Igiene Flashcards

1
Q

Cos’è la malattia infettiva

A

Risultato interazione microrganismo e risposta immunitaria

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2
Q

Possibili manifestazioni malattie infettive all’interno della popolazione

A

Caso sporadico
Endemia = costantemente; cicli stagionali
Epidemia = elevato numero di casi in periodo breve
Pandemia = sovranazionale

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3
Q

Percentuale di soggetti che si ammalano per contatto diretto con il caso indice

A

tasso di attacco secondario

indice del rischio di infezione della malattia

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4
Q

Caso indice

A

Primo caso di una malattia epidemica.

I casi successivi sono detti casi secondari.

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5
Q

Mappa dei punti

A

studia il percorso (territoriale) dell’evento e la frequenza dei casi.

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6
Q

Mappa temporale

A

Studia diffusione casi e rapidità di progressione malattia.

Epidemia a diffusione lenta suggerisce patologia trasmessa per contatto.

Epidemia a diffusione rapida suggerisce patologia a trasmissione aerogena.

Epidemia esplosiva *corrisponde a patologia trasmessa per esposizione simultanea al contagio (acqua, alimenti contaminati).

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7
Q

Cicli epidemici

A
  • stagionali (bronchiti inverno, enteriti estate)
  • annuali o poliannuali (richiedono anni per comparsa di nuovi individui ricettivi)
  • secolari (difterite)
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8
Q

Pandemia

A

Estensione sovranazionale

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9
Q

Catena epidemiologica

A
  • sorgente (uomo, animale, microrganismo vettore)
  • via di eliminazione (cutanea, rino-faringea, congiuntivale, auricolare, ematica, intestinale, genito-urinaria)
  • trasmissione (contagio)
  • via di penetrazione (transplacentare/congenita, mucosa, cutanea, inoculazione diretta)
  • attecchimento e sviluppo

⟹ ospite potenziale

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10
Q

Trasmissione malattia infettiva

A

DIRETTA : contatto diretto tra malato e soggetto suscettibile
SEMIDIRETTA: contatto con materiali contaminati da poco tempo
INDIRETTA: dispersione ambientale microrganismo e trasmissione tramite vettori e veicoli

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11
Q

Vettori e veicoli

A

Vettore =

Veicolo = oggetto inanimato contaminato

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12
Q

Catena di contagio

A
  • Omogenea e omonima: trasmissione solo tra individui stessa specie (esempio: tifo)
  • Omogenea ed eteronima: solo tra i vertebrati ma di specie diverse
    (esempio: brucella)
  • Eterogenea ed omonima: avviene per mezzo di un vettore obbligato, ma solo da uomo a uomo (esempio: malaria)
  • Eterogenea ed eteronima: quando avviene tra specie diverse attraverso un vettore
    (esempio: peste).
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13
Q

Profilassi malattie infettive

A

insieme di provvedimenti limitare diffusione.

Scopi della prevenzione (o profilassi):
• rendere ambienti meno favorevoli alla diffusione
• scoprire e inattivare serbatoi infezione
• rendere meno ricettive le popolazioni

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14
Q

Profilassi diretta

A

anche detta immediata

• generica: denuncia, isolamento soggetti, inchiesta epidemiologica, disinfestazione, disinfezione, sterilizzazione;
obiettivo è neutralizzare fonte infezione e impiedire trasmissione tra pz-pz, pz-personale e personale-pz
(es. banale = siringa monouso)

• specifica: al soggetto sano; obiettivo potenziare difese e limitare rischio infettivo;
chemioprofilassi
immunoprofilassi (sieroprofilassi o profilassi vaccinale)

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15
Q

Profilassi indiretta

A

Ecologica: risanamento ambientale, edilizio e smaltimento rifiuti;
Rivolta alla persona: educazione, formazione e informazione sanitaria (lavaggio mani, ecc).

