Esame 14/07 Flashcards

1
Q

Istituzione politica

A

Apparato utile ad organizzare, gestire e governare una comunità sociale e politica

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2
Q

Cosa sono le bande?

A

Sono gruppi umani piccoli, che vanno dai 5 agli 80 membri affini e/o parenti. Sono una sorta di famiglia o un unione di più famiglie estese imparentate tra di loro. Sono formate da cacciatori e raccoglitori nomadi. Il genere umani ha vissuto in bande fino a 40000 anni fa. È la forma aggregativa delle evolute scimmie antropomorfe. Mancano di istituzioni come la sedentarietà, la specializzazione economica e le istituzioni formalizzate. Sono egualitarie, in quanto mancano di stratificazione sociale e di controllo delle informazioni; le decisioni vengono prese da tutti.

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3
Q

Cosa sono le tribù?

A

Sono unità più grandi rispetto alle bande, formate da centinaia di individui. Generalmente sono sedentarie. Di solito sono organizzate in villaggi o un gruppo di villaggi strettamente collegato. Tra di essi non c’è unità politica, in quanto ci sono scontri e alleanze tra i villaggi. Le prime tribù sono nate nella Mezzaluna fertile circa 13000 anni fa, e il prerequisito per l’insediamento era la capacità di produrre cibo o avere risorse ricche e concentrate. È presente una struttura di diversi gruppi familiari, chiamati clan, che si suddividono terra e risorse. Mancano istituti come la polizia, la burocrazia e le tasse. Hanno elementi tipici di bande e chefferies.

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4
Q

Cosa sono le chefferies?

A

Risalgono al 5500 a.C. Nella Mezzaluna fertile e al 1000 a.C. In Mesoamerica e sulle Ande. Sono più popolose delle tribù, e comprendono migliaia di individui. Ciò provoca conflittualità interna. Solo una persona, ossia il capo, esercita la forza. I capi indossano simboli di potere, che impongono il rispetto da parte dei cittadini. Gli ordini del capo possono essere trasmessi attraverso governanti di grado intermedio o capi di basso rango. È necessario molto cibo, e si supera così il baratto. Si trova nelle chefferies un’ideologia che anticipa le religioni istituzionalizzate e che rafforza l’autorità del capo.

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5
Q

Identità specifica di Atene: l’autoctonia

A

Nella mitologia si evidenzia il rapporto con la terra: gli eroi di Atene nascono dalla terra o sono metà serpenti. Primo re di Atene è Cecrope, che nasce dalla terra ed è metà serpente. Il mito di Erittonio evidenzia ancora di più il legame, in quanto Efesto insemina la terra perché non può conquistare Atena e da lì nasce Erittonio. Avviene poi lo scontro tra Atena e Poseidone, che lottano per il patronato di Atene. Vince la terra, quindi Atena, che porta in regalo alla città una pianta di ulivo. Atena vince grazie ad una votazione da parte degli ateniesi, quindi compare una prima forma di democrazia. Si enfatizza il primato della terra sul mare nell’economia di Atene.

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6
Q

Come funziona l’assemblea di Atene nel mito dell’Orestea?

A

Le Erinni perseguitano Oreste per aver ucciso sua madre, che a sua volta ha ucciso il padre Agamennone. Per questo, viene svolto un processo presso il tribunale, di cui Atena fa parte. La giuria ateniese è composta da 12 membri ed è presieduta da Atena. Le Erinni sono l’accusa. Il conteggio della giuria raggiunge dei voti pari, quindi quello decisivo è quello di Atena. Oreste viene quindi assolto. Nel mito vediamo quindi la nascita della giustizia, che pone fine alla catena delle vendette personali. Vengono quindi istituiti i tribunali, che vota secondo le regole e si affida alla maggioranza, legittimata dall’origine divina.

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7
Q

Isonomia e isegoria

A

Isonomia= uguaglianza delle leggi per tutti i cittadini
Isegoria= diritto universale di parlare all’Assemblea
Cambia la concezione di partecipazione politica: essere cittadini vuol dire partecipare attivamente alla politica. Essere convinti e convincere.

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8
Q

Comunità greche dell’età micenea

A

Guidate da un re come il wanax miceneo, che si evolve poi in basileus, ossia il guerriero in testa ad un genos, un clan famigliare, formato da guerriero, moglie, figli, schiavi e altri membri. Il suo compito è quello di proteggere la casa e il suo patrimonio. Si vengono a creare dei piccoli insediamenti formati da 12 famiglie circa. Dall’unione di questi insediamenti si verranno a creare le poleis.

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9
Q

Cos’è l’Agorà?

A

È l’assemblea dove il cittadino libero si reca per poter conversare con i suoi pari, per convincerli o esserli convinto. I cittadini liberi sono, a partire dalle riforme di Pericle, gli uomini in età per portare le armi, titolari di un censo e figli di genitori ateniesi.

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10
Q

Cos’è l’Ecclesia?

A

È l’assemblea plenaria, a cui partecipano circa 6000 polites. Solo una frazione contenuta interviene veramente alle riunioni. Si può riunire più volte al mese e arriverà a tenere anche 40 riunioni annuali. Vota per alzata di mano e il presidente cambia ogni anno. In casi di particolari gravità si vota per scrutinio segreto (es. per l’ostracismo). L’Ecclesia non è libera di decidere l’ordine del giorno.

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11
Q

Cos’è la Bulé?

A

È il consiglio della suprema autorità “esecutiva” e coincide, almeno originariamente, con il consiglio degli anziani. Decide l’ordine del giorno dell’Ecclesia. Originariamente vi si accede per elezione, poi si sorteggia annualmente tra coloro che si candidano. Non si può far parte della Bulé più di due volte nella vita.

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12
Q

Cos’è l’Aeropago?

A

È la forma più antica della Bulé. È un vitalizio ed è gerontocratico: il potere è degli anziani. È un potere oligarchico e conservatore. Pian piano cederà i propri poteri, in corrispondenza all’affermarsi del sistema democratico. Resterà comunque un organo prestigioso.

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13
Q

Quali sono le cariche pubbliche non assembleari

A

Ne esistono molte: arconte eponimo (ha la maggior parte del potere); arconte re (erede del basileus); polemarco (inizialmente dotato di poteri militari); tesmoteti (funzionari giudiziari con diverse competenze). Non esiste comunque una gerarchia tra le cariche.

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14
Q

Quali sono i principali pilastri istituzionali dell’età repubblicana romana?

A

Essi sono: Senato, assemblee popolari e magistrati.

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15
Q

Parla del Senato romano

A

Il Senato è l’organo di maggior prestigio, che nasce dal Consiglio del re, formato dagli anziani. Diventa poi espressione della “nobiltas” patrizio-pleblea. È espressione di stabilità e vanta prerogative in quasi tutti i campi della vita politica. Ha un rapporto biunivoco con i magistrati, ai quali impone le direttive. Non può agire senza il consenso popolare.

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16
Q

Parla delle assemblee popolari romane

A

Sono composte da tutti i cives, divisi per curie, centurie e tribù. In linea teorica esse hanno il diritto di intervenire ai comizi, le assemblee in cui vengono eletti i magistrati.,

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17
Q

Parla dei magistrati romani

A

I consules, ossia i magistrati supremi, detengono l’imperium, ossia il comando militare, potere di imposizione fiscale, potere di convocare i comizi e il Senato e di sottoporre ad essi le questioni da trattare. Al Praetor spetta la iurisdictio. Ai magistrati minori è riconosciuta la potestas, ossia l’esercizio di funzioni specifiche. Le magistrature sono graduate secondo il cursus honorum: i magistrati superiori hanno diritto di veto sulle decisioni di quelli inferiori. Le cariche sono normalmente annuali, e al termine del mandato devono rendere conto della loro attività.

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18
Q

Il principato di Ottaviano

A

Il Principes è il primo personaggio della repubblica, e Ottaviano lo concepisce come un compromesso tra monarchia e “costituzione” tradizionale. È una difesa contro l’imperium militare. Il principe è destinato solo all’accumulo dei poteri tradizionali. Ottaviano vuole fondare il suo potere sulla legge repubblicana, diventando console, imperator e ottenendo la tribunicia potestas. Ottiene poi il titolo di “Augusto” e diventa parte del Senato. La base legale del principato è la “delega di sovranità” del popolo, quindi il potere deriva dalle leggi. Il principe è il solo organo dello Stato.

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19
Q

Su cosa fonda il proprio potere Augusto?

A

La carica di principe non comporta nessun potere di per sé, quindi Augusto fonda il proprio potere su tre parametri: la Tribunicia potestas (potestà tribunizia); l’imperium proconsolare; il sovrano pontificato.

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20
Q

La potestà tribunizia

A

Augusto non può essere tribuno, ma si fa attribuire poteri separati da questa carica. È una prerogativa personale del principe, e ha durata annuale.

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21
Q

L’imperium proconsolare

A

È l’insieme dei poteri militari, civili e giudiziari del principe, che dura 10 anni. Nel caso di Augusto, questo potere viene applicato a tutto l’impero, e non solo ad una o ad alcune province. Implica quindi il controllo su tutta l’attività amministrativa.

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22
Q

Il sovrano pontificato

A

Il principe presiede la vita religiosa dell’impero: interpreta il diritto religioso; fissa il calendario; recluta i sacerdoti ed esercita la giurisdizione su di loro; decide di ogni trasformazione religiosa e direttiva morale.

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23
Q

I poteri annessi del principe

A

È il primo senatore; ha funzioni amministrative attribuitegli da un atto “costituzionale” speciale; ha diritti eccezionali, come il diritto di guerra e pace, di fondare colonie, di raccomandare candidati alle elezioni e conferire lo “ius civitatis”.

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24
Q

Come funziona la successione di Augusto?

A

Augusto non vuole creare un potere ereditario. Tuttavia è problematica la scelta del successore, in quanto la carica di “principe” è una delega del popolo romano, ed è personale e dura tutta la vita. È quindi necessario trovare un principes che fosse già stato designato. È qui che compare l’istituto dell’adozione.

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25
Q

Quali sono le istituzioni tradizionali

A

I Comizi: Augusto non assunse mai il potere legislativo, quindi per legiferare faceva appello al Senato e ai Comizi. Erano necessari per eleggere i magistrati. È la prima magistratura dello Stato.
Il Senato: è il punto principale del sistema, ed è composto da 600 senatori. Augusto stabilisce un regolamento, con due sedute al mese obbligatorie per tutti i membri. Ha importanza nella direzione della politica estera, e inizia a sostituire i comizi rappresentando il popolo.
I magistrati: viene annullato il Triumvirato e viene ristabilita la regolarità, l’annualità, la collegialità e il cursus honorum.

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26
Q

Periodo dell’Impero romano

A

14 d.C.-306 d.C. È un periodo difficile da generalizzare. È un periodo di razionalizzazione. Roma rimane al centro del sistema, e l’organizzazione razionale si estende dallo Stato a tutti gli altri campi. L’economia inizia ad essere organizzata razionalmente e vede l’intervento sempre più frequente dello Stato e del potere politico. È inoltre il periodo classico del diritto romano.

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27
Q

L’influenza orientale sull’Impero romano

A

Augusto vuole creare un potere di stampo occidentale, in contrasto con quello di Cesare, ispirato invece al modello orientale. Tuttavia, la razionalizzazione romana fu bilanciata comunque dall’influenza ellenica e orientale. Il principato, infatti, subì molte modifiche grazie alle idee orientali di monarchia. In Occidente era sviluppato il culto imperiale, che imponeva il concetto di “potere di diritto divino”.

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28
Q

L’economia dell’Impero romano

A

Roma sfruttava l’impero fornendo in cambio due elementi essenziali, quali il personale (che organizzava, razionalizzava, centralizzava la vita economica tramite i funzionari nelle province) e le strutture (strade, acquedotti, moneta unica, legislazione unica, sicurezza delle relazioni e certezza di sbocchi). Il centro dell’economia romana è l’agricoltura, che si basa sulla piccola e media proprietà e sui latifondi.

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29
Q

L’intervento dello Stato nell’economia

A

La politica economica imperiale era di stampo “liberale”. nel II secolo, tuttavia, essa si trasformò in una politica interventista e governativa. iniziarono infatti ad emergere i primi elementi di una crisi economica, prima nel settore rurale e poi fino al settore industriale. Lo Stato intervenne con bonifiche, lavori pubblici, incentivazione a rioccupare le terre vuote.

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30
Q

La crisi economia nel III secolo

A

Continua la crisi, che porta anche ad una crisi finanziaria e un tesoro pubblico in deficit. Aumenta l’imposizione fiscale, così come la mortalità. le città si chiudono nelle mura e la moneta si svaluta. Si tende a ritornare al baratto. I funzionari e i soldati non vengono pagati adeguatamente e le imposte sono troppo alte. Scompaiono le fonti di ricchezza pubblica e privata.

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31
Q

Come risponde lo Stato romano alla crisi

A

Lo Stato cerca di legare il contadino ala terra, il funzionario alla sua posizione, gli artigiani e commercianti devono essere iscritti ad una corporazione. Il mestiere diventa quindi ereditario e scompare il diritto di cambiare residenza o mestiere.

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32
Q

Cosa sono le corporazioni?

A

Sono raggruppamenti per mestiere, che vincolano tutti i membri e i loro discendenti ad un determinato stile di vita e un determinato mestiere. È un tentativo di razionalizzazione della vita.

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33
Q

Come si evolve il potere dello Stato romano?

A

L’impero assume una direzione assolutista. Tiberio tende a rafforzare il proprio potere, e con Claudio si afferma il principio monarchico, e il potere imperiale diventa l’unica fonte della vita politica. Rimane la lacuna della successione al potere: l’imperatore adotta il successore, ma può anche essere scelto dall’esercito, o la carica può semplicemente essere ereditaria. Non c’è alcuna regola fissa.

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34
Q

La carica di “imperatore”

A

Dopo Ottaviano Augusto, la carica del principes diventa un potere imperiale. L’imperatore ha potere di decisione illimitato, e conserva gli stessi poteri di Augusto. Vespasiano vuole creare una dinastia, e stabilisce l’ereditarietà della successione all’impero con il sistema di co-reggenza attuato da Augusto. Domiziano si fa attribuire il titolo di “deus” e di “dominus”, e si comporta come il proprietario dell’impero.

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35
Q

Quali sono i pilastri della figura dell’imperatore?

A

Essi sono l’esercito e la religione. L’imperatore deve sempre avere l’esercito dalla propria parte, e molte volte esso è scelto proprio dalle legioni. Nasce l’idea che l’imperatore sia tale per volere divino, e l’imperatore viene dichiarato dio. Diventa il capo di ogni attività religiosa, e viene costruito un tempio in suo onore, dove viene servito ed adorato.

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36
Q

L’impero di Diocleziano

A

Crea tre divinità: il Sole, Giove ed Ercole. Diocleziano è Giove in terra, mentre Massimiano è Ercole (figlio di Giove). Vuole restituire vita e forza al culto imperiale, diventato con Aureliano un meccanismo amministrativo. Viene stabilito il rito dell’“adoratio”, in cui i sudditi rendono omaggio a Giove. L’impero di Diocleziano viene diviso tra tre colleghi. A Massimiano viene affidato il controllo delle frontiere, e riceve il titolo di Augusto. Roma rimane la capitale dell’impero.

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37
Q

L’unione di elementi germanici e romani

A

La monarchia, nella parte occidentale dell’impero, nasce dalla confluenza delle tradizioni tribali germaniche e della chiesa cattolica. L’elemento di base è la tribù, divisa “sippe”, ossia in gruppi familiari. La monarchia nasce come autorità suprema di un clan familiare, non di un singolo individuo. La funzione del sovrano è militare, politica e religiosa. Il clan regale è quello con un carisma tale da poter intercede presso gli dei. Il carisma viene riconosciuto all’intero clan, quindi il criterio ereditario porta alla suddivisione del regno e a lotte interne.

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38
Q

La famiglia e la vendetta privata

A

La famiglia si basa sulla solidarietà tra gli armati. La faida, di origine longobarda, è la vendetta a cui tutti i membri della famiglia devono partecipare. È una lotta contro i membri di un’altra famiglia. È necessario poer portare onore alla famiglia.

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39
Q

Cos’è il “wergeld”?

A

Esso è il corrispettivo in denaro della vendetta. Esso tiene conto del livello sociale di chi ha subito il danno. Inizierà a sostituirsi alla faida grazie all’influsso romano, che riuscirà a codificare i rapporti tra gli individui tramite il diritto.

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40
Q

Le istituzioni politiche dei regni barbarici

A

L’assemblea degli armati: organo di discussione politica e di giudizio su tutte le controversie. È presieduta dal re, che ha origine divina.
Il dux: è il capo militare; è carismatico. nel IV secolo la figura del Re e del dux inizieranno a coincidere, in quanto il Re è dux in caso di guerra, e il dux è Re in caso di conquista territoriale.
Il comitatus: è il vincolo che lega alcuni guerrieri ad un altro guerriero riconosciuto come capo, e dal quale ricevono parte del bottino. In lui si ricerca protezione, cibo e territori. Tendenzialmente il guerriero capo è riconosciuto come il miglior combattente.

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41
Q

I Barbari

A

Sono originariamente nomadi, sono guerrieri e dediti alla caccia. Le loro invasioni hanno carattere migratorio. Sono organizzati in molti regni simili tra di loro, che sono monarchici. Il Re è ereditario, e considera lo Stato come una sua proprietà. C’è quindi una concezione patrimoniale del potere.

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42
Q

Come funziona la convivenza tra i Romani e i Barbari?

A

La convivenza non è agevole per due motivi: l’hospitalitas (ossia la tassazione) e la religione ariana. Spariscono i servizi centrali garantiti da Roma, insieme al concetto di “amministrazione” e di “Stato”. I funzionari sono sempre romani, e solo i romani pagano le tasse dell’impero romano, in quanto i barbari seguono le loro regole e leggi.

