Domande Esame Flashcards
CICLO DELL’UREA ( qual è l’enzima citosolico -> che ti forma il malato
Fumarasi citosol fumarato reagisce con la fumarasi - a formare il malato- poi ossalacetato ) -> entra nei mitocondri. Ossalacetato va incontro a transaminazione ( alfa chetoacido diventa alfa aminoacido -> aspartato-> hai bisogno del trasportatore aspartato glutammato )
CORPI CHETONICI
I corpi chetonici sono molecole generate dal fegato a partire dall’acetil-coenzima A, che si forma in eccesso nel fegato, in seguito all’ossidazione degli acidi grassi¹. Queste molecole sono l’acetone, l’acetoacetato e il D-β-idrossibutirrato¹².
La sintesi dei corpi chetonici, chiamata chetogenesi, avviene in tre tappe principali¹³:
- Due molecole di acetil-coenzima A reagiscono per formare l’acetoacetil-coenzima A. Questa reazione, reversibile, è catalizzata dalla tiolasi e prevede la perdita di una molecola di coenzima A¹.
- L’acetoacetil-coenzima A viene convertito in β-idrossi-β-metilglutaril-coenzima A, con l’aggiunta di un’ulteriore molecola di acetil-coenzima A e la perdita di un’altra molecola di coenzima A. Questa reazione è catalizzata dalla β-idrossi-β-metilglutaril-coenzima A sintasi¹.
- Il β-idrossi-β-metilglutaril-coenzima A perde l’acetil-coenzima A per formare l’acetoacetato, nella reazione catalizzata dall’enzima β-idrossi-β-metilglutaril-coenzima A liasi. L’acetoacetato viene, quindi, convertito negli altri due corpi chetonici¹.
L’acetone, essendo una molecola volatile, viene eliminato semplicemente con la respirazione. Acetoacetato e D-β-idrossibutirrato, invece, vengono trasportati nel sangue e raggiungono i tessuti extraepatici, dove vengono ossidati nel ciclo di Krebs per fornire energia¹. La fonte di energia preferita dalle cellule del cervello è il glucosio, ma in condizioni che ne determinano l’assenza, come in caso di digiuno prolungato, il cervello può utilizzare i corpi chetonici¹..
SPLICING DNA
Rimuove introni
4 tipi di splicing
1 e 2 autosplicing
3 e 4
Splicing tipo 1
GMP rompe giunzione UA tra esone e introne
Esone U-OH attacco nucleofilo su U esone2, esce introne che viene degradato
Prodotto RNA maturo esone1-esone2
Splicing tipo 2
AMP attacco nucleofilo OH 2’ adenilato interno introne, forma cappio con distacco esone 1 che attacca U esone 2 con distacco del cappio con introne
Si forma RNA maturo
Splicing tipo 3 e 4 mediato da snurps spliceosomi
GLICOGENOLISI (glicogenofosforilasi che tipo di lisi compie ?
FOSFOROLISI-
produci glucosio 1 fosfato
SPLICING di TIPO 2
Splicing tipo 2
AMP attacco nucleofilo OH 2’ adenilato interno introne, forma cappio con distacco esone 1 che attacca U esone 2 con distacco del cappio con introne
Si forma RNA maturo
cosa sono le ESOCHINASI -> quanti tipi di esochinasi ? In quale organo? che fa di diverso?
Le esochinasi sono un gruppo di enzimi che catalizzano la fosforilazione degli zuccheri esosi, come il glucosio.
Esistono 4 isoforme
Esochinasi 4 è nel FEGATO si chiama GLUCOCHINASI GK (cinetica Sigmoide) si distingue per il valore della km (più alta 10 mM, fosforila sempre glucosio) e per la regolazione.
Produce glucosio-6P in condizioni di iperglicemia.