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16
Q

Classificazione semplificata della prevenzione

A

PRIMARIA: rimozione causa e riduzione fattori di rischio; inoltre potenziamento organismo, miglioramenti comportamentali efficaci, variazioni ecologiche;
mezzi prevenzione primaria: norme di legge, campagne di educazione, ecc.
esito= riduzione incidenza.

SECONDARIA: diagnosi precoce e terapia prima del manifestarsi patologia (screening gruppi o di massa);
esito = incidenza invariata ma riduzione mortalità e prevalenza.

TERZIARIA: impedire invalidità in pz affetti patologie croniche;
metodi: riabilitazione motoria, sostegno psicologico, inserimento sociale, scolastico e lavorativo.

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17
Q

Prevenzione primaria

A

PRIMARIA: rimozione causa e riduzione fattori di rischio; inoltre potenziamento organismo, miglioramenti comportamentali efficaci, variazioni ecologiche;
mezzi prevenzione primaria: norme di legge, campagne di educazione, ecc.
esito= riduzione incidenza.

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18
Q

Prevenzione secondaria

A

SECONDARIA: diagnosi precoce e terapia prima del manifestarsi patologia (screening gruppi o di massa);
esito = incidenza invariata ma riduzione mortalità e prevalenza.

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19
Q

Prevenzione terziaria

A

TERZIARIA: impedire invalidità in pz affetti patologie croniche;
metodi: riabilitazione motoria, sostegno psicologico, inserimento sociale, scolastico e lavorativo.

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20
Q

DMS 15 Dicembre 1990 sancisce…

A

l’obbligo del medico che, nell’esercizio della sua professione venga a contatto con un caso di malattia infettiva e diffusiva pericolosa per la salute pubblica (o anche solo in caso di sospetto) di inviare una notifica all’azienda sanitaria competente.

La notifica è indispensabile per:
• attuare rapidamente procedure di profilassi;
• sia ai fini epidemiologici.

È parte della profilassi diretta generica ed è un atto previsto dalla legge.

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21
Q

Decreto che sancisce l’obbligo del medico di notificare i casi di malattia infettiva diffusiva e pericolosa per la salute pubblica (anche in caso di sospetto non confermato).

A

DMS 15 Dicembre 1990

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22
Q

Chi esegue la notifica di malattia infettiva pericolosa?

A
  • medico
  • personale sanitario
  • titolari di alberghi/scuole/strutture pubbliche
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23
Q

A chi è rivolta la notifica di malattia infettiva pericolosa?

A

Servizio di igiene pubblica (dipartimento prevenzione) delle ASL competenti.

Negli ospedali è da inoltrare al dirigente sanitario (che poi la invierà alla ASL).

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24
Q

Caratteristiche della notifica di malattia infettiva

A
Sollecita = telefono, telegramma, lettera, PEC
Circostanziata = arricchita dalle generalità pz, domicilio, luogo di lavoro, membri famiglia (AIDS esclusa !).
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25
Q

Notifica di malattia di classe 1

A

Notifica immediata da inoltrare entro 12 h.
Patologie potenzialmente letali che richiedono misure internazionali di gestione e prevenzione.

E’ indicata in caso di patologie soggette ad un regolamento sanitario internazionale o di interesse molto rilevante.

Esempi: colera, tifo, SARS, difterite, febbre gialla, ebola, tetano, botulismo, mucca pazza.

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26
Q

Notifica di malattia di classe 2

A

Notifica urgente da inoltrare entro 48 h (alcune entro 24 h).

Sono patologie rilevanti e/o ad alta frequenza che richiedono un monitoraggio stretto.

Esempi: HAV, HBV, diarrea infettiva, meningite (24h), varicella, morbillo, parotite, rosolia, sifilide, scarlattina, febbre tifoide.

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27
Q

Notifica di malattia di classe 3

A

Notifica rivolta a particolari malattie che richiedono documentazione specifica.
Va inoltrata entro 48 h.

Esempi: AIDS (notifica in duplice copia e inviata tramite plico sigillato e in anonimato); micobatteri non tubercolari; lebbra, malaria, TBC.

