Glossario Di Didattica Generale Flashcards

Glossario di terminologia di didattica generale Da "Fondamenti di Didattica"

1
Q

Action Learning

A

Metodologia volta a condurre gruppi di persone con differenti livelli di competenza ad analizzare un problema concreto e pianificare una soluzione, imparando dalle azioni attuate. L’action learning è una sorta di Problem-Based Learning applicato a problemi concreti in cui i partecipanti studiano le proprie azioni ed esperienze all’interno di piccoli gruppi collaborativi.

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2
Q

Ambiente per apprendere

learning environment

A

Concetto costruttivista che indica un complesso di apparati (concettuali, psicologici e sociali (prima ancora che tecnologici e strumentali) ) idonei a facilitare il prodursi di processi di apprendimento mediante esperienze autentiche, forme di problem solving, attività collaborative con visioni multiprospettiche dell’aspetto studiato.

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3
Q

Analisi conversazionale

A

Orientamento di ricerca che si sviluppa alla fine degli anni Sessanta in ambito etnometodologico. La prospettiva conversazionale assume che il significato dell’espressione linguistica risieda nella particolare sequenza discorsiva in cui essa compare. Ne deriva un metodo di analisi che studia la “parola parlata” all’interno del contesto di interazione in cui essa avviene, attraverso una fedele trascrizione del parlato e l’analisi successiva.

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4
Q

Andragogia

A

Ambito delle Scienze dell’educazione che studia l’insegnamento e l’apprendimento con allievi adulti.

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5
Q

Anticipatore

advance organizer

A

Si riferisce a ogni tipo di schema, sintesi, quesito ecc. che offra in forma comprensibile un “assaggio” di quelli che saranno i punti essenziali da acquisire, mobilitando allo stesso tempo nell’allievo le preconoscenze che potranno servire per la comprensione.

Concetto introdotto da David P. Ausubel negli anni Sessanta

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6
Q

Apprendimento

A

Nell’accezione pedagogica il termine indica un particolare cambiamento, con valenza positiva di accrescimento o potenziamento della persona nella sua globalità o di alcune sue capacità o funzioni specifiche.

Gran parte degli apprendimenti avviene in modo spontaneo, al di fuori di istituzioni formali e di programmi intenzionali. Tuttavia, i più significativi e massicci cambiamenti nella struttura cognitiva di intere popolazioni sono stati conseguiti in contesti istituzionali appositatamente create per produrre tali modificazioni attraverso interventi didattici finalizzati.

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7
Q

Apprendimento cooperativo

cooperative learning

A

E’ un metodo di insegnamento-apprendimento che applica particolari tecniche al lavoro di gruppo finalizzato all’acquisizione di conoscenze, abilità o atteggiamenti. Aspetto centrale dell’apprendimento cooperativo è il concetto di interdipendenza positiva, ossia la percezione di essere collegati con altri in un modo tale che il singolo non può avere successo senza fare gruppo (e viceversa).

Il metodo si declina in una pluralità di metodologie e tecniche per l’organizzazione delle attività, in cui gli studenti lavorano in piccoli gruppi nel rispetto dei ruoli assegnati dal docente e assumendosi responsabilità rispetto all’obiettivo del compito.

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8
Q

Apprendistato Cognitivo

A

II modello dell’apprendistato cognitivo, si ispira all’apprendistato tradizionale fondato su quattro importanti strategie:
* modelling (l’apprendista osserva e imita il maestro che dimostra come fare)
* coaching (il maestro assiste l’apprendista secondo necessità, dirigendo l’attenzione su un aspetto, dando feedback, agevolando il lavoro);
* scaffolding (il maestro offre un supporto all’apprendista, degli stimoli, preimposta il lavoro ecc.);
* fading (il maestro elimina gradualmente il supporto, concedendo progressivamente all’apprendista spazi di responsabilità).
L’apprendistato cognitivo si differenzia dall’apprendistato tradizionale per la maggiore attenzione alla dimensione metacognitiva, agli aspetti del controllo e alla variazione dei contesti di applicazione.

sviluppato da Allan Collins,John S. Brown e Susan E. Newman (1995)

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9
Q

Attivismo

A

Prospettiva pedagogica ispirata ai valori della sperimentazione e dell’attività pratica, al lavoro di gruppo e all’avvicinamento dei contenuti didattici ai contesti di vita in contrapposizione con la tradizionale prospettiva magistrocentrica, rigida, intellettualistica, individualistica e classista. Si sviluppa a partire dalla fine dell’Ottocento e trova applicazione concreta in quelle che verranno definite “scuole nuove”. Il pensiero di John Dewey sistematizza e sintetizza quello che, in molti paesi occidentali, viene proposto in varie esperienze concrete.