Rappresenta punto di regolazione della glicolisi: glucochinasi non è inibita dal prodotto (Esochinasi 1,2,3 sì)
Regolazione:
- inibita da fruttosio-6P (2ª reazione glicolisi)—> aumenta affinità della proteina regolatrice della GK per GK che rimane nel nucleo
- attivata da fruttosio-1P (intermedio metabolismo epatico fruttosio)—> diminuisce affinità proteina per GK e compete per il sito allosterico con fruttosio-6P
L’esochinasi è presente in tutte le cellule dell’organismo e in tutte le cellule fosforila il glucosio al fine di abbattere la sua concentrazione intracellulare2. Questo processo regola la glicemia nel sangue dopo aver mangiato2. Se tramite la glicolisi viene prodotto più ATP di quanto ne viene utilizzato, allora si può rallentare la via glicolitica; una delle strategie per far ciò è rallentare l’azione dell’esochinasi2.
L’esochinasi è soggetta ad inibizione da prodotto; questo enzima, oltre al sito catalitico in cui si lega il substrato, presenta tanti altri siti in grado di riconoscere un modulatore2. Se il glucosio 6-fosfato tende ad accumularsi allora quel prodotto può dare inibizione allosterica sull’esochinasi2.
I mammiferi presentano quattro importanti isoforme dell’enzima esochinasi
Le isoforme dell’enzima esochinasi nei mammiferi sono denominate esochinasi I, II, III e IV. Ecco le loro caratteristiche principali:
Esochinasi I: Questa isoforma è ubiquitaria nei mammiferi2. Può essere trovata in tutte le cellule del corpo3.
Esochinasi II: Questa isoforma ha un’alta affinità per il glucosio a causa della sua Km molto bassa. È localizzata principalmente nel tessuto muscolare2.
Esochinasi III: Questa isoforma ha anche un’alta affinità per il glucosio. Tuttavia, è poco conosciuta2.
Esochinasi IV: Questa isoforma è solitamente conosciuta come glucochinasi. Ha una bassa affinità per il glucosio a causa della sua alta Km. È presente principalmente nel fegato dei mammiferi2. Questa isoforma si trova solo nelle cellule epatiche e nelle cellule β-pancreatiche3.
Le prime tre esochinasi, esochinasi I-III, possono essere trovate in tutte le cellule del corpo mentre esochinasi IV o glucochinasi si trovano solo nelle cellule epatiche e nelle cellule β-pancreatiche
CATABOLISMO ACIDI GRASSI
Descrivi la degradazione degli acidi grassi
(dall’acido grasso in poi)
Tenuti separati i pool mitocondriali e citosolici del CoA
- ATTIVAZIONE ACIDI GRASSI:L’attivazione degli acidi grassi avviene principalmente nel citoplasma delle cellule. Questo processo inizia con l’attivazione dell’acido grasso mediante legame tioestere con il CoA, formando l’acil-SCoA e consumando 2 molecole di ATP1. L’acil-SCoA che si è venuto a formare viene poi trasportato all’interno del mitocondrio dalla carnitina aciltransferasi1.
È importante notare che, sebbene alcune piccole molecole di Acil-SCoA siano in grado di attraversare spontaneamente la membrana interna dei mitocondri, la maggior parte degli Acil-SCoA prodotti non è in grado di attraversare tale membrana. In questi casi, il gruppo acile viene trasferito alla carnitina grazie all’intervento catalitico della carnitina aciltransferasi I1. - Shuttle carnitina: Lo shuttle della carnitina, noto anche come sistema navetta, è una serie di tre reazioni enzimatiche che hanno lo scopo di far passare attraverso la membrana mitocondriale gli acidi grassi con 14 o più atomi di carbonio1. Gli acidi grassi con 12 o meno atomi di carbonio possono entrare nei mitocondri senza l’aiuto di trasportatori di membrana1.
Ecco le tre reazioni principali del sistema navetta della carnitina:
La prima reazione è catalizzata da una famiglia di isozimi (specifici a seconda della lunghezza della catena dell’acido grasso) presenti sulla membrana mitocondriale esterna noti come Acil-CoA sintetasi. Questa reazione implica la formazione di un intermedio acil-adenilato e avviene in due tappe1.
La seconda reazione è catalizzata dalla carnitina aciltrasferasi I, presente sulla membrana mitocondriale esterna. In questa reazione l’acil-CoA si lega transitoriamente al gruppo ossidrilico della carnitina formando acil-carnitina1.