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28
Q

Notifica di malattia di classe 4

A

Notifica inoltrata dal medico ed eventualmente seguita da una seconda notifica inoltrata dalla ASL qualora si presentasse un focolaio epidemico.
Limite massimo 24h.

Tossinfezioni alimentari, pediculosi, scabbia, dermatofitosi.

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29
Q

Notifica di malattia di classe 5

A

Notifica di malattie che non rispettano i parametri delle classi precedenti e zoonosi indicate nel regolamento di polizia veterinaria.

Vengono notificate alla ASL e riportate annualmente al ministero in forma di riepilogo.

Quando assumono caratteristiche di focolaio epidemico vengono notificate come classe 4.

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30
Q

Misure contumaciali

A

Insieme di provvedimenti che mirano a limitare la diffusione di casi dalla sorgente ai soggetti sani.

Hanno la finalità di circoscrivere il focolaio epidemico.

ASL (dipartimento di prevenzione) ha un ruolo essenziale nel porre in essere tali misure.

Le misure in questione sono:
• isolamento
• contumacia
• sorveglianza sanitaria

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31
Q

Isolamento: cos’è e a chi è rivolto?

A

Volto a separare il soggetto affetto (o sospettato tale) da tutti, fatta eccezione per coloro che lo devono assistere, per tutto il periodo di contagiosità.

E’ un atto predisposto dall’ASL.

Quando è richiesto:

- profilassi : evitare diffusione 
- pz in guarigione ma contagiosi (spesso guarigione clinica non coincide con guarigione biologica);
- osservazione in attesa di diagnosi definitiva
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32
Q

Isolamento consigliato

A

Isolamento impiegato in caso di comorbidità ad elevato rischio.

Spesso impiegato in ambito ospedaliero nei pz immunodepressi per abbassare rischio infettivo.

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33
Q

Isolamento tollerato

A

Forma di isolamento coercitivo (o con piantonamento).

Può essere:

  • ospedaliero
  • domiciliare (se abitazione rispetta canoni essenziali igienico-sanitari) e i familiari sono istruiti circa pratiche assistenziali.
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34
Q

Isolamento tollerato domiciliare

A

Malattie infettive comuni a bassa contagiosità.

Si svolge in abitazione in cui sia possibile garantire al pz stanza isolata e bagno indipendente; inoltre l’abitazione deve essere facilmente accessibile in caso di eventuali emergenze.

Chi si occupa del pz deve poter disporre di adeguati DPI e deve rispettare le indicazioni del servizio di sanità pubblica.

  • isolamento fiduciario: familiari informati dei rischi ed educati circa la gestione;
  • isolamento assistenziale: personale qualificato e ambienti adeguatamente organizzati al fine di un isolamento vero e proprio;
  • isolamento con piantonamento: in caso di impossibilità di isolamento ospedaliero (rischi correlati a trasporto) o in caso di rifiuto pz allo spostamento; richiede sorveglianza (addetti del servizio prevenzione) finalizzata a garantire l’isolamento domiciliare stretto.
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35
Q

Isolamento ospedaliero

A

In caso di patologie ad elevata contagiosità, elevato rischio di complicanze o impossibilità di soddisfare i criteri dell’isolamento domiciliare.

Scopi:
• evitare diffusione microrganismo (isolamento vero);
• evitare esposizione pz immunodepresso (isolamento protettivo).

36
Q

Parametri da soddisfare per isolamento ospedaliero

A
  • stanza isolata o max 2 posti e pz con stessa patologia
  • distanze minime letti 2 metri
  • stanze a pressione negativa (aria non deve uscire)
  • almeno 12 ricambi d’aria/ora
  • zona filtro e porte sempre chiuse
  • monitoraggio continuo umidità, temperatura e ventilazione
  • sistemi di filtro che abbattano carica microbica.
37
Q

Classificazione isolamento sistema A e sistema B

A
Sistema A: provvedimenti specifici per categorie di malato;
    • isolamento respiratorio
    • isolamento stretto
    • isolamento da contatto
    • isolamento TBC
    • precauzioni sui fluidi ematici
    • precauzioni enteriche
    • precauzioni per le secrezioni

Sistema B: provvedimenti specifici per singoli casi e/o per singola patologia.