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43
Q

Cos’è la religione ariana?

A

La religione ariana segue il pensiero della dottrina di Ario, che segue un modello patriarcale della società, in cui il padre si trova al di sopra del figlio, e non viene considerato un suo pari. È un’eresia per i cristiani, e sono quindi vietati matrimoni misti.

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44
Q

Cos’è la personalità del diritto?

A

Il diritto romano viene applicato solamente ai romani, e per i germani vengono adottati i diritti delle loro varie stirpi. Si segue la “professio iuris”, quindi bisogna essere giudicati solo secondo il proprio diritto.

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45
Q

Il regno dei Franchi

A

Si trova alle foci del Meno, e si estende successivamente in tutto il nord della Francia. Viene utilizzata la legge salica. L’organo fondamentale è il Comitatus, e non si segue l’amministrazione romana. Il Re è primus inter pares e se egli segue delle religioni, tutti i sudditi dovranno fare altrettanto. Il Re può punire i guerrieri attraverso il “fredus”, ossia una somma in denaro che impone ad essi. Continua ad esistere il wergeld. Non viene praticata l’hospitalitas sulle terre private, in quanto i Franchi preferiscono insediarsi negli antichi dominii imperiali. Vengono utilizzati i simboli romani di potere per mantenere una parvenza di romanità.

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46
Q

Il regno Merovingio

A

È la continuazione del regno dei Franchi sotto la dinastia dei Merovingi. La monarchia è stabile e appoggia la Chiesa romana. Essa diventa infatti il soggetto fondamentale del regno, ed è l’unico elemento stabile, organizzato ed universale. I sudditi sono legati al Re da un vincolo di fedeltà, che non è ereditabile.

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47
Q

Cos’è il leudasamio

A

Esso è il giuramento di fedeltà che viene formulato dai Grandi del Regno, ossia i Leudi, nei confronti del Re in cambio di terre. Successivamente, i Leudi fanno prestare giuramento ai loro subalterni, e così via per il resto della popolazione.

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48
Q

Quali sono le proprietà del Re merovingio?

A

Il Re è proprietario del territorio per diritto di conquista, e per la successione viene utilizzata la legge salica. Non è però ancora primogenita, ma il patrimonio si lascia a tutti i figli maschi. Ciò crea frammentazione e regni molto instabili.

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49
Q

Chi sono i “re fannulloni”

A

Questo nome evidenzia la dinastia dei Pipinidi. Nel corso del VIII secolo si assiste alla crescita del potere del primo ufficiale di palazzo, ossia il major domus, che arriverà anche a disporre della corona. È un periodo di estrema frammentazione e divisione, in quanto è presente la guerra. La dinastia si afferma grazie alle conquiste territoriali.

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50
Q

Come funziona il Palazzo?

A

Il palazzo è l’insieme di tutto ciò che si sviluppa attorno al Re. È itinerante, in quanto il Re si sposta su tutto il territorio. Non c’è un’amministrazione centrale. I funzionari di palazzo dono due: i Consiliarii, ossia i vescovi, i Grandi ed i Leudi, convocati in consigli dal Re; i Ministeriales, ossia i domestici con compiti amministrativi, e hanno un rapporto personale con il Re. Il loro potere crescerà. Sono legati al Re da un rapporto personale.

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51
Q

Chi è il Major domus?

A

È il più importante funzionario del palazzo, e riuscirà a conquistare poteri notevoli. Organizza le assemblee e le elezioni del Re. Dirige gli altri domestici.

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52
Q

Quali sono le prerogative del Re merovingio?

A

Il Re è una fusione di elementi barbari e romani. È il capo personale di una tribù di vincitori, e si avvicina al potere germanico del padre sul figlio. Ha il potere di “mundio” (semplice e particolare), di amministrazione per requet; il potere di ordinare e proibire. Può condannare i colpevoli di lesa maestà, può riscuotere le imposte e battere moneta.

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53
Q

Quali sono le assemblee politiche merovinge?

A

Esse sono due: l’Heribanno, ossia l’ordine generale con cui sono convocati i guerrieri a Marzo; il Placitum, ossia l’assemblea dei Grandi, che riuscirà poi a fare fronte compatto contro il Re.

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54
Q

Come funziona l’amministrazione periferica merovingia?

A

L’amministrazione periferica viene svolta attraverso i funzionari judices, che hanno potere pubblico totale, che gli permette di giudicare, di amministrare e dare ordini per fare eseguire le sentenze. Possono inoltre requisire beni e servizi.

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55
Q

Chi è il Comes?

A

Egli è lo judes del pagus. I comes sono scelti dal Re e hanno pieni poteri nel pagus. Mantengono la pace, difendono chi è protetto dalla mundio particolare del Re, comunicano i suoi ordini e le fanno eseguire. Organizzano poi le corvées e la leva militare. Percepiscono le imposte e le ammende, delle quali ne detengono 1/3.

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56
Q

Quali altri funzionari amministrativi ci sono?

A

I vicarius: sono gli aiutanti del comes, che esercita poter limitati.
I duchi: si dividono in duchi nazionali e duchi officiali del Re.

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57
Q

Come funzionano le entrate?

A

Esistono due tipi di entrate: le germaniche, ossia le ammende, i doni, il bottino e le confische; le romane, ossia le imposte dirette sui gallo-romani, le dogane, i pedaggi sulle merci trasportate, il diritto di ospitalità al Re e agli officiali.

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58
Q

Com’è organizzata l’economia merovingia?

A

I terreni agricoli sono divisi in proprietà (villae), ossia in unità economiche e autonome, organizzate secondo un criterio autarchico. 1/3 rimane al proprietario; 1/3 è divisa in “mansi”, ossia in unità territoriali per la percezione delle imposte e per la leva militare; 1/3 è formato da boschi e pascoli, che vengono usati in comune dagli abitanti. L’agricoltura è autarchica, l’industria scompare, il commercio viene svolto solo per via marittima.

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59
Q

Quali sono i vincoli personali?

A

Il Leudasamio: giuramento di fedeltà tra i Grandi e il Re.
Il Patrocinium: nasce sul latifondo, in cui uomini liberi si mettono al servizio e sotto la protezione di un signore.
Il Beneficium: donazione di terre da parte del Re ai leudi, ai Grandi e agli officiali; crea un legame personale di fedeltà.
Il Commendatio militare: lega i guerrieri al sovrano e ai privati, e in cambio di un servizio militare viene donata una terra.

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60
Q

Come funziona la giustizia nel regno Merovingo?

A

Il Tribunale del Re: vi partecipano i consiliarii e i Grandi; è eccezionale e giudica le cause speciali.
Il Tribunale periferico: è di diritto comune, e giudica tutte le cause. C’è ne uno per ogni centena.

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61
Q

Il regno dei Visigoti

A

Tra la Francia e la Spagna del nord. È presente il potere patrimoniale del regno per diritto di conquista. Non è presente l’amministrazione centrale. L’unità amministrativa è la civitas, e il capo è il Comes. Esso ha pieni poteri ed è delegato del Re. Vige una doppia legislazione: una per i visigoti e un’altra per i romani. La condizione dei romani è dura, e l’hospitalitas grava su 2/3 delle terre. Nessun romano può ricoprire cariche.

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62
Q

Il regno dei Burgundi

A

Tra il Meno e il Reno, si estende fino a Vienna e alla Savoia. Le istituzioni pubbliche sono romanizzate: le cariche amministrative sono affidate ai romani, mentre quelle militari restano ai burgundi. Rimane la personalità del diritto. Nella vita familiare non c’è influsso romano: prevale la faida ed è forte il vincolo di solidarietà. L’hospitalitas continua a ricoprire 2/3 delle terre. Il centro dell’amministrazione è il comes.

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63
Q

Il Regnum italie

A

Odoacre instaura il suo regno in italia, ma verrà poi spodestato da Teodorico, il capo degli Ostrogoti. Le cariche militari vengono occupate dai goti, quelle amministrative e civili dai romani. Il centro dell’amministrazione rimane il comes. Il Re è la massima autorità ed è il re dei Goti e dei romani. Non avviene una fusione tra goti e romani. Le istituzioni pubbliche rimangono inalterate.

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64
Q

I Longobardi

A

Dal rapporto tra la chiesa e i Franchi nasce lo Stato pontificio. Arrivano a conquistare l’Italia settentrionale. Le popolazioni tendono a fondersi. Gli elementi istituzionali sono tipici del mondo germanico: patrimonialità del potere; personalità del potere e personalità della legge. .

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65
Q

Il Re longobardo

A

Viene eletto nella stessa famiglia per linea di successione diretta. È riconosciuto dai guerrieri e verrà poi eletto dai Duchi. Adotta simboli di potere di origine germanica.

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66
Q

Come sono divisi i sudditi?

A

Herimanni: uomini in armi, e forniscono un doppio servizio al Re, ossia militare e di giudicatura.
Aldii: semiliberi, sottoposti comunque alla potestà e al mundio del patrono pur non essendo schiavi.
Romani: soggetti alla legge romana. Non hanno nessuna protezione specifica e vengono esclusi dalla vita politica.

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67
Q

Com’è organizzato il potere centrale?

A

Il Re è circondato dal comitatus. Il Placitum diventa poi la sede degli organi di governo. Si divide in: Gasinidi, ossia i domestici legati al Re da un vincolo di fiducia; tra di essi sono scelti i Palatini, ossia gli aiutanti e i funzionari che sovrintendono l’amministrazione del Palazzo e del Regno; la cancelleria di origine romana, è il principale organo di governo, ascolta i verbali del Re e vengono trasmessi ai dictatores, che sintetizzano una prima stesura.

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68
Q

Com’è organizzata l’amministrazione periferica?

A

Province: non ben definite.
Ducati: governato originariamente da un dux militare eletto dai guerrieri.
Il Gastaldo è colui che gestisce il demanio del Re ed è un officiale revocabile.

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69
Q

Com’è organizzata l’amministrazione locale?

A

Civitas: scompare la curia regis. Le questioni comune sono discusse in un Congresso populi. Mantiene l’attività amministrativa.
Vicus: ha un organo amministrativo e conventus per discutere i problemi comuni.
Latifondi: grandi proprietà immuniste dal punto di vista fiscale.

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70
Q

Come funziona il sistema finanziario?

A

Le entrate: Canoni, ammende, corvées.
Le imposte dirette: solo per i romani una quota fissa.
Le imposte indirette: valgono anche per i longobardi.

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71
Q

La legislazione longobarda

A

Due tipi di leggi: diritto scritto per i rapporti privati dei romani; diritto dei longobardi, raccolto nell’Editto di Rotari.

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72
Q

La giustizia longobarda

A

Al vertice c’è la competenza giurisdizionale del Re; sotto ci sono gli iudices pubblici e privati. Essi si avvalgono del giudizio di un’assemblea.

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73
Q

L’impero carolingio

A

C’è una nuova concezione di Impero e di Pax carolingia e vengono utilizzati i Capitolari, ossia una legge scritta rivolta a tutti i popoli. Incrementano i benefici.

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74
Q

La nascita dell’idea di impero

A

È un potere universale, indivisibile e permanente, e non è strettamente legato alla persona dell’imperatore. Due diverse concezioni dell’Impero: secondo la Chiesa (l’impero ha origine divina, in quanto a capo dell’impero c’è colui che lavora per la Chiesa ed è mandato da Dio); secondo gli imperatori (si sente il continuatore dell’impero romano, pensa di ricevere il potere direttamente da Dio).

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75
Q

Il concetto di “Pax carolingia”

A

L’imperatore si pone a difesa della fede ed è il capo politico della comunità cristiana. È rappresentate di Dio in terra, e ha il compito di preservare tra i sudditi “l’unanimitas”, ossia l’unità di fede, di concezione della vita e di concordia.

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76
Q

Quali sono i poteri dell’imperatore?

A

Rimangono i poteri dei Re merovingi, quindi ha il potere di giudicare, di potere militare. Ricompare inoltre il potere di legiferare tramite i capitolari, che possono essere sia ecclesiastici che laici. Inizia ad essere razionalizzata l’attività di governo.

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77
Q

La legislazione carolingia

A

Composta dai capitolari, emanati dal sovrano.

  • Capitolari laici: Capitula legibus addenda che modificano o completano la legge; Capitula per se scribenda applicati a tutto l’impero; Capitula missorum, destinate ai Missi, che riguardano l’espressione del potere centrale a livello locale.
  • Capitolari ecclesiastici.
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78
Q

Il contenuto e la promulgazione dei capitolari

A

Possono contenere atti di amministrazione ordinaria o di legislazione, che possono essere leggi e regolamenti. La promulgazione avviene verbalmente durante le assemblee e viene reso obbligatorio con la promulgazione. La pubblicazione avviene oralmente e in volgare, attraverso i missi dominici, che si muovono sul territorio.

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79
Q

La successione alla corona

A

Si basa su tre elementi: il consenso dei Grandi, viene scelto nella famiglia monarchica, la regalità è conferita dal pontefice alla persona più degna per volere di Dio.

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80
Q

Cos’è l’unzione sacra?

A

Il Re non è più laico, bensì occupa la carica per investitura divina.

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81
Q

Come funziona il palazzo?

A

Esso è diviso in due sedi stabili: Pavia e Aquisgrana. Sono presenti gli stessi aiutanti dei merovingi, ma spariscono i major domus e i referendari. Diminuisce la concezione patrimoniale del potere, in quanto l’imperatore crede di avere un carisma che gli consente di avere il potere indipendentemente dal possesso del terreno. Inizia a comparire una differenziazione tra domestici privati dell’imperatore e tra gli officiali che amministrano il regno.

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82
Q

Quali sono gli officiali più importanti?

A

Essi sono: l’arcipellano, che dirige gli officiali ecclesiastici del regno e cura i rapporti tra Re e papa; il cancelliere, che custodisce il sigillo, redige atti legislativi e lettere reali, pubblica gli atti del Re; i comes palatii, che sorvegliano i funzionari che non risiedono a Corte ed è capo dell’amministrazione.

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83
Q

Chi sono i Missi dominici

A

Sono dei funzionari che operano in coppia (uno laico e uno ecclesiastico), e che si recano periodicamente sulla zona che gli viene affidata. Rappresentano l’imperatore con pieni poteri, rispondendo solo a lui. Hanno potere commissariale: mantengono il contatto con la popolazione, svolgono inchieste, esercitano la giustizia, esercitano un controllo religioso e la pax carolingia.

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84
Q

Quali sono le due principali assemblee politiche carolinge?

A

Esse sono due: l’Assemblea di Maggio e l’Assemblea di Ottobre.

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85
Q

Come viene esercitata la giustizia nell’impero carolingio?

A

Al vertice si trova il tribunale imperiale, in cui coesistono tre giurisdizioni: la giurisdizione personale dell’imperatore (processi ai Grandi e questioni non previste dalla legge); il tribunale di palazzo, presieduto dai comes palatii convocati dall’imperatore (tribunale eccezionale per cause su Grandi, conti e vescovi); la giurisdizione autonoma del comes palatii, corte d’appello che può riformare la sentenza degli altri tribunali inferiori. In periferia troviamo i tribunali dei Missi dominici, che possono anche giudicare autonomamente. Il tribunale locale è il “Mallum”.

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86
Q

Come funziona l’amministrazione periferica?

A

Il territorio è diviso in circoscrizioni presieduti dai Conti, che hanno potere di mundio e banno e che sono stipendiati ; i Vicari stanno al di sotto dei conti, e vengono nominati dall’imperatore per presiedere il Mallum in assenza del conte; i Visconti sono i lungotenenti del conte, che vengono scelti da lui; vengono create le “marche” alle frontiere, che vengono presiedute dal Dux, che ha le stesse prerogative del conte.

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87
Q

Il sistema fiscale carolingio

A

Il reddito dell’imperatore proviene da: villae imperiali concesse in amministrazione; i dona (offerte obbliglatorie dell’assemblea di maggio); le imposte dirette (anche se in declino); le imposte indirette razionalizzate; le prestazioni personali.

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88
Q

La struttura militare carolingia

A

Le circoscrizioni sono caratterizzate da operazioni militari. Il manso è l’unità di misura della chiamata alle armi. Verrà poi organizzato un “Esercito dei commendati”, composto dai vassi al cospetto di vari signori. I soldati ricevono terre e compensi dall’imperatore.

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89
Q

Quali sono le strutture sociali carolinge?

A

Sono presenti due tendenze: frammentazioni in gruppi socio-economici autonomi; moltiplicazione dei legami personali.

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90
Q

Quali sono i legami personali carolingi?

A

I vassi regales: legati al sovrano da un legame di fedeltà con il Sovrano;
I vassalli: vassi privati;
Le gilde.

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91
Q

Come nasce il legame dell’omaggio feudale?

A

La vendetta corrisponde ad una solidarietà passiva e attiva di tutto il lignaggio. Tuttavia, col passare del tempo si ha un’eccessiva diffusione della guerra privata. Si vengono a creare legami di protezione e fedeltà, originati sia dal mondo germanico che romano.

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92
Q

Cos’è il rito di omaggio e come si svolge.

A

Esso è una cerimonia di tre atti: rito di sottomissione; rito di amicizia; rito di fede con giuramento sul Vangelo o reliquia. Il primo si ha quando le due parti non sono sullo stesso livello sociale, quindi uno si sottomette all’altro con gesti come l’inginocchiamento, mani congiunte nelle mani del più forte, ecc… Il rito di amicizia si svolge invece tra pari, ed è caratterizzato dal bacio o dall’abbraccio. Sembra essere un legame sociale quasi inseparabile grazie al contatto fisico. Il signore, infine, consegna al vassallo un oggetto simboleggiante un bene.

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93
Q

Chi sono i cavalieri?