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10
Q

Backward fading

A

Strategia di presentazione dei contenuti che consiste nel passaggio graduale da esempi guidati a problemi, passando per la fase intermedia dei problemi a completamento e fornendo via via un numero minore di passi completati. È uno dei metodi consigliati dalla teoria del carico cognitivo per ridurre il carico cognitivo che può derivare da compiti di apprendimento complessi

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11
Q

Best-Evidence Synthesis

A

Come strumento di analisi dei risultati della ricerca in alternativa sia alla metanalisi che alle tradizionali rassegne della letteratura, cercando di superare i limiti di entrambe e di accoglierne al tempo stesso i pregi. Esso tende a integrare procedure di selezione e sintesi su base quantitativa e statistica tipiche della metanalisi con un’attenzione agli studi su casi singolari e alle questioni di carattere metodologico, attenendosi ad alcuni principi di ordine più generale, tra cui essenzialmente pertinenza della ricerca rispetto al problema in esame, adeguatezza metodologica in relazione al grado di affidabilità della ricerca, validità interna ed esterna della ricerca.

introdotto da Robert E. Slavin (1986)

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12
Q

Bisogni educativi speciali

BES

A

Il concetto di bisogni educativi speciali si basa su una visione globale della persona analogamente alla visione proposta nel modello icf (la classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute) e include i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e dell’iperattività, il funzionamento intellettivo limite; inoltre, introduce il tema dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale

(cfr. la direttiva BES del 27 dicembre 2012).

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13
Q

Blog

A

Il termine è la contrazione di weblog, e indica un tipo di applicazioni concepite per facilitare la scrittura in rete. E’ una sorta di diario personale online. Attraverso un blog è possibile scrivere rapidamente note, pensieri, riflessioni, testi di qualunque tipo, all’interno di una pagina web.

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14
Q

Brainstorming

A

Metodologia di discussione di gruppo in cui si richiede di esprimere liberamente le proprie idee sul tema indicato, senza valutazioni relative a ciò che esprimono gli altri. Serve per fare affiorare punti di vista senza inibizioni.

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15
Q

BYOD

Bring your own device

A

Significa “porta il tuo dispositivo”. E’ una filosofia di utilizzo delle tecnologie nei contesti di studio finalizzata a liberare le istituzioni dall’onere di fornire gli strumenti informatici necessari, privilegiando la disponibilità di mezzi già posseduti dalle persone. Questo per consentire lo svolgimento di attività con le tecnologie anche quando, per mancanza di fondi, scuole e università non sarebbero in grado di provvedere

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16
Q

Carico cognitivo

A

Costrutto teorico che è al centro della teoria del carico cognitivo.
Quantità d’impegno d’elaborazione prodotto nella memoria di lavoro
Vene sono 3 tipi:
* Estraneo (elementi di disturbo e stimoli esterni non utili al lavoro)
* Intrinseco (naturale complessità del lavoro proposto)
* Pertinente (carico utile, necessariop e sufficente per il completamento del lavoro
Il carico cognitivo può essere influenzato da:
* Expertise dello studente
* Metodo didattico adottato dal docente
* Complessità del lavoro richiesto

17
Q

Coaching

A

Nella formazione aziendale, in particolare in ambito informale, individua una tecnica di facilitazione attraverso cui una persona esperta supporta dei novizi a raggiungere i propri obiettivi agendo sull’incoraggiamento e promuovendo un graduale sviluppo dell’autonomia

18
Q

Cognitivismo

A

Approccio psicopedagogico che considera l’apprendimento come espressione della mente, dei suoi processi e delle condizioni psicodinamiche in cui si determina. In risposta critica al comportamentismo, che non considera indagabile il contenuto di pensiero che sottende al comportamento, il cognitivismo studia la mente umana e propone alcune formalizzazioni arrivando a definirne la struttura in termini di memoria (sensoriale, a breve termine, a lungo termine) e dei processi cognitivi (apprendere e conoscere). I processi attivati dalla mente per acquisire, organizzare e utilizzare la conoscenza sarebbero in buona sostanza riconducibili a un processo di elaborazione di rappresentazioni (o “informazioni”) che hanno luogo nella mente del soggetto

19
Q

Cognizione situata

situated cognition

A

Prospettiva che focalizza la sua attenzione sul fatto che l’apprendimento è “situato” in un contesto, ovvero prende luogo e ha una sua “validità ecologica” solo all’interno di situazioni reali. E’ una visione connessa con il costruttivismo e con un’interpretazione del processo conoscitivo come momento fortemente caratterizzato dai valori, dalle conoscenze e dalle pratiche di una comunità.