38
Q

Isolamento respiratorio: a quali patologie è rivolto? Quali precauzioni si impongono?

A

morbillo, meningite, polmonite meningococcica, parotite, pertosse, polmonite da Haemophilus.

Obbligo uso delle mascherine per il personale che accede e se necessario anche i guanti e i camici.

39
Q

Isolamento stretto

A

Obbligatorio il lavaggio delle mani dopo aver visitato il paziente; importante eseguire un corretto smaltimento dei rifiuti.

difterite
febbre virali emorragiche 
infezioni da Zoster
vaiolo
peste
40
Q

Isolamento da contatto

A

congiuntivite gonococcica
herpes simplex
foruncolosi stafilococcica
infezioni cute, ferite e ustioni.

41
Q

Isolamento per TBC

A

stanze singole
ventilazione adeguata
pressione negativa
mascherina

42
Q

Precauzioni sui fluidi ematici

A

lavare gli schizzi di sangue con ipoclorito di sodio.

43
Q

Precauzioni enteriche

A

colera
coxakie
dissenteria infettiva

44
Q

Precauzioni secrezioni

A

ascessi
infezioni
ustioni
piaghe da decubito

45
Q

Contumacia

A

Nel passato definita quarantena.

Predisposta dalla ASL, dispone l’isolamento di soggetti affetti da una patologia infettiva (e rispettivi parenti/contatti) per un periodo di tempo corrispondente al periodo di incubazione.
Durante la contumacia il soggetto è chiamato a rispettare tutte le norme igienico-sanitarie imposte dalla ASL.

Il periodo varia nelle diverse patologie ⟹ circolari ministeriali come riferimento.

Dopo il periodo disposto la contumacia decade insieme con gli oneri correlati.

E’ gravata da costi:
• diretti (esami diagnostici e di monitoraggio);
• indiretti (impatto psicologico).

46
Q

Sorveglianza sanitaria

A

Controlli rivolti a soggetti esposti al rischio di determinate patologie infettive disposti dall’ASL.

Il periodo di sorveglianza varia a seconda della patologia; non sono previste limitazioni delle libertà personale.

Sono coinvolti sia i soggetti che eventuali contatti e conviventi.

Spesso applicata per soggiorno in zone endemiche o epidemiche per determinate patologie.

47
Q

Differenza tra convivente e contatto

A

Convivente: soggetto che condivide l’abitazione con il pz affetto da patologia infettiva, essendo presumibilmente stretto il contatto.

Contatto: rapporti sociali tra pz affetto e altri soggetti da cui deriva un rischio proporzionale al grado di contagiosità (per patologie molto contagiose il contatto è paragonabile al convivente).

48
Q

Accertamento diagnostico (generale)

A

Tappa della profilassi diretta generica.
Scopo: individuare agente eziologico responsabile della malattia infettiva.

  • diretto: ricerca microrganismo e postulati di Koch.
  • indiretto: ricerca degli effetti specifici derivanti dalla penetrazione.
49
Q

Accertamento diagnostico diretto

A

Ricerca del MO e verifica dei quattro postulati di Koch (isolamento del MO, crescita in coltura, induzione della malattia in cavie da laboratorio, isolamento dello stesso MO nelle cavie).

