Geografia fisica e umana Flashcards
Ubicazione
L’ubicazione costituisce il punto di partenza di qualsiasi nostro movimento o azione all’interno di uno spazio nella vita quotidiana. Possiamo parlare di ubicazione relativa e di ubicazione assoluta.
L’ubicazione assoluta detta anche matematica è l’identificazione del luogo e avviene per mezzo di coordinate.
L’ubicazione relativa è l’identificazione del luogo in relazione ad altri luoghi o attività.
Migrazione
Spostamento permanente o a lungo termine del luogo di residenza.
Incide sulle strutture economiche, modifica le tradizionali mescolanze etniche, linguistiche e religiose, ed alimenta i dibattiti internazionali.
Le migrazioni di massa e individuali avvengono su diverse scale e possono essere: intercontinentali, infracontinentali, interregionali, o locali.
Causa povertà, rapida crescita demografica, deterioramento ambientale, guerre civili, volontà individuale di cambiare luogo di residenza.
Tipi di Migrazione
- Forzate: decisione presa da individui diversi dai migranti stessi, come il caso dei 12 milioni di africani trasferiti come schiavi in America dal XVI al XIX secolo.
- Indotte: stabilite da organizzazioni governative, come nel caso del trasferimento nel 1969 di circa 8 milioni di indonesiani da Java, poichè densamente popolata, ad altri territori del Paese.
- Volontarie: i migranti sperano di migliorare le loro condizioni di vita, specie dal punto di vista economico.
Fattori push and pull
- Fattori di spinta (push): condizioni negative del luogo di origine che incoraggiano a migrare, come la disoccupazione, il sovraffollamento, la povertà e la guerra.
- Fattori di attrazione (pull): condizioni positive del luogo di destinazione, come le opportunità di lavoro, il cibo, il clima migliore e le tasse meno gravose.
Interazione spaziale
L’interazione spaziale indica lo spostamento di popoli, idee o prodotti all’interno delle aree geografiche. Tali movimenti sono finalizzati al raggiungimento di un’integrazione fra diversi punti di attività umana. Alla base dell’interazione troviamo la complementarità, trasferibilità e opportunità interposta.
Complementarità – perché due luoghi interagiscano, l’uno deve avere ciò che l’altro desidera. Un luogo, quindi, deve offrire un prodotto per il quale c’è una domanda nell’altro luogo.
Trasferibilità – l’interazione spaziale si verifica soltanto quando vi sono condizioni di trasferibilità, ossia quando i costi risultano accettabili. Non è costante e varia a seconda del luogo e del tempo.
Opportunità interposta – servono a ridurre le interazioni fra offerta e domanda che altrimenti potrebbero svilupparsi tra aree notevolmente distanti.
Transizione Demografica
È un tentativo di sintetizzare la relazione tra crescita demografica e crescita economica. Traccia le variazioni dei livelli di fecondità e di mortalità associati presumibilmente all’ industrializzazione. Secondo questo modello, nel corso del tempo, gli elevati tassi di natalità e mortalità sono gradualmente scesi.
- Primo stadio: alto tasso di natalità e mortalità, con crescita lenta e stazionarietà della popolazione. Tutto questo fino al 1750
- Secondo stadio: tasso di natalità in crescita e calo del tasso di mortalità, dovuto al progresso medico. Dal 1750 in poi
- Terzo stadio: tasso di natalità si riduce e quello di mortalità rimane in basso, la popolazione inizia a stabilizzarsi.
- Quarto stadio: tassi di natalità e mortalità molto bassi, prevede dei lievissimi incrementi demografici e tempi di raddoppio lunghissimi.
- Quinto stadio: tasso di mortalità uguale o addirittura superiore a quello di natalità, calo della popolazione.
Ipotesi di Malthus
Malthus fu un economista e demografo inglese espose il problema del plateau omeostatico – presupposto che ad un certo punto la crescita demografica si arresterà e si stabilizzerà al livello di sostituzione. Nei suoi saggi rilevando che:
• La popolazione è inevitabilmente limitata dai mezzi di sussistenza (ovvero l’insieme dei mezzi indispensabili a soddisfare le necessità essenziali della vita)
• La popolazione aumenta costantemente con l’aumentare dei mezzi di sussistenza
• I fattori che inibiscono la capacità riproduttiva della popolazione e che la mantengono in equilibrio sono di due tipi:
- freni preventivi come il celibato e la castità
- freni repressivi come la guerra, la povertà e la pestilenza
Piramide Demografica
Serve per visualizzare le caratteristiche della struttura demografica per età e sesso.
