LA COMUNICAZIONE Flashcards

1
Q

COSA AFFERMA IL QUINTO ASSIOMA DELLA “PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA”?

A

TUTTI GLI SCAMBI DI COMUNICAZIONE SONO SIMMETRICI O COMPLEMENTARI, A SECONDA CHE SIANO BASATI SULL’UGUAGLIANZA O SULLA DIFFERENZA.

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2
Q

CHE COSA SI INTENDE PER SCAMBIO COMUNICATIVO SIMMETRICO?

A

SONO QUEGLI SCAMBI, CARATTERIZZATI DALL’UGUAGLIANZA, CHE AVVENGONO A LIVELLO PARITARIO, AD ESEMPIO TRA MEDICO E MEDICO.

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3
Q

CHE COSA SI INTENDE PER SCAMBIO COMUNICATIVO COMPLEMENTARE?

A

SONO QUEGLI SCAMBI, CARATTERIZZATI DALLA DIFFERENZA, CHE SONO DISTINTI DAL FATTO CHE CI SIA UNA POSIZIONE DI SUPERIORITA’ (ONE UP) E UNA DI INFERIORITA’ (ONE DOWN). AD ESEMPIO LA RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE)

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4
Q

DA COSA E’ CARATTERIZZATA LA RELAZIONE SIMMETRICA?

A

NELLA RELAZIONE S., L’INTERLOCUTORE SI RISPECCHIA NEL COMPORTAMENTO DELL’ALTRO, E SI HA UNA MINIMIZZAZIONE DELLA DIFFERENZA. A VOLTE TALE TIPO DI RELAZIONE PUO’ PRESENTARSI CONFLITTUALE, DATO CHE LA RIGIDITA’ DEI RUOLI PUO’ ESSERE COMPETITIVA.

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5
Q

DA COSA E’ CARATTERIZZATA LA RELAZIONE COMPLEMENTARE?

A

IN TALE RELAZIONE, L’INTERLOCUTORE COMPLETA IL COMPORTAMENTO DELL’ALTRO, E’ UN RAPPORTO BASATO SULLA DIVERSITA’ E SULLA MASSIMIZZAZIONE DELLA DIFFERENZA. QUESTE RELAZIONI POSSONO FAR SI’ CHE GLI INTERLOCUTORI SI SENTANO IRRIGIDITI DALLA PROPRIA POSIZIONE E LO SCAMBIO PUO’ DIVENTARE RIPETITIVO.

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6
Q

CHE COSA SI INTENDE PER RELAZIONE EQUILIBRATA?

A

UNA RELAZIONE E’ EQUILIBRATA QUANDO E’ FLESSIBILE, CIOE’ VI E’ UN ALTERNARSI CONTNUO TRA SCAMBI COMPLEMENTARI E SIMMETRICI

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7
Q

QUANTI TIPI DI COMUNICAZIONE ESISTONO?

A

2 TIPI

  • COMUNICAZIONE VERBALE
  • COMUNICAZIONE NON VERBALE
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8
Q

CARATTERISTICHE CV

A

LA CV E’ CONSAPEVOLE E INTENZIONALE E FORNISCE INFORMAZIONI SUGLI ARGOMENTI ESPRESSI. E’ IDONEA A VEICOLARE DESCRIZIONI O SPIEGAZIONI, MA POCO UTILE NELLE RELAZIONI.

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9
Q

CARATTERISTICHE CNV

A

LA CNV E’ INCONSAPEVOLE, NON INTENZIONALE. FORNISCE INFORMAZIONI SUL SOGGETTO CHE LA ESPRIME. AL CONTRARIO DELLA CV, E’ POCO IDONEA PER SPIEGAZIONI, MA MOLTO UTILE NELLE RELAZIONI.

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10
Q

IN COSA PUO’ ESSERE DISTINTA LA CV?

A

IN VOCALE E NON VOCALE.