Le tappe:
- via di eliminazione patogeno; possibilità prelievo di materiale, minima contaminazione da tessuti circostanti; informazioni riguardanti esame richiesto (origine, data del prelievo, esami richiesti… codice a barre specifico);

  • trasporto: conservazione in contenitore sterile e non >24h (evitare fluttuazioni pH, putrefazione, modificaz. carica microbica)
  • esame MACRO (proprietà organolettiche come colore, odore, aspetto)
  • esami micro: a fresco per motilità e distribuzione microrganismo; colorazione per valutare morfologia, aggregazione;
  • esame colturale: morfologia e caratteristiche colonia; inoltre antibiogramma con calcolo MCI e MCB;
  • prova biologica: conferma del ruolo patogenetico del microrganismo;
    • vera se riprodotta patologia perfettamente;
    • spuria se riprodotta solo in parte;
    • falsa se poche lesioni ma non quadro complessivo.
50
Q

Accertamento diagnostico indiretto

A

ricerca degli effetti specifici derivanti dalla penetrazione.
Rivela la risposta da parte dell’organismo nei confronti del patogeno;
si basa sulle indagini sierologiche o sulle prove di ipersensibilità.
Essenzialmente stabilisce se soggetto sia venuto in contatto con il patogeno/antigene o se possieda un’immunità pregressa.

51
Q

Inchiesta epidemiologica

A

Condotta dall’autorità sanitaria su notifica di malattia infettiva inoltrata dal medico curante.
Consiste nella raccolta di informazioni utili a definire TEMPI, CAUSE E MODALITA’ DI INSORGENZA della malattia infettiva.

Obiettivo: riscontrare sorgente infezione e ricostruire catena di eventi, le tempistiche e le modalità di insorgenza, nonché individuazione soggetti esposti allo stesso rischio infettivo.

Individuazione veicoli/vettori, studio territoriale e tempistico focolaio, individuazione pool ricettivo.

52
Q

Fasi dell’inchiesta epidemiologica

A
  • individuazione sorgente
  • veicoli e vettori
  • caratteristiche geografiche
  • caratteristiche cronologiche
  • curva epidemiologica
  • pool soggetti ricettivi

I primi tre punti sono effettuati su studi trasversali; gli altri tre su studi longitudinali.

53
Q

Studi osservazionali retrospettivi

A

Studi caso-controllo
rivolti a soggetti affetti da una data patologia (casi) e soggetti con caratteristiche analoghe ma non affetti (controlli).

Studi di prevalenza
Censimento delle persone affette da una data patologia (come una foto istantanea della prevalenza nella popolazione esaminata).
Rapidi, basso costo ma non utili per identificare associazioni causali.

54
Q

Studi osservazionali prospettici

A

studi longitudinali in senso temporale;
valutano morbosità in termini di indicenza.
Prevedono un follow-up della popolazione esaminata.

Tra questi rientrano gli studi di coorte: in un lungo arco di tempo un pool di soggetti omogeneo per caratteristiche analizzate viene sottoposto a valutazione.

Contente di valutare incidenza e poi confrontarla con l’incidenza nella popolazione generale (confronto tra soggetti esposti e non esposti a determinate condizioni/fattori/altro).

55
Q

Studi sperimentali

A

Non solo raccolta dati ed elaborazione-interpretazione;

prevedono infatti interventi diretti o indiretti sulla popolazione (es. eliminazione cause di malattia o fattori di rischio).

56
Q

Disinfezione

A

Misura di profilassi diretta generica volta a limitare la diffusione mediante l’abbattimento della carica microbica ambientale e di oggetti non vitali.

Ha efficacia sulle forme attive ma non sulle forme di resistenza (es. spore) dei microrganismi.

I disinfettanti non possono essere impiegati sull’uomo (diversamente dagli antisettici) in quanto hanno un indice terapeutico insoddisfacente.

57
Q

Indice terapeutico

A

Parametro farmacologico indice della sicurezza di un principio attivo.

Corrisponde al rapporto tra dose letale mediana (studi animali) e dose efficace mediana sul 50% della popolazione di riferimento.

Il valore risultante è di diversi ordini di grandezza e per questo viene espresso solitamente come logaritmo decimale del rapporto.

58
Q

Come si suddivide la disinfezione?

A

• continua
applicata durante tutto il decorso clinico e in modo sistematico su tutti i materiali biologici del pz affetto;

• periodica
intervalli di tempo regolari a prescindere dall’evento morboso; su tutte le parti fisse e mobili dell’ambiente in cui il pz rimane;

• terminale
effettuata nell’ambiente in cui pz affetto da malattia infettiva resistente all’ambiente esterno ha soggiornato.