L’estere acil-carnitina attraversa la membrana mitocondriale mediante diffusione facilitata da un trasportatore, così l’enzima carnitina aciltrasferasi II può dare inizio alla terza reazione. In questa tappa finale dello shuttle della carnitina il gruppo acilico viene trasferito dalla carnitina al coenzima A intramitocondriale1. - β-OSSIDAZIONE: La β-ossidazione degli acidi grassi è un processo che avviene principalmente nei mitocondri e consiste in una serie di reazioni cicliche che portano alla conversione degli acidi grassi in acetil-CoA⁴. Ecco le quattro fasi principali della β-ossidazione:
- Deidrogenazione: La prima reazione della β-ossidazione è la deidrogenazione dell’acido grasso ad opera di un enzima chiamato acilCoA deidrogenasi. Questo enzima è un enzima FAD dipendente¹.
- Idratazione: Il secondo stadio prevede l’addizione di acqua al doppio legame formatosi, analogamente a quanto avviene negli alcheni; poiché il carbonio in α al gruppo carbonilico ha carattere nucleofilo ad esso si addiziona lo ione H+ mentre al carbonio in β si addiziona l’ossigeno dell’acqua².
- Ossidazione: Nelle reazioni organiche l’ossidazione di un alcol secondario porta a un chetone ed in genere l’agente ossidante è il cromo (IV); in questa reazione biochimica l’agente ossidante è il NAD+ (nicotinammide adenina dinucleotide) che, a seguito della rimozione dell’idrogeno legato all’ossigeno del gruppo –OH si trasforma in NADH².
- Cleavage: L’ultimo stadio è costituito dalla rottura del legame tra il carbonio in β e il gruppo carbonilico².
Queste reazioni si ripetono ciclicamente fino a quando l’acido grasso non viene completamente convertito in molecole di acetil-CoA³.
Es. Acido palmitico (C16, 7cicli produce 8
AcetilCoA, FADH2, NADH)
Quanto ATP puoi produrre alla fine?
La beta ossidazione dell’ acido palmitico produce per ogni ciclo NADH e FADH2 che corrispondono a 2,5+1,5=4 ATP, moltiplicato per 7 cicli= 4 x 7=28 ATP
Acetil-CoA a cosa va incontro?
–> ciclo di Krebs
L’acetil-coenzima A (o acetil-CoA) è una molecola fondamentale nel metabolismo di tutti gli organismi viventi1. È coinvolto in numerose reazioni biochimiche e svolge un ruolo fondamentale in diverse vie metaboliche2. Ecco alcune delle principali reazioni in cui l’acetil-CoA è coinvolto:
Ciclo di Krebs (o ciclo dell’acido citrico): L’acetil-CoA reagisce con l’ossalacetato nella prima reazione del ciclo per formare il citrato, nella reazione catalizzata dalla citrato sintasi2.
Sintesi del colesterolo: Nella prima tappa della sintesi del colesterolo, due molecole di acetil-CoA formano diversi intermedi fino ad arrivare al mevalonato, che, dopo diverse reazioni, viene convertito in colesterolo2.
Sintesi dei corpi chetonici: Due molecole di acetil-CoA possono reagire per formare l’acetoacetil-coenzima A, che è il precursore dei corpi chetonici acetone, acetoacetato e D-β-idrossibutirrato, che si formano nel fegato in condizioni di digiuno prolungato2.
Sintesi del malonil-coenzima A: Un intermedio della biosintesi degli acidi grassi, che hanno la funzione di riserva energetica nell’organismo2.
Inoltre, l’acetil-CoA può essere sintetizzato a partire da zuccheri, grassi e amminoacidi2. Ad esempio, dalla glicolisi si forma il piruvato, e l’acetil-CoA si forma per decarbossilazione ossidativa del piruvato2. Gli acidi grassi subiscono la rimozione di molecole di acetil-CoA nella prima fase dell’ossidazione degli acidi grassi, la β-ossidazione2. Infine, alcuni amminoacidi possono essere convertiti in piruvato ed essere quindi precursori dell’acetil-CoA2
Conta produzione ATP
L’ATP nelle diverse fasi
La glicolisi è un processo che avviene nel citoplasma indipendentemente dalla presenza di ossigeno. Per 1 mole di glucosio produce 2 moli di piruvato, e fornisce l’energia sufficiente a produrre 2 moli di ATP e 2 moli di NAD ridotto.