A

Essi sono un insieme di guerrieri che combattono a cavallo. Inizialmente identificati dal termine “gasindus” (compagni d’armi), passa ad essere indicato dal termine “vassallus”, ossia giovane garzone che vive nella casa del padrone. Sono coloro che sono più diretti ai suoi ordini e di cui il Signore si fida maggiormente.

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94
Q

L’economia medievale

A

È autarchica, e lascia solo due possibilità per poter ripagare l’omaggio del vassallo: tenerlo in casa sua, equipaggiarlo, vestirlo e nutrirlo; assegnargli una terra o delle rendite fisse così che egli possa sostenersi da sé. queste possibilità si compenetrano.

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95
Q

I legami personali

A

Il giuramento è un legame personale tra il vassallo e il signore, quindi ogni maschio oltre i 12 anni di età doveva prestare giuramento. In caso non lo facesse, egli restava senza protezione. Inizialmente il giuramento indica solamente la fedeltà al signore, ma successivamente inizia ad implicare anche il servizio positivo.

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96
Q

Cos’è il feudo

A

È ciò che nel baratto si da in cambio per una prestazione di qualcun altro. Diventa poi ciò che si riceve dal signore per essere mantenuti e la terra data in cambio della prestazione di servizi.

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97
Q

Come funziona l’ereditarietà dei feudi?

A

Si fa sempre più difficile escludere i cadetti dall’ereditarietà: tra più figli maschi, solo il maggiore deve fare atto di omaggio al signore, prendendosi la responsabilità degli oneri. Tuttavia si ritiene obbligato a cedere parte della terra ai suoi fratelli. L’ereditarietà nasce come favore del signore, come un donativo al vassallo. Con il passare del tempo, esso diventa un obbligo.

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98
Q

Come funziona la vendita del feudo?

A

La vendita segue dopo un giuramento di povertà del vassallo. Inizialmente prevale il diritto del signore di avere la precedenza sulla vendita del feudo. Successivamente inizia a comparire l’obbligo di consultare il signore, che così lega a sé anche il nuovo acquirente. Con il tempo, il signore inizia a perdere questo diritto, e il feudatario diventa l’unico a poter rifiutare o accettare un’offerta.

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99
Q

La gerarchia feudale

A

Due tipi di gerarchia: gerarchia personale (lega il signore ai suoi vassalli, i quali hanno vassalli a loro volta); gerarchia reale dei feudi. Si inizia ad avere confusione nella risposta alle chiamate dei feudi.

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100
Q

Chi è il suzerain?

A

È colui che non risponde ad alcun signore. Il potere centrale di un unico signore viene meno e quindi i suzerain aumentano.

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101
Q

Cosa sono gli omaggi ligi?

A

È la possibilità del vassallo di poter prestare il suo omaggio a più signori. Col tempo ciò inizia a diventare un problema quando il vassallo non può prestare lo stesso servizio ad entrambi i signori. Tutti i signori iniziano a pretendere un omaggio ligio, e nessuno si accontenta più di un omaggio feudale normale. Il vincolo personale vecchio diventa quindi inefficiente e il sistema feudale entra in crisi, pur non scomparendo definitivamente.

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102
Q

La società medievali, caratteristiche

A

Due fasi:

  • dal X al XI secolo c’è una regressione demografica ed economica, con la scomparsa del potere politico centrale, la società si basa sui legami personali;
  • dal XI al XII secolo c’è espansione demografica ed economica, con la ripresa del commercio, la ricomparsa della moneta e la ripresa dell’industria e dell’artigianato. Iniziano a comparire i Comuni.
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103
Q

L’economia medievale

A

Subordinata a principi religiosi, in quanto molto influenzata dalla chiesa. È inoltre condizionata dalle strutture politiche. È a-capitalistica: la religione “vieta” l’accumulo dei beni materiali, che segna la differenza tra ricchi e poveri.

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104
Q

La monarchia feudale francese

A

Coincide con la dinastia capetingia. Grazie all’ascesa del potere del re si metterà in declino le istituzioni feudali. Il Re è un capo militare ed è giudice supremo, ma non riesce ad imporsi sui Grandi che si ribellano. Il suo potere è di carattere sacro, quindi deve essere ufficialmente riconosciuto dalla Chiesa per avere un potere valido. Deve però venire a patto con i Grandi. Può essere eletto non solo ereditariamente.

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105
Q

La monarchia francese del XIII

A

Il suzerain diventa il supremo signore feudale, e il sovrano esercita la potestas e l’auctoritas. Il Re è di diritto divino. Il rapporto tra il Re e il sovrano è diretto, e i sudditi devono ubbidirgli. Il potere è patrimoniale.

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106
Q

La successione

A

Si segue il principio ereditario, ma l’erede deve avere anche il consenso dei Grandi e la consacrazione del pontefice. La corona è indivisibile, quindi solo uno dei figli, quello maggiore, eredita il potere.

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107
Q

Le funzioni del sovrano

A

Il sovrano deve: proteggere i sudditi, rappresentare il regno nelle relazioni internazionali, amministrare la giustizia e legiferare.

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108
Q

Quali sono gli organi centrali del governo?

A

Il centro del governo è la casa del Re, che contiene organi di consiglio. Molti sono i palazzi destinati al Re, in quanto esso è itinerante. Nel palazzo il Re riceve, dirige e governa. I consiglieri del Re sono i palatini, che lo seguono nei diversi spostamenti. Tra di loro il Re sceglie i suoi aiutanti di fiducia, ossia gli ambasciatori.

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109
Q

Chi sono i grandi ufficiali della corona?

A

Siniscalco: dirige i servizi interni ed esterni di palazzo e i rapporti con l’amministrazione periferica.
Connestabile: addetto alle stalle reali e capo dell’esercito.
Marescialli: veterinari delle scuderie reali.
Bouteiller: si occupa della produzione agricola in Francia.
Camerarius: addetto alle camere del Re.
Ciambellani: camerieri personali del Re.
Cancelliere: ecclesiastico che dirige la cappella del Re, non lascia la carica in eredità.

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110
Q

Com’è composta la curia regis

A

Essa è il consiglio del Re. È un assemblea non rappresentativa, alla quale partecipano solo coloro che sono più legati al Re. Il Re convoca i suoi vassalli, e la Curia assume caratteristiche di una corte feudale, che ha competenza amministrativa, giuridica e politica.
Si specializza in tre ambiti: la Curia in concilio, composta dal consiglio privato (numeroso) e dal consiglio grande e segreto (solo gli uomini più fidati del sovrano; la Curia in Compotis, che si occupa dei rendiconti dell’amministrazione periferica e che convocano i balivi per giudicare il loro operato; la Curia in Parlamento, con una sessione permanente, composta da ecclesiastici, laici, nobili e laici specialisti del diritto (maitres), che possiede una delega permanente di giustizia.

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111
Q

La Corte dei pari

A

Tribunale speciale che si viene a creare per giudicare i vassalli del Re, che si differenziano dagli altri in quanto si trovano in una posizione di privilegio e rivendicano il privilegio di essere giudicati solamente dai loro eguali.

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112
Q

Giustizia delegata e giustizia ritenuta

A

Giustizia delegata: il Re delega ai prevots, ai balivi, alle corti periferiche una parte dei propri poteri giudiziari.
Giustizia ritenuta: parte di potere giudiziari che il Re tiene per sé.

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113
Q

L’amministrazione periferica

A

Il territorio viene diviso in circoscrizioni/prevosture, alle quali fanno capo i prevots. Essi raccolgono le imposte, amministrano la giustizia, si occupano della leva militare. È un’amministrazione di tipo signorile.

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114
Q

Cosa sono i balivi?

A

Essi fanno parte della piccola nobiltà e hanno una certa cultura. Sono incaricati di controllare i prevots. Rappresentano il Re con competenza illimitata e svolgono funzioni di difesa dei diritti del Re; giudicano i processi più gravi in prima istanza e in seconda istanza le sentenze dei prevots. Ricevono le somme raccolte dai prevots e presentano al Re un rendiconto generale. Tendono a far diventare feudale la propria carica. Degli inquisitori ispezionano l’operato dei balivi e raccolgono le lamentele delle popolazioni per porvi rimedio.

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115
Q

Come funziona la struttura militare?

A

Il Re non possiede un esercito né una flotta. È infatti una monarchia allo stato embrionale. Chiama a raccolta i vassalli e i funzionari, che mettono a disposizione uomini per poter sconfiggere i nemici.

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116
Q

Guglielmo il conquistatore

A

Nel 1066 il Duca Guglielmo conquista l’Inghilterra, abolendo signorie e assicurandosi il vassallaggio tramite il giuramento di fedeltà. Obbliga la costruzione di baluardi per proteggere il ducato e richiede il servizio militare. Il suo potere si basa sulla contiguità territoriale dei feudi e sulla rete efficiente di comunicazioni interne.

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117
Q

Le istituzioni politiche dei normanni

A

È presente un modello embrionale di Curia e una prima forma di cancelleria. Ci sono due organi di consiglio, ossia l’assemblea dei baroni, che fornisce consiglio al Duca sull’obbligo feudale, e il consiglio ristretto, che aiuta il Duca nella gestione dello Stato. L’amministrazione finanziaria permette le entrate in moneta, ed è meno rozza rispetto al medioevo. L’amministrazione periferica è in mano al visconte, che esercita le funzioni del Duca in ambito territoriale ristretto.

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118
Q

Enrico I

A

Riesce ad unificare il Ducato di Normandia con il Regnum Angliae, diventando oltre che Duca anche Re di Inghilterra. Necessita di un Viceré, che lo possa sostituire in caso di assenza, al quale vanno assegnati pieni poteri.

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119
Q

Il Regnum Angliae

A

Il Re viene affiancato dalla Curia regis. C’è la necessità di consolidar il potere nel paese conquistato. Essa fornisce consiglio al Re.

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120
Q

I Conti

A

Sono nobili di rango elevato, che ricevono una parte dei redditi della contea. Non hanno potere politico o militare, e gli Sceriffi gli sottrarranno anche il potere giurisdizionale.

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121
Q

Gli Sceriffi

A

Vero governatore della contea, risponde direttamente agli ordini del Re. È il rappresentante militare e giustiziere a livello periferico del Re; è l’ufficiale di polizia; è l’esattore delle imposte a livello locale.

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122
Q

Lo Scacchiere

A

È la Camera delle finanze del Regno Normanno. Gli officiali membri hanno il compito di esaminare le entrate del reddito del Sovrano rientrino nelle Casse dello Stato. Non è solo un organo amministrativo finanziario, ma ha compiti anche giurisdizionali. Si riunisce due volte l’anno: a Pasqua e a Settembre. Si divide in: scacchiere inferiore, che raccoglie imposte e svolge l’ordinaria amministrazione; scacchiere superiore, si dispone su tre lati.

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123
Q

Il Regnum Siciliae

A

I Normanni si espandono fino al Mediterraneo, creando un regno molto breve. I Duchi di Sicilia diventano vassalli del Papa.

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124
Q

La Curia regis del Regnum Siciliae

A

È composta da funzionari non nobili, dei tecnici che abbiano un rapporto personale con il re.

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125
Q

La giudicatura

A

È in mano ai Bizantini. Esiste una giustizia feudale, che fa capo alle corti dei normanni.

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126
Q

L’ordinamento tributario

A

Opera in modo simile allo scacchiere inglese. le tasse provengono da: rendite del demanio; imposte dirette; imposte indirette; imposte straordinarie

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127
Q

Il Gran camerario

A

È il ministro delle finanze, e riunisce sotto di sé due uffici: una che gestisce i redditi feudali, l’altra l’amministrazione demaniale. Ci sono funzionari centrali e funzionari periferici, sottoposto a controllo continuo.

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128
Q

La Signoria

A

È un territorio autarchico, il cui titolare esercita poteri pubblici in nome proprio. Essa nasce da un rapporto feudale, ma non comporta poteri pubblici. Il Signore ha potere di giudicatura, di attuazione delle direttive dall’alto, potere normativo e di leva delle imposte. Le signorie rispondono all’esigenza del governo locale, in quanto era fallito il tentativo di ottenere un’amministrazione periferica salda.

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129
Q

La gerarchia della Signoria

A
Grandi signori feudali
Viscontee
Baronie
Castellanie
Feudi di cavaliere
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130
Q

L’amministrazione delle Signorie

A

La signoria è un’unità politica ed economica. Il governo gestisce il territorio attraverso degli aiutanti specializzati, ossia gli ufficiali a corte.

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131
Q

La corte nelle Signorie

A

È composta dai vassalli del signore, e ha compiti giurisdizionali.

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132
Q

L’organizzazione militare

A

La Signoria nasce e vive per la guerra. L’armata è composta da vassalli e dai loro uomini. I Roturiers (laici non nobili) sono esclusi dai servizi militari pagando una tassa, che permette al Signore di poter ingaggiare soldati mercenari.

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133
Q

La guerra privata

A

Grazie alla guerra si fanno valere i propri diritti. Le guerre private possono coinvolgere fino al 7º grado di parentela. Come limitazioni ecclesiastiche alla guerra privata ci sono: la pace di Dio (certe persone e beni devono essere risparmiati dalla guerra; la tregua di Dio (in alcuni giorni specifici la guerra è sospesa).
Come limitazioni laiche alla guerra privata ci sono: la proibizione della guerra tra i laici non nobili; la quarantena del Re; la salvaguardia del Re; il giuramento del Re.

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134
Q

La “Guerra giusta” di San Tommaso

A

È la guerra condotta da un’autorità legittima, per una causa giusta e con una retta intenzione.

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135
Q

La nobiltà

A

Iniziano a diventare nobili coloro che sono armati o comprano un feudo. Tuttavia dal XII secolo si rafforza il criterio ereditario. Il titolo non si compra più acquistando la terra. Per acquisire il titolo è necessaria la nobilitazione da parte del Re, che si riserva la facoltà di farlo. Essere nobili comporta uno status giuridico.

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136
Q

I roturiers

A

Sono uomini liberi che non appartengono né al clero né alla nobiltà. Possono muoversi liberamente e sono soggetti alla giurisdizione del Signore.

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137
Q

Lo sviluppo del commercio nel XI secolo

A

Si aprono nuove vie commerciali lungo il Mediterraneo. Si affermano gli strumenti di credito (es. lettere di cambio e di credito/ acquisti a termine). I banchieri (principalmente italiani) iniziano ad offrire prestiti ad interesse. Si ha una prima forma di capitalizzazione.

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138
Q

L’agricoltura del XI secolo

A

Lo sviluppo demografico porta ad un rinnovamento dell’agricoltura: nuove tecniche e opere di bonifica per rendere la terra più produttiva. Si guadagna un surplus nelle città.

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139
Q

La nascita delle Città

A

I Signori permettono che vengano costruite sulle proprie terre delle nuove città, per dar si che esse vengano coltivate. Gli abitanti delle città sono esenti dai diritti signorili, ma c’è l’obbligo della coltivazione della terra. Si vengono a creare associazioni tra coloro che non sono protetti dal potere politico.

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140
Q

Il movimento culturale

A

Entra in contrasto con il regime signorile in quanto impone nuovi valori, principalmente nel nord Europa.

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141
Q

La Carta

A

I moti comunali esprimono una carta, ossia l’autorizzazione del Signore a poter fondare la nuova città. È formalmente una concessione del Signore, ma in effettivo è un accordo tra Comune e Signore. Sono delle garanzie contro le possibili rivendicazioni del Signore, e possono essere modificate solo con il mutuo consenso di entrambe le parti, quindi attraverso un nuovo accordo.

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142
Q

Il Pariaggio

A

Il potere laico e quello religioso convivono all’interno della Città.

143
Q

Quali sono i diversi tipi di organizzazione cittadina?

A
  • Città di comune: la carta consacra l’associazione dei borghesi. Il comune fornisce un servizio di armata, che p un mezzo di difesa per la città.
  • Città di prevostura: il Signore conserva molte prerogative e poteri. Gli abitanti della città sono ricondotti ad una persona morale.
  • Città di consolato: il governo viene assunto dai consoli e viene ridotto il potere del Signore.
144
Q

I borghesi

A

Sono un nuovo ceto sociale, e non sono né servi, né nobili, né ecclesiastici. Prestano giuramento alla Comune. Il titolo si acquisisce poi per nascita. Il titolo non è personale, ma è legato alla città in cui il borghese ha prestato giuramento.

145
Q

Il Comune in Italia

A

In Italia si trovano diversi tipi di comunali: si parla di “cittadino”, che rimane comunque legato ad una precisa città. Il comune italiano nasce in anticipo rispetto a quelli del resto d’Europa. L’organo interno è l’assemblea, convocata dal vescovo e governate dai conti. Essi vivono fuori dalla città, che viene lasciata nelle mani dei judices, che esercitano la giustizia.

146
Q

Il Vescovo

A

È molto spesso il centro della vita del comune. È difensor civitatis, e il potere vescovile aumenta in rapporto alla diminuzione del potere signorile. Si verrà a formare un governo vescovile, ma il Vescovo si farà aiutare da esponenti della nobiltà.

147
Q

Federico Barbarossa

A

Capisce di star perdendo i diritti sui feudi, che hanno iniziato ad impadronirsi degli jura regalis e che non pagano più le tasse. Non rispettano gli accordi fatti con i Signori/Imperatore. Tuttavia l’imperatore perderà contro i comuni, ma riesce ad inserire i Comuni nella catena feudale.