  • VOCALE: LE PAROLE SONO PRONUNCIATE, C’E’ IL COINVOLGIMENTO DEL CANALE UDITIVO DELL’INTERLOCUTORE E SONO ASCOLTATE CON ATTENZIONE IL RITMO, IL TONO, LA PRONUNCIA, LE PAUSE, RIPETIZIONI ECC.
  • NON VOCALE: PAROLE SONO SCRITTE, COINVOLTO IL CANALE VISIVO E SONO OSSERVATI GESTI, SGUARDI, ESPRESSIONI FACCIALI, CENNI POSTURA ECC.
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11
Q

IL SISTEMA NON VERBALE VEICOLA LE EMOZIONI E COMPRENDE:

A
  • SISTEMA VOCALE
  • SISTEMA CINESICO
  • SISTEMA PROSSEMICO E APTICO
  • CRONEMICA
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12
Q

CHE COSA SI INTENDE PER SISTEMA VOCALE?

A

E’ IL SISTEMA CHE RIGUARDA:

  • QUALITA’ E INTONAZIONE VOCE
  • TONO
  • RITMO
  • PRONUNCIA
  • PAUSE
  • DURATA
  • RIPETIZIOME
  • INTRUSIONE
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13
Q

NELL’ATTO DI PRONUNCIARE UNA PAROLA, A COSA SONO ASSOCIATI GLI ELEMENTI LINGUISTICI?

A

AGLI ASPETTI PROSODICI (INTONAZIONE) E A QUELLI PARALINGUISTICI (TONO, RITMO, INTENSITA’)

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14
Q

DA COSA SONO DETERMINATE LE CARATTERISTICHE PARALINGUISTICHE?

A
  • TONO (FREQUENZA DELLA VOCE)
  • INTENSITA’ (VOLUME DELLA VOCE)
  • ACCENTO ENFATICO (SOTTOLINEARE UN DETERMINATO SEGMENTO DELL’ENUNCIATO)
  • TEMPO (SUCCESSIONE DELL’ELOQUIO E DELLE PAUSE)
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15
Q

QUALI SONO I 4 FATTORI INFLUENZATI DALLE QUALITA’ NON VERBALI?

A
  • FATTORI BIOLOGICI (SESSO ED ETA’)
  • FATTORI SOCIALI (CULTURA, REGIONE DI PROVENIENZA, PROFESSIONE)
  • FATTORI DI PERSONALITA’ (TRATTI PSICOLOGICI RELATIVAMENTE PERMANENTI)
  • FATTORI PSICOLOGICI TRANSITORI (ESPERIENZA EMOTIVA CON GLI STATI DI INCERTEZZA E DUBBIO)
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16
Q

IL SILENZIO E’ UN MODO DI COMUNICARE?

A

SI’ E IL SUO SIGNIFICATO VARIA SIA CON LE SITUAZIONI E CON LE RELAZIONI, SIA IN RELAZIONE ALLA CULTURA DI RIFERIMENTO.

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17
Q

IL VALORE COMUNICATIVO DEL SILENZIO PUO’ DARE AMBIGUITA’. COSA PUO’ INDICARE?

A
  • OTTIMO RAPPORTO–>COMUNICAZIONE INTENSA

- PESSIMO RAPPORTO–>COMUNICAZIONE SCARSA

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18
Q

QUALI SONO GLI ASPETTI CHE RIGUARDANO I VALORI COMUNICATIVI (POSIT. O NEGAT.) DEL SILENZIO?

A
  • LEGAMI AFFETTIVI (PUO’ SIA UNIRE CHE DIVIDERE)
  • FUNZIONE DI VALUTAZIONE (PUO’ INDICARE CONSENSO MA ANCHE DISSENSO)
  • PROCESSO DI RIVELAZIONE (PUO’ RENDERE MANIFESTA O MENO UNA DATA INFORMAZIONE
  • FUNZIONE DI ATTIVAZIONE (PUO’ INDICARE FORTE CONCENTRAZIONE MA ANCHE DISPERSIONE)
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19
Q

CHE COSA SONO LE CULTURE DEL SILENZIO?