È rappresentata attraverso un diagramma sul quale vengono inserite le classi di età della popolazione distribuite per ogni singolo anno e la consistenza della popolazione per ciascuna classe.
Viene definita piramide, poiché proviene dal fatto che normalmente la struttura di una popolazione soggetta a natalità e mortalità assume forma di piramide; larga verso il basso e pian piano va a restringersi.
-Le popolazioni con elevati tassi di natalità e di mortalità sono rappresentate da una piramide a base larga e punta stretta.
-Le popolazioni con bassi tassi di natalità e mortalità sono rappresentate da un diagramma a base stretta, simile ad un rettangolo.
Ravenstain e le ipotesi sulle migrazioni
Negli anni Settanta e ottanta E. G. Ravenstein formalizzò una serie di leggi della migrazione. Tra le più importanti vi sono le seguenti:
- La maggior parte dei migranti percorre una breve distanza
- La migrazione a più lunga distanza favorisce le mete verso grandi città
- La maggior parte delle migrazioni procede passo per passo
- La maggior parte delle migrazioni ha luogo dalla campagna verso la città
- Ciascun flusso migratorio produce un contro flusso
- Maggior parte dei migranti è costituita da adulti ed è meno probabile che le famiglie operino dei trasferimenti
- La maggior parte dei migranti è composta da giovani di sesso maschile
Quest’ultima affermazione risulta oggi meno valida.
L’aumento delle misure di sicurezza dopo l’attentato alle torri gemelle nel 2001 portò alla diminuzione dei flussi migratori legali in entrata, che vennero superati da quelli illegali. Per controllare questo flusso di immigrazione legale il congresso statunitense proposte, la costruzione di un muro al confine tra Messico e Stati Uniti, idea di recente rilanciata anche da Trump.
Determinismo
Il determinismo ambientale rappresenta la teoria secondo la quale l’ambiente fisico, da solo, plasma gli esseri umani, le loro azioni e il loro pensiero. I soli fattori ambientali non possono, quindi, giustificare le varianti culturali che si producono nel mondo.
L’ambiente pone dei limiti all’utilizzo del territorio da parte dell’uomo, questi limiti però non devono considerarsi come assoluti, ma legati alle tecnologie disponibili e alle considerazioni sui costi necessari per modificare l’ambiente.
Possibilismo
La teoria del possibilismo geografico è opposta al determinismo. Non sono gli ambienti, bensì gli individui a rappresentare le forze dello sviluppo culturale. La natura non esprime dunque solamente dei vincoli, ma offre delle possibilità di occupazione del territorio e di utilizzo delle risorse fisiche.
Focolaio Culturale
Centri di innovazione ed invenzione dai quali si spostarono importanti tratti culturali per esercitare la loro influenza sulle regioni circostanti.
“Evoluzione multilineare” spiegare le caratteristiche comuni di culture molto lontane, ipotizzando che ciascuna zona ambientale principale – arida, a elevata altitudine, tropicale – tenda a sviluppare tratti comuni di adattamento nelle colture di chi la sfruttano. Simili non significa uguali, con questa ipotesi queste zone geografiche sviluppano i loro tratti comuni grazie alla presenza di ecologie simili.
“Diffusionismo” teoria opposta. Le somiglianze culturali si verificano principalmente tramite la propagazione dello spazio da un sito di origine, ciò vuol dire che l’avanzamento culturale e le civiltà si trasmettono tramite vie di commercio e contatti fra gruppi, e non sono il frutto di creazioni separate e indipendenti. In ogni caso le caratteristiche comuni che derivano dall’ evoluzione multilineare, la diffusione di specifici tratti e strutture culturali, contengono le radici della convergenza culturale, termine che descrive la condivisione di tecnologie, strutture e tratti culturali che si manifestano in modo evidente fra società molto distanti nel mondo moderno
Come possono classificarsi le migrazioni?
- Graduali: implicano il passaggio da una residenza ad un’altra attraverso una serie di cambiamenti obbligati e meno estremi.
- (Es: campagna- periferia - città)
- A catena: raggruppamento nella stessa area di parenti e amici dei primi immigrati. (Es: China Town e Little Italy).