148
Q

Il comune di Console

A

È una carica elettiva, e i Consoli sono eletti dall’Assemblea generale. Quando entrano in vigore, essi giurano di difendere l’onore della città e della chiesa. Non sono né ecclesiastici, né nobili. Ha il potere di governare, ossia di governare, rappresentare il Comune all’esterno e potere militare. Gli aiutanti del Console sono i gastaldi (riscossione delle imposte), i notai (atti del Comune) e l’assemblea (detiene il potere normativo e costituente)

149
Q

Il comune di Podestà

A

Il podestà è il rappresentante imperiale all’interno delle città. È una magistratura cittadina e ha pieni poteri di giudicatura. Si insedia in città con la sua famiglia. Rimane in carica per un periodo breve. È stipendiato dalla città e il suo operato viene sindacato e controllato. Può andare via solo se avrà agito correttamente. La professione diventa ereditaria per i figli, che imparano il lavoro del padre.

150
Q

Il comune di Popolo

A

Alla ribalta la società d’armi e di mestiere, che aumentano il loro potere. Sono organizzati in magistrature, e impongono un loro rappresentate, ossia il “Capitano del Popolo”. Esso convive con il Podestà e ne condivide la giudicatura e l’amministrazione. Egli è scelto tra i cittadini. Il Consiglio Maggiore si allarga, in quanto riescono a partecipare anche i rappresentanti del basso popolo. Diventerà sempre più difficile governare a causa della grande quantità di soggetti all’interno della vita politica del comune. Si rinuncia spesso alle libertà per favorire la dittatura.

151
Q

Cos’è il “lit de justice”?

A

È il momento in cui il sovrano si distingue nel Parlamento come grado massimo di giustizia e può fare ricorso al potere assoluto.

152
Q

Quali sono i poteri autonomi?

A

Essi sono i poteri tipici della struttura feudale e i poteri impliciti nella struttura federativa della Francia.

153
Q

Quali sono le componenti della “federazione” francese?

A

Esse sono 4: gli Stati, che si riferiscono agli Ordini, un gruppo che ha ricevuto uno statuto, e che comporta un’amministrazione, una giustizia e una polizia speciale; gli Ordini, un fenomeno giuridico e funzionale, e che sono Nobiltà, Clero e Terzo Stato; i Corpi, che si distinguono in corporazioni (corpo in cui il gruppo dirigente e i capitali sono interni al gruppo) e istituzioni (in cui essi sono esterni al gruppo); i Paesi, ossia la divisione territoriale del Regno.

154
Q

Quali sono i tre tipi di Paesi esistenti?

A
  • Paesi d’Etats: in periferia del Regno, in cui gli Stati provinciali hanno autonomia amministrativa e finanziaria.
  • Paesi d’Election: paesi del centro della Francia, in cui l’amministrazione è ripartita tra Officiali locali ed intendenti.
  • Paesi conquis: paesi recentemente conquistati dove domina l’intendente.
155
Q

Cosa sono gli Stati Generali?

A

Esse sono un’assemblea non rappresentativa, che però offre rappresentanza delle componenti della nazione federativa. Sono convocate dal monarca il meno possibile, perché esse possono esprimere lamentele, che poi il sovrano è obbligato a risolvere. Il sovrano trova tre espedienti per non convocare gli Stati Generali: la convocazione avviene per Ordine, quindi ciò ne aumenta la controllabilità; convoca in alternativa le assemblee di notabili, di cui sceglie i membri; proclama il Dixienne/Vinghtienne.

156
Q

Il primo periodo della storia degli Stati generali

A

Dal XIV secolo al 1484. La composizione è di carattere feudale, e vi partecipano i rappresentanti dei feudi, convocati dal sovrano. Dal ‘300 essi possono farsi rappresentare da un mandatario o da un procuratore, ai quali i feudatari delegano il proprio compito. Compare la prima forma di rappresentanza tramite il modello del mandato imperativo. Gli stati si riuniscono per Ordini e discutono l’ordine del giorno separatamente. Si riuniscono insieme per la votazione, che avviene per baliaggio e per Ordini. Dal ‘400 iniziano a rivendicare l’autonoma iniziativa politica, e iniziano a presentare lamentele al re, all’interno dei “quaderni delle lamentele”. Esse riguardano l’amministrazione della giustizia o le riscossioni delle imposte.

157
Q

Il secondo periodo della storia degli Stati generali

A

Dal 1484 al 1614. Approfittano dei momenti di instabilità istituzionale per accrescere il proprio peso politico. Iniziano a riflettere le idee prevalenti nella società, e inizia a proporsi come organo di contrappeso alla centralizzazione. Si trasforma l’organizzazione interna e il metodo di votazione. Vengono comunque convocati dal Re, ma le votazioni vengono distinte per Ordine tranne per le questioni finanziarie.

158
Q

Cosa sono le assemblee di notabili?

A

Sono assemblee composte da persone scelte dal Re, il cui ordine del giorno viene stabilito da lui. I componenti esprimono un semplice parere, che non è vincolante.

159
Q

Cosa sono gli Stati Provinciali?

A

Sono gli Stati Generali ma locali, che vengono convocati nei paesi periferici più autonomi. Sono composti dai rappresentanti degli Ordini e possono votare le imposte e presentare lagnanze al Re.

160
Q

La decadenza delle città

A

Tra XIV e XV secolo il Re inizia ad intervenire nelle città, ponendosi al di sopra delle parti e sopprimendo i comuni o concedendo una Carta. Si assiste così alla decadenza delle città, che non possono imporre tributi e sono soggette alla giudicatura regia.

161
Q

L’unificazione del potere legislativo

A

Il potere legislativo e giudiziario sono connessi, in quanto la giustizia emana dal re, che la delega ai suoi tribunali, e perché il Parlamento acquista il potere di intervenire nell’iter legislativo fino a poterlo bloccare. Tra XIV e XV secolo il Re inizia ad affermare un’unità superiore rispetto alla diversità degli ordinamenti giuridici. Il Re è intenzionato a formare un diritto unico per tutta la nazione, e obbliga i balivi a mettere per iscritto le consuetudini del proprio Baliaggio. Il processo si concluderà solo nel XVI secolo.

162
Q

Com’è organizzato il Parlamento?

A

La Curia in Parlamento ha una delega generale e permanente che gli consente di esercitare il potere giudiziario. Pronuncia quindi decisioni in nome proprio. Inizialmente è monocamerale, ma con l’aumentare delle cause l’organo si suddivide in tre camere: la camera per le attività preliminari; la camera per i casi più urgenti; la camera per i processi penali. Con l’ampliarsi del regno gli affari si modificano ancora, e nasce l’esigenza di riconoscere altre corti sovrane nelle regioni diverse. Nel ‘500 i Parlamenti possono emettere provvedimenti in modo autonomo, che hanno valore solo nella circoscrizioni in cui sono stati emanati.

163
Q

Il diritto di registrazione degli atti

A

A partire dal XIV secolo i Parlamenti iniziano a poter registrare gli atti emessi. Si manifesta così la tendenza del Parlamento a diventare un organo politico. Se un atto non viene registrato, esso non potrà essere trasmesso alle varie corti inferiori al Parlamento centrale. Gli atti indipendenti aumentano, e ciò porta ad un contrasto con il Re.

164
Q

Le giurisdizioni minori

A

La struttura feudale continua ad esistere. Le strutture inferiori sono di competenza dei prevots e dei balivi, che vengono nominati dal Re.

165
Q

Gli organi di centralizzazione

A

La monarchia francese del XV secolo vuole attuare un processo di centralizzazione. Oltre ai balivi compaiono tre cariche distinte dell’amministrazione locale: i luogotenenti, che devono rappresentare il balivo nelle assemblee giudiziarie; i governatori militari, che difendono militarmente il territorio; i luogotenenti generali, ossia dei governatori con ampi poteri.

166
Q

Come viene controllata l’amministrazione?

A

Il controllo dell’amministrazione avviene attraverso gli inquisitori, che vengono mandati in coppia sul luogo per assicurare l’amministrazione della giustizia, o che si stabiliscono in una provincia per svolgere inchieste sull’operato degli Officiali del Regno.

167
Q

Gli intendenti

A

L’istituto nasce alla metà del ‘500, e sono scelti tra i Maitres de requetes, che seguono il re nei suoi spostamenti, redigono le lettere, portano le richieste e gli ordini agli Officiali del Regno. Hanno molti privilegi, soprattutto di carattere patrimoniale, sono commensali del Re e godono di esenzioni fiscali.

168
Q

Le competenze dei Maitres de Requetes

A

Sono numerosissime: ricevono incarichi speciali dal Re, si spostano sul territorio e riferiscono al sovrano i problemi riscontrati nelle province. Tra di loro vengono appunto nominati gli intendenti.

169
Q

L’officio e la commissione

A

Commissione: funzione pubblica delegata temporaneamente e straordinariamente. Il commissario viene nominato tramite una lettera di commissione dal Re, all’interno della quale si trovano i poteri e i limiti del commissario. La funzione decade al di fuori dei limiti fissati.
Officio: funzione pubblica permanente delegata dal Re con lettera di provvisione. Essa individua la persona dell’officiale, non i poteri o gli strumenti da utilizzare. L’Officio è indipendente dal sovrano nell’esercizio delle sue funzioni.

170
Q

La patrimonialità ed ereditarietà degli Offici

A

L’Officio appartiene al Re, quindi è indisponibile. Tuttavia inizia ad essere concesso il diritto di nominare i propri subalterni, e gli officiali iniziano a vendere le cariche inferiori. Dal ‘400 si può applicare la “resignztio in favorem”, in cui il titolare dell’Officio indica al Re il successore, che pagherà per il favore fatto. Il Re inizia a non accettare la venalità degli Offici, ma il fenomeno si diffonde in ogni caso. Il Re moltiplica gli Offici, in quanto sono diventati strumenti per poter moltiplicare ed incrementare le entrate dello Stato. Nel XVI si inizia ad affermare l’ereditarietà degli Offici.

171
Q

Cos’è il sistema di ereditarietà imperfetta?

A

Pagando un’assicurazione annuale, è possibile tramandare l’incarico a qualcuno che è stato precedentemente designato.

172
Q

L’unificazione militare

A

Il Re costituisce inizialmente un’armata regia accanto all’armata feudale. Il reclutamento è volontario, e anche i nobili partecipanti vengono comunque stipendiati ed equipaggiati dal Re. Si viene a creare un’armata permanente che andrà a specializzarsi e a distribuirsi su tutto il territorio. Nasce poi un’armata nazionale, una fanteria di roturiers, sempre ad arruolamento volontario. I mercenari vengono finanziati tramite le imposte di chi non vuole combattere. Si ha l’espropriazione del potere militare dei nobili.

173
Q

L’economia nel XV/XVI secolo

A

È il settore più carente dal punto di vista dell’organizzazione, in quanto la monarchia non riuscirà mai totalmente a razionalizzarlo. I ceti privilegiati sono esentati dalle imposte, e gli organi di raccolta delle imposte sono locali e succubi dei Signori. Gli officiali tassano maggiormente i ceti più poveri. Il XVI secolo è caratterizzato dall’espansione economica e commerciale del continente, con una relativa pace interna, l’incremento di entrate e ricchezze statali, scoperte geografiche e sviluppo del commercio e dell’industria, sviluppo del settore redditizio. I banchieri appoggiano gli Stati e li finanziano e l’economia è libera dall’intervento dello Stato. Lo Stato deve assicurare la pace, la giustizia e il benessere materiale dei sudditi. Nasce il capitalismo statuale, il cui scopo è sviluppare la potenza dello Stato.

174
Q

L’interventismo dello Stato nel campo economico

A

Il governo del XVI tende sempre di più ad intervenire in campo economico e commerciale. Vengono create imprese statali per nuove lavorazioni con personale specializzato, e si vengono a creare i monopoli di Stato. Nascono le banche di Stato, che offrono prestiti in favore della monarchia. L’economia vigente è quella del mercantilismo, secondo cui la ricchezza dello Stato sta nell’accumulo di disponibilità di moneta e di oro nelle casse dello Stato. Si favorisce l’importazione e sfavorisce l’esportazione. È una politica protezionistica. Le industrie sopravvivono solo grazie all’intervento statale.

175
Q

L’età dell’assolutismo in Francia

A

Tra il XVI e il XVIII secolo si ha un generale rafforzamento del governo statuale di carattere monarchico, ossia dell’assolutismo. Si vede un’emancipazione delle figure di vertice, ossia i monarchi, da una serie di restrizione di origine medievale.

176
Q

In che periodi si può dividere l’assolutismo?

A
  • Iº periodo: XVI secolo, con un’organizzazione progressiva della macchina amministrativa con organi centrali, periferici, di consenso e giudiziari.
  • IIº periodo: XVII secolo, massima perfezione dello Stato amministrativo francese, in cui la nazione viene assorbita dallo Stato.
  • IIIº periodo: XVIII secolo, senza nessun grande cambiamento istituzionale, in cui si afferma un ideale di governo razionale e illuminato. L’individuo viene visto come portatore di diritti innati e naturali.
177
Q

I limiti della monarchia assoluta

A

Non sono limiti esterni, ma è il monarca stesso che disciplina con essi il proprio operato. Le leggi fondamentali sono norme consuetudinarie che riguardano la successione alla corona e il regime del demanio regio. Il potere del Re si trasmette per via ereditaria maschile. Si usa quindi la legge Salica. Il potere spetta al primogenito e può essere assunto anche in caso di minore età o di infermità da parte del Re, attraverso il Reggente come consigliere. Il Re non può modificare la legge di successione secondo la sua volontà, in quanto la Corona non è proprietà del Re. In Francia solo un principe cattolico può essere Re.
I beni del sovrano sono indisponibili e non appartengono al Re, quindi non possono essere soggetti a vendita o a donazione. Sono beni imprescrittibile, quindi non è possibile comprarli.

178
Q

Cosa ha favorito la Monarchia assoluta?

A

L’alleanza tra re e borghesia, le guerre tra gli Stati europei, la necessità di un potere forte e centralizzato d l’eliminazione/l’indebolimento delle istanze concorrenti hanno favorito il successo e l’affermarsi della monarchia assolutista. Gli Stati Generali vengono convocati l’ultima volta nel 1614, ma già prima di questa data le convocazioni avvenivano molto di rado.

179
Q

Il conflitto tra la monarchia e il Parlamento

A

Si ha una pretesa assolutistica da parte del Re, che si scontra con la pretesa di indipendenza dei Parlamenti, che volevano fare gli interessi della nazione. Il Parlamento centrale di Parigi prova ad imporre il veto agli editti del Re.

180
Q

Le fasi del conflitto

A

Sono 6:

  • Iª fase, con la riduzione notevole del ruolo dei parlamenti.
  • IIª fase, con l’opposizione parlamentare contro il potere monarchico. Il Re deve concedere la Carta delle Corti sovrane, con la soppressione degli intendenti.
  • IIIª fase, con la reazione monarchica e la revoca delle concessioni della seconda fase. Diminuisce l’autonomia del Parlamento e aumenta l’obbedienza ai decreti monarchici.
  • IVª fase, in cui il nuovo reggente chiede l’intervento del Parlamento come arbitro nelle diatribe sul testamento di Luigi XIV. Il Parlamento ottiene pieno diritto di veto.
  • Vª fase, in cui il cancelliere Maupéou proibisce la solidarietà dei Parlamenti e limita il diritto di veto. Il Parlamento di Parigi si dimette, così come le altre corti minori. Maupéou esilia gli ufficiali e riorganizza l’organizzazione giudiziaria, sostituendo il Parlamento.
  • VIª fase, in cui Luigi XVI ristabilisce l’organizzazione.
181
Q

La posizione della Chiesa nell’assolutismo

A

Viene negata l’autorità illimitata del papa sulle cose spirituali. Avviene la separazione del potere temporale da quello spirituale e si nega il potere del papa sulle proprietà e sulla disciplina della Chiesa Gallicana. Si vede l’interventismo statale anche nei settori riservati precedentemente alla Chiesa.

182
Q

Quali sono le prerogative fondamentali del Re?

A

Ha una natura sovraumana, in quanto rappresenta Dio in terra; giura di difendere il bene dello Stato, che è anche il bene comune; il bene dello Stato coincide con il volere del Re; la monarchia è un diritto divino, quindi il Re viene consacrato; è irresponsabile in ogni ambito e l’esercizio della regalità è libera da vincoli e limiti.

183
Q

Gli organi dell’amministrazione centrale

A
  • I grandi ufficiali;
  • I segretari di stato: prima scelti personalmente dal Re con competenza su base territoriale e si occupano degli affari interni e delle impose; poi si specializzano per materia, con competenza nell’amministrazione territoriale; si specializzano poi per funzioni e iniziano a perdere di importanza, in quanto diventano dipendenti dal Controllore Generale delle Finanze; infine arrivano a ricoprire un ruolo marginale durante la Polisinodia, che li accusa di abuso di potere. Ritornano poi alle piene funzioni all’inizio del ‘700, e uno di essi si specializza come Primo ministro con specifiche competenze economiche;
  • Il sovrintendente e il controllore generale delle finanze: inizialmente si alternano ma poi il Controllore riesce a sostituire il Sovrintendente, ottenendo poteri estesi approvati dal Re.Controlla l’amministrazione e la politica economica. Durante la Polisinodia (1715-1720) il Controllore viene sostituito da un Consiglio di finanza. infine ricompare il Controllore, con la direzione generale delle finanze e dell’economia;
  • I consigli: il Consiglio del Re è molto esteso e comprende un grande numero di personale tecnico. Si occupa di questioni politiche. Altri consigli sono il Consiglio degli affari (questioni più importanti), il Consiglio Stato (rapporti con le province), il Consiglio delle parti (giustizia personale del Re), il Consiglio delle finanze (gestione finanziaria del regno).
184
Q

I consigli del regno di Luigi XIV

A

Il Gran Consiglio ha competenza generale e accentra tutte le funzioni. Ha competenza generale, competenza nel procedimento legislativo ed opera come suprema corte d’appello. Si articola in tre Consigli specializzati:

  • il Consiglio dall’alto, molto ristretto con competenza per l’alta politica;
  • il Consiglio dei dispacci per l’amministrazione interna del regno;
  • il Consiglio delle finanze, con competenza in politica finanziaria.
185
Q

Chi si oppone al potere assoluto del monarca?