La decarbossilazione ossidativa è un processo che avviene nel mitocondrio in presenza di ossigeno. Per ogni mole di piruvato produce 1 mole di acetil-CoA e fornisce l’energia sufficiente a produrre 1 mole di anidride carbonica e 1 mole di NAD ridotto.
Il ciclo di Krebs è un processo ciclico che avviene nel mitocondrio in presenza di ossigeno. Per 1 mole di acetil-CoA produce 2 moli di anidride carbonica, e fornisce l’energia sufficiente a produrre 1 mole di ATP e 3 moli di NADH e 1 mole di FADH2 ridotti.
N.B. Per decarbossilazione ossidativa e ciclo di Krebs bisognerà moltiplicare per 2 i prodotti in modo da ottenere il risultato derivante da una molecola di glucosio.
Bilancio
In presenza di ossigeno si ottengono, per una mole di glucosio: 4 moli di ATP, 10 moli di NAD ridotto e 2 moli di FAD ridotto. Se nel trasferimento dell’energia dai coenzimi all’ATP si considerano 2,5 ATP per NAD ridotto e 1,5 ATP per FAD ridotto, si ottengono per un processo respiratorio completo 32 ATP: 4 direttamente dalla glicolisi e dal ciclo di Krebs, 25 dai 10 NAD ridotti e 3 dai 2 FAD ridotti.
Tuttavia, molti organi scientifici tengono in considerazione 3 ATP per NAD ridotto e 2 ATP per FAD ridotto: in questi termini un processo respiratorio completo fornisce 38 ATP: 4 direttamente dalla glicolisi e dal ciclo di Krebs, 30 dai 10 NAD ridotti e 4 dai 2 FAD ridotti.
Inoltre, le cellule eucariotiche dispongono della catena degli elettroni a livello della membrana mitocondriale interna, pertanto gli equivalenti riducenti prodotti nel citoplasma, ovvero i 2 NAD ridotti ottenuti nella glicolisi, devono essere trasferiti dal citoplasma al mitocondrio. Ciò può avvenire grazie a due sistemi navetta: il sistema del malato-aspartato produce nel mitocondrio 1 mole di NAD ridotto per ogni mole di NAD ridotto citoplasmatico; mentre il sistema del glicerolo fosfato produce nel mitocondrio 1 mole di FAD ridotto per ogni mole di NAD ridotto citoplasmatico. In questo caso i 2 NAD ridotti diventeranno 2 FAD ridotti.
Per questo motivo si possono considerare processi respiratori completi che forniscono 36 ATP: 4 direttamente dalla glicolisi e dal ciclo di Krebs, 24 dagli 8 NAD ridotti e 8 dai 4 FAD ridotti.
Esempi di reazioni di transaminazione
(transaminasi), in che via metabolica si trovano–>
Inserisci in una via metabolica in cui reagisce la transaminasi
Dove agisce
Catabolismo aa
Avviene nel fegato nel citosol
2 transaminasi o amminotranferasi importanti dal punto di vista clinico: GPT (glutammico piruvica) e GOT (glutammico ossalacetica)
Questi enzimi catalizzano il trasferimento di un gruppo amminico (-NH2) da un amminoacido donatore (di solito il glutammato) a un α-chetoacido (α-chetoglutarato) accettore
Il meccanismo di reazione avviene in due step, noto come meccanismo a “ping-pong”, e coinvolge un coenzima chiamato piridossal-5’-fosfato (PLP), un derivato della piridossina (vitamina B6)1:
Primo step: Il gruppo α-amminico di un amminoacido viene trasferito all’enzima, producendo il corrispondente α-chetoacido e la forma amminata del coenzima PLP, denominata PMP (pridossammina-5’-fosfato)1.
Secondo step: Il gruppo amminico è trasferito al chetoacido accettore, generando il nuovo amminoacido e ripristinando il coenzima PLP nella sua forma iniziale1.
L’ossalacetato è un α-chetoacido necessario per la gluconeogenesi e l’α-chetoglutarato incrementa il ciclo di Krebs1.
Fai entrare malato in scambio con?
Al netto non si ha una variazione del numero di atomi di carbonio
Si ha trasferimento di elettroni
Da dove vengono elettroni?