A

AD ESEMPIO LA C. GIAPPONESE, CHE SONO CARATTERIZZATE DA UNA COMUNICAZIONE AD ALTA CONTESTUALIZZAZIONE E DA LUNGHE PAUSE DI SILENZIO (CHE RAPPRESENTA RIFLESSIONE E PONDERATEZZA)

20
Q

CHE COSA SONO LE CULTURE DELLA PAROLA?

A

AD ESEMPIO LA C. LATINA. COMUNICAZIONE A BASSA CONTESTUALIZZAZIONE, CON POCHE PAUSE (SILENZIO CONSIDERATO COME UNA MINACCIA E UNA MANCANZA DI COOPERAZIONE PER LA CONVERSAZIONE).

21
Q

COME VENGONO ESPRESSI I MESSAGGI CINESICI?

A

ATTRAVERSO:

  • LA MIMICA (ESPRESSIONI VOLTO, QUALI CAMBIAMENTI DELLE SOPRACCIGLIA, DELLA POSIZIONE DEGLI OCCHI ECC)
  • MOVIMENTI DELLA TESTA
  • POSTURE DEL CORPO
  • GESTI
22
Q

NELLO SPECIFICO, PERCHE’ SI PARLA DI MIMICA FACCIALE?

A

PERCHE’ IL VOLTO E’ LA PARTE CHE PIU’ ATTIRA L’ATTENZIONE E L’INTERESSE DELL’INTERLOCUTORE ED ESPRIME GLI STATI D’ANIMO IN MODO POCO CONTROLLABILE.
NELLO SPECIFICO, LO SGUARDO E’ UN POTENTE SEGNALE COMUNICATIVO PERCHE’ RIVELA L’INTENSITA’ DELL’EMOZIONE.

23
Q

COME SI INFLUENZA LO SGUARDO IN BASE ALLE EMOZIONI?

A

EMOZIONI POSITIVE = INCREMENTO DEL CONTATTO OCULARE

EMOZIONI NEGATIVE = ABBASSAMENTO E DISTORSIONE DELLO SGUARDO

24
Q

QUALI E QUANTE SONO LE CATEGORIE DI SORRISI?

A

SONO 4

  • SORRISI LEGATI AD E. POSITIVE (COMPIACENZA, GIOIA)
  • SORRISI LEGATI AD E. NEGATIVE (SARCASMO, IRONIA)
  • SORRISI SOCIALI (LEGATI A PROCESSI INTERNAZIONALI)
  • SORRISI FALSI
25
Q

DEFINIZIONE DI “GESTI”

A

SONO AZIONI MOTORIE CIRCOSCRITTE E COORDINATE, CHE GENERANO UN SIGNIFICATO E SONO INDIRIZZATE ALL’INTERLOCUTORE PER RAGGIUNGERE UNO SCOPO.

26
Q

QUANTE TIPOLOGIE DI GESTI ESISTONO?

A
  • GESTI EMBLEMATICI (POSSONO SOTITUIRE LE PAROLE, AD ESEMPIO IL SEGNALE OK)
  • GESTI ILLUSTRATORI (SOSTENGONO IL MESSAGGIO)
  • GESTI ESPRESSIVI (INDICATORI DELLO STATO EMOTIVO) (COMUNICANO I VISSUTI DEL SOGGETTO, AD ESEMPIO ALZARE UN PUGNO PER ESPRIMERE RABBIA).
27
Q

QUALI ALTRI TIPI DI GESTI ESISTONO?

A
GESTI REGOLATORI (SCANDISCONO IL DIALOGO, AD ESEMPIO L'ANNUIRE CON LA TESTA)
GESTI ADATTATORI (IN RELAZIONE CON IL SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI, AD ESEMPIO APPOGGIARE UNA MANO SULLA GUANCIA MENTRE SI STA ASCOLTANDO UNA PS)
28
Q

COS’E’ LA PROSSEMICA?