A

Gli Officiali, i nobili (con la Polisinodia dal ‘15 al ‘20), gli operai e i contadini, gli intellettuali.

186
Q

Cos’è la Polisinodia?

A

È un periodo che va dal 1715 al 1722. In seguito alla morte di Luigi XIV si verificano conflitti interni ai partiti di Corte per la reggenza di Filippo d’Orléans. Il Parlamento lo appoggia, e ottiene in cambio il pieno diritto di veto e riafferma il suo ruolo di custode delle leggi fondamentali del regno e di rappresentanza della Nazione. Si ha un ripristino della nobiltà al vertice degli affari pubblici. Essa fallisce nel ‘22, per la mancanza di competenza tecnica e di metodi antiquati per la risoluzione dei problemi politici. Viene ripristinato il sistema dei Consigli di Luigi XIV e dei Segretari di Stato.

187
Q

La Repubblica di Venezia

A

Nasce dalla fuga delle popolazioni dell’area lagunare dalle invasioni barbariche. Ogni isola ha un proprio dux militium, che organizza la difesa. Dal IX secolo tutte le isole fanno capo all’isola di Rialto e viene eletto un unico Doge.

188
Q

Chi è il Doge

A

Il Doge è una figura istituzionale carismatica, che viene legittimato dalla diretta investitura popolare. Ha poteri notevoli, ma la carica non è ereditaria. Alla sua morte, infatti, viene eletto un nuovo Doge dall’assemblea popolare.

189
Q

I Consilia

A

Sono i rappresentanti della nobiltà veneziana e rivendicano l’elezione del Magistrato supremo. Nel XII secolo il popolo inizia ad essere escluso dalla diretta partecipazione alla vita politica. Al Doge rimane un potere formale.

190
Q

Il Maggior Consiglio

A

Rivede i criteri di appartenenza all’organo politico di Venezia, e stabilisce che solo chi ha da sempre fatto parte del Consiglio avrebbe potuto avere discendenti all’interno dell’Organo. Si ha quindi una cristallizzazione del potere nella mani di un numero ristretto di famiglie. Non ci sono nuovi nobili. Viene tolta al popolo la popolo la possibilità di eleggere il Doge.

191
Q

I poteri del Doge

A

Ha poteri limitati e giura su un documento che contiene le regole sulla sua persona, sui suoi poteri e sulla sua autorità. Alla morte di ogni Doge la Promissione (il documento) viene corretta e aggravata. Vengono istituite due Magistrature ad hoc dai nobili: i correttori della Promissione ducale e gli inquisitori sopra il Doge defunto.

192
Q

I nobili

A

Il potere risiede nelle mani del Gran Consiglio. Esso ha il potere legislativo, di revoca dei provvedimenti degli altri Consigli, di distributiva. È il giudice supremo e i suoi membri sono vitalizi.

193
Q

Il Libro d’Oro

A

Viene istituito un libro che elenca i nomi di tutte le famiglie nobili della Repubblica di Venezia, ovviamente dopo opportuni controlli. Si hanno contrasti tra le famiglie nobili, e la politica è instabile.

194
Q

Il Consiglio dei Dieci

A

È un tribunale eccezionale e provvisorio, diventato poi giudice esclusivo e definitivo della nobiltà. I Dieci vengono nominati entro l’oligarchia e si occupano degli affari più delicati dello Stato.

195
Q

La Crisi

A

Il Consiglio dei Dieci serve a difendere il numero ristretto di famiglie nobili e ricche che controllano il potere fino all’occupazione napoleonica del 1797.

196
Q

La costituzione inglese

A

È una costituzione consuetudinaria. Il modello è interpretativo, individualistico e statalista. La rappresentanza è privatistica.

197
Q

Il Parlamento

A

Le assemblee alto medievali e barbariche sono i progenitori dei parlamenti odierni. Non sono organi legislativi e non esprimono una rappresentanza. Inizialmente è una riunione in cui sono presenti il re e i suoi consiglieri, a cui sono presenti soggetti con rilevanza giuridica e politica. Si parla quindi di pre-parlamenti/proto-parlamenti.

198
Q

La Magna Charta

A

È una rivolta contro l’élite ristretta di aristocratici, ed ha carattere privatistico. Afferma le libertà negative e il principio del “No taxation without representation”.

199
Q

L’origine della Magna Charta

A

I normanni combattono contro gli anglosassoni e cercano di assicurarsi la loro fedeltà concedendogli diritti. Iniziano ad emergere le prive elementari forme di rappresentanza. Si definisce una fisionomia precisa dell’assemblea, che opera come corpo unitario. Le sue deliberazioni obbligano tutti coloro che ne fanno parte. Compare una rappresentanza dei “comuni” e si riconosce l’affiancarsi di questa comunità ai signori feudali.

200
Q

Equilibrio/collaborazione tra i poteri, non separazione

A

Idea del King in Parliament. La stabilità e l’azione del governo andranno a collegarsi sempre di più all’appoggio del parlamento. Si crea una forma di governo parlamentare.

201
Q

Il Costituzionalismo

A

Si fa strada l’idea che debbano esistere dei limiti formalizzati all’esercizio del potere. Il Costituzionalismo è l’impianto di limitazioni legali del governo, in contrapposizione con l’idea di governo arbitrario e dispotico.

202
Q

The king in parliament

A

Il Re partecipa alle sedute del Parlamento, del quale fa parte. Si ha un governo misto: Camera dei Commons, Camera dei Lords, rappresentanti eletti. L’esecutivo e il Parlamento interagiscono, e si crea un rapporto tra i due: la stabilità di governo dipenderà dal suo rapporto con il Parlamento. Compare il governo parlamentare, che si basa sulla fiducia data dal Parlamento per poter funzionare.

203
Q

Il Parlamento del 1295

A

Ha notevoli dimensioni ed è eterogeneo. È diviso in tre parti: nobili, clero e commoners. Il clero tende però ad isolarsi in assemblee proprie. A partire dal XIV secolo il Parlamento sarà composto dai Lords e dai Commons.

204
Q

Come si evolve il Parlamento

A

Iniziano ad essere concepiti come una realtà istituzionale che è a tutti gli effetti una componente del sistema, al di là delle singole occasioni in cui viene chiamata ad operare. Vengono consolidate delle regole sulla composizione e sulla convocazione dell’assemblea, e le sue riunioni diventano sempre più periodiche. Non ha ancora la funzione legislativa.

205
Q

Il ruolo politico del Parlamento

A

La corona inglese si piega a concessioni al Parlamento, per ottenere mezzi economici e militari. Il Re non può più tassare senza prima aver avuto l’approvazione dell’assemblea. I Comuni possono ora svolgere inchieste sull’amministrazione regia, e arriveranno a controllare i conti pubblici e i processi penali nei confronti dei ministri del re (impeachment). Il Parlamento arriva ad opporsi alle pretese tiranneggianti del re, affermandosi così come il rappresentante “of the people of the Kingdom”.

206
Q

Il Parlamento durante il regno di Enrico VIII

A

Si forma la chiesa anglicana, e il re si fa dichiarare capo supremo dal Parlamento. Il Re produce atti normativi necessari per poter costituire la nuova chiesa, sciogliere gli ordini religiosi e incamerare i loro beni. Si ha il passaggio del Parlamento da Corte di giudicatura a organo legislatore. I beni degli ecclesiastici vengono ripartiti tra i piccoli proprietari, e si forma la “gentry”.

207
Q

Il regno di Bloody Mary

A

Si ha una politica interna di restaurazione del cristianesimo. C’è una repressione dei protestanti e vengono utilizzati metodi autocratici antiparlamentari.

208
Q

Il rengo di Elisabetta I

A

Collabora con il parlamento sia in materia religiosa che in materia di politica estera. Viene riconosciuta la funzione politica delle camere.

209
Q

Il regno di Carlo I e Giacomo I

A

Si ha una rivoluzione repubblicana. Si rivendicano i privilegi e le garanzie del parlamento. Carlo I governa senza parlamento per tre e poi per undici anni: è lui che lo convoca. Con il “Petition of Rights” si riafferma il principio del consenso delle camere per l’imposizione di tributi e condanne. Si ha lo “Short Parliament”, che dura solo un mese, e poi il “Long parliament”. Con il “Triennial Act” si obbliga il sovrano a convocare il parlamento almeno ogni tre anni, con una convocazione automatica in caso di non rispetto dell’atto. L’assemblea si può sciogliere solo con il suo stesso consenso.

210
Q

Il Colpo di stato regio

A

Segue una guerra civile, dove la frazione degli Indipendets, ossia quella più radicale del parlamento, capitanata da Oliver Cromwell, conquista la vittoria finale e si vota per la decapitazione del re. La Gran Bretagna viene proclamata “Free Commonwealth”, quindi una Repubblica.

211
Q

La dittatura di Cromwell

A

Cromwell diventa dittatore militare, e scioglie il parlamento. Assume il titolo di “Lord protettore del Commonwealth” e, alla sua morte, il figlio Riccardo non mantiene a lungo il potere. I ceti portanti della società inglese richiamano gli Stuart, con Carlo II. Viene quindi restaurata la monarchia, su un atto del parlamento che potrà autoconvocarsi.

212
Q

Giacomo II

A

Carlo II promette di governare in accordo col parlamento, anche se molte volte ciò non viene rispettato. Si viene a creare un’atmosfera di sospetti e tensioni. Alla sua morte subentra Giacomo II, che ha programmi di restaurazione dell’assolutismo e del cattolicesimo. Si arriva alla “Glorious Revolution”. Successivamente il parlamento offre la Corona a Guglielmo d’Orange.

213
Q

Il Bill of Rights

A

È un documento che fornisce un’immagine moderata della rivoluzione. Il protagonista è un parlamento riunito senza convocazione regia. Con la rivoluzione, il sistema appare fondato sulla fonte di legittimazione del parlamento. I Lords e i Comuni dichiarano di costituirsi insieme in piena e libera rappresentanza della Nazione. Viene quindi escluso il “King in parliament”.

214
Q

La teoria della separazione dei poteri

A

Elaborata la John Locke e Montesquieu. Rappresenta una garanzia dei diritti e delle libertà.

215
Q

Le diverse concezioni della separazione dei poteri

A

Tripartizione classica: legislativo, esecutivo e giudiziario.
Bipartizione costituzionale: legislativo-esecutivo.
Teoria costituzionale che include il potere neutro: potere esterno alla tripartizione, a cavallo della tripartizione, potere del custode della Costituzione e di moderatore politico.

216
Q

Il potere costituente e costituito

A

Potere costituente: una tantum, cessa di esistere una volta esaurito il suo compito. Ha una legittimazione eccezionale.
Potere costituito: definito e contenuto nella Costituzione. Non è possibile intervenire su di essi.

217
Q

Il potere di revisione costituzionale

A

È necessario per garantire durevolezza alla costituzione, che può così adattarsi al cambiamento. Può prevedere una procedura aggravata. È importante porre dei limi alla revisione, per preservare i fondamenti della costrituzione.

218
Q

Verfassung e konstitution

A

Verfassung: forma di ordinamento politico in un determinato periodo. È la costituzione in senso materiale.
Konstitution: è un concetto ideale, che si riferisce ad un contenuto ideologico ottocentesco elaborato dalla borghesia nella sua lotta contro la monarchia. È la realizzazione storica della Verfassung.

219
Q

Costituzione materiale

A

È il risultato dell’organizzazione delle forze sociali ordinate in un sistema di interessi e di fini. Le forze politiche e la realtà sociale determinano i principi organizzativi e funzionali essenziali per la vita di un ordinamento.

220
Q

Il Mercantilismo

A

È la teoria economica secondo la quale uno stato può provvedere in modo autosufficiente a tutte le sue necessità, senza dover dipendere da altri, attraverso lo sfruttamento economico dei possedimenti coloniali da cui estrarre ricchezza o con cui commerciare. Le colonie sono quindi fonti di approvvigionamento di materie prime e ricettrici di prodotti finiti.

221
Q

La struttura pre-rivoluzionaria delle colonie

A

Il modello commerciale è privatistico.
Propriaetorship: concessioni semifeudali a favore dei singoli proprietari. Il governatore e il consiglio sono di nomina regia. Le assemblee locali sono spontanee ed è presente una sostanziale omogeneità con il dualismo della Gran Bretagna. Il Parlamento e la corona rimangono quelli inglesi, con la rappresentanza virtuale di Burke. Le leggi coloniali vengono sottoposte ad un sistema di controllo per via giudiziaria e si afferma nella cultura l’idea della revisione giudiziaria della legge.

222
Q

La rottura con la madrepatria

A

Durante il Regno di Giacomo II si ha un primo tentativo di accentramento del potere sulle colonie. Con la Glorious Revolution il tentativo va in stallo. Si ha una paralisi governativa nelle colonie. Con Giorgio III aumenta il controllo inglese, soprattutto nella tassazione: si riserva il commercio delle popolazioni indigene solo verso l’Inghilterra, una più rigorosa applicazione di dazi e misure restrittive per il contrabbando, truppe sparse sul territorio coloniale. Si permette alla Compagnia delle Indie Orientali di smerciare sul mercato americano tramite il monopolio virtuale sul mercato del tea nelle colonie.

223
Q

Il peggioramento della situazione

A

Vengono emanate leggi dal governo inglese chiamate “intollerabili”, che vanno a modificare il senso autoritario della carta del Massachussets, il governatore militare, limita le garanzie giudiziarie. Le colonie reagiscono con un primo Congresso continentale (Filadelfia, 1774) e con un primo scontro armato. Si arriva ad un secondo Congresso a Filadelfia, dove si riconoscono i diritti degli inglesi d’America. Si ha una chiusura da parte del governo inglese e il Congresso si ribella, aprendo i porti al commercio con paesi terzi. Le colonie arrivano a darsi costituzioni indipendenti.

224
Q

La Dichiarazione d’indipendenza

A

4 luglio 1776, ma è un processo molto lungo ed articolato.

225
Q

La Convenzione di Filadelfia

A

55 delegati nominati dai legislativi di 12 stati, per una richiesta di un governo centrale più forte. Si arriva ad avere un governo centrale forte con un sistema di governo che si fonda sul “double security system” e che conferisce un potere straordinario al Presidente e al Senato. Il governo si fonda sulla separazione dei poteri e sul “check and balances”, quindi sul controllo reciproco tra gli organi di governo centrale e organi statuali e periferici. Si mantiene vivo il principio del “No taxation without representation”: i coloni si qualificano come “britishmen” e pretendono la rappresentanza virtuale. Si verifica però un deficit rappresentativo. Si arriva quindi allo scontro con il Parlamento inglese, non con la monarchia.

226
Q

La dichiarazione d’indipendenza

A

Non è una Costituzione. Si dichiarano principi e voleri. Si raggiunge una soluzione confederale. Il popolo deve istituire un nuovo governo che si ponga sulla base di questi principi. Si deve garantire la sicurezza e la felicità. Si strutturano i poteri come garanzia contro la tirannia.

227
Q

Articolo 1

A

Il Congresso è composto da due Camere, e può legiferare con opportuni provvedimenti. Gli stati non possono intrattenere relazioni diplomatiche indipendenti, entrare in guerra, battere moneta, emettere banconote.

228
Q

Articolo 2

A

L’esecutivo è monocratico e forte, ed è individuato nella persona del Presidente degli Stati Uniti. È eletto a legittimazione popolare indiretta e non può essere sfiduciato, tranne che tramite impeachment. Non può sciogliere le Camere, ma può bloccarne gli atti con un veto, che è superabile dalla maggioranza dei 2/3 dei componenti. Il mandato dura 4 anni.

229
Q

Articolo 3

A

Il potere nazionale giudiziario è in mano alla Corte Suprema e alle corti federali subordinati. Si riconosce la clausola di supremazia di: costituzione, leggi federali e trattati internazionali, che sono riconosciuti come legge suprema degli Stati Uniti.

230
Q

Forma di governo americano

A

È un governo presidenziale, e l’amministrazione è organizzati in dicasteri a direzione monocratica. Viene costituito un segretario di Stato e dei ministri per la giustizia e per il tesoro. Vengono ingaggiati dei collaboratori del presidente, che vanno a formare una sorta di “Consiglio”.

231
Q

Premesse della rivoluzione francese

A

È presente un deficit rappresentativo, con sempre meno convocazioni degli Stati Generali. Dal Terzo stato provengono delle richieste di modifiche. L’ultimo periodo della monarchia francese è caratterizzato dall’illuminismo e dal liberalismo.

232
Q

L’illuminismo

A

Origina nella riflessione filosofica e scientifica del Rinascimento e della Riforma. Esalta l’esperienza come fonte di conoscenza e il raziocinio come modo unico ed universale di conoscenza. Viene criticata la politica delle istituzioni dell’Antico regime.

233
Q

Il razionalismo

A

Viene criticato ciò che non è razionale. Vengono compiute delle riforme per correggere i difetti dell’antico regime, con la richiesta di un ordinamento giuridico che garantisca all’individuo la concezione di portatore di diritti innati e inalienabili.

234
Q

Il liberalismo

A

È la dottrina economica che sostiene la terra come fonte principale di ricchezza, difesa della proprietà privata e libero scambio.

235
Q

La crisi economico-sociale

A

Si avvia un processo di recessione del sistema economico, che culmina in una crisi generale. Si verificano successivamente piogge e inondazioni, e subito dopo delle carestie. I prezzi triplicano e ciò colpisce maggiormente le classe più deboli. Si creano movimenti di opposizione alla monarchia e alle riforme, e si creano conflitti tra ceti sociali. Nelle campagne si percepisce un sentimento di insofferenza verso i privilegi dei signori feudali. Il re è costretto al lit de justice, ma non riuscirà a piegare la resistenza dei Parlamenti, che conducono una campagna diffamatoria ai danni del Re. La monarchia si fa carico di un’istanza razionalizzatrice, che contrasta la difesa parlamentare. L’alleanza con la borghesia cade, e la corona cerca l’appoggio della nobiltà, inimicandosi la parte attiva della Nazione.

