FLASHCARDS

1
Q

PRINCIPIO DI INDUZIONE

A

Considerato un sottoinsieme di N, E
la proprietà B(n)
-vale per n e n appartiene a E
-se vale per n, vale anche per n+1 e n+1 appartiene a E

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2
Q

TEOREMA DI BERNOULLI

A

Per ogni x>-1 e per ogni n appartenente a N vale la disuguaglianza 1+x^n>1+xn
DIMOSTRAZIONE ATTRAVERSO PRINCIPIO DI INDUZIONE

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3
Q

TEOREMA RADICE DI 2

A

Sia q appartenente a Q, q^2 = 2, q diverso da 0
-q diverso da 0
-a/b=q

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4
Q

TEOREMA RADICE DI 2

A

Sia q appartenente a Q, q^2 = 2, q diverso da 0
-q diverso da 0
-a/b=q

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5
Q

COME SI DIMOSTRA LA DIFFERENZA DI CARDINALITÁ TRA NUMERI REALI E NATURALI?

A

TECNICA DIAGONALE DI CANTOR
Un insieme infinito è numerabile se c’è una corrispondenza biunivoca tra numeri naturali e razionali. I numeri reali hanno una diversa cardinalità rispetto a quelli naturali.
R NON NUMERABILE

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6
Q

COSA SI INTENDE PER CAMPO?

A

Il CAMPO è l’insieme non vuoto in cui valgono due operazioni: addizione e moltiplicazione.
Entrambi possiedono:
-un elemento neutro
-un inverso o opposto
-proprietà associativa
-proprietà commutativa
Dialogano attraverso quella distribuitiva

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7
Q

COSA SI INTENDE PER CAMPO ORDINATO?

A

Sul campo vale una relazione d’ordine.
Diremo che su R vale una relazione d’ordine se
- per ogni a appartenente ad A , vale a cartesiano a
-per ogni x,y appartenenti a R , x< e uguale di y, y < e uguale di x allora x=y

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8
Q

QUALI RELAZIONI VALGONO IN R?

A

RIFLESSIVA: ogni elemento di R è in relazione con se stesso, x< se stesso
SIMMETRICA: a in relazione con b, allora b in relazione con a
ANTISIMMETRICA: Se a e b appartengono ad R, allora a=b
TRANSITIVA: a in relazione con b, b in relazione con c, allora A in relazione con C

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9
Q

COSA SI INTENDE PER CAMPO COMPLETO?

A

Dati due numeri x e y appartenenti a R, questi vedranno sempre esistere tra loro un elemento separatore che non è unico

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10
Q

COSA CONSIDERA IL TEOREMA DI DENSITÀ DEI RAZIONALI NEI REALI?

A

Per ogni x, y appartenenti a R e per ogni epsilon >0, esiste q appartenente a Q, tale che
X dista da y meno di epsilon:
x-epsilon<q<x+epsilon

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11
Q

COSA CONSIDERA LA PROPRIETÀ DI ARCHIMEDE?

A

Siano due numeri positivi a, b appartenenti a R. Esiste n appartenente a N tale che
na>b

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12
Q

DEFINIZIONE DI MASSIMO

A

Sia E sottoinsieme di R diverso da un insieme vuoto.
Diremo che M appartenente a R è massimo per E se
- M appartiene a E
-per ogni x appartenente a E, M> e uguale a x

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13
Q

DEFINIZIONE DI MINIMO

A

Sia E sottoinsieme di R diverso da un insieme vuoto.
Diremo che m appartenente a R è minimo per E se
- m appartiene a E
-per ogni x appartenente a E, m < e uguale a x

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14
Q

TEOREMA DI UNICITÀ DI MASSIMO E MINIMO

A

Consideriamo l’esistenza di due massimi M1 e M2:
M1 maggiore e uguale a M2
M2 maggiore e uguale a M1
Allora M1=M2

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15
Q

DEFINIZIONE INSIEME MAGGIORANTI

A

Sia E sottoinsieme di R diverso da un insieme vuoto: per ogni x appartenente a R diremo M MAGGIORANTE dell’insieme E se e solo se M maggiore e uguale di x e M non appartenente a E.

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16
Q

DEFINIZIONE INSIEME MINORANTI

A

Sia E sottoinsieme di R diverso da un insieme vuoto: per ogni x appartenente a R diremo m MINORANTE dell’insieme E se e solo se m minore e uguale di x e m non appartenente a E.

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17
Q

DEFINIZIONE ESTREMO SUPERIORE

A

Dato un sottoinsieme di R, E non vuoto, se l’insieme dei maggioranti di E non è vuoto, allora
SUP(E) = MIN (insieme MAGGIORANTI di E). Se vuoto, SUP(E) = +inf

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18
Q

DEFINIZIONE ESTREMO INFERIORE

A

Dato un sottoinsieme di R, E non vuoto, se l’insieme dei minoranti di E non è vuoto, allora
INF(E) = MAX (insieme MINORANTI di E). Se vuoto, INF(E) = -inf

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19
Q

ESTREMO SUPERIORE E INFERIORE

A

ESTREMO SUPERIORE: Diremo che M è SUP (E) se per ogni x appartenente a E, ESISTE una epsilon maggiore di 0 tale che M-epsilon<x< e uguale a M
ESTREMO INFERIORE: Diremo che m è INF (E) se per ogni x appartenente a E, ESISTE una epsilon maggiore di 0 tale che m<e uguale a x<m+epsilon

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20
Q

TEOREMA (PROPRIETÀ DEL CONIUGATO)

A

Siano Z e Z coniugato appartenenti a C,
allora Z+Z coniugato = 2 RE(Z)
Z-Z coniugato = 2 IM(Z)

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21
Q

PROPRIETÀ INVOLUTORIA DEL CONIUGATO

A

Sia Z appartenente a C, allora Z coniugato doppio= Z

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22
Q

ALTRE PROPRIETÀ DEL CONIUGATO

A

-Sia Z appartenente a C, allora Z= Z coniugato
-Siano Z1 e Z2 appartenenti a C, allora Z1 Z2 coniugato= Z1 coniugatoZ2 coniugato