A

SECONDO HALL, E’ LO STUDIO DEI MODI IN CUI L’UOMO INCONSAPEVOLMENTE STRUTTURA IL MICROSPAZIO.

29
Q

QUANTE ZONE COMPRENDE IL SISTEMA PROSSEMICO?

A

4 ZONE

  • ZONA PUBBLICA (OLTRE I 4 M): E’ LA DISTANZA TENUTA IN SITUAZIONI PUBBLICHE, COMPORTA ENFATIZZAZIONE NEI MOVIMENTI E UN’INTENSITA’ ELEVATA DELLA VOCE.
  • ZONA SOCIALE (FRA 1 E 3,5 M): E’ LA DISTANZA PER LE INTERAZIONI MENO PERSONALI, (PERSONE A CUI DIAMO DEL LEI).
  • ZONA PERSONALE (FRA 0,5 E 1 M): QUI E’ POSSIBILE TOCCARE L’ALTRO, MA NON SENTIRNE L’ODORE (INCONTRI AMICHEVOLI).
  • ZONA INTIMA (FRA 0 E 0,5 M): QUI SI PUO’ TOCCARE, AVVERTIRE L’INTENSITA’ DELLE EMOZIONI E DI PARLARE SOTTOVOCE.
30
Q

CHE COSA SONO LE CULTURE DELLA DISTANZA?

A

SONO LE CULTURE, COME L’ASIA, IN CUI VI E’ UNA GRANDE DISTANZA INTERPERSONALE E OGNI RIDUZIONE SPAZIALE PUO’ ESSERE PERCEPITA COME INVASIONE.

31
Q

CHE COSA SONO LE CULTURE DELLA VICINANZA?

A

SONO LE CULTURE, COME L’ARABIA, IN CUI LA DISTANZA INTERPERSONALE E’ RIDOTTA E LA DISTANZA E’ VALUTATA COME FREDDEZZA E OSTILITA’.

32
Q

DI CHE COSA SI OCCUPA L’APTICA?

A

SI OCCUPA DELLE AZIONI DI CONTATTO CORPOREO NEI CONFRONTI DEGLI ALTRO ED E’ UNO DEI BISOGNI FONDAMENTALI DELLA SPECIE UMANA.

33
Q

QUANTI E QUALI SONO I TIPI DI APTICA?

A

SONO 2:

  • LE SEQUENZE DI CONTATTO (FORMATE DA 2 O PIU’ AZIONI DI CONTATTO CHE AVVENGONO RECIPROCAMENTE–>SUPPORTO AFFETTIVO)
  • IL CONTATTO INDIVIDUALE (CONTATTO UNIDIREZIONALE)
34
Q

QUALI SONO LE REGIONI NON VULNERABILI DEL CORPO?

A

SONO TESTA, SPALLE, BRACCIA, CHE POSSONO ESSERE TOCCATE ANCHE DA ESTRANEI.

35
Q

QUALI SONO LE REGIONI VULNERABILI DEL CORPO?

A

QUELLE CHE POSSONO ESSERE TOCCATE DA PERSONE INTIME O DA SPECIALISTI.

36
Q

CHE COSA SONO LE CULTURE DEL CONTATTO? E DEL NON CONTATTO?

A
  • DEL CONTATTO: CULTURA ARABA E LATINA. CONTATTO ACCETTATO FAVOREVOLMENTE (MA COMUNQUE E’ ATTO AMBIGUO)
  • DEL NON CONTATTO: CULTURA GIAPPONESE ED INDIANA. CONTATTO PERCEPITO COME MANCANZA DI RISPETTO E COSTRIZIONE (PORTA REAZIONI NEGATIVE).
37
Q

L’ABBIGLIAMENTO FA PARTE DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE. CHE COSA PUO’ ESPRIMERE?