20
Q

Competenza

A

La competenza comporta l’integrazione tra molteplici tratti psicologici tradizionalmente separati (conoscenze, abilità, atteggiamenti, consapevolezza, autoregolazione) e richiede la capacità di dare risposta a domande complesse, mettendo in gioco e mobilitando risorse psicologiche e sociali (inclusive di abilità e atteggiamenti). Soggetti “competenti” sarebbero capaci di mobilitare e integrare risorse conoscitive e affettive interne ed esterne per affrontare problemi inediti, non riconducibili a soluzioni di routine, che si presentano in contesti reali significativi attraverso performance efficaci ed efficienti, secondo modalità eticamente e socialmente condivisibili. Nella scuola il ricorso a questo costrutto si collega alla critica ad approcci curricolari nozionistici

21
Q

Competenza Digitale

A

Nella definizione fornita dagli organismi europei, si mette in evidenza come la familiarità tecnologica debba coesistere con spirito critico e capacità di uso consapevole delle ICT, aspetto sul quale ormai converge gran parte della letteratura che si è sviluppata in questo settore. In questa prospettiva, la competenza digitale designa l’insieme di abilità, capacità, conoscenze, disposizioni, atteggiamenti che l’individuo può mobilitare per un uso consapevole, critico ed efficace delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei diversi ambiti della vita. Implica la capacità di risolvere problemi tecnologici, di impegnarsi in attività di information problem solving e di collaborare in modo responsabile e attivo per la costruzione di conoscenza condivisa e la pratica della cittadinanza attiva

22
Q

Competenze chiave

key competences

A

Obiettivi che tutti i sistemi scolastici dovrebbero impegnarsi a perseguire secondo quanto previsto dalla Raccomandazione del Parlamento europeo. Si tratta di otto competenze di base ritenute necessarie per la vita:
* comunicazione nella lingua madre
* comunicazione nelle lingue straniere
* competenza matematica
* competenze basiche in scienza e tecnologia
* competenza digitale
* apprendere ad apprendere
* competenze sociali e civili
* senso dell’iniziativa e imprenditorialità
* consapevolezza culturale ed espressione.

23
Q

Comportamentismo

A

Orientamento della ricerca che ha caratterizzato la psicologia sperimentale statunitense in particolare nella prima metà del Novecento.
Secondo il comportamentismo si può studiare solo il comportamento oggettivamente osservabile.
L’apprendimento è visto come una concatenazione di stimoli e risposte

24
Q

Comunicazione aumentativa e alternativa

CAA

A

Insieme di tecniche e strategie finalizzate a semplificare e incrementare la comunicazione nelle persone che hanno difficoltà a usare alcuni canali comunicativi, come quello visivo o uditivo.
Aumentativa perché non sostituisce o propone nuove modalità comunicative, ma indica strategie per incrementare le stesse (ad es. le vocalizzazioni o il linguaggio verbale esistente, i gesti, nonché i segni).
Alternativa, in quanto si avvale di ausili e della tecnologia avanzata.

25
Q

Comunicazione faccia a faccia

A

È la forma di comunicazione che caratterizza la vita di tutti i giorni, quella che passa attraverso la comunicazione verbale, a cui si accompagna la comunicazione non verbale nelle sue funzioni di sostenere, completare o integrare la comunicazione.

26
Q

Comunicazione mediata dal computer

CMC

A

E’ la comunicazione che si ha quando le interazioni tra due o più soggetti passano attraverso un computer (comunicazione in rete). Generalmente è una comunicazione che si avvale di comunicazione scritta (messaggistica postale), può prevedere interazioni sincrone, come nelle chat o nelle audiovideoconferenze, o asincrone, come nei webforum. È una comunicazione più povera sul piano degli aspetti extralinguistici, ma più flessibile sul piano relazionale.

27
Q

Comunicazione visiva

A

Forma di comunicazione basata su supporti visivi o multimediali che sta assumendo un’importanza crescente per la professione del docente sia per comunicare con soggetti che non sono in grado di comunicare verbalmente, sia per rendere più chiari concetti e relazioni che sono meglio comprensibili in modalità grafica. Tuttavia, avvalersi di supporti visivi o multimediali non comporta automaticamente un migliore apprendimento. La realizzazione di supporti visivi, di grafici e tabelle di cartelloni e messaggi simbolici, così come la scelta di quelli già stampati, deve tenere conto di quei fattori che ne determinano l’efficacia comunicativa: buona sintesi testuale accompagnata da immagini essenziali, il che significa costruire e selezionare informazioni davvero rilevanti, prive di elementi ridondanti, centrate sull’argomento e funzionali all’obiettivo.