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23
Q

RECIPROCO DI UN NUMERO COMPLESSO

A

Z coniugato su modulo di Z al quadrato

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24
Q

FORMULE DI DE MOIVRE

A
  • PRODOTTO: Prodotto del modulo e somma degli angoli
  • POTENZA n : Modulo alla n, angolo moltiplicato per n
  • QUOZIENTE: Divisione dei moduli, differenza degli angoli
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25
Q

RADICI IN C

A

Sia Z appartenente a C, n appartenente a N, n maggiore e uguale a 1.
Diremo che W è una radice n-esima di Z cioè W^n=Z

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26
Q

RADICI IN C

A

Sia Z appartenente a C, n appartenente a N, n maggiore e uguale a 1.
Diremo che W è una radice n-esima di Z cioè W^n=Z

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27
Q

TEOREMA FONDAMENTALE DELL’ALGEBRA

A

Dato un polinomio in campo complesso P(Z) di grado n appartenente a N, n maggiore e uguale a 1
- è scomponibile in n fattori di primo grado;
-detta mj la molteplicità delle radici Wj, la somma di mj è uguale al numero di radici n che il polinomio ammette;
-il polinomio P(Z) ammette n radici (non necessariamente).

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28
Q

TEOREMA POLINOMIO IN CAMPO COMPLESSO

A

Sia P(Z) un POLINOMIO di variabile complessa a coefficienti reali. Il POLINOMIO ha grado n appartenente a N, n maggiore e uguale di 1.
Allora:
-W è radice di P(Z) solo se W coniugato lo è;
-se n appartiene a N, n=deg (P(Z))= DISPARI allora il polinomio ammette una radice reale

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29
Q

FUNZIONE SURIETTIVA

A

IL CODOMINIO Y COINCIDE CON L’INSIEME IMMAGINE DELLA FUNZIONE, ad ogni x può corrispondere più di una y

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30
Q

FUNZIONE INIETTIVA

A

Ad ogni x appartenente al DOMINIO X corrisponde una y appartenente al CODOMINIO

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31
Q

FUNZIONE INIETTIVA

A

Ad ogni x appartenente al DOMINIO X corrisponde una y appartenente al CODOMINIO

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32
Q

FUNZIONE INIETTIVA

A

Considerati due insiemi X e Y non vuoti e la funzione che va da X a Y
-per ogni y appartenente all’Insieme immagine ESISTE una x appartenente a X tale che y=f(x)
-per ogni x1, x2 appartenente a X, se x1 diverso da x2, allora f(x1) diverso da f(x2)
-per ogni x1, x2 appartenente a X, se f(x1) diverso da f(x2) allora x1 diverso da x2

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33
Q

FUNZIONE SUPERIORMENTE LIMITATA

A

Se il minimo dell’insieme dei maggioranti (o l’estremo superiore) dell’insieme immagine della funzione é minore di + infinito, cioè se esiste k appartenente a R, tale che f(x) minore e uguale di k per ogni x appartenente a D

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34
Q

FUNZIONE INFERIORMENTE LIMITATA

A

Se il massimo dell’insieme dei minoranti (o estremo inferiore) dell’insieme immagine della funzione é maggiore di - infinito, cioè se esiste k appartenente a R, tale che f(x) maggiore e uguale a k per ogni x appartenente a D

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35
Q

FUNZIONE LIMITATA

A

Se, con un insieme immagine limitato,
- l’estremo superiore dell’insieme immagine é minore di + infinito;
- l’estremo inferiore dell’insieme immagine é maggiore di - infinito.
Quindi, se esiste k appartenente a R, tale che il modulo di f(x) sia minore e uguale a k, per ogni x appartenente a D.

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36
Q

FUNZIONE PARI

A

Se per ogni x appartenente a D, F(-x) = F(x)
(SIMMETRIA RISPETTO ALL’ASSE Y)

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37
Q

FUNZIONE DISPARI

A

Se per ogni x appartenente a D, F(-x)=-F(x)
(SIMMETRIA RISPETTO ALL’ORIGINE)

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38
Q

FUNZIONE PERIODICA

A

Una funzione da R in R è detta PERIODICA se ESISTE T appartenente a R tale che : per ogni x appartenente a R F(x)= F(x+T) (T appartiene all’insieme 0; + infinito)

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39
Q

FUNZIONE CRESCENTE

A

Sia D un sottoinsieme di R, con D diverso da un insieme vuoto
E f una funzione che va da D a R: per ogni x1, x2 appartenente a D, x1<x2 allora f(x1) minore e uguale a f(x2)

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40
Q

FUNZIONE STRETTAMENTE CRESCENTE

A

Per ogni x1,x2 appartenente a D, x1<x2, f(x1)<f(x2)

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41
Q

FUNZIONE DECRESCENTE

A

Sia D un sottoinsieme di R, con D diverso da un insieme vuoto
E f una funzione che va da D a R: per ogni x1, x2 appartenente a D, x1 maggiore e uguale a x2 allora f(x1) maggiore e uguale a f(x2)

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42
Q

FUNZIONE DECRESCENTE

A

Sia D un sottoinsieme di R, con D diverso da un insieme vuoto
E f una funzione che va da D a R: per ogni x1, x2 appartenente a D, x1 maggiore e uguale a x2 allora f(x1) maggiore e uguale a f(x2)

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43
Q

FUNZIONE STRETTAMENTE DECRESCENTE

A

Per ogni x1,x2 appartenente a D, x1> x2, quindi f(x1)> f(x2)

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44
Q

FUNZIONE MONOTONA

A

Sia f una funzione che va da D a R, per ogni x1, x2 appartenenti a D, x1<x2, allora la funzione è strettamente crescente quindi f(x1)< f(x2) e strettamente decrescente quindi f(x1)>f(x2)

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45
Q

TEOREMA (FUNZIONE MONOTONA ALLORA INIETTIVA)

A

Sia D un sottoinsieme di R, R insieme non vuoto e f una funzione che va da D a R STRETTAMENTE MONOTONA, allora questa è INIETTIVA.
Una funzione INIETTIVA NON È PER FORZA STRETTAMENTE MONOTONA.