- Contro migrazione: probabilità che circa un quarto dei migranti ritorni nel proprio Paese d’origine.
- Gerarchiche: tendenza a passare da luoghi di minor dimensione a luoghi di maggior dimensione.
Differenza tra tasso di natalità e fertilità
Tasso di natalità rappresenta il numero di bambini nati vivi nell’anno considerato e collega le nascite alla popolazione totale senza considerare la composizione per sesso e per età. delle donne in età feconda della popolazione, indicando il numero medio di figli che nascerebbero da ogni donna. Affinché si possa metter al mondo un numero sufficiente di figli per assicurare la nuova generazione e rendere così la popolazione stabile è necessario un tasso di fecondità pari a 2.1, deve essere maggiore di due in quanto bisogna compensare la mortalità neonatale e infantile, le donne senza figli e i decessi inaspettati. Questo tasso di fecondità è in riduzione in gran parte del pianeta, e se dovesse continuare a scendere porterebbe la popolazione a diminuire
Quali variazioni si individuano nella crescita demografica ?
Sicuramente il tempo di raddoppio, ovvero il numero di anni necessari perché una popolazione che cresce con un dato tasso di incremento raddoppi la propria consistenza, ad esempio una popolazione con un tasso di incremento dell’1 % come quella argentina di inizio secolo impiegherebbe 70 anni per raddoppiarsi, mentre con un tasso del 2 % ne impiegherebbe solo 35.
Cosa si intende con il termine cultura?
Solitamente si usa il termine cultura per indicare le arti auliche – letteratura, pittura, musica e arti simili. Per uno studioso di scienze sociali la cultura rappresenta l’insieme di modelli comportamentali, conoscenze nel quale si sintetizza il modo di vivere acquisito da un gruppo di individui.
La cultura viene appresa e non ha nulla a che vedere con il carattere genetico, è una complessa rete di comportamenti che varia nel tempo. Per questo motivo la cultura è un processo che si trasforma costantemente attraverso l’interazione con culture differenti dalla nostra, acquisizione di nuovi gusti, idee e norme comportamentali. Non è indispensabile né possibile apprenderla integralmente: l’età, il sesso, lo status sociale e l’occupazione possono determinare i vari aspetti del complesso culturale nel quale ogni individuo viene educato. Ogni singola cultura, dunque, nonostante sia identificata con caratteristiche unificanti, risulta sfaccettata in varie subculture.
Domesticazione
Quando parliamo del concetto di domesticazione dobbiamo fa un passo indietro e porre l’attenzione sul rapido cambiamento climatico che ha inciso notevolmente sulle risorse alimentari, vegetali e animali. Gli individui sperimentarono in modo autonomo e in più di un’area geografica la domesticazione di piante e animali. L’allevamento iniziò infatti nel mesolitico, non come impegno economico consapevole, ma come conseguenza dell’abitudine di tenere negli alloggi animali selvatici di piccola taglia. Quella delle piante avvenne in modo autonomo in più di una regione in un intervallo di tempo compreso fra 10 000 e 20 000 anni fa. La domesticazione delle piante viene identificata soprattutto nel vicino oriente. Abbiamo sia coltivazione di piante medicinali che invece di piante alimentari, come il grano la cui coltivazione risale a 13000 anni fa come reazione alla penuria di cibo indotta dall’improvviso innalzamento delle temperature estive e dall’aridità della valle del Giordano. Fu proprio quello stress ambientale a favorire la selezione e la coltivazione di cereali e legumi annuali a breve stagione i cui semi potevano essere poi immagazzinati, piantati durante le stagioni di crescita invernali più fredde e umide.
Innovazione e diffusione
Con il termine innovazione si indicano i mutamenti che derivano da nuove idee create all’interno di una cultura.
Molte innovazioni hanno di per sé poche conseguenze, ma a volte l’ampia adozione di innovazioni può comportare grossi mutamenti. Come, ad esempio, un nuovo stile musicale che può avere un’influenza sul ballo e a sua volta può influenzare la scelta dell’abbigliamento.
La diffusione è il processo attraverso il quale un’idea o un’innovazione viene trasmessa da un individuo o gruppo ad un altro e si esplica in due modalità:
• Diffusione per spostamento che afferma che gli individui si muovono in una nuova area, portando con sé la loro cultura come tecniche di raccolto o costruzione.