236
Q

L’inizio della rivoluzione

A

Si passa dagli Stati Generali all’Assemblea Nazionale Costituente. La politica inizia ad essere vista come una professione e si divide il lavoro sociale. La Nazione è formato da leggi comuni, dal diritto naturale ed è rappresentato da un ordinamento legislativo. È un corpo che ha vita propria. La legge è espressione della volontà generale, che si esprime tramite la rappresentanza del legislativo.

237
Q

Le prime fasi della rivoluzione

A

Domina l’ideologia della sovranità nazionale, dove nessuno è titolare di un potere proprio, ma ogni funzionario esercita un potere delegato dalla Nazione e la rappresenta. La rivoluzione si estende alle amministrazioni locali, che vengono rovesciate e sostituite con amministrazioni rivoluzionarie. Queste sono portatrice di un’idea federativa dal basso. Non è ancora presente una costituzione. Nasce la Comune di Parigi, che rappresenta il filone democratico. Vengono convocati gli Stati generali nel 1789, e si forma l’Assemblea nazionale costituente. Viene abolita la feudalità e poi viene pubblicata la Dichiarazione dei diritti.

238
Q

La Costituzione civile del clero

A

Nel 1790 si adotta la Costituzione civile del clero: i beni ecclesiastici vengono requisiti e assegnati poi alla popolazione. I vescovi iniziano ad essere eletti dal popolo e il clero viene stipendiato dallo Stato. Il Papa viene escluso dalla direzione della Chiesa.

239
Q

La cattura del Re

A

Nel giugno del ‘91 il Re fugge e viene catturato. A settembre viene pubblicata la costituzione. La decapitazione di Luigi XVI avviene il 21 gennaio del 1793

240
Q

La Dichiarazione dei diritti

A

Chi viola le sue disposizione è sanzionabile. È composta da 17 articoli, dedicati alla libertà, alla proprietà e alle libertà attive. Si afferma che la sovranità risiede nella Nazione.

241
Q

La Costituzione del 1791

A

Il Re non è re di Francia, ma dei francesi, ed è il primo funzionario dello Stato. Gli viene assegnata la lista civile, ossia una somma di denaro da parte del Parlamento per permettergli di mantenersi nel lusso. Il Re non è più il proprietario dello Stato. Il Re ha potere esecutivo, si occupa della sicurezza esterna, della promulgazione e pubblicazione delle leggi, nomina i funzionari di stato e si occupa di ratificare i trattati. Per ogni suo atto è necessaria la controfirma ministeriale. Il Parlamento è monocamerale. Non c’è un regime parlamentare. I Giudici sono eletti dal popolo. La suddivisione dei poteri si organizza in una bipartizione. Si distingue tra cittadini attivi e passivi: Sieyes afferma che benché tutti abbiano i diritti, solo alcuni hanno i mezzi per esercitarli. Si segue un sistema censitario. La revisione costituzionale è possibile solo dopo tre legislature consecutive. Vengono soppresse le antiche corti giudiziari.

242
Q

Elezione della Convenzione

A

Assemblea costituente eletta col sistema costituzionale del ‘91, senza distinzione tra cittadini attivi e passivi. Il suffragio è universale, con la soglia a 21 anni. Solo il 10% degli aventi diritto al voto votano. I deputati sono ostili alla monarchia, e la loro prima misura è quella di abolire la monarchia. Si dichiara che la Repubblica è una e indivisibile.

243
Q

La Costituzione del 1793

A

Progetto di 402 articoli, di cui si discute ampiamente. Si sollecita l’invio di suggerimenti, critiche e richieste di costituzione da parte dei cittadini. Si arriva ad un testo di 124 articoli, molto avanzato democraticamente. Questa Costituzione non sarà mai applicata. Stabilisce la formazione di un’assemblea monocamerale a suffragio universale maschile non censitario.

244
Q

Il Governo dei Comitati

A

Sono 21, e due di loro accentrano il potere: Comitato di Salute Pubblica e il Comitato di Sicurezza nazionale. Si ha una dittatura dell’assemblea, con un periodo denominato “Terrore”. Trionfa la Ragion di Stato, in cui lo stato può sopprimere le libertà personali, la libertà di stampa, etc, in caso di necessità.

245
Q

Il periodo del Terrore

A

Si utilizza la forza per instaurare l’uguaglianza. Lo stato è autoritario, e di fronte ad esso nessuno ha garanzie. La rivoluzione, fatta per combattere il potere assoluto, arriva a creare un potere statale ancora più centralizzato. Vengono prese misure estreme in campo fiscale. Questo periodo finisce con un colpo di mano del 9 Termidoro con la decapitazione di Robespierre. Viene soppressa la Comune e viene abolito il tribunale rivoluzionario.

246
Q

Il problema delle “leggi organiche”

A

Sono le leggi che mettono in funzione la mai applicata Costituzione del 1793. La Convenzione rimane l’unico organo legale in funzione ed è quindi anche l’organo costituente. Si forma una nuova commissione, che porta ad una regressione a prima del periodo Terrore. Si contesta l’utilità di una Dichiarazione dei diritti. La sovranità spetta solo ai cittadini che pagano un’imposta diretta, ma i cittadini non hanno più iniziativa legislativa.

247
Q

La Costituzione dell’anno III (1795)

A

377 articoli, stabilisce il suffragio censitario, basato su proprietà e istruzione. L’assemblea è bicamerale, con due camere pressoché equipotenti. Si ha il Consiglio dei 500 e il Consiglio degli Anziani (250). I primi preparano la legge, i secondi l’approvano/la respingono. L’esecutivo è affidato ad un Direttorio di 5 membri eletti dal legislativo. La presidenza spetta a turno.

248
Q

Il Direttorio e i suoi poteri

A

Ha poteri notevoli: controlla l’esecuzione delle leggi e di nomina dei commissari. Sono circa i poteri del monarca.

249
Q

Il potere giudiziario e di revisione costituzionale

A

I giudici dovrebbero essere indipendenti, ma i Direttori possono nominarne dei sostituti. Il vertice dell’apparato giudiziario è la Haute Cour. La revisione è possibile con il parere favorevole di 3 legislature.

250
Q

Il “potere neutro” secondo Sieyes

A

È revisore della costituzione e giudice di equità naturale.

251
Q

La stabilità della Costituzione

A

Si attua un provvedimento che obbliga la convenzione ad eleggere tra i propri membri il 66% dei membri della successiva legislatura.

252
Q

La Costituzione dell’anno VIII

A

Le elezioni sono diventate molto frequenti, in quanto si vuole rafforzare l’esecutivo. Tuttavia avviene un colpo di stato, con la successiva instaurazione di tre consoli: Sieyes, Bonaparte e Roger Ducos. Vogliono creare una nuova costituzione, senza la creazione di un’assemblea costituente. Viene discussa in sede privata da una ristretta équipe. Il progetto iniziale di Sieyes prevede la fiducia che proviene dal basso, mentre il potere dall’alto, con la divisione interna del legislativo. La costituzione sarà priva di istante ideologiche, in quanto è una semplice opera di tecnica costituzionale. Non c’è una dichiarazione dei diritti, in quanto essi sono contenuti brevemente solo nel Titolo Primo.

253
Q

La struttura della Costituzione

A

È una costituzione breve e flessibile. Prevede tre consoli, ma solo uno dei tre è il vero depositario del potere. Il legislativo si divide in Consiglio di Stato, Tribunato e Corpo legislativo, Senato. I giudici dovrebbero essere eletti, ma in pratica sarà Napoleone a nominarli. Non sono previste procedure di revisione costituzionale.

254
Q

Le liste di fiducia

A

Si basa sul principio per cui la fiducia viene dal basso, mentre l’autorità dall’alto. I cittadini aventi i pieni diritti politici eleggono il 10% tra loro, e gli eletti confluiscono nelle liste di fiducia. Gli eletti scelgono a loro volta il 10% tra di loro, formando liste di fiducia nazionale.

255
Q

La Costituzione dell’anno X

A

È elaborata da Napoleone. Stabilisce il consolato a vita. Il Senato vede l’ampliarsi dei suoi poteri, ma viene subordinato all’arbitrio del Primo Console. Il Consiglio Privato è un organo affiancato al senato, che può sospendere la costituzione ed elabora i progetti di revisione costituzionale.

256
Q

La Costituzione dell’anno XII

A

Napoleone viene proclamato “Imperatore dei francesi” e il suo potere diventa ereditario. Il Consiglio di Stato diventa il fulcro della produzione legislativa. Il Senato conserva le funzioni assegnategli dalla Costituzione dell’anno X, ma viene integrato dai “principi francesi” e da altri membri nominati da Napoleone. Viene istituita un’Alta Corte per i crimini contro lo Stato e due Commissioni delle libertà per raccogliere denunce.

257
Q

La “Fictio Iuris”

A

È la tecnica con cui vengono elaborate delle norme seguendo determinati principi, ma che poi si discostano dai principi stessi: lo Stato francese è una Repubblica, che però viene affidata all’Imperatore; il suffragio universale maschile è sempre disatteso.

258
Q

L’amministrazione

A

Viene completamente riorganizzata da Napoleone, che porta a compimento i tentativi di riforma amministrativa che nelle fasi della Rivoluzione avevano avuto poco successo.

259
Q

L’amministrazione locale e periferica

A

In ogni Dipartimento viene posto un Prefetto, che ha pieni poteri e competenze nell’amministrazione. Nomina gli amministratori inferiori. Presiede il Consiglio di Prefettura.

260
Q

La nuova circoscrizione territoriale

A
  • Arrondissement: governato dal Sotto-Prefetto nominato dal Capo dello Stato, che deve eseguire gli ordini del Prefetto.
  • Cantone: circoscrizione elettorale e giudiziaria.
  • Comune: quelli piccoli vengono fusi tra loro. Sono retti dal Sindaco e dal Consiglio municipale.
    È presente un rappresentante del governo ad ogni livello amministrativo.
261
Q

La Polizia

A

È lo strumento principale del governo, e viene controllata dal Ministero di polizia generale. Il territorio è diviso in Arrondissements di Polizia, che fanno capo ad un Consigliere di Stato. Una rete di spie copre la Francia.

262
Q

La giustizia

A

L’amministrazione della giustizia è organizzata secondo il principio di gerarchia e centralizzazione e secondo il sistema delle nomine governative. I giudici non sono indipendenti.

263
Q

Le finanze

A

Per risanare la disastrosa situazione finanziaria, napoleone istituisce tre strumenti:

  • Amministrazione finanziaria efficiente con l’istituzione di un Ministero delle finanze e del Tesoro pubblico.
  • Sviluppo delle imposte dirette grazie ad un Catasto.
  • Miglioramento del credito dello Stato grazie al risanamento della moneta e all’istituzione della Banca di Francia.
264
Q

I “Cento Giorni”

A

Napoleone torna dall’isola d’Elba e a Lione promette una nuova costituzione. È necessario instaurare un sistema simile alla Carta del 1814. Il Compito di stendere la carta viene affidato a Benjamin Constant, liberale. Per questo motivo si scontra con Napoleone in alcuni punti. La Costituzione viene approvata e promulgata.

265
Q

Gli elementi di novità dell’Ottocento

A

Nazionalismo, dove si ha la concezione di “nazione” rivoluzionaria.
Capitalismo ed economia di mercato.
Nuove fonti di energia, macchine a vapore ed elettricità.
Teorie socialiste ed allargamento del suffragio.

266
Q

La forma istituzionale della Restaurazione

A

Monarchia costituzionale. È una via di transizione ai governi parlamentari.

267
Q

Octroi

A

Concessione: la monarchia si appropria dell’arma costituzionale, in quanto il re “concede” una costituzione, rafforzando così la propria legittimazione ideologica. C’è un’assenza del potere costituzionale.

268
Q

L’irresponsabilità regia e la responsabilità ministeriale

A

Si lega alla figura sacra ed inviolabile del monarca.

269
Q

La votazione e approvazione del bilancio

A

È ciò che impedisce al re di fare a meno delle Camere. Si afferma il diritto delle camere di votare e discutere il il bilancio dello Stato.

270
Q

La Carta del 1814

A

76 articoli, in cui vengono garantiti la libertà di opinione, di stampa, di uguaglianza davanti alla legge. Al re rimane solo il potere esecutivo, con le prerogative regie classiche. Esercita il potere legislativo insieme alle Camere. C’è un bicameralismo. Non ci sono regole di revisione costituzionale.

271
Q

La seconda restaurazione

A

Divisa in tre fasi: prevalenza della destra, con la Camera che mostra appoggio per la monarchia; il governo dei costituzionali, con Luigi XVIII che governa all’inglese; soppressione delle libertà con Carlo X, con diverse applicazioni della costituzione materiale.

272
Q

Mezzi indiretti per realizzare il governo parlamentare

A
  • Adresse: diritto delle camere di supplicare il re di proporre una legge;
  • Petizioni dei cittadini: diritto dei singoli di avanzare richieste, ma è possibile farlo solo per iscritto;
  • Legge finanziaria e discussione sul budget: diritto di contestare un’imposta;
  • La solidarietà governativa: manifestazione pratica della responsabilità ministeriale, richiede l’omogeneità politica dei ministri.
273
Q

Il Regime elettorale

A

Nessuno ormai supporta il suffragio universale, in quanto viene associato alla violenza rivoluzionaria. Si poggia il regime su chi può assicurare ricchezza e cultura: chi ha più di 30 anni e guadagna 300 franchi.

274
Q

I partiti politici

A

Tre grandi schieramenti parlamentari:
- il ceto costituzionale, realisti moderati che vogliono la protezione della Carta e la stabilizzazione del quadro delle libertà;
- gli ultras, favorevoli alla monarchia patriarcale di diritto divino.
- gli indipendenti, della sinistra liberale, avversi sia ai Borboni che alla Chiesa.
Nel biennio 1815-1816 il pensiero degli ultras e degli indipendenti coincide sulla responsabilità ministeriale.

275
Q

Il regno di Carlo X

A

Egli cerca di tornare allo spirito iniziale della Carta, in quanto vuole raggiungere una monarchia costituzionale pura. Sono anni di governo sempre più accentrato e conservatore. In seguito all’assassinio politico del duca di Berry viene chiamato al governo l’ultras Jules de Polignac. La maggioranza dell’assemblea è però moderata e Carlo scioglie l’assemblea. Le elezioni favoriscono una maggioranza moderata rinforzata, ma il re non tiene conto dei risultati.

276
Q

Le 4 ordinanze del 25 luglio del 1830

A

Vengo soppresse le libertà di stampa; viene sciolta la camera e vengono modificate le leggi elettorali; vengono fissate le date per i collegi elettorali e la convocaizone delle camere.

277
Q

La reazione

A

La stampa reagisce pesantemente: Adolphe Thiers attacca il regime. Ne segue un’insurrezione popolare armata (Tre giornate gloriose). C’è la volontà di sostituire i Borbone con gli Orleans.

278
Q

La Rivoluzione del 1830

A

Condotta dai liberali moderati, contrari a Carlo X. La Carta del ‘30 è identica a quella del 1814, con la differenza nella concezione che presiede la sua elaborazione: non è più una concessione del monarca, ma è un patto con la Nazione. Il Re è il re dei Francesi. Il trono rimane vacante, perché non ci si può appellare alla legittimità dinastica. Luigi Filippo viene chiamato al trono dai deputati. Non è quindi il popolo ad eleggere il Re. Il re perde il diritto di sospendere la legge. L’iniziativa legislativa è condivisa con le camere e le sedute diventano pubbliche. Vengono modificate le leggi elettorali: possono votare gli uomini con più di 25 anni e che guadagnino almeno 200 franchi.

279
Q

Il periodo orleanista

A

Si divide in due fasi: l’instabilità dal ‘30 al ‘40; l’immobilismo dal ‘40 al ‘48. Regna la disorganizzazione. Si ha l’instabilità di governo fino al governo di Guizot, che riuscirà a creare una maggioranza. Si raggiunge una linea politica definita. Si creano nuovi mezzi di controllo delle Camere: interpellanza, questione di fiducia e diritto di scioglimento, che però non porta mai a mutamenti nell’assemblea. Si ha la mancanza di maggioranze che sostengano il governo.

280
Q

Il regno di Luigi Filippo

A

Egli entra direttamente negli affari politici. La Carta pone re e Camera sullo stesso piano: sono i due centri d’impulso della vita politica. Il governo è legato ad entrambi: è un regime dualista. L’equilibrio dipende dai rapporti di forza tra re e camera. Il monarca opera in prima persona nell’ambito politico-istituzionale. È un anticipazione del regime semiparlamentaristico francese ordierno.

281
Q

Il vizio del sistema orleanista

A

La corruzione tra i deputati funzionari. Il governo dispone del potere di vincolare i deputati, nominandoli ad impieghi e controllandoli con promesse di promozione. o minacce di licenziamento. Si hanno contestazioni dalla sinistra, ed è solo con il governo di Guizot che la reazione al fenomeno prende un’estensione considerevole: si hanno due proposte di riforma, ma entrambe falliscono. Si creano posizioni più radicali: si richiede il suffragio universale e si vuole avere miglioramenti sociali. Viene vietato un “banchetto” a Parigi, e i tumulti che seguono porteranno ad una nuova rivoluzione.