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46
Q

COMPOSIZIONE DI FUNZIONI

A

Siano Df e Dg sottoinsiemi di R e insiemi non vuoti.
Siano f una funzione che va da Df a R e g una funzione che va da Dg a R.
Applichiamo a x f così da essere f(x) a cui applichiamo ancora g così da diventare g(f(x))

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47
Q

COMPOSIZIONE DI FUNZIONI

A

Siano Df e Dg sottoinsiemi di R e insiemi non vuoti.
Siano f una funzione che va da Df a R e g una funzione che va da Dg a R.
Applichiamo a x f così da essere f(x) a cui applichiamo ancora g così da diventare g(f(x))
LA COMPOSIZIONE DI FUNZIONI NON È COMMUTATIVA: date due funzioni f e g, dire f(g(x)) non è come dire g(f(x))!

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48
Q

FUNZIONE INVERSA

A

Sia D sottoinsieme di R, con D diverso da insieme vuoto e sia f una funzione che va da D a R INIETTIVA.
Possiamo renderla SURIETTIVA, quindi BIETTIVA assegnando come CODOMINIO l’ INSIEME IMMAGINE di f. Considerando la sua inversa, f va da IM (f) a Df. Costruendo l’inversa f va da y a x. La funzione è quindi detta INVERSA o INVERTIBILE.
Se esiste l’inversa, una funzione è INIETTIVA.

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49
Q

TEOREMA DI DINI

A

Sia D un sottoinsieme di R, diverso da un insieme vuoto e sia f da D a R e sia I un intervallo in cui f è INIETTIVA, allora esiste la sua INVERSA

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50
Q

SUCCESSIONI

A

Sia E un sottoinsieme dei numeri naturali N e a una funzione che va da E a R (da n a a(n))

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51
Q

SUCCESSIONE INF. LIMITATA

A

Esiste k appartenente a R tale che la successione an sia maggiore e uguale a k per ogni n appartenente a E

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52
Q

SUCCESSIONE SUP.LIMITATA

A

Esiste una k appartenente a R tale che la successione an sia minore e uguale a k per ogni n appartenente a E

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53
Q

SUCCESSIONE LIMITATA

A

Esiste una k appartenente a R tale che il modulo di an (successione) sia minore e uguale a k per ogni n appartenente a E

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54
Q

PROPRIETÀ DELLE SUCCESSIONI SODDISFATTE DEFINITIVAMENTE

A

Esiste una N appartenente all’insieme dei numeri naturali tale che per ogni n maggiore e uguale a N la proprietà è verificata.

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55
Q

SUCCESSIONE DEFINITIVAMENTE POSITIVA

A

Sia N appartenente a N tale che, per ogni n maggiore e uguale a N, sia la successione an maggiore e uguale a 0

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56
Q

SUCCESSIONE CONVERGENTE

A

Sia E un sottoinsieme di N e sia a una successione da E a R, allora ESISTE una l appartenente a R tale che per ogni epsilon maggiore di 0, esiste una N appartenente a N tale che per ogni n maggiore e uguale a N esista uno scarto uguale al modulo di (an-l) minore di epsilon

57
Q

SUCCESSIONE DIVERGENTE POSITIVAMENTE

A

Sia E un sottoinsieme di N e an una successione da E a R tale che per ogni M maggiore di 0 esiste N appartenente a N tale che per ogni n maggiore e uguale a N, an sia maggiore a M

58
Q

SUCCESSIONE DIVERGENTE NEGATIVAMENTE

A

Sia E un sottoinsieme di N e an una successione da E a R tale che per ogni M maggiore di 0 esiste N appartenente a N tale che per ogni n maggiore e uguale a N, an sia minore di -M

59
Q

SUCCESSIONE OSCILLANTE

A

Né convergente, né positivamente divergente, né negativamente divergente. Quindi il limite per n che tende a infinito di una successione non esiste.

60
Q

TEOREMA FONDAMENTALE (SUCCESSIONE CONVERGENTE, ALLORA LIMITATA)

A

Sia E un sottoinsieme di N e an una successione da E a R, se questa è CONVERGENTE (l) allora è anche LIMITATA (modulo di an minore e uguale a K).
Se la successione è LIMITATA non è per forza CONVERGENTE!

61
Q

TEOREMA DI UNICITÀ DEL LIMITE DI UNA SUCCESSIONE

A

Sia E un sottoinsieme di N e an una successione che va da E a R, sia an una successione oscillante cioè tale che per ogni l appartenente a R esiste il limite per n che tende a + infinito della successione= l, allora l è UNICO.

62
Q

TEOREMA DI UNICITÀ DEL LIMITE DI UNA SUCCESSIONE

A

Sia E un sottoinsieme di N e an una successione che va da E a R, sia an una successione oscillante cioè tale che per ogni l appartenente a R esiste il limite per n che tende a + infinito della successione= l, allora l è UNICO.

63
Q

TEOREMA DI PERMANENZA DEL SEGNO

A

Sia E un sottoinsieme dei numeri naturali e an una successione non oscillante, se l appartiene a R BAR ed è maggiore di 0 e lim per n che tende a +infinito di an è uguale a +infinito, allora
-an è strettamente definitivamente positiva (an>0)
-se an è definitivamente positiva allora esiste l appartenente a l BAR tale che lim per n che tende a +infinito di an è uguale a l con l maggiore e uguale a 0

64
Q

TEOREMA (ALGEBRA DEI LIMITI FINITI)

A

Sia E un sottoinsieme di N. e siano an e bn due successioni convergenti da E in R, allora esistono l1 e l2 appartenenti a R tale che lim n che tende a +infinito di an=l1 e lim n che tende a +infinito di bn=l2, l1 diverso da l2.
Allora lim per n che tende a + infinito di an+bn sarà uguale a l1+l2 e così anche per differenza, prodotto e quoziente.

65
Q

TEOREMA (ALGEBRA DEI LIMITI INFINITI)

A

Sia an una successione tale che lim per n che tende a + infinito di an = + infinito, allora
-lim per n che tende a +infinito di an + bn tenderà a + infinito (se b non diverge negativamente);
-lim per n che tende a - infinito di an +bn tende a - infinito (se bn non diverge positivamente)
-siano an, bn due successioni e siano l1 e l2 i loro limiti appartenenti a R BAR, se l1 diverso da l2 allora il limite per n che tende a + infinito del prodotto tra an e bn sarà uguale al prodotto tra l1 e l2.