• Diffusione per espansione le informazioni circa un’innovazione possono diffondersi all’interno di una società con l’aiuto della pubblicità e dei mass media. A sua volta si divide in altre tre forme:
o Diffusione per contagio quando la diffusione interessa in maniera uniforme a tutti gli individui e a tutte le aree esterne alla regione di origine.
o Diffusione gerarchica quando il processo di trasferimento delle idee avviene prima fra luoghi di dimensioni maggiori e più tardi fra quelli con dimensioni minori.
o Diffusione degli stimoli quando un’idea fondamentale stimola un comportamento imitativo all’interno di una popolazione ricettiva, viene definita diffusione degli stimoli.
Cosa sono i tratti culturali?
I tratti culturali sono delle variabili. Sono unità di comportamento acquisito: come la lingua, gli utensili e le attività ricreative, rappresentano i mattoni che formano i modelli comportamentali di diversi gruppi di individui. Se correlati singolarmente dal punto di vista funzionale formano le strutture culturali.
Cos’è una lingua?
La lingua è un sistema organizzato di parole mediante il quale gli esseri umani comunicano idee, atteggiamenti, o intenzioni, comprendendosi a vicenda.
Vi sono 7000 lingue ancora esistenti nel mondo, ma si stima che il 20-25% siano da considerarsi ormai lingua morte.
Lingua come elemento culturale
La lingua è il mezzo più importante attraverso il quale viene trasmessa la cultura: è il filo conduttore che permette alle vecchie generazioni di trasmettere ed insegnare alle nuove generazioni com’è il mondo in cui viviamo e come agire in esso per divenire membri attivi della società. Attraverso i vocaboli della costituiscono e concetti che la formano si ritiene che la lingua dei termini in coloro che la parlano gli atteggiamenti, la capacità di comprendere e le risposte date da questi alla società. È possibile affermare infatti che la lingua rappresenta uno degli aspetti cardine che strutturano l’eterogeneità culturale. È un segno distintivo che caratterizza vari popoli simbolo difeso con orgoglio dalla loro identità come, ad esempio, il gallese e lo scozzese in Gran Bretagna, il catalano Spagna fino a giungere al corso e al breton in Francia, e al sardo in Italia.
Lingue Standard e le loro varianti
La lingua standard è un idioma che gode di uno statuto socioculturale e politico, possiede una codificazione riconosciuta e accettata all’interno e all’esterno di uno stato. essa tende ad essere parlata dagli individui che possiedono un’istruzione e uno status socioeconomico superiore alla media. Le varianti che possiamo ritrovare all’interno della lingua standard sono: - Dialetti che sono parlati in aree geograficamente circoscritte, e in situazioni comunicative limitate come ad esempio amici o conoscenti il più delle volte da individui con un livello di istruzione elementare. Ovviamente i dialetti possono essere utilizzati dallo stesso individuo e scelti in base alle diverse situazioni.
- Dilalia (Berruto)
La varietà A (alta) può essere usata anche in conversazioni ordinarie.
Domini d’uso in cui varietà A e varietà B (bassa) si sovrappongono.
- Pidgin: nasce dall’esigenza di comunicare con un popolo la cui lingua è diversa dalla nostra. Misto di lingue grammaticalmente e a livello di vocabolario semplificate. Il pidgin è considerato una seconda lingua per coloro che lo parlano, ma è utile solo per esprimere idee di base e specifiche come il commercio, non per concetti complessi.
- Creole: un pidgin diventa creole quando diventa la prima lingua di un gruppo di parlanti. La struttura grammaticale e del vocabolario diventa più complessa.
- (Es: il tok pisin parlato in Papua Nuova Guinea, basato sull’inglese).
- Lingua Franca
Lingua comune utilizzata per rendere più semplice la comunicazione tra gli appartenenti a diverse comunità linguistiche; si tratta quindi di una seconda lingua che viene appresa in aggiunta alla lingua madre.
(Esempio: l’inglese, definito come la lingua Franca nelle pubblicazioni scientifiche internazionali, del mercato globale, della comunicazione mondiale, del business e della politica).