Stai nel citosol–> dalla glicolisi
Shuttle importante perché le cellule continuanino a respirare
Il sistema navetta del malato-aspartato è un sistema biologico che ha il fine di trasferire gli elettroni prodotti durante la glicolisi nel citosol alla matrice mitocondriale attraverso la membrana interna1. Questi elettroni, trasportati come ione idruro dal NADH, verranno poi sfruttati nella fosforilazione ossidativa negli eucarioti per generare ATP1.
Il sistema comprende quattro proteine:
La malato deidrogenasi nella matrice mitocondriale e nello spazio intermembrana.
L’aspartato aminotrasferasi nella matrice mitocondriale e nello spazio intermembrana.
Il trasportatore del malato - chetoglutarato nella membrana interna.
Il trasportatore del glutammato - aspartato nella membrana interna1.
L’enzima più importante nel sistema pendolare del malato/aspartato è la malato deidrogenasi. La malato deidrogenasi è presente in due forme nel sistema: la malato deidrogenasi mitocondriale e la malato deidrogenasi citosolica1.
Il primo passaggio avviene nello spazio intermembrana mitocondriale: la malato deidrogenasi reagisce con l’ossalacetato e con il NADH producendo malato e NAD+. In questa reazione l’ossalacetato lega un protone e lo ione idruro liberato dal NADH riducendosi a malato1.
Una volta formatasi la molecola di malato, il trasportatore del malato-chetoglutarato la importa dallo spazio intermembrana alla matrice e contemporaneamente esporta una molecola di chetoglutarato dalla matrice allo spazio intermembrana1.
Una volta nella matrice mitocondriale il malato viene convertito dalla malato deidrogenasi mitocondriale ad ossalacetato; nel processo viene rilasciato un H+ e il NAD+ viene ridotto a NADH1.
L’ossalacetato viene quindi trasformato ad aspartato per essere trasportato nello spazio intermembrana. Il gruppo amminico viene fornito dal glutammato che diventa alfa-chetoglutarato1.
L’enzima necessario alla reazione è l’aspartato aminotrasferasi mitocondriale. In seguito il trasportatore del glutammato-aspartato importa una molecola di glutammato dallo spazio intermembrana alla matrice ed esporta l’aspartato dalla matrice allo spazio intermembrana1.
Qui l’aspartato viene convertito in ossalacetato dall’aspartato aminotrasferasi1
Replicazione del DNA
Forcella di replicazione
Replisoma è costituito da: elicasi, topoisomerasi, SSB,primasi, DNA pol 1, DNA ligasi
Sito di inizio
Procarioti OriC
Eucarioti più siti di origine
Inizio
OriC 8DnaA (+ATP) attive si legano a siti R e I e causano l’avvolgimento del DNA fino alla Denaturazione per cui le seq. DUE saranno legate da 2 DnaB (elicasi) guidate da DnaC+ATP, operano la separazione dell’elica con la formazione di 2 forcelle di replicazione (una per filamento) 5’-3’; i singoli filamenti sono stabilizzati dalle SSB;
Si lega la DnaG (primasi) accanto a DnaB formando il primosoma e sintetizzando il primer di Rna necessario per il funzionamento della DNA pol.
Allungamento 5’-3’
Forcella di replicazione struttura asimmetrica: filamento veloce (3’-5’, “guida”) sintesi continua ; filamento lento(5’-3’) sintesi discontinua con la formazione dei frammenti di okazaki
DNA pol III sintesi a partire dal primer aggiunge nucleotidi sull’estremità 3’ OH libera
La DNA polimerasi III è un complesso enzimatico coinvolto nella replicazione del DNA procariotico¹. Questo complesso ha un’alta processività, cioè il numero di nucleotidi aggiunti ad ogni legame, e ha anche la capacità di proofreading (attività esonucleasica 3’-5’) che corregge gli errori di replicazione¹.
La struttura dell’oloenzima DNA polimerasi III, che ha una massa molecolare di circa 900 kD, è costituita dai seguenti componenti¹:
- 2 nuclei di polimerizzazione, o core, ciascuno costituito da:
- la subunità α che svolge l’attività di polimerizzazione;
- la subunità ε che svolge l’attività di proofreading;
- la subunità θ (8,6 kD) che serve per stimolare la esonucleasi.