66
Q

TEOREMA DI INVERSIONE

A

Sia an una successione tale che lim per n che tende a + infinito della successione tende a + o - infinito (an diverge positivamente o negativamente), allora lim per n che tende a + infinito di 1/an= 0 (SUCCESSIONE INFINITESIMA)

67
Q

RECIPROCA DI UNA SUCCESSIONE INFINITESIMA È ANCHE DIVERGENTE?

A

Non è detto, potrebbe essere OSCILLANTE come nel caso di an=(-1)^n/n

68
Q

TEOREMA DEI CARABINIERI

A

Siano an, bn, cn tre successioni da E in R
-esiste una n appartenente a N tale che per ogni n maggiore e uguale a N : bn compreso o uguale a an e cn;
-esiste l appartenente a R BAR tale che lim per n che tende all’infinito di an= l e limite per n che tende all’infinito di cn=l, allora anche lim per n che tende all’infinito di bn = l.

69
Q

COROLLARIO 1

A

Sia an una successione infinitesima (tendente a 0) e bn una successione limitata (modulo di bn minore e uguale a k), allora lim per n che tende a + infinito di an * bn = 0. Se si pone an * bn = hn diremo che hn è una successione infinitesima.

70
Q

TEOREMA (SUCCESSIONE MONOTONA NON DIVERGENTE)

A

Una successione monotona non può essere oscillante.
Esiste una l appartenente a R BAR tale che lim per n che tende a + infinito uguale a l.

71
Q

DEFINIZIONE DI SUCCESSIONE GEOMETRICA

A

Sia q appartenente a R chiamiamo SUCCESSIONE GEOMETRICA di RAGIONE q quella che va da N in R

72
Q

SUCCESSIONE DI NEPERO

A

Sia an una successione che va da N escluso 0 in R, cioè da n a (1+1/n)^n, allora lim per n che tende a + infinito di an =2,…= e = numero di NEPERO

73
Q

COEFFICIENTE BINOMIALE

A

Sia n appartenente a N e k appartenente a N, con k minore e uguale a n. Allora (n su k)= (n fattoriale su n fattoriale per n-k fattoriale)

74
Q

PROPRIETÀ COEFFICIENTE BINOMIALE

A

a. (n su 0) = (n su n)
b. (n su k) = (n su n-k)
c. (n+1 su k) = (n su k)(n su k-1)
d. (n+1 su k) = (n su k)
(n-k su k+1)

75
Q

FORME INDETERMINATE ESCLUSE DAL TEOREMA DELL’ALGEBRA DEI NUMERI FINITI

A

Infinito - infinito
0 infinito

76
Q

TEOREMA DEL RAPPORTO

A

Sia E un sottoinsieme di N (*) e sia an una successione che va da E in R tale che :
IPOTESI
-se an è strettamente positiva definitivamente (esiste una n appartenente a N tale che per ogni n maggiore e uguale a N, an maggiore di 0)
-se esiste una l appartenente a r bar tale che lim per n che tende a + infinito di (an+1)/an uguale a l
ALLORA (TESI)
se l minore di 0 an diverge a +infinito, se l compreso tra 0 e 1 (1 escluso), an converge a 0.

77
Q

SUCCESSIONI ASINTOTICAMENTE EQUIVALENTI

A

Considerate an e bn due successioni NON OSCILLANTI, si dicono ASINTOTICAMNTE EQUIVALENTI se lim per n che tende a infinito di an/bn =1

78
Q

APPROSSIMAZIONE DI STIRLING

A

Considerate le successioni an= n fattoriale e bn= radice di (2pigrecon)*(n/e)^n, il limite per n che tende a + infinito del loro rapporto (essendo n fattoriale proprio uguale a bn) è uguale a 1. Questo significa che an e bn sono EQUIVALENTI ASINTOTICAMENTE.

79
Q

TEOREMA EQUIVALENZA ASINTOTICA

A

Siano an, bn e cn, alfan, betan e gamman sei successioni tale che an equivalente a alfan, bn equivalente a betan e cn equivalente a gamman. Allora (anbn)/cn quivalente a (alfanbetan)/gamman

80
Q

L’EQUIVALENZA ASINTOTICA È STABILE ALLA SOMMA?

A

No, infatti dire an+bn è diverso da alfan+betan

81
Q

SUCCESSIONE DI FIBONACCI

A

Consideriamo la suc. di Fibonacci del tipo Fn+1= Fn +Fn-1. Sia questa strettamente positiva e strettamente monotona crescente. Allora esiste l appartenente a R BAR tale che lim per n che tende a + infinito di Fn = l.
Applicando il teorema del rapporto si nota che L= il limite per n che tende a + infinito di Fn+1/Fn è uguale a 1+1/L. Moltiplicando per L noteremo a fi, cioè al rapporto base/altezza del rettangolo aureo di Fibonacci.

82
Q

SOTTOSUCCESSIONI

A

Sia an una successione; diremo che bk è una sottosuccessione di an se esiste una funzione strettamente crescente f che va da N in N cioè da k a f(k) tale che bk= (an)k

83
Q

TEOREMA SUCCESSIONI EQUIVALENTI

A

Sia an una successione non oscillante tale che lim per n che tende a + infinito di an uguale a l, l appartenente a R BAR e sia bn una sottosuccessione di an tale che lim per n che tende a +infinito di bn = l

84
Q

TEOREMA DI BOLZANO-WEIERSTRASS

A

Considerata la sottosuccessione di an, bk= af(k)= an(k)

85
Q

SOTTOSUCCESSIONI DI CAUCHY

A

Uan sottosuccessione è detta di Cauchy se per ogni epsilon maggiore di 0, esiste una n appartenente a N tale che per ogni n, m (ogni elemento della successione) maggiore e uguale a N esiste uno scarto pari al modulo della differenza tra an e am minore di epsilon.

86
Q

SUCCESSIONE DI CAUCHY = CONVERGENTE

87
Q

DEFINIZIONE DI INTORNO

A

Considerato un x cappellino appartenente a R, diremo INTORNO di RAGGIO DELTA e CENTRO x cappellino tale che
1. B con delta di x cappellino sia uguale all’insieme che vede x compreso tra x cappellino - delta e x cappellino + delta
2. B con delta di x cappellino è uguale al modulo della differenza tra x-x cappellino minore di delta

88
Q

DEFINIZIONE DI PUNTO ESTERNO

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia x cappellino appartenente a R. Diremo che x cappellino è PUNTO ESTERNO al DOMINIO se esiste un delta maggiore di 0 tale che l’insieme di x cappellino intersecando D genera un insieme vuoto (NON CI SONO INTERSEZIONI).

