gusto”. Sapere è avere gusto per ciò che c’è da scoprire, una persona che sa e che prova gusto per la vita.
La persona può essere esaurientemente definita quando la si considera come…?
Esistenza, Compito, Opera, Io.
Cosa indica il concetto di “dialettica”? E cosa si intende con l’espressione “dialettica concreta”?
Il concetto di dialettica indica un processo di confronto e interazione tra due o più concezioni o idee opposte, in cui queste si contrappongono, si confrontano e alla fine si uniscono in una sintesi superiore. Dire che una dialettica è concreta significa che noi ci stiamo riferendo alla nostra esperienza vivente data, non a un sistema di principi che per noi potrebbero risultare astratti e lontani.
Cosa significa che la persona può essere esaurientemente definita quando la si considera come esistenza?
Come esistenza, la persona deve essere considerata in una dialettica concreta di:
- Unità e dualità
- Passività e attività
- Definitezza e infinità
Spiega la dialettica tra unità e dualità
La persona deve essere considerata in una dialettica concreta di unità e di dualità.
Dualità perchè sono indeducibili l’uno dall’altra: non è che dalla situazione in cui mi trovo posso dedurre l’iniziativa che ho e viceversa.
Vi è un rapporto di unità perchè situazione e iniziativa sono inscindibili: per dar forma alle mie iniziative, ho bisogno di una situazione. L’uno rispetto l’altro è inscindibile: non ho mai una situazione senza iniziativa e un’iniziativa senza situazione.