282
Q

Il Congresso di Vienna

A

Olanda e Belgio creano un nuovo Stato: il Regno dei Paesi Bassi, che fa propria la Costituzione olandese. Si ha un’iniziale soddisfazione dei belgi, finalmente sottratti al potere francese. Tuttavia, il Belgio inizia ad essere considerato come un accrescimento dell’Olanda. Si crea il problema politico della rappresentanza paritaria. Si attua una politica di soffocamento della nazionalità belga, con una persecuzione della stampa di opposizione, un’educazione organizzata e gestita dallo Stato, l’imposizione dell’olandese come lingua ufficiale del regno. Si ha un maggiore sviluppo industriale in belgio, mentre l’Olanda rimane caratterizzata da un’economia agricola.

283
Q

La ribellione belga

A

L’opposizione belga si divide in due fazioni: il partito liberale e il partito economico. I due gruppi riescono a formare un’intesa per la difesa delle libertà locali. Nel 1830 si verifica la rivoluzione di luglio, con ripercussioni a Bruxelles. Si hanno numerosi tentativi di aprire un dialogo con il Re, in quanto i belgi vogliono conseguire l’autonomia amministrativa. La Corona invia l’esercito per sedare la rivolta, che però si conclude a favore dei rivoltosi. Si viene a creare un governo provvisorio, con la dichiarazione che le province del Belgio sono ormai “distaccate dall’Olanda”. Si viene a costituire uno Stato indipendente, con la convocazione di un Congresso nazionale. Viene istituita una Commissione per la redazione di una Costituzione. Viene eletta una Camera degli Stati generali. Il sistema è fortemente censitario. Le correnti della nazione sono presenti al Congresso, in cui i cattolici e i liberali si trovano rappresentanti in modo equilibrato. Il 18 novembre 1830 viene votata al Congresso l’indipendenza del Belgio. Si decide di optare per la monarchia costituzionale, eleggendo Leopoldo di Sassonia Coburgo.

284
Q

La Costituzione belga

A

139 articoli, divisa in due parti principali: posizione dei cittadini all’interno dello Stato; organizzazione dei poteri pubblici. Della disciplina dei diritti si occupa principalmente il Titolo II: libertà di opinione, di riunione, di culto, di lingua, di stampa. Si vedono le caratteristiche tipiche della repubblica in un governo monarchico. Per l’organizzazione dei poteri pubblici ci si ispira al modello francese, e si ha anche la volontà di imitare l’esperienza inglese. Il Titolo III stabilisce che i poteri emanano dalla nazione e sono esercitati nei modi stabiliti dalla costituzione. Tutti i poteri sono sottomessi al volere della nazione: sono poteri costituiti.

285
Q

Il legislativo

A

L’iniziativa legislativa è condivisa dal Re e dalle Camere. Il Senato diventa elettivo, con senatori con età superiore ai 40 anni e reddito alto. Il Senato diventa un organo moderatore.

286
Q

Il monarca

A

Ha il potere esecutivo, che può essere esercitato solo nei modi stabiliti dalla Costituzione. C’è una netta separazione dei poteri. Si vuole garantire l’inviolabilità della persona del Re, grazie alla responsabilità ministeriale. Nessun atto regio è valido senza la controfirma. Il Ministro si pone tra il monarca e la legge. Il Re può convocare straordinariamente le Camere, e può scioglierle singolarmente o contemporaneamente. I regni belgi sono stabili e duraturi: tra il 1831 e il 1993 si sono susseguiti solo 5 monarchi. Leopoldo I ha sfruttato i propri legami dinastici a scopo diplomatico; Leopoldo II ha condotto una politica coloniale personalistica; Alberto I e Leopoldo III si sono trovati di fronte ai dilemmi e i drammi dei conflitti mondiali.

287
Q

Il pensiero di Arendt Lijpard

A

La teoria classificatoria degli anni ‘50 identifica due tipi fondamentali di democrazia: la democrazia continentale e la democrazia anglosassone. Arendt Lijpard ribalta l’impostazione basandosi sulla storia delle democrazie costituzionali belga, olandese e svizzera. L’articolazione culturale risiede nella stabilità democratica di questi Paesi. Sviluppa quindi il modello maggioritario e il modello consensuale di democrazia.

288
Q

Fine del XIII secolo in Svizzera

A

Ci sono tre comunità a sud-est del Lago di Lucerna, che si legano in mutua tutela per difendersi dalle usurpazioni dei feudatari nobili, ossia i Conti d’Asburgo. Le popolazioni giurano di prestarsi mutua assistenza e di non accettare influenze estranee. Altre comunità si legano alle tre originarie. È diffusa la pratica della democrazia diretta. I Cantoni non simpatizzano con la rivoluzione francese.

289
Q

La Svizzera

A

Viene costituita una Repubblica Elvetica, che è una e indivisibile, suddivisa in Cantoni. La costituzione adottata è simile alla Costituzione francese dell’anno III. I Cantoni sono posti sotto un controllo di Prefetti. Il potere esecutivo viene affidato ad un Direttorio di 5 membri. Il potere legislativo è esercitato da un Parlamento bicamerale.

290
Q

L’insurrezione dei Cantoni primitivi

A

Il Primo Console sopprime la Costituzione, annunciando la volontà di mediazione tra le parti. A Parigi viene convocata una Consulta di rappresentanti delle correnti politiche del Paese e dei Cantoni. Viene promulgato un Atto di mediazione, che contiene le costituzioni dei singoli Cantoni. Contiene inoltre un Atto Federale, ossia una costituzione dell’unione federativa dei Cantoni.

291
Q

Le costituzioni cantonali

A

Possono essere divise in tre gruppi:m quelle fondate sulla democrazia diretta; quelle sul sistema rappresentativo cetuale; quelle sul sistema rappresentativo moderno. Il potere cantonale è debole. Il potere esecutivo spetta al “Landammano”, che è il massimo organo esecutivo. I cantoni ogni anno si avvicendano il ruolo di cantone guida. Si riconosce la Svizzera come potenza indipendente, con una garanzia per la Costituzione federale: i Cantoni non sono sovrani, e non possono stringere alleanze con potenze straniere. Anche in seguito alla caduta di Napoleone si conserva l’unione federale. Vengono presentati nove progetti di costituzione.

292
Q

Il Patto federale del 1815

A

È un trattato internazionale, in cui i Cantoni, come Stati sovrani, si alleano tra di loro e pongono una base giuridica di un’organizzazione alla quale affidano la cura delle relazioni esterne ed interne. Si crea un vincolo federale allentato. Vige il principio di garanzia reciproca tra le costituzioni Cantonali: i Cantoni sono posti sotto lo stesso piano d’uguaglianza formale. Viene abolito il Landammano e il potere esecutivo si indebolisce. Si ha la mancata individuazione di un luogo fisso in cui riunirsi. La Dieta (organo legislativo) si sposta ogni due anni in uno dei tre Cantoni Direttori. La presidenza della Dieta spetta al capo dell’esecutivo del Direttorio ospitante.

293
Q

Il Patto federale

A

Da una struttura organizzativa al potere.

294
Q

Il periodo della Rigenerazione

A

Si ha un abbassamento del tono della vita politica confederale, con un risveglio della coscienza liberale nella borghesia e nel ceto contadino. La trasformazione industriale comporta conseguenze demografiche e politiche, e si diffonde anche nel ceto proletario. Si afferma progressivamente un movimento radicale e democratico, che si afferma con insurrezioni armate. Il territorio viene diviso in undici Canoni. Si chiede la garanzia dei diritti individuali di libertà civile e l’elettività dei corpi legislativi. Vengono approvate nuove costituzioni cantonali con votazione popolare, e si ha l’esigenza del vincolo federale. Viene stipulato il “Concordato dei sette” (Cantoni), per garantire le nuove costituzioni. Si nomina poi una commissione per la revisione costituzionale.

295
Q

Le riforme ecclesiastiche

A

Vengono poi adottate riforme ecclesiastiche, con un malcontento dei cantoni cattolici. Viene soppresso l’ordine dei gesuiti. Lucerna si lega segretamente con sei Cantoni conservatori, in una lega poi dichiarata illegale da una Dieta straordinaria. Si ha una breve guerra civile, dove la nuova lega viene sconfitta: si ristabilisce l’unità politica.

296
Q

La nuova Costituzione

A

È necessario il consenso unanime dei Cantoni. Per l’approvazione è necessaria una doppia maggioranza: dei Cantoni e dei cittadini. Si vede quindi la partecipazione cittadina alla vita democratica.

297
Q

La Costituzione del 1848

A

Stabilisce che la Confederazione ha il compito di stabilire l’indipendenza della Patria contro lo straniero, di mantenimento della pace interna e della tutela delle libertà e dei diritti. la sovranità spetta al popolo e ai Cantoni. I Cantoni possono esercitare tutti i diritti e le competenze non esplicitamente delegati al potere federale. Le costituzioni cantonali devono essere accettate dal popolo, e devono prevedere una procedura di revisione. I Cantoni non possono stipulare alleanze con altri Cantoni o Stati. È presente la libertà di culto.

298
Q

La struttura istituzionale

A
  • Assemblea federale: compiti nelle relazioni internazionali e nella sicurezza esterna dello Stato; garanzia per le costituzioni cantonali.
  • Consiglio Nazionale: eletto dall’intero popolo. Il diritto di voto (attivo e passivo) spetta a tutti i cittadini laici dopo i 20 anni.
  • Consiglio degli Stati: composto da due deputati per Cantone.
    I due consigli hanno pari poteri nel procedimento legislativo, nell’elezione delle cariche federali; nelle deliberazioni della competenza dell’assemblea.
  • Consiglio federale: suprema autorità federale, ha vita propria e un potere autonomo.
  • Presidente federale: rappresentanza formale, è un primus inter pares.
  • Tribunale federale: giudica i ricorsi contro gli atti legislativi, amministrativi e giudiziari delle autorità cantonali lesivi dei diritti costituzionali dei cittadini.
299
Q

La revisione costituzionale

A

La costituzione può essere modificata in qualsiasi momento tramite una richiesta di revisione. Si lascia la decisione al referendum e, in presenza di un risultato positivo, si sciolgono i Consigli. Al termine del processo di revisione il testo deve essere sottoposto al voto popolare e dei Cantoni.

300
Q

Le caratteristiche della Costituzione del 1848

A

Maggiore accentramento; estensione dei diritti di libertà civile e dei diritti politici dei cittadini; laicità dello stato e lotta contro il cattolicesimo politico. Si ha quindi la tendenza centralistica dei radicali e dei democratici, con la resistenza dei sostenitori del principio confederale. Si riconosce l’autonomia cantonale. Nel 1999 è stato poi approvata una nuova Costituzione attraverso Referendum.

301
Q

La Francia del ‘48

A

Si verifica una rivoluzione a Parigi, divisa in due fasi: la prima di forte influenza socialista e progressista, con la volontà di garantire i diritti sociali; la seconda con una svolta moderata e la repressione delle derive radicali e socialiste.
Viene istituita una costituente repubblicano-moderata.

302
Q

La Costituzione francese del 1848

A

116 articoli. Il Presidente viene eletto a suffragio universale per 4 anni, ed è rieleggibile solo dopo 4 anni. Ha iniziativa legislativa, dispone delle forze armate anche se non le controlla direttamente. Negozia e ratifica trattati internazionali, che però necessitano dell’approvazione della Camera. Ha il diritto di grazia e di promulgare le leggi. Ha potere di nomina e revoca dei ministri, ma non può sciogliere la Camera.
I ministri, così come il presidente, sono ritenuti responsabili, ma non si specifica verso chi e in che modo.

303
Q

La revisione costituzionale

A

Deve avvenire in seguito a tre deliberazioni successive a maggioranza qualificata di 3/4, a distanza di un mese. SI convoca poi un’assemblea di revisione, tenuta a modificare il testo costituzionale in tre mesi.

304
Q

Il primo presidente eletto

A

Luigi Napoleone Bonaparte è il primo presidente della repubblica francese. Alle elezioni si raggiunge un risultato frammentato, e ciò da vantaggio politico a Napoleone. Egli romperà con il parlamentarismo, formando un nuovo governo. Cerca di garantire (senza successo) la sua immediata rielezione. Compie allora un colpo di Stato, preannunciando una nuova costituzione, che avrebbe stabilito un esecutivo con un capo eletto per 10 anni, l’assemblea legislativa eletta a suffragio universale a collegio uninominale, con una seconda Camera di personaggi notabili.

305
Q

La nuova costituzione

A

Viene redatta da pochissimi uomini. Crea un esecutivo forte, affidato a Napoleone III. Il legislativo è esercitato collettivamente dal Presidente e dal Parlamento, ma solo il Presidente ha l’iniziativa legislativa e il potere di veto assoluto. Il Senato è composto da membri a vita o nominati dal Presidente. Ha ruolo di “conservatore della costituzione”. Viene istituito il Consiglio di Stato.

306
Q

Il regime di Napoleone III

A

Viene ristabilita la dignità imperiale, e si utilizzano le regole di successione dinastica contenute nella Costituzione dell’anno XII. Sarà un regime autoritario lungo otto anni.
Dal 1859 la maggioranza inizia a disgregarsi. Napoleone è costretto a cercare l’appoggio dei liberali, compiendo delle riforme e delle concessioni. Si ottengono nuove aperture: il Senato viene considerato un’assemblea legislativa con sedute pubbliche. Ci si avvicina nuovamente ad un regime parlamentare. Il capo dell’opposizione viene poi incaricato di formare un governo entro la maggioranza della Camera. Viene poi scritta una nuova costituzione, in cui viene stabilito che l’imperatore governa con il concorso dei ministri, definiti responsabili.
In seguito alla battaglia persa in Sedan si ha la fine della costituzione del ‘48 e del Secondo Impero, con l’avvio della Terza Repubblica.

307
Q

Dopo la sconfitta in Sedan

A

A Parigi si forma un governo provvisorio, con la proclamazione della Repubblica. Si firma poi l’armistizio con la Prussia. Si fissa l’elezione di un’assemblea nazionale per decidere se concludere la pace, ma non si precisa se essa dovrà poi produrre una costituzione. I repubblicani vogliono proseguire con il conflitto, ma sono in minoranza. L’armistizio si trasforma in accordo di pace. Adolphe Thiers viene posto a capo dell’esecutivo. Si stabilisce che sarebbe stato necessario redigere una nuova costituzione.

308
Q

Il governo di Thiers

A

La maggioranza è monarchica, ma Thiers è un repubblicano moderato. Si ha un’insurrezione che si oppone all’Assemblea e al governo repubblicano. Il governo compie una repressione cruenta e Thiers si dimostra in grado di governare. Ma i contrasti tra il capo dello Stato e l’assemblea porteranno alle dimissioni di Thiers. Il fronte monarchico non è compatto e non riesce ad imporre la Restaurazione. Viene eletto Patrice Mac-Mahon come presidente e la Repubblica si consolida.

309
Q

Le tre leggi costituzionali del 1875

A

Il presidente della repubblica è eletto a maggioranza assoluta dalle camere in assemblea nazionale. Ha potere di sciogliere la Camera, mentre il Senato non può essere sciolto. Vengono dati ampi poteri al presidente, che non ha responsabilità se non per alto tradimento. Alle Camere viene assegnato il potere di revisione costituzionale. Il Senato viene eletto a suffragio indiretto e ha lo stesso potere legislativo della Camera. È garante degli interessi conservatori.
La repubblica riesce a consolidarsi, con la maggioranza repubblicana alla Camera. Si ha una debole maggioranza monarchica al Senato. Mac-Mahon entra in conflitto con la Camera, e si dimette. Viene sostituito da un repubblicano. I repubblicani vogliono abolire il Senato.

310
Q

Il governo a Vichy

A

In seguito all’invasione nazista di Parigi il governo francese si divide in due tendenze: il trasferimento del governo in Africa per continuare la guerra; la necessità di un armistizio perentorio. Il ministero presenta le dimissioni, in quanto non vuole chiedere l’armistizio. L’incarico di capo dell’esecutivo passa a Pétain. Il governo stabilisce la sua sede a Vichy, conservando la sovranità in una piccola zona della Francia.

311
Q

Il regime di Vichy

A

Due fasi:
- dal ‘40 al ‘42 Pétain dispone dei pieni poteri.
- dall’aprile al novembre del ‘42 viene chiamato al potere il filo-nazista Lavala, a cui Pétain delega i poteri.
Viene convocato il Parlamento per adottare una revisione costituzionale: il primo progetto viene rifiutato al Senato, e un secondo progetto viene presentato dal Senato stesso.

312
Q

La revisione

A

Vengono affidati i pieni poteri al capo dello Stato, a cui viene affidato anche il potere di promulgare una nuova costituzione. Vengono abdicati i poteri dell’assemblea nazionale in favore di Pétain e del governo. La Costituzione entra in vigore senza l’approvazione popolare. Non viene fissato il termine de governo di Pétain. vengono poi promulgati atti costituzionali con cui il capo dello Stato si conferisce pieni poter di governo e di esercizio del potere legislativo: si viene a delineare un regime autoritario e monocratico. Si stabilisce che il Parlamento si potrà riunire solo su convocazione del Capo dello Stato.

313
Q

Perché i francesi non si ribellano?

A

Pétain è sentito dall’opinione pubblica come lo scudo contro il dilagare nazista. Inoltre, la destra guarda Pétain come l’individuo che avrebbe potuto salvare la Francia dal parlamentarismo.

314
Q

La “Révolution nationale”

A

Tentativo di ritorno alle tradizioni dell’Antico Regime: “Lavoro, famiglia, nazione”, con la ramificazione nella società civile della rudimentale organizzazione della gioventù. Dilaga l’antisemitismo anche in Francia.

315
Q

Consiglio di Conferenza (Regno Sabaudo)

A

Anello di congiunzione tra Antico Regime e Stato costituzionale. Viene convocato dal Re, che ne può variare anche la composizione. Il Re dirige i lavori del Consiglio e può discostarsi dalle loro deliberazioni. Compare per la prima volta in seguito a un Regio Biglietto del 1815, e in esso intervengono segretari per gli affari esteri, per gli interni, per la guerra e le finanze, ecc… Le riunioni vengono annunciate a cadenza settimanale, quindi gli viene conferito l’aggettivo “permanente”.