89
Q

PUNTO INTERNO

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia x cappellino appartenente a R. Diremo che x cappellino è PUNTO ESTERNO al DOMINIO se esiste un delta maggiore di 0 tale che l’insieme di x cappellino è contenuto in D.

90
Q

PARTE INTERNA

A

Costituita da tutti gli elementi dell’insieme, se coincide con il dominio della funzione, allora si parla di INSIEME APERTO.

91
Q

PUNTO ADERENTE

A

Ha una relazione di vicinanza con l’insieme D e l’intorno in cui esiste x cappellino incontra questo insieme. Se la CHIUSURA DELL’INSIEME (insieme dei punti aderenti) coincide con il DOMINIO allora si parla di insieme CHIUSO.

92
Q

PUNTO ISOLATO

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia x cappellino appartenente a R. Diremo che x cappellino è PUNTO ESTERNO al DOMINIO se esiste un delta maggiore di 0 tale che l’insieme di x cappellino in intersezione con D è uguale a x cappellino

93
Q

PUNTO DI ACCUMULAZIONE

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia x cappellino appartenente a R. Diremo che x cappellino è PUNTO ESTERNO al DOMINIO se esiste un delta maggiore di 0 tale che l’insieme di x cappellino in intersezione con D escluso x cappellino è uguale a insieme vuoto. Cioè se ogni punto di D contiene elementi diversi da x cappellino stesso, ma che si avvicinano continuamente a questo.

94
Q

PUNTO DI ACCUMULAZIONE

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia x cappellino appartenente a R. Diremo che x cappellino è PUNTO ESTERNO al DOMINIO se esiste un delta maggiore di 0 tale che l’insieme di x cappellino in intersezione con D escluso x cappellino è uguale a insieme vuoto. Cioè se ogni punto di D contiene elementi diversi da x cappellino stesso, ma che si avvicinano continuamente a questo.

95
Q

DEFINIZIONE DI LIMITE

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da un insieme vuoto e sia f una funzione che va da D in R.
Diremo che x cappellino è un punto di accumulazione per D se esiste l appartenente a R tale che lim per x che tende a x cappellino della funzione è uguale a l

96
Q

ALTRE DEFINIZIONI DI LIMITE

A

1.Per ogni epsilon maggiore di 0, esiste un delta maggiore di 0 tale che per ogni x appartenente a D, se lo scarto tra x e x cappellino è maggiore di 0 e minore di delta, allora lo scarto tra f(x) e l è minore di epsilon.
2. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che se x appartiene all’insieme di D che interseca l’intorno di x cappellino di raggio delta, allora f(x) appartiene all’insieme completo di epsilon.
3. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che la funzione formata dal suo Dominio e dall’intorno di x cappellino, questo escluso, è contenuta nell’intorno di centro l e raggio epsilon.

97
Q

DEFINIZIONI DI LIMITE UNILATERO DESTRO

A

Sia D un sottoinsieme di R e un insieme non vuoto, sia f una funzione che va da D in R e sia x cappellino un numero reale, punto di accumulazione per D. Allora il limite per x che tende a x cappellino della funzione è uguale a l (numero reale) se :
1. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che per ogni x appartenente a D, la differenza tra x e x cappellino è maggiore di 0 e minore di delta, allora lo scarto tra la funzione e l è minore di epsilon.
2. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che se x appartiene all’insieme D che interseca l’intorno destro di x cappellino, allora f(x) appartiene all’intorno completo di l.
3. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che f di D che interseca l’intorno destro di x cappellino, questo escluso, è contenuta nell’intorno di centro l e raggio epsilon.

98
Q

LIMITE UNILATERO SINISTRO

A

Sia D un sottoinsieme di R e un insieme non vuoto, sia f una funzione che va da D in R e sia x cappellino un numero reale, punto di accumulazione per D. Allora il limite per x che tende a x cappellino della funzione è uguale a l (numero reale) se :
1. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che per ogni x appartenente a D, lo scarto tra x cappellino e x è maggiore di 0 e minore di delta, allora lo scarto tra la funzione e l è minore di epsilon.
2. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che se x appartiene all’insieme D che interseca l’intorno sinistro di x cappellino, allora f(x) appartiene all’intorno completo di l.
3. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che f di D che interseca l’intorno sinistro di x cappellino, questo escluso, è contenuta nell’intorno di centro l e raggio epsilon.

99
Q

LIMITE UNILATERO SINISTRO

A

Sia D un sottoinsieme di R e un insieme non vuoto, sia f una funzione che va da D in R e sia x cappellino un numero reale, punto di accumulazione per D. Allora il limite per x che tende a x cappellino della funzione è uguale a l (numero reale) se :
1. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che per ogni x appartenente a D, lo scarto tra x cappellino e x è maggiore di 0 e minore di delta, allora lo scarto tra la funzione e l è minore di epsilon.
2. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che se x appartiene all’insieme D che interseca l’intorno sinistro di x cappellino, allora f(x) appartiene all’intorno completo di l.
3. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che f di D che interseca l’intorno sinistro di x cappellino, questo escluso, è contenuta nell’intorno di centro l e raggio epsilon.

100
Q

TEOREMA (LIMITI DESTRO E SINISTRO UGUALI)

A

Sia D appartenente a R diverso da un insieme vuoto e sia x cappellino appartenente a R punto di accumulazione per l’insieme D. Allora se l appartiene a R dire limite per x che tende a x cappellino di f(x) uguale a l equivale a dire che i limiti per x che tende a x cappellino da destra e da sinistra della funzione sono uguali a l. Ma il limite esiste solo se esistono quello destro e sinistro e se sono uguali tra loro.

101
Q

TEOREMA (LIMITI DESTRO E SINISTRO UGUALI)

A

Sia D appartenente a R diverso da un insieme vuoto e sia x cappellino appartenente a R punto di accumulazione per l’insieme D. Allora se l appartiene a R dire limite per x che tende a x cappellino di f(x) uguale a l equivale a dire che i limiti per x che tende a x cappellino da destra e da sinistra della funzione sono uguali a l. Ma il limite esiste solo se esistono quello destro e sinistro e se sono uguali tra loro.