28
Q

Comunità di pratica

A

Gruppi sociali che hanno come obiettivo finale il generare conoscenza organizzata e condivisa. L’apprendimento, in questa prospettiva, si identifica con il processo di partecipazione alle pratiche di una comunità. L’apprendimento non ha solo una valenza individuale, ma assume il carattere di una graduale “affiliazione”.

Il concetto è stato elaborato, in particolare, da Jean Lave ed Etienne Wenger.

29
Q

Conflitto sociocognitivo

A

Situazione di criticità negli schemi cognitivi del soggetto che può portare a una ristrutturazione (o accomodamento, nel linguaggio piagetiano) degli schemi stessi. Tale criticità può essere favorita appunto dal confronto tra punti di vista che, quindi, può essere identificato come un fattore cruciale dello sviluppo cognitivo

30
Q

Conoscenza tacita (o implicita)

*tacit knowledge

A

Costrutto teorico utilizzato nelle scienze umane per identificare quella parte della conoscenza non formalizzata verbalmente né, ovviamente, codificata in testi o manuali. L’interesse verso questa dimensione della conoscenza è oggi particolarmente sentito da quanti si occupano dello studio delle organizzazioni.

Il termine viene introdotto dal filosofo della conoscenza Michael Polanyi (1969)

31
Q

Continuità educativa

O scolastica

A

Indica la necessità di garantire all’allievo un percorso organico che gli consenta, pur nei cambiamenti, di sviluppare in modo continuo e graduale la propria personalità, eliminando o riducendo le possibili fratture derivanti dal passaggio da un ciclo scolastico a un altro (ad es. dalla scuola elementare alla media). Le problematiche sulla continuità educativa sono un tema molto frequente nel dibattito sull’organizzazione curricolare.

32
Q

Contratto didattico

A

Indica l’insieme dei comportamenti dell’insegnante che sono attesi dall’allievo e viceversa. II contratto didattico stabilisce regole di comportamento ben definite. Cosi ad esempio quando l’insegnante presenta un compito, l’allievo deve svolgerlo secondo le aspettative dell’insegnante, interpretando le domande poste, le informazioni fornite e gli obblighi imposti che sono costanti del modo di insegnare dell’insegnante.

Espressione introdotta da Guy Brousseau (1980)

33
Q

Costruttivismo

A

Orientamento epistemologico secondo cui la conoscenza si acquisisce attraverso un processo di costruzione attiva, culturalmente situata, socialmente negoziata. Sono ecletticamente fatti propri dal costruttivismo elementi della riflessione “costruzionistica” di Jean Piaget, l’attenzione verso il linguaggio e la dimensione sociale di Lev Vygotskij assieme ad apporti dell’attivismo o di derivazione filosofica postmoderna

34
Q

Culturalismo

A

Approccio che considera la mente e i processi mentali in relazione alla cultura. Viene cioè posta attenzione al fatto che l’uomo acquisisce le proprie conoscenze all’interno di una prospettiva che è culturalmente determinata e determinante. Il culturalismo (di cui Jerome Bruner è uno dei più noti esponenti) può essere considerato una componente del più ampio movimento costruttivista.

35
Q

Curricolo

o curriculum

A

Insieme dei contenuti e dei mezzi che consentono di realizzare un percorso di studio. L’espressione appare a partire dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, e in particolare dopo la conferenza di Woods Hole. Si parla di movimento per il curricolo (curriculum movement), cioè un vasto orientamento di studi che ha messo al centro la progettazione curricolare: definizione di obiettivi, valutazione di preconoscenze, scomposizione del percorso in fasi, scelta delle risorse e delle strategie didattiche, forme della valutazione. Esso è espressione di una più generale esigenza di razionalizzazione del percorso didattico che si diffonde in reazione allo “spontaneismo” educativo prevalente nei decenni precedenti. Nel corso degli anni Settanta, l’attenzione per la progettazione curricolare penetra anche in Italia: le problematiche del curricolo caratterizzano ancora oggi le pratiche didattiche diffuse nella scuola.

36
Q

Curriculum a spirale

A

Secondo Bruner è un procedere didattico per progressivi approfondimenti da una forma intuitiva a una più formale e strutturata, dal generale al particolare, dal fuori al dentro, lungo una sequenza diacronica, temporalmente marcata e con successivi ritorni e iterazioni.

37
Q

Cyberspazio

A

Viene comunemente utilizzato per indicare lo spazio virtuale rappresentato dalle esperienze rese possibili dalle reti di computer.

Termine coniato dallo scrittore canadese William Gibson e reso noto dal suo romanzo Neurornancer (1984)