316
Q

La concessione dello Statuto Albertino

A

È fondamentale il ruolo del Consiglio di Conferenza nella concessione. Esso è composto da 7 ministri, un segretario e 10 notabili. Carlo Alberto propende verso una concessione moderata. Si ha una composizione straordinaria del Consiglio, in quanto viene composto da membri aggiuntivi, le cui considerazioni influiranno sul prodotto finale. Decisivo è il ministro dell’interno Giacinto Borelli, che considera la concessione dello Statuto come il “male minore”: farebbe decidere loro i temi da trattare e non lascerebbe spazio alle rivolte popolari. Lo Statuto verrà elaborato in un tempo molto breve, ispirandosi alle costituzioni francesi del ‘14 e del ‘30 e alla costituzione belga del ‘31.

317
Q

Il sistema statutario

A

C’è continuità macro-istituzionale, un’estensione dello Statuto a livello nazionale e il rifiuto della soluzione costituente. La continuità con il regno Sabaudo si vede anche dalla conservazione numerale di Vittorio Emanuele. Si formano gruppi regionali e si applica il sistema elettorale piemontese. C’è una lunga fase di governo della Destra Storica, ma Destra e Sinistra hanno ormai molti tratti in comune.

318
Q

La struttura costituzionale fascista

A

Mussolini sceglie di tenere in atto il dialogo con il capo dello Stato. Si ha una diarchia, un totalitarismo imperfetto. Il 24 giugno 1924 si verificano le elezioni con la legge Acerbo, che si basa su un forte premio di maggioranza. Vince il “Listone”, che comprende componenti di diversi partiti.

319
Q

Le leggi fascistissime

A

Sono le leggi dirette a trasformare il regime, e comprendono le leggi sul corporativismo, sull’inquadramento della gioventù e sull’istruzione, le leggi antisemite.

320
Q

La libertà di stampa

A

La direzione dei giornali dipendono dall’autorizzazione prefettizia. Il prefetto può anche “diffidare” per notizie false o pericolose per il regime. Dopo due diffide veniva revocato il materiale contrario all’ordinamento. È vietato mettere in commercio e comprare materiale contrario all’ordinamento dello Stato. Il giornalismo è un servizio pubblico, non un diritto di libertà.

321
Q

La libertà di associazione

A

Si distinguono le riunioni pubbliche da quelle private. Non sono permesse le associazioni segrete ed è necessario il consenso delle autorità. Non si possono formare dei partiti politici.

322
Q

Libertà di circolazione e di soggiorno

A

Il cittadino può essere obbligato a risiedere in una colonia o in un comune.

323
Q

Le attribuzioni e le prerogative del Capo del Governo, del Primo ministro e del Segretario di Stato

A

Il presidente del Consiglio diventa primus inter pares e viene cancellato il principio della collegialità. Viene nominato dal re ed è responsabile solo verso di lui. Si esclude la fiducia parlamentare. Nessun oggetto può essere sottoposto all’ordine del giorno delle Camere senza l’approvazione del primo ministro. I ministri sono indeboliti, in quanto sono privati del diritto di contribuire alla determinazione dell’indirizzo politico. Viene attribuita all’esecutivo la facoltà di emanare le norme per decretare l’organizzazione ed il funzionamento dello Stato e dell’ordinamento. Ha anche il potere di emanare decreti legge e decreti legislativi. Si concentrano i dicasteri sotto il controllo di Mussolini, senza attività collegiale.

324
Q

La difesa dello Stato

A

Viene reintrodotta la pena di morte, il divieto di costituzione, propaganda e di adesione ai partiti, con sanzioni speciali: revoca cittadinanza, confisca dei beni, ecc… Viene istituito un giudice speciale per la difesa dello Stato. I Giudici sono subordinati al governo.

325
Q

Il Gran Consiglio del Fascismo

A

Organo supremo che coordina e integra le attività del Regime. È presieduto da Mussolini ed è composto dalle massime autorità dello Stato. Forma la lista dei candidati da cui il Re può scegliere il successore di Mussolini, ma non è vincolante. Il parere del Gran Consiglio è invece vincolante quando si tratta delle questioni costituzionali.

326
Q

Il Concordato del 1929

A

Si riconosce la sovranità della Chiesa sul Vaticano. La religione di Stato è quella cattolica, viene insegnata obbligatoriamente a scuola, la separazione Stato Chiesa viene meno in materia matrimoniale e di giurisdizione. Si stabilisce il risarcimento della Santa Sede da parte dell’Italia per la perdita dello Stato della Chiesa.

327
Q

Le corporazioni

A

Previste nella disciplina dei rapporti di lavoro. Vengono istituite con decreti del Capo del governo e sono presiedute da un ministro/sottosegretario del Partito fascista. Sono 22.

328
Q

La Camera dei Fasci e delle Corporazioni

A

Collaborano con il governo per la formazione delle leggi.

329
Q

Il Senato

A

C’è una massiccia immissione di nuovi senatori nel ‘25. L’appartenenza al Partito fascista diventa poi una prerogativa obbligatoria per la nomina a senatore.

330
Q

Il referendum del 1946

A

Le elezioni si tengono il 2 giugno del ‘46, a suffragio universale anche femminile. Si era raggiunta un’intesa con i partiti antifascisti con il Patto di Salerno. Umberto II era stato nominato Lungotenente del Regno in seguito all’abdicazione di Vittorio Emanuele III. Viene meno la Camera dei Fasci e delle Corporazione. Il governo dispone del potere legislativo: viene emanata nel giugno del ‘44 una sorta di costituzione provvisoria. Venne poi modificata in una seconda costituzione provvisoria, con cui si decideva che la forma istituzionale dello Stato sarebbe stata decisa dai cittadini, non dalla Costituente come si era precedentemente deciso. Il referendum voa per la repubblica.

331
Q

L’Assemblea costituente

A

Composta da 556 membri, provenienti da tutti i partiti rinati dopo il fascismo. Si assiste poi ad un “congelamento” della Costituzione, in quanto l’assemblea pecca di spirito di rinvio. È importante il compromesso tra le forme conservatrici e quelle riformatrici di sinistra.

332
Q

Il periodo costituente

A

Si ha un forte spirito collaborativo tra gli esponenti politico-culturali delle ideologie marxista, cattolica e laico liberale.

333
Q

La prima Commissione Forti

A

La prima Commissione Forti è un organo voluto dal governo Bonomi nel ‘44 per poter porre le basi per una riforma radicale della pubblica amministrazione, per poter poi riformare lo Stato.

334
Q

La seconda Commissione Forti

A

Più numerosa e con maggiori poteri. Ha compiti di studio ed inchiesta sui problemi della strategia istituzionale. È un organo tendenzialmente tecnico, che non deve elaborare uno schema della costituzione, ma raccogliere materiale di diritto costituzionale da sottoporre all’organo costituente. È suddivisa in cinque sottocommissioni.

335
Q

I progetti

A

Istituire un equilibrio tra gli organi fondamentali per favorire il legislativo, organo rappresentativo dei nuovi valori. Solo la legge deve essere lo strumento atto a disegnare il nuovo impianto della pubblica amministrazione.

336
Q

Il modello amministrativo

A

La Commissione elabora un programma di riforma alternativo al vecchio sistema tradizionale franco-piemontese. Questa nuova forma burocratica si fonda sull’idea di “gruppo di servizi” attuata nell’interesse collettivo. Si pone la persona al centro dell’interesse del legislatore e si alleggerisce il peso dello Stato sulla società civile.

337
Q

La Commissione dei 75

A

Il presidente dell’assemblea è Saragat, che ha il compito di redigere il nuovo testo e sottoporlo all’approvazione dell’Assemblea. È suddivisa in tre Sottocommissioni:
- la prima è composta da 18 membri e presieduta da un commissario, si deve occupare dei diritti e dei doveri dei cittadini;
- la seconda è composta da 38 membri, si occupa dell’ordinamento della Repubblica e ha il compito di trovare il giusto equilibrio tra i valori dello Stato;
- la terza è composta da 18 mebri e si occupa della politica economica e sociale delle forme di intervento dello Stato per un’equa distribuzione della ricchezza.
Il loro lavoro viene filtrato da un Comitato di redazione di 18 membri.

338
Q

I compiti della Costituente

A

Funzionamento dell’Assemblea e determinazione dell’organizzazione dei poteri pubblici durante la sessione; elaborazione e approvazione dell’atto costituzionale.

339
Q

La Germania dopo la fine della Prima guerra mondiale

A

Si creano disordini, divisioni e focolari di rivoluzione. Le sinistre si accordano per formare un governo, con il compito di convocare un’Assemblea Nazionale Costituente. I contrasti si fanno più aspri, e il partito socialdemocratico indipendente ritira i rappresentanti dal governo. Si arriva ad una rivolta, che rappresenta il tentativo di trasformare uno sciopero generale in insurrezione armata. Ciò offre al governo la possibilità di compiere una dura opera di repressione. I leader socialdemocratici sono l’unica forza organizzata nel paese, e sono contrari ad una rivoluzione di tipo sovietico: vogliono compiere una democratizzazione del sistema politico senza smantellare le strutture militari e civili del vecchio Stato. Si ha una convergenza tra i capi socialdemocratici e gli esponenti della vecchia classe dirigente.

340
Q

Elezioni per l’assemblea costituente

A

Elezioni a suffragio universale. i socialdemocratici si affermano come il partito più forte, senza però raggiungere una maggioranza. Stringono un accordo con i Cattolici del Centro, e si affermano come secondo partito tedesco. Si ha un governo di coalizione socialdemocratica. Si parla di “democrazia contrattata”. Si ha una frammentazione partitica. Nasce così la Repubblica di Weimar. Verrà però associata all’umiliazione del trattato di Versailles, in quanto la responsabilità venne addossata alle sinistre e ai parlamenti socialdemocratici, che avevano spinto a raggiungere delle trattative.

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La Costituzione di Weimar

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Si divide in due parti:

  • La prima parte prevede un modello avanzato di democrazia parlamentare, in cui il parlamento viene eletto per quattro anni con suffragio universale. Il Reichstag deve presentare e attuare le leggi confermate dall’Assemblea dei rappresentanti dei Länder. La costituzione attribuisce all’esecutivo i poteri su rapporti nazionali e internazionali. Il potere giudiziario è indipendente e soggetto solamente alla legge.
  • La seconda parte riguarda i diritti e i doveri dei cittadini.
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Il Presidente della Repubblica

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Eletto con voto diretto dei cittadini. Nomina il capo del governo e i ministri dei Reich, che necessitano della fiducia parlamentare. Il presidente può sciogliere le Camere. Può sottoporre al corpo elettorale ogni progetto di legge con cui non si trovi d’accordo e il corpo elettorale può presentare al parlamento delle richieste tramite petizioni popolari. Il presidente non può essere perseguito penalmente solo in seguito all’approvazione del parlamento.

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L’articolo 48

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Il presidente può costringere con la forza i Länder ad adempiere a ciò che detta la costituzione, prendendo le misure necessarie per ristabilire l’ordine e la sicurezza pubblica. Può sospendere le libertà civili e assumere i pieni poteri se necessario. È questo articolo che consentirà ad Hitler di assumere i pieni poteri.

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La seconda parte della Costituzione

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È dedicata ai diritti e ai doveri fondamentali dei cittadini. Si equipara la posizione della donna a quella dell’uomo. Si stabiliscono nuovi principi di libertà, che sono la manifestazione dell’autonomia individuale. Vengono stabilite delle restrizioni ai diritti pre-esistenti, per garantire l’eguaglianza. Si estendono i diritti dell’ambito individuale a quello della collettività. Ha un carattere di “compromesso”, che deriva dall’eterogeneità dell’assemblea.

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La revisione costituzionale

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2/3 dei deputati devono essere presenti ed è necessaria la maggioranza dei 2/3. Se la revisione è di iniziativa popolare è necessario un referendum che raggiunga la maggioranza. In caso di contrasto tra Parlamento e l’Assemblea dei rappresentanti allora sarà richiesto il voto popolare.

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La fine della repubblica di Weimar

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Alle elezioni del 1920 il partito socialdemocratico tedesco subisce una forte sconfitta, e cede il governo ai Cattolici del Centro. I governi di coalizione iniziano a pagare le prime rate del debito di guerra cercando di non imporre cambiamenti drastici sulle tasse e sulla spesa pubblica. Sono costretti ad aumentare la stampa di carta moneta e aumenta l’inflazione. La Francia e la Gran Bretagna mandano truppe nella Ruhr, zona più ricca e industrializzata della Germania: si ha una resistenza passiva, con il tracollo dell’economia tedesca. Si forma un governo di grande coalizione. Nel ‘23 si verificano due colpi di stato: uno a Monaco (Hitler e Ludendorf) e uno ad Amburgo (putsch rivoluzionario marxista). in seguito all’entrata della Germania nelle Nazioni Unite, l’Usa inizia ad intervenire nell’economia: riduce l’entità delle riparazioni di guerra, graduandone il pagamento. la Grande Depressione del ‘29 sconvolge i fragili equilibri difficilmente raggiunti, e si ha una radicalizzazione della vita politica e sociale. Nasce il partito nazionalsocialista, guidato da Adolf Hitler, che inizia a farsi strada nella scena politica. Alle elezioni del 1932 Hindenburg batte Hitler. Ma alle successive il partito nazista raggiunge il 37% dei voti, pur non riuscendo a formare un governo di coalizione. Alle successive elezioni Hitler viene appoggiato anche dai conservatori, e diventa cancelliere. I nazisti riescono ad ottenere il 44% dei voti, e fanno votare il decreto di assegnazione dei pieni poteri al governo. Nel ‘34 Hindenburg muore, e Hitler assume su di se anche la carica di Presidente della Repubblica.

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Il Führerprinzip

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Ogni decisione può essere ricondotta in ultima istanza al Führer. Viene istituita una commissione per intervenire in caso di dissidi interni al partito. Hitler indice riunioni speciali in cui il pubblico è escluso. Si vengono a creare reti di legami psicologici e personali con le persone a lui vicine. È un rapporto di subordinazione psicologica.

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Il partito nazionalsocialista

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Il partito si espande e si crea una rete di organi per la mobilitazione e il controllo di organizzazioni che si sarebbero dovuto infilare nei gruppi sociali e nelle associazioni. Tuttavia il partito non diventa mai un vero Stato nello Stato: l’organizzazione burocratica si scontra con la leadership di Hitler. C’è una duplicazione amministrativa e funzionaria che genera conflitti da cui esce rinforzato il potere personale del Führer.

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Il potere esecutivo

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Dopo il febbraio del 1938 non viene più convocato il Gabinetto. I singoli membri promulgano decreti che diventano legge con l’approvazione del Führer. Il Consiglio segreto non si riunisce mai. Il Consiglio di Difesa dei Reich si riunisce ufficialmente solo due volte.

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L’incendio del Reichstag

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Si prende un provvedimento di urgenza per la difesa del popolo e dello Stato, firmato da Hindenburg (art. 48). Si sospendono quindi i diritti fondamentali. Ciò rimarrà in vigore fino alla fine del governo nazista: “Carta costituzionale” del Terzo Reich.

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Nuove elezioni del ‘33

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La coalizione nazista raggiunge il 52% dei voti favorevoli, mentre il partito raggiunge il 44%. Viene istituito il Ministero per la Propaganda e l’Educazione ideologica del popolo. Si vota poi una legge che attribuisce pieni poteri al governo. Vengono poi licenziati tutti i funzionari che non hanno i requisiti di fedeltà richiesti dal regime. Il partito socialdemocratico viene dichiarato nemico del popolo e dello Stato. Pian piano vengono sciolti tutti i partiti politici, e verrà vietata la loro ricostruzione.

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La Camera per la cultura del Reich

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RKK. È un organo con pieni poteri, che regola il settore della cultura e che ha la facoltà di chiudere imprese culturali per proporne delle altre. Controlla il settore dell’insegnamento, approva e dispone concorsi. È un’organizzazione centralizzata, a cui fanno capo sette Camere di settore: camera per la letteratura, per la stampa, per la musica, per le belle arti, per la radio, per il cinema e per il teatro. Scompare l’Assemblea dei rappresentanti con il pretesto di una riforma dello Stato, che però non si verificherà mai.

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Il sistema repressivo e poliziesco

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  • Sturmabteilungen (SA): formazioni paramilitari del partito che vengono create da Hitler nel ‘21. Acquistano grande potere, ma a causa della sua pretesa di sostituire l’esercito tradizionale sarà eliminato da Hitler.
  • Schutzstaffen (SS): formazioni di polizia militarizzata, originano dalla guardia personale di Hitler. Vengono guidate da Himmler.
  • Geheime Staats Polizei (Gestapo): polizia politica affidata ad Himmler. Compie inquisizioni su chiunque minacci la sicurezza dello Stato. Ha la sovrintendenza dei campi di concentramento e ha compiti di spionaggio militare.
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La giustizia

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Durante la Repubblica, essa non è vista di buon occhio dalla magistratura, che però è indipendente. Durante il periodo nazista, però, l’ideologia nazionalsocialista è il fondamento di tutte le leggi. Alcuni giudici non sono entusiasti di ciò e tentano di basarsi sui loro giudizi. Viene istituita la “Corte del Popolo”, che ha il diritto di giudicare i casi di tradimento. È inoltre stato istituito un Tribunale speciale, che si riserva le cause per crimini politici. La Corte suprema aveva inoltre ordinato che le azioni della Gestapo non fossero soggette a revisione giudiziaria, e ciò poneva l’organo al di sopra della legge. Si ha quindi l’eliminazione del controllo giurisdizionale. La Germania passa da uno Stato di diritto ad uno Stato poliziesco.