102
Q

TEOREMA DELL’ALGEBRA DEI LIMITI FINITI

A

Siano Df e Dg due sottoinsiemi di R non vuoti e siano f e g due funzioni che vanno rispettivamente da Df a R e da Dg a R e sia x cappellino appartenente a R punto di accumulazione sia per Df, sia per Dg. Se supponiamo che lim per x che tende a x cappellino di f(x) sia uguale a l1 e lim per x che tende a x cappellino di g(x) sia uguale a l2 allora il lim della somma tra le die funzioni sarà uguale a l1+l2. Lo stesso vale per prodotto, differenza, quoziente e prodotto tra una costante k e la funzione f(x) che darà come risultato k*l1.

103
Q

DEFINIZIONE DI LIMITE FINITO PER x CHE TENDE A + o - INFINITO

A
  1. Sia a maggiore di 0 e sia f una funzione che va da (a;+ infinito) in R.
    Diremo che il limite per x che tende a + infinito di f(x) è uguale a l se per ogni epsilon maggiore di 0 esiste una M maggiore di 0 tale che se x maggiore di M allora lo scarto tra f(x) e l è minore di epsilon.
  2. Sia a appartenente a R e sia f una funzione che va da (-infinito; a) in R.
    Diremo che il limite per x che tende a - infinito di f(x) è uguale a l se per ogni epsilon maggiore di 0 esiste una M maggiore di 0 tale che se x minore di M allora lo scarto tra f(x) e l è minore di epsilon.
    IN ENTRAMBI I CASI Y=l è un ASINTOTO ORIZZONTALE
104
Q

DEFINIZIONE DI LIMITE INFINITO PER x CHE TENDE A x cappellino FINITO

A

Sia D un sottoinsieme di R diverso da un insieme vuoto, sia f una funzione che va da D in R e sia x cappellino appartenente a R e punto di accumulazione per D.
1. Diremo che il limite per x che tende a x cappellino della funzione è uguale a + infinito se per ogni M maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che lo scarto tra x e x cappellino è maggiore di 0 e minore di delta, allora f(x) maggiore di M.
2. Diremo che il limite per x che tende a x cappellino della funzione è uguale a - infinito se per ogni M maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che lo scarto tra x e x cappellino è maggiore di 0 e minore di delta, allora f(x) minore di -M.
IN ENTRAMBI I CASI x= x cappellino è una retta o meglio è un ASINTOTO VERTICALE.

105
Q

LIMITE INFINITO per x CHE TENDE A + o - INFINITO

A

Sia a maggiore di 0 e sia f una funzione che va da (a;+ infinito) in R.
1. Diremo che il limite per x che tende a + infinito di f(x) è uguale a + infinito se per ogni M maggiore di 0 esiste una N maggiore di 0 tale che se x maggiore di N allora f(x) maggiore di M.
2.Diremo che il limite per x che tende a + infinito di f(x) è uguale a - infinito se per ogni epsilon maggiore di 0 esiste una N maggiore di 0 tale che se x maggiore di N allora f(x) minore di -M.

Sia a appartenente a R e sia f una funzione che va da (-infinito; a) in R.
1. Diremo che il limite per x che tende a - infinito di f(x) è uguale a + infinito se per ogni M maggiore di 0 esiste una N maggiore di 0 tale che se x minore di - N allora f(x) maggiore di M.
2.Diremo che il limite per x che tende a - infinito di f(x) è uguale a - infinito se per ogni epsilon maggiore di 0 esiste una N maggiore di 0 tale che se x minore di - N allora f(x) minore di -M.

106
Q

ASINTOTO OBLIQUO

A

Sia a maggiore di 0 e sia f una funzione che va da (a;+ infinito) in R tale che limite per x che tende a + infinito di f(x) uguale a + o - infinito cioè tale che limite per x che tende a + infinito del modulo di f(x) è uguale a + infinito diremo che la funzione ha un ASINTOTO OBLIQUO di equazione y= mx+q (m, q diversi da 0 e m numero reale) se e solo se il limite per x che tende a + infinito del modulo di (f(x)- (mx+q)) = 0

107
Q

TEOREMA DELL’ASINTOTO OBLIQUO

A

Sia a appartenente a R e sia f una funzione che va da (a; + infinito) in R tale che se
1. limite per x che tende a + infinito della funzione è uguale a + o - infinito;
2. esiste m appartenente a R escluso lo 0 tale che lim per x che tende a + infinito di f(x)/x = m
3. esiste q appartenente a R tale che lim per x che tende a + infinito di f(x)-mx = q
allora y= mx+q è un ASINTOTO OBLIQUO per f(x).

108
Q

TEOREMA DI UNICITÀ DEL LIMITE

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia f una funzione che va da D in R. Sia x fissato un punto di accumulazione per D e sia l appartenente a R BAR, se lim per x che tende a x fissato della funzione è uguale a l, allora l è unico. Si dimostra per assurdo supponendo che esistano due limiti l1 e l2 e si arriverà ad avere epsilon minore di 0, impossibile.

109
Q

TEOREMA DI UNICITÀ DEL LIMITE

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia f una funzione che va da D in R. Sia x fissato un punto di accumulazione per D e sia l appartenente a R BAR, se lim per x che tende a x fissato della funzione è uguale a l, allora l è unico. Si dimostra per assurdo supponendo che esistano due limiti l1 e l2 e si arriverà ad avere epsilon minore di 0, impossibile.