- due unità τ (71,1 kD) (o un dimero τ) che connettono i 2 core enzimatici.
- un complesso γ (ATPasi DNA dipendente) che funziona come morsa per i frammenti di Okazaki ed aiuta l’anello β a legare il DNA (clamp loader).
- Oltre alle precedenti, vi sono svariati anelli β (o sliding clamp) (40,6 kD) indipendenti che si legano due per volta al complesso nella funzione di morsa per il DNA: fanno sì che la polimerasi sia attaccata al DNA. L’anello β è formato da due subunità omodimeriche β¹.
Filamento lento 5’-3’
DnaB elicasi si lega davanti a DNA pol 3 formando la forcella di replicazione 5’-3’;
La DNA polimerasi III è il principale enzima coinvolto nella replicazione del DNA procariotico¹. Ecco come funziona:
- Assemblaggio: L’assemblaggio della DNA pol III inizia con l’apertura della forca di replicazione tramite un’elicasi. A questo punto, il clamp loader (complesso γ) lega un anello β e idrolizza una molecola di ATP, caricando l’anello su un complesso DNA stampo-primer. Questo costituirà il filamento leading¹.
- Legame con il DNA: Legando il DNA, l’anello β modifica la conformazione del clamp loader, che acquisisce un’elevata affinità per il nucleo polimerasico¹.
- Replicazione del filamento: La DNA polimerasi III attua l’allungamento del filamento sia a carico del filamento lagging che del filamento leading².
- Proofreading: La DNA polimerasi III ha anche la capacità di proofreading (attività esonucleasica 3’-5’) che corregge errori di replicazione. In caso di inserzione del nucleotide errato, può tornare indietro e rimuoverlo per poi inserire nuovamente quello corretto².
La replicazione del filamento lagging, o filamento ritardato, avviene in modo discontinuo¹. Questo filamento viene sintetizzato nella direzione opposta alla forca di replicazione⁵. Ecco come funziona:
- Iniziazione: La DNA polimerasi non può iniziare la sintesi del DNA da sola, ha bisogno di un primer, un breve segmento di RNA, per iniziare la sintesi¹.
- Sintesi dei frammenti di Okazaki: Poiché la direzione di sintesi del filamento lagging è opposta a quella della forca di replicazione, la sintesi del DNA avviene sotto forma di corti frammenti, detti frammenti di Okazaki¹. Ogni frammento di Okazaki inizia in corrispondenza dell’estremità OH-3’ libera di un primer di RNA¹.
- Rimozione del primer: Dopo la sintesi di ogni frammento di Okazaki, il primer di RNA viene rimosso grazie all’attività esonucleasica della stessa DNA polimerasi I¹.
- Riempimento dei vuoti: I vuoti formati dalla rimozione dei primer vengono riempiti dalla DNA polimerasi¹.
- Ligazione: Infine, i vari frammenti di Okazaki vengono uniti dall’enzima ligasi¹.
Questo processo è più lento rispetto alla sintesi del filamento leading, da cui il nome “lagging” (ritardato)⁴.
La DNA ligasi è un enzima che svolge un ruolo fondamentale nella replicazione del DNA, nella riparazione del DNA e nella ricombinazione del DNA1. Questo enzima è in grado di unire due frammenti di DNA a singolo filamento catalizzando la formazione di un legame estere inter-nucleotidico tra fosfato e desossiribosio1.
La DNA ligasi riconnette i filamenti spezzati del DNA ed è usata per unire filamenti diversi di DNA nell’ingegneria genetica2. Ad esempio, è possibile unire, attraverso una ligasi, plasmidi e geni liberi in soluzione (tagliati con lo stesso enzima di restrizione al fine di produrre estremità complementari e coesive)3.
Durante la replicazione del DNA, la DNA ligasi può lavorare solo in direzione 5’-3’ quando copia un filamento di DNA, così solo uno dei due filamenti della doppia elica viene copiato in modo continuo, mentre l’altro viene copiato in una serie di piccoli pezzi (frammenti di Okazaki) che hanno bisogno di essere collegati insieme dalla DNA ligasi per formare un filamento continuo2.