Lingua come identificatore e come manufatto del paesaggio
La lingua è un prodotto mentale ed è pertanto inseparabile dall’identità e dalla consapevolezza di gruppo. Può costituire un elemento di divisione, creando di sensi all’interno della società multilingue laddove le minoranze linguistiche sono alla ricerca di un riconoscimento ufficiale. I toponimi ovvero in ogni proprio di luogo, registrano l’ordine e la classificazione che gli abitanti del passato del presente hanno cercato di assegnare alle aree geografiche nelle aree in cui si sono insediati. Ecco che la lingua ha il ruolo di manufatto del paesaggio proprio perché attraverso la toponomastica essa diventa strumento di cui si avvale la geografia culturale storica.
La religione
Insieme di fedi e pratiche di devozione che collegano tutti coloro che vi aderiscono all’interno di un’unica comunità. Il ruolo culturale della religione può variare e risultare predominante, marginale, o ignorato totalmente in alcune società. Un Paese può essere laico, come l’Italia, o avere una religione di Stato, come il buddismo in Tailandia.
La religione può avere influenza anche sull’ambiente, nell’imprimere un aspetto particolare nel paesaggio, infatti strutture come chiese, moschee monasteri possono dare ad una determinata area un carattere peculiare, diverso da regione a regione
Vari tipi di Religione
- Religione monoteista: fede in un unico Dio. (cristiani)
- Religione politeista: fede in più divinità. (antichi egizi)
- Universali: possono essere applicata a tutti gli esseri umani, non escludendo nessuno per la nazionalità o la cultura.
- (cristianesimo, islam, buddismo)
- Etniche: hanno una radicata identificazione territoriale e culturale, perciò si diventa seguaci solo per nascita, e sono confinate nelle rispettive regioni. (ebraismo, induismo indiano, shintoismo giapponese)
- Tribali: forme particolari di religioni etniche dalle quali si differenziano per il limitato numero di fedeli e per gli stretti e profondi legami con la natura. (Sciamanismo)
Etnocentrismo
Consiste nel giudicare una cultura diversa dalla nostra,
(che generalmente riteniamo superiore) e questo può rappresentare un elemento di divisone tra società multietniche virgola in quanto provoca rivalità e isolamento. D’altro canto, però il termine etnocentrismo può avere una connotazione positiva di un sentimento di riconoscimento e identificazione in grado di offrire valori all’interno di un ambiente è strano e complesso. Il gruppo etnico tende a conservare le istituzioni culturali di origine e a condividere cibo e musica tradizionali.
Concetto di Etnicità
il concetto di etnicità connota una popolazione o nazione un vasto gruppo classificato in base alla lingua, religione o altri aspetti del background e delle origini culturali
Flussi Migratori e le tre ondate migratorie più importanti
I flussi migratori del presente e del passato hanno comportato una mescolanza delle rispettive popolazioni. Stati Uniti ed Europa mostrano affreschi multietnici. Uno degli esempi più significativi sono gli stati uniti, testimoni delle maggior ondate migratorie.
Il primo grande flusso migratorio, durato dall’insediamento dei pionieri fino al 1870, era costituito da due diversi gruppi: uno comprendeva i bianchi provenienti dall’Europa settentrionale occidentale, soprattutto britannici e tedeschi, l’altro degli africani condotti forzatamente negli Stati Uniti che nel 1790 costituivano circa il 20 % della popolazione.
La seconda ondata di immigrazione (1870 al 1914) fu caratterizzata dalla presenza di numerosi europei provenienti da territori orientali e meridionali. Per controllare le entrate, il congresso adottò un sistema di quote che regolava il numero di individui accettati all’interno del paese.
La terza ondata dai latinoamericani, asiatici e africani. Il sistema adottato in precedenza fu sostituito da uno più liberale, e questi gruppi etnici hanno ricoperto il segmento più importante dei nuovi arrivi negli stati uniti.
Segregazione
Indica la misura secondo cui gli individui appartenenti ad un gruppo etnico non sono distribuiti in modo uniforme rispetto al resto della popolazione.
La maggior parte delle minoranze etniche si trova “segregata” dal gruppo fondatore. Il livello di segregazione inoltre può variare da città a città dello stesso paese oppure tra differenti etnie all’interno di una singola città.
Un esempio può essere ciò che accade in Francia,dove i musulmani hanno mostrato la tendenza di confinarsi all’interno delle Banlieues, ovvero ghetti che si trovano in periferia e dove i musulmani restano più isolati rispetto alla vita normale del Paese.