110
Q

TEOREMA DI CARATTERIZZAZIONE DEL LIMITE CON LE SUCCESSIONI

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia f una funzione che va da D in R. Sia x fissato un punto di accumulazione per D e sia l appartenente a R BAR, allora lim per x che tende a x fissato di f(x) è uguale a l se e solo se per ogni successione xn (da N in xn) tale che
1. xn appartiene a D per ogni n appartenente a N
2. limite per n che tende a + infinito della funzione è uguale a x fissato
allora lim per n che tende a + infinito fissato di f(xn) è uguale a l

111
Q

TEOREMA DI LIMITATEZZA TOTALE

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia f una funzione che va da D in R. Sia x fissato un punto di accumulazione per D e sia l appartenente a R BAR e sia lim per x che tende a x fissato di f(x). Allora esiste un delta maggiore di 0 e una k appartenente a R tale che :
1. per ogni x appartenente all’insieme a cui appartiene l’intorno di x fissato di raggio delta e D escluso x fissato, il modulo della funzione è minore e uguale a k se x appartiene a R;
2. se x uguale a + infinito, esiste una a appartenente a R e una k appartenente a R tale che per ogni intorno superiore di a, il modulo di f(x) è minore e uguale a k;
3. se x uguale a - infinito, esiste una a appartenente a R e una k appartenente a R tale che per ogni intorno inferiore di a, il modulo di f(x) è minore e uguale a k;

112
Q

TEOREMA DI PERMANENZA DEL SEGNO (limiti)

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia f una funzione che va da D in R. Sia x fissato un punto di accumulazione per D e sia l appartenente a R BAR tale che lim per x che tende a x fissato di f(x) è uguale a l1 con l1 maggiore di 0 allora esiste un intorno di x fissato tale che per ogni x appartenente all’insieme composto dall’intersezione dell’intorno di x fissato e D escluso lo 0 , f(x) maggiore di 0.

113
Q

TEOREMA DI MONOTONIA (limiti)

A

Siano Df e Dg sottoinsiemi di R e siano f e g due funzioni che vanno rispettivamente da Df a R e da Dg a R. Sia x fissato punto di accumulazione per Df e Dg. Supponiamo che
1. limite per x che tende a x fissato di f(x) uguale a l1
2. limite per x che tende a x fissato di f(x) uguale a l2
3. allora esiste un intorno di x fissato tale che per ogni x appartenente all’insieme composto dall’intersezione dell’intorno di x fissato e D escluso x fissato, f(x) minore e uguale di g(x)
ALLORA L1 MINORE E UGUALE A L2

114
Q

TEOREMA DEI CARABINIERI (limiti)

A

Siano Df, Dg e Dh tre sottoinsiemi di R e siano f, g, h tre funzioni che vanno rispettivamente da Df in R, da Dg in R e da Dh in R. Sia x fissato punto di accumulazione per Df, Dg e Dh.
Supponiamo
1. Lim per x che tende a x fissato di g(x) è uguale a l, appartenente a R BAR
2. Lim per x che tende a x fissato di h(x) è uguale a l , l appartenente a R BAR
3. Per ogni x appartenente all’insieme composto dall’intersezione dell’intorno di x fissato e D escluso x fissato, G(x) MINORE E UGUALE A F(x) MINORE E UGUALE A H(x)
Allora lim per x che tende a x fissato di f(x) è uguale a l

115
Q

COROLLARIO (prodotto tra funzione infinitesima e funzione limitata)

A

Siano Df e Dg due sottoinsiemi di R e siano f e g due funzione che vanno rispettivamente da Df in R e da Dg in R. Sia x fissato punto di accumulazione per Df e Dg.
Supponiamo che
1. f(x) sia infinitesima in x fissato
2. g(x) sia limitata nell’intorno di x fissato tale che considerata una k appartenente a R, il modulo di g(x) è minore e uguale a k
ALLORA lim per x che tende a x fissato del prodotto tra f(x) e g(x) è uguale a 0

116
Q

TEOREMA DI ESISTENZA DEL LIMITE PER FUNZIONI MONOTONE

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia f una funzione che va da D in R. Sia x fissato un punto di accumulazione per D e sia l appartenente a R BAR.
Supponiamo che:
1. f sia una successione monotona strettamente crescente, allora per ogni x appartenente a D, esiste l appartenente a R BAR tale che lim per x che tende a x fissato da sinistra di f(x) è uguale a l
2. f sia una successione monotona strettamente decrescente, allora per ogni x appartenente a D, esiste l appartenente a R BAR tale che lim per x che tende a x fissato da destra di f(x) è uguale a l

117
Q

DEFINIZIONE DI FUNZIONE CONTINUA

A

Sia D un sottoinsieme di R e diverso da insieme vuoto e sia f una funzione che va da D in R. La continuità di f è da considerare solo nei punti del dominio. In questo caso se x fissato é parte del DOMINIO, f è continua in x fissato se e solo se
1. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che per ogni x appartenente a D lo scarto tra x e x fissato è minore di delta, allora lo scarto tra f(x) e f(x fissato) è minore di epsilon
2. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che per ogni x appartenente all’intorno di x fissato di raggio delta intersecato al dominio, f(x) appartiene all’intorno di f (x fissato) e raggio epsilon
3. Per ogni epsilon maggiore di 0 esiste un delta maggiore di 0 tale che f (intorno di x fissato intersecato al dominio) appartiene all’intorno di f(x fissato) di raggio epsilon

118
Q

CONTINUITÀ NEI PUNTI ISOLATI DEL DOMINIO

A

Se x fissato isolato appartiene al dominio, esiste delta maggiore di 0 tale che l’intorno di x fissato di raggio delta intersecato al dominio è uguale a x fissato. In particolare avremo che f (x fissato) appartiene all’intorno di x fissato e raggio epsilon.

119
Q

CONTINUITÀ NEI PUNTI INTERNI AL DOMINIO

A

Sia x fissato appartenente e interno al dominio della funzione, allora esiste r maggiore di 0 tale che l’intorno di x fissato e raggio r appartiene al dominio della funzione allora x fissato è punto di accumulazione per il dominio della funzione.
In questo caso f(x) è continua in x fissato se e solo se lim per x che tende a x fissato della funzione è uguale a f di x fissato, quindi se limite sinistro e destro sono uguali a f di x fissato

120
Q

CONTINUITÀ NEI PUNTI NON ISOLATI E NON INTERNI AL DOMINIO (TEOREMA DI CONTINUITÀ AL BORDO)

A

Siano a e b appartenenti a R e sia a minore di b e sia f(x) una funzione che va da (a;b) in R se valgono
-lim per x che tende ad a da sinistra della funzione uguale a f(a) allora f(x) continua in a;
-lim per x che tende a b da sinistra della funzione uguale a f(b) allora f(x) continua in b.