59
Q

Livello di disinfezione

A

Dipende dal tipo di microrganismo e dalla sua resistenza ai disinfettanti:

  • basso: inattivazione tutti i batteri (escluso MT), i virus liofili e alcuni miceti
  • intermedio: tutti i batteri (compreso MT), maggior parte virus e miceti
  • alto: tutti i microrganismi eccetto le spore.
60
Q

Disinfettanti NATURALI

A
suolo (per filtrazione)
vento e pioggia (abbattono carica)
luce solare (molto potente)
essicamento (disidratazione)
batteriofagia (virus parassiti di batteri)
61
Q

Disinfettanti ARTIFICIALI fisici

A
  • raggi UV (danno ac. nucleici; hanno scarso potere di penetrazione)
  • raggi 𝛄 (da isotopi radioattivi; in base a contenuto energetico hanno potere disinfettante, sterilizzante, o di conservazione)
  • ultrasuoni (vibrazioni meccaniche emesse da quarzi piezoelettrici)
  • filtrazione (filtri ad alta porosità; trattengono batteri ma non virus)
  • calore (il più efficace; fiamma diretta, calore secco o calore umido).
62
Q

Disinfettanti ARTIFICIALI chimici

A
  • alcoli: disinfettanti e antisettici di livello basso-intermedio;
    sono efficaci quando concentrazione 70%;
    azione geotermica ⟹ denaturazione proteica;
    detersione superfici, parti metalliche, strumenti;
  • aldeidi: disinfettanti di alto livello; agiscono per alchilazione di gruppi proteici;
    formaldeide = macchinario emodialisi, pavimenti;
    gluteraldeide (strumenti non resistenti al calore);
  • alogeni:
    Cl = ipoclorito di sodio (Amuchina); cloro elettrolitico (battericida ad ampio spettro); HCl diluito; clorazione organiche (antisettici);
    𝙸 = sia disinfettante che antisettico; solo cute integra !! se assorbito da cute e mucose causa irritazione o allergia;
  • polifenoli: alterano la membrana batterica e denaturano le proteine;
  • tensioattivi: interferiscono denaturando enzimi coinvolti metabolismo energetico, per denaturazione o per danno membrana;
  • clorexidina: antibatterico ad ampio spettro, ma inefficace su batteri acido-alcol resistenti (es. micobatteri), virus e miceti; ha effetto residuo (protratto nel tempo);
  • acido paracetico: germicida efficace anche nei confronti delle spore;
  • acqua ossigenata: blando battericida impiegato nella detersione delle ferite.
63
Q

Alcoli

A

disinfettanti e antisettici di livello basso-intermedio;
sono efficaci quando concentrazione 70%;
azione geotermica ⟹ denaturazione proteica;
detersione superfici, parti metalliche, strumenti;

64
Q

Aldeidi

A

disinfettanti di alto livello; agiscono per alchilazione di gruppi proteici;
formaldeide = macchinario emodialisi, pavimenti;
gluteraldeide (strumenti non resistenti al calore);

65
Q

Alogeni

A
Cl = ipoclorito di sodio (Amuchina); cloro elettrolitico (battericida ad ampio spettro); HCl diluito; clorazione organiche (antisettici);
𝙸 = sia disinfettante che antisettico; solo cute integra !! se assorbito da cute e mucose causa irritazione o allergia;
66
Q

Polifenoli

A

alterano la membrana batterica e denaturano le proteine;

67
Q

Tensioattivi

A

interferiscono denaturando enzimi coinvolti metabolismo energetico, per denaturazione o per danno membrana;

68
Q

Clorexidina

A

antibatterico ad ampio spettro, ma inefficace su batteri acido-alcol resistenti (es. micobatteri), virus e miceti; ha effetto residuo (protratto nel tempo);

69
Q

Acido paracetico

A

germicida efficace anche nei confronti delle spore;

70
Q

Acqua ossigenata

A

blando battericida impiegato nella detersione delle ferite.