A
  • BENESSERE O MALESSERE
  • EMOZIONI, ATTRAVERSO LA SCELTA DEI COLORI
  • DISINTERESSE NEI CONFRONTI DELLE REAZIONI ALTRUI
  • DESIDERIO DI FARE BUONA IMPRESSIONE
38
Q

CHE COSA SI INTENDE PER CRONEMICA?

A

E’ LA CONCETTUALIZZAIONE E L’USO DEL TEMPO.

39
Q

QUALI SONO I PARAMETRI CRONEMICI?

A
  • RITMO DEL PARLATO
  • TURNI DI PAROLA NEL DIALOGO
  • LUNGHEZZA DELLE PAUSE IN RELAZIONE AL CONTESTO
40
Q

CHE COS’E’ L’ASCOLTO?

A

E’ LA CAPACITA’ DI COMPRENDERE UNA PROSPETTIVA DIVERSA DALLA PROPRIA.

41
Q

CHE COS’E’ L’ASCOLTO ATTIVO?

A

E’ LA CAPACITA’ DI ASCOLTARE VERAMENTE L’ALTRO, NON SOLO NELLE PAROLE MA NELL’INSIEME DEL SUO ESSERE NELLA RELAZIONE.

42
Q

COSA E’ IMPORTANTE TENER CONTO PER L’ASCOLTO ATTIVO?

A

E’ IMPORTANTE COGLIERE QUANTO L’INTERLOCUTORE DICE, DIMOSTRANDONE LA COMPRENSIONE CON RIFORMULAZIONI, SOTTOLINEATURE.
E’ OPPURTUNO ANCHE RISPETTARE LE PAUSE DELL’ALTRO, EVITANDO DI INSERIRE DOMANDE SU DOMANDE E ASCOLTANDO UN CONCETTO PER VOLTA.
BISOGNA POI ADATTARSI ALLO STILE COMUNICATIVO DELL’UTENTE, EVITANDO DI IMPORRE IL PROPRIO (EVITARE CORREZIONI DI SCORRETTEZZE GRAMMATICALI O SINTATTICHE)

43
Q

QUANDO NON SI USA L’ASCOLTO ATTIVO?

A
  • SI ASCOLTA CIO’ CHE SI VUOLE SENTIRE
  • SI PENSA A COSA SI DIRA’
  • SI RIFERISCE QUANTO ASCOLTATO ALLA PROPRIA ESPERIENZA
  • SNOBBARE QUALCOSA PERCHE’ SI RITIENE DI POCA IMPORTANZA
  • MOSTRARE DISINTERESSE CAMBIANDO ARGOMENTO
44
Q

COSA SI DEVE FARE PER ESSERE UN BUON ASCOLTATORE?

A
  • FORMULARE DOMANDE SPECIFICHE
  • LASCIAR PARLARE E FINIRE L’INTERLOCUTORE
  • APPROFONDIRE I FATTI
  • CHIEDERE CONFERMA SULLE PROPRIE PERCEZIONI
  • APPREZZARE CONTRIBUTI UTILI
45
Q

QUALI SONO I COMPORTAMENTI DA EVITARE PER ESSERE UN BUON ASCOLTATORE?

A
  • CONTROBATTERE
  • CERCARE AUTOCONFERME
  • GIUSTIFICARE
  • RINUNCIARE AL DISACCORDO
  • SUBIRE INFORMAZIONI ERRATE
46
Q

QUALI SONO I PASSI DA SEGUIRE PER AVERE UNA BUONA COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE?

A
  • COMPRENDERE I BISOGNI DEL PZ
  • RASSICURARLO E METTERLO A PROPRIO AGIO
  • OTTENERE LA SUA COLLABORAZIONE
  • AUMENTARE LA MOTIVAZIONE DEL PZ
  • MIGLIORARE LA SODDISFAZIONE PERSONALE