Inoltre, la DNA ligasi è in grado di ricucire i due frammenti di una catena di DNA che è stata spezzata. Per compiere la reazione usa come coenzima ATP, in alcuni casi, o NAD+ in altri, ed inoltre usa un particolare amminoacido di lisina2.
La DNA ligasi è un enzima che catalizza la seguente reazione¹:
ATP + (deossiribonucleotide)n + (deossiribonucleotide)m → AMP + difosfato + (deossiribonucleotide)n+m
Il meccanismo di reazione della DNA ligasi può essere suddiviso in tre step²:
- Attivazione della DNA Ligasi: Si lega una molecola di AMP ad un residuo di lisina della proteina, un processo noto come AMPilazione o adenilazione².
- Trasferimento dell’AMP: L’AMP viene trasferito al 5’ fosfato dell’interruzione nel DNA².
- Attacco nucleofilo: Il 3’-OH attacca il 5’ fosfato con liberazione della molecola di AMP².
L’enzima è quindi in grado di legare due frammenti di DNA che hanno subito una rottura a doppio filamento. Può anche legare una rottura a singolo filamento, come ad esempio accade durante il processo di replicazione del DNA, nel quale la DNA ligasi agisce sul filamento che ha la direzione 3’→5’, sintetizzato a frammenti (detti frammenti di Okazaki). Questo enzima catalizza infatti la formazione di legami covalenti fosfodiesterici tra nucleotidi di DNA adiacenti (lega l’estremità 3’ del nuovo tratto di DNA con l’estremità 5’ del tratto precedentemente sintetizzato)¹.
Terminazione
Nel caso di cromosomi circolari, come quelli presenti nei batteri, complesso seq.Ter-proteine Tus ferma una forcella di replicazione,l’altra si ferma quando incontra quella bloccata, così al termine della replicazione le due molecole figlie di DNA rimangono unite come gli anelli di una catena “catenani”. Queste vengono poi separate grazie all’intervento di una particolare topoisomerasi IV. Il processo di duplicazione del DNA batterico dura all’incirca 40 minuti2.
Per quanto riguarda i cromosomi lineari, come quelli degli eucarioti, il processo di terminazione è più complesso e coinvolge la risoluzione dei problemi legati alle estremità dei cromosomi, chiamate telomeri. Questi problemi sono dovuti al fatto che la DNA polimerasi può sintetizzare il DNA solo in direzione 5’-3’ e necessita di un primer di RNA per iniziare la sintesi. Questo porta alla perdita di sequenze terminali ad ogni ciclo di replicazione, un problema noto come “problema dell’estremità finale”. Negli eucarioti, questo problema è risolto grazie all’azione dell’enzima telomerasi, che aggiunge ripetizioni di sequenze specifiche alle estremità dei cromosomi, permettendo così la completa replicazione dei telomeri.
Che sequenza viene riconosciuta per l’apertura?
seq. DUE che viene legata da 2DnaB elicasi e forma 2 forcelle di replicazione
Quante forcelle si devono creare?
Si formano 2 forcelle di replicazione una per ciascun filamento stampo (2 elicasi)
Replicazione bidirezionale orientamento 5’-3’
Da chi è garantita la polimerizzazione del DNA?
Dalla DNA polimerasi 3 nei procarioti
DNA polimerasi α negli eucarioti, dna polimerasi γ nei mitocondri
Tutte le DNA polimerasi conosciute sintetizzano il nuovo filamento in direzione 5’-3’ aggiungendo deossiribonucleotidi (dNTP) al gruppo 3’-OH del deossiribosio del nucleotide precedente1. Nessuna DNA-polimerasi è in grado di iniziare la sintesi di un filamento “da zero” (ex novo). Per questa ragione le DNA-polimerasi necessitano di un oligonucleotide (in inglese “primers”) complementare al filamento templato
Limite della DNA polimerasi ( di tutte le polimerasi)?
sono in grado di aggiungere deossiribonucleotidi solo su catene
preesistenti
Tutte le DNA polimerasi conosciute sintetizzano il nuovo filamento in direzione 5’-3’ aggiungendo deossiribonucleotidi (dNTP) al gruppo 3’-OH del deossiribosio del nucleotide precedente1. Nessuna DNA-polimerasi è in grado di iniziare la sintesi di un filamento “da zero” (ex novo). Per questa ragione le DNA-polimerasi necessitano di un oligonucleotide (in inglese “primers”) complementare al filamento templato
Cosa deve esserci prima che intervenga la DNA polimerasi 3?
La dna polimerasi 3 necessità di un primer di rna sintetizzato dalla primasi dnaG (5’-3’)
Cosa devo eliminare? Ribonucleotidi da dove
vengono? Cosa è la primasi?
Dopo la sintesi fatta dalla dna pol 3 sui filamenti interviene la dna pol 1 che elimina i primer di rna sintetizzati dalla primasi e li sostituisce con deossiribonucleotidi
Perché hai bisogno dei ribonucleotidi come primer?
Perché la dna pol 3 non può polimerizzare nucleotidi ex novo, li aggiunge all’estremità 3’ OH libera del primer
In che direzione allunga il filamento la DNApolimerasi? >-
5’-3’
Ciclo urea e regolazione
Il ciclo dell’urea, noto anche come ciclo dell’ornitina, è una via metabolica vitale responsabile della conversione dell’ammoniaca in urea¹. Questo ciclo svolge un ruolo fondamentale nel meccanismo del corpo per eliminare l’azoto in eccesso¹. Le reazioni si verificano principalmente nel fegato e sono facilitate sia dal mitocondrio che dagli enzimi citosolici¹.
Ecco una descrizione dettagliata delle reazioni coinvolte nel ciclo dell’urea:
- Formazione di carbammilfosfato: L’ammoniaca si trasforma in carbammilfosfato grazie all’enzima carbammilfosfato sintetasi⁴. Questa reazione avviene nei mitocondri⁴.
- Formazione di citrullina: Il carbammilfosfato viene fatto condensare con una molecola di ornitina per dare citrullina; la reazione è catalizzata dalla ornitina transcarbamilasi². La citrullina formata esce dal mitocondrio per andare nel citosol².
- Formazione di argininosuccinato: La citrullina viene fatta condensare con una molecola di aspartato dalla argininosuccinato sintetasi formando argininosuccinato².
- Formazione di arginina e fumarato: L’argininosuccinato viene scisso in arginina e fumarato grazie all’enzima argininosuccinato liasi².
- Formazione di urea e ornitina: L’arginina viene idrolizzata in ornitina e urea grazie all’enzima arginasi².
La reazione netta del ciclo dell’urea è la seguente:
$$\text{NH}_4^+ + \text{HCO}_3^- + \text{Asp} + 3\text{ATP} + \text{H}_2\text{O} \rightarrow \text{Urea} + \text{Acido fumarico} + 2\text{ADP} + \text{AMP} + 2\text{Pi} + \text{PPi}$$
La regolazione del ciclo dell’urea avviene a livello della carbammil fosfato sintetasi I³. L’enzima è attivato allostericamente dall’N-acetilglutammato, a sua volta sintetizzato dall’acetil-CoA e dal glutammato in una reazione catalizzata dall’enzima N-acetilglutammato sintasi³..
Ciclo dei pentosi e stress ossidativo
Il ciclo dei pentosi, o via dei pentosi fosfati, svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione dello stress ossidativo nelle cellule12. Questo processo metabolico genera NADPH, che è essenziale per la biosintesi degli acidi grassi e per tamponare le specie reattive dell’ossigeno (ROS), che sono molecole altamente reattive e potenzialmente dannose1.
Lo stress ossidativo si verifica quando c’è uno squilibrio tra la produzione di ROS e la capacità della cellula di neutralizzarli o riparare il danno che causano. Le ROS possono danneggiare le proteine, i lipidi e il DNA nelle cellule, portando a una varietà di malattie croniche come il cancro, le malattie cardiovascolari e le malattie neurodegenerative.
Il NADPH prodotto dal ciclo dei pentosi fosfati è un importante agente riducente che aiuta a neutralizzare le ROS convertendole in forme meno reattive. Inoltre, il NADPH è necessario per la rigenerazione del glutatione, uno dei principali antiossidanti cellulari, dalla sua forma ossidata alla sua forma ridotta. Pertanto, il ciclo dei pentosi fosfati svolge un ruolo chiave nel mantenere l’equilibrio redox nelle cellule e nella protezione contro lo stress ossidativo12