121
Q

CONTINUITÀ EQUILATERA

A

Sia D sottoinsieme di R, diverso da insieme vuoto, e sia f una funzione che va da D in R. Sia x fissato appartenente a D, allora diremo che
- f(x) continua a destra in x fissato se lim per x che tende a x fissato da destra di f(x) uguale a f di x fissato
- f(x) continua a sinistra in x fissato se lim per x che tende a x fissato da sinistra di f(x) uguale a f di x fissato

122
Q

DISCONTINUITÀ DI PRIMA SPECIE

A

f è DISCONTINUA in x fissato se limite destro e sinistro esistono finiti e sono diversi tra loro

123
Q

DISCONTINUITÀ DI SECONDA SPECIE

A

f è DISCONTINUA in x fissato se o il limite destro o quello sinistro non esiste o non è finito

124
Q

DISCONTINUITÀ DI TERZA SPECIE

A

f è DISCONTINUA in x fissato se limite destro e sinistro esistono finiti e sono uguali, ma diversi dal valore della funzione in x fissato

125
Q

TEOREMA DISCONTINUITÀ DI FUNZIONI MONOTONE

A

Una funzione che va da a a b in R strettamente monotona non ammetterà mai DISCONTINUITÀ DI SECONDA SPECIE

126
Q

CARATTERIZZAZIONE DELLA CONTINUITÀ CON LE SUCCESSIONI

A

f è continua in x fissato se per ogni successione xn appartenente a D, lim per n che tende a + infinito di xn = f fissato e lim per n che tende a + infinito di f(xn)=f(x fissato)

127
Q

TEOREMA DI RICCHEZZA DELLA CLASSE

A

Le funzioni elementari come polinomi, frazioni polinomiali, esponenziali, logaritmi, funzioni goniometriche sono continua nel loro dominio naturale.

128
Q

TEOREMA DI STABILITÀ DELLA CLASSE

A

Siano f e g due funzioni che vanno da Df e Dg in R e siano queste continue in x fissato. Allora anche la loro somma, differenza, il loro prodotti e rapporto saranno continue in x fissato.

129
Q

TEOREMA DI COMPOSIZIONE

A

Siano f e g due funzioni. A x fissato applichiamo g, così da applicare g a f(x fissato) e ottenere g(f(x fissato)). Quindi f continua in x fissato, g continua in f(x fissato) e g(f(x fissato)) continua in x fissato.

130
Q

TEOREMA DI PERMANENZA DEL SEGNO (FUNZIONI)

A

Sia f(x) una funzione che va da D in R e sia x fissato punto in cui la funzione è continua. Allora se f(x fissato) è strettamente positiva, allora esiste r maggiore di 0 tale per ogni x appartenente all’intorno di x fissato e raggio r intersecato a D sia f(x) maggiore strettamente di 0.

131
Q

TEOREMA DELL’INNOMINATO

A

Sia E appartenente a R, allora esistono m e M appartenenti a R tale che m = estremo inferiore dell’insieme e M = estremo superiore dell’insieme, allora esiste yn sopra segnato appartenente a E tale che lim per n che tende a + infinito di yn =M e yn sotto segnato tale che lim per n che tende a + infinito di yn = m

132
Q

PUNTI DI MASSIMO E MINIMO ASSOLUTI

A

Siano xm e xM appartenenti a D.

Sia xm punto di minimo assoluto per f se f(xm) strettamente minore di f(x) per ogni x appartenente a D. In questo caso f(xm) è il valore minimo di f(x).

Sia xM punto di massimo assoluto per f se f(xM) maggiore o uguale a f(x) per ogni x appartenente a D. In questo caso f(xM) è il valore massimo di f(x).

133
Q

TEOREMA DI BOLZANO-WEIERSTRASS (MASSIMO E MINIMO)

A

Siano a, b appartenenti a R , a minore di b e sia f una funzione CONTINUA che va da a, b in R. Allora esistono xm e xM appartenenti a (a, b) tali che per ogni x appartenente a (a, b):
m: f(xm) strettamente minore di f(x)
M: f(xM) maggiore o uguale a f(x)
Il teorema ammette l’esistenza di massimo e minimo ma non la loro unicità!

134
Q

TEOREMA DI LIMITATEZZA GLOBALE

A

Siano a, b appartenenti a R , a minore di b e sia f che va da a, b in R una funzione CONTINUA. Allora f è GLOBALMENTE LIMITATA cioè esiste una k appartenente a R tale che modulo di f(x) minore o uguale a k. Per la dimostrazione consideriamo la definizione di massimo e minimo: f(x) sarà compreso tra m e M, ma se k è il massimo di m e M allora f(x) compreso tra -k e k.

135
Q

TEOREMA DEGLI ZERI

A

Siano a, b appartenenti a R con b maggiore di a e sia f da (a, b) in R una FUNZIONE CONTINUA. Supponiamo che f(a) e f(b) siano di segno discorde quindi che f(a)*f(b) minore di 0, allora esiste x fissato appartenente all’intervallo tale che f(x fissato)=0

136
Q

TEOREMA DI PUNTO FISSO

A

Sia f una funzione CONTINUA che va da [0,1] in [0,1], allora f ammette un PUNTO FISSO, cioè esiste un x fissato appartenente a [0,1] tale che f(x fissato)= x fissato

137
Q

TEOREMA DEI VALORI INTERMEDI

A

Sia a, b numeri reali con b maggiore di a e sia f una funzione CONTINUA che va da [a,b] in R. Allora per Weierstrass esiste xM, xm appartenenti all’intervallo tali che M=f(xM) maggiore e uguale a f(x), m= f(xm) minore e uguale a f(x), per ogni y fissato appartenente all’intervallo [m,M] e per ogni x fissato appartenente ad [a,b], f( x fissato) = y fissato

138
Q

CONTINUITÀ E INVERTIBILITÀ

A

Sia I un intervallo non vuoto contenuto in R e sia f una funzione che va da I in R STRETTAMENTE MONOTONA, allora l’inversa che va dall’immagine di f in I è CONTINUA.

139
Q

TEOREMA (f CONTINUA, allora INVERTIBILE)

A

Sia I un intervallo non vuoto contenuto in R e sia f una funzione CONTINUA che va da I in R, allora
-f è INVERTIBILE se è STRETTAMENTE MONOTONA
-se f è INVERTIBILE, allora l’inversa è CONTINUA.