71
Q

Da quali fattori dipende l’efficacia biocida?

A

Fattori inerenti il disinfettante (concentrazione e tempo di utilizzo)

Fattori inerenti il substrato (microrganismo, relative caratteristiche biologiche, carica microbica).

Fattori inerenti l’ambiente di azione (temperatura, presenza di materiale organico).

72
Q

Test in vitro impiegati per testare il disinfettante

A

Minima concentrazione inibente
sia su terreni solidi che liquidi;
testa la concentrazione minima sufficiente a inibire replicazione;

Minima concentrazione battericida:
più bassa concentrazione capace di distruggere irreversibilmente i microrganismi.
NB disinfettante ideale ha MCB molto vicina a MCI.

73
Q

Disinfettante ideale

A
  • efficacia: spettro ampio, azione rapida, non genera resistenze;
  • innocuità: non tossico, allergenico o irritante;
  • compatibilità biochimica: non corrosione o colorazione superfici;
  • stabilità
  • limpidezza
  • odore gradevole
  • economico
  • facile utilizzo
74
Q

Sterilizzazione: generalità.

A

p. 12

75
Q

Metodiche di sterilizzazione

A

agenti fisici ⟹ calore
agenti chimici ⟹ ossido di etilene (ETO), acido paracetico, gluteraldeide, perossido di idrogeno.

p.12

76
Q

Sterilizzazione mediante ossido di etilene (ETO) [Sterilizzazione a freddo]

A

È un gas incolore, dall’odore dolciastro, tossico e infiammabile.

Agisce mediante alchilazione a livello delle spore e delle cellule vegetative inducendo la morte dei MO.

È utilizzato in 10% più 90% di gas inerte come il freon o la CO2; utilizzato per strumenti e materiali non resistenti al calore (cateteri, tubi, guanti..)

Notevole capacità di penetrazione.

77
Q

Sterilizzazione con acido paracetico, gluteraldeide e perossido di idrogeno (gas plasma).

A

p.13

78
Q

Fasi del processo di sterilizzazione

A

p.13

79
Q

Classificazione di Spaulding per gli articoli sanitari

A

critici
semicritici
non critici

80
Q

Cos’è la disinfestazione?

A

Metodiche di eliminazione di animali vettori di malattie infettive (es. pidocchi, zecche).

81
Q

Cos’è la disinfezione?

A

Metodiche di eliminazione di microrganismi patogeni dall’ambiente

82
Q

Cos’è la sterilizzazione?

A

Metodica di eliminazione completa di tutti i microrganismi

NB Disinfezione e sterilizzazione sono impiegate in ambito ospedaliero (molto raramente si arriva alla necessità di disinfestazione) per limitare la trasmissione pz-pz, pz-personale, personale-pz.

83
Q

Chemioprofilassi: cos’è, scopi, effetti avversi, destinatari, tipologie.

A

p.15

84
Q

Sieroprofilassi

A

p.16

85
Q

Secondo la prassi, cosa si effettua dopo la notifica di malattia infettiva?

A

La notifica (di qualsiasi classe) deve sempre essere seguita da isolamento, accertamento diagnostico e inchiesta epidemiologica.

86
Q

Margini di successo dell’inchiesta epidemiologica

A

Tramite una buona inchiesta epidemiologica è possibile prevenire le epidemie e perfezionare i sistemi di prevenzione.

Permette di:

  • IDENTIFICARE LA SORGENTE DI INFEZIONE;
  • IDENTIFICARE POSSIBILI VEICOLI E VETTORI;
  • LOCALIZZARE IL FENOMENO NEL TERRITORIO;
  • STUDIARE UN DATO FENOMENO NEL TEMPO;
  • DELINEARE UNA CURVA EPIDEMIOLOGICA.

Gli studi trasversali si usano per localizzare le sorgenti di infezione o per localizzare il fenomeno, gli studi longitudinali servono invece per studiare l’andamento del fenomeno e creare una curva epidemica per capire come questo evolve.