DOMANDE APERTE Flashcards

1
Q

Definizione di personalità

A

La personalità racchiude l’insieme di caratteristiche tipiche, visibili, riconoscibili e utile a descrivere e prevedere comportamenti. Nel descrivere la personalità ci riferiamo a comportamenti stabili, ripetuti in diversi contesti situazioni. Nella personalità ricerchiamo spiegazioni di determinati comportamenti facendo riferimento al senso di coerenza, integrità e continuità individuali. Contribuisce all’identità della persona. La personalità e ciò che ci fa sentire noi stessi e che ci dà la sensazione di essere sempre noi. L’elemento fondamentale della nostra identità e ne costituisce uno dei nuclei essenziali. Livelli:
* Caratteristiche universali
* Differenze universali
* Unicità individuali

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2
Q

Di cosa si occupa la psicologia della personalità

A

Ha come oggetto di studio l’intera persona e mira a comprendere e spiegare il comportamento degli individui. Si interessa ai fattori biologici, interpersonali e socioculturali che contribuiscono allo sviluppo e al funzionamento dei vari sistemi cognitivi e affettivi, offrendo l’ambito in cui integrare le conoscenze sul funzionamento psicologico dell’individuo.

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3
Q

Teoria dei costrutti personali di Kelly

A

Vede l’individuo come un uomo scienziato in grado di prevedere controllare il corso degli eventi in cui è coinvolto attraverso dei costrutti personali ovvero degli schemi utilizzati per conoscere la realtà e ordinare gli eventi. Se questi non funzionano è disposto a cambiarli ma se non lo fa si creano dei conflitti e delle difficoltà.

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4
Q

Differenza tra teorie ingenue e scientifiche

A

Le spiegazioni fornite dalle teorie ingenue vanno oltre i fatti lasciando spazio a supposizioni o a ipotesi generiche che analizzano il ruolo di fattori storici o culturali. Differenze:
* Processo di verifica: solo l’esperto utilizza le procedure proprie del metodo scientifico e raccoglie prove a sostegno delle ipotesi che intende verificare
* Osservazione del comportamento come strumento nell’indagine sulla personalità: solo l’esperto si avvale di osservazioni sistematiche condotte con metodologie obiettive volte a verificare empiricamente le ipotesi formulate

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5
Q

Che cos’è il campionamento dell’esperienza?

A

L’ Experience Semple Method (ESM) è un metodo per studiare l’esperienza della persona nel suo ambiente naturale tramite valutazioni rilevate nel corso del tempo. Permette di indagare le variazioni di molti fenomeni e quindi di delineare gli andamenti anche in relazione a eventi o a contesti specifici

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6
Q

Illustra il dibattito descrizione-predizione e spiegazione relativa allo studio della personalità

A

Nel dibattito si inseriscono due approcci teorici:
Le teorie disposizionali, secondo le quali la personalità è costituita da tratti, strutture, almeno in parte ereditate, che danno luogo a pattern di comportamento stabili. Per queste teorie, i tratti sono dimensioni universali e continue ovvero variano di livello all’interno della popolazione. Si presta grande attenzione alla misurazione dei tratti che permette anche di predire come una persona si comporterà.
La teoria socio cognitiva nasce dalla fusione di cognitivismo e teorie dell’apprendimento sociale. Nelle teorie social-cognitive la personalità è costituita da strutture socio-cognitive o cognitivo-affettive che si sviluppano nell’interazione con l’ambiente sociale e culturale. Secondo tali teorie, i tratti descrivono e in parte sono in grado di prevedere il comportamento, ma non sono in grado di spiegarlo: sono le unità cognitive a spiegare il comportamento

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7
Q

Criteri di valutazione delle teorie

A
  • Deve fornire un quadro di riferimento all’interno del quale sviluppare deduzioni e previsioni su eventi futuri
  • Deve fornire valide spiegazioni ai fenomeni di interesse
  • Sistematica: essere in grado di collegare strutturare coerentemente una molteplicità di fatti, informazioni e dati
  • Generalizzabilità: riguarda generalizzare le teorie a gruppi diversi dal punto di vista culturale
  • Verificabilità: verificare la teoria con metodo scientifico. Ciò che viene affermato deve essere dimostrato.
  • Semplicità e parsimonia: a parità di contenuti, la teoria che spiega di più in modo più semplice e breve, è la migliore (principio del rasoio di Ockam);
  • Comprensività ed elasticità: capacità di includere tutti o la gran parte delle questioni che sono significative per il fenomeno di interesse
  • Chiarezza: capacità di fornire spiegazioni in maniera inequivocabile
  • Rilevanza conoscitiva: una nuova teoria deve aggiungere qualcosa a ciò che già si sa;
  • Rilevanza pratica: deve fornire indicazioni operative su come applicare le conoscenze che ha sviluppato a beneficio del singolo e della collettività.
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8
Q

Approcci teorici

A

Idiografico (da idios, privato, personale): mira a rintracciare spiegazioni del funzionamento e del comportamento individuali attraverso lo studio approfondito della singola persona e dei fatti della sua vita. Il focus è sul singolo. La sede di validazione di una proposta di funzionamento della personalità nell’approccio idiografico è il caso clinico che si pone davanti.
Nomotetico (da nomos, fare leggi): mira a formulare delle leggi generali attraverso lo studio di molte persone e l’utilizzo di strategie di analisi dei dati e test scientifici finalizzata a verificare affermazioni valide a livello di popolazione. Il focus è la persona. L’obiettivo è proporre teorie e spiegare fenomeni non per individuo ma per popolazione (creare leggi che valgono per tutti).

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9
Q

Tipi di dati

A

Nello studio della personalità vengono individuati quattro tipologie fondamentali dei dati:
* Dati L (life record data): informazioni sugli eventi di vita di una persona, dati oggettivi su eventi realmente accaduti o indicatori di prestazione di diversa natura
* Dati O (Observer data): dati ricavati mediante l’osservazione diretta da parte di ricercatore esperti o da individui che conoscono molto bene la persona di interesse
* Dati T (Test data): dati oggettivi ottenuti attraverso l’applicazione di procedure sperimentali per misurare reazione determinati stimoli
* Dati S (Self report data): informazioni ricavate dalla somministrazione di questionari autovalutativi

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10
Q

Quali sono i metodi usati dalla psicologia della personalità/ quali sono gli obiettivi del metodo correlazionale

A

La psicologia della personalità utilizza tre metodi:
Il metodo clinico - Studio di casi: fa parte dell’approccio idiografico e, infatti, il focus è sul singolo individuo.
Gli obiettivi sono cogliere le dimensioni uniche della personalità individuale e il suo sviluppo nel corso del tempo, costruire dei modelli dei comportamenti di una persona nelle diverse situazioni. Tuttavia, è un metodo caratterizzato da scarsa generalizzabilità, ovvero scarsa applicabilità dei modelli di personalità, e dei risultati di ricerca, derivati da casi singoli all’intera popolazione da cui i casi sono tratti.
Il metodo correlazionale, invece, fa parte dell’approccio nomotetico e quindi il focus è sulla popolazione.
L’obiettivo è indagare le relazioni, in termini di correlazioni, tra le caratteristiche di personalità. La finalità è indagare il legame tra aspetti diversi e quindi cercare di individuare delle correlazioni, delle associazioni. Mira ad indagare il legame tra aspetti diversi della personalità o tra aspetti della personalità o altre variabili.
3 tipi di correlazione:
* Relazione positiva: gli aspetti possono variare insieme
* Relazione negativa: all’aumentare di un aspetto diminuisce l’altro
* Relazione neutra: all’aumentare di un aspetto l’altro sia aumentare sia diminuire
Le correlazioni possono variare per direzione e per forza o intensità del legame. Questo metodo risulta utile nell’individuazione dei profili di personalità e può essere utilizzato per indagare il grado di correlazione tra aspetti di personalità e comportamenti o tra aspetti di personalità e criteri esterni. La Criticità: questo metodo non fornisce informazioni sulla causalità, cioè su quale variabile causi cambiamenti nell’altra.
Il metodo sperimentale fa parte dell’approccio nomotetico, quindi focus sulla popolazione. Fornisce la possibilità di controllare e manipolare le variabili, con l’obbiettivo di individuare nessi di causa-effetto tra le caratteristiche di personalità e comportamento o performance. Viene manipolata una variabile (indipendente, VI) al fine di verificare l’effetto su un’altra variabile (dipendente, VD). É possibile che vi siano più VD e/o più VI.

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11
Q

Definizione di bisogni

A

Murray concepisce il bisogno come una forza psicologica e principale dimensione motivazionale in grado di dare origini ad azioni organizzate e orientate al raggiungimento di uno scopo cioè la soddisfazione del bisogno stesso. Il bisogno ha sede nel cervello e guida l’azione influenzando i processi di attenzione, percezione e pensiero. Distinzione:
* Primari o viscerogeni: sono innati, agiscono nella direzione di ridurre la tensione generata dalla mancanza di qualcosa
* Secondari o psicogeni: sono acquisiti nel corso dello sviluppo e non sempre finalizzati a una diminuzione della tensione. I bisogni sono in costante interazione con le opportunità e gli ostacoli posti dall’ambiente definiti pressioni distinte in Alfa (pressioni oggettive) e beta (pressioni percepite).

Maslow, elabora la piramide dei bisogni: gerarchia dai i bisogni più primitivi ai più evoluti:
* Bisogno di realizzazione
* Bisogno di stima
* Bisogno di appartenenza
* Bisogno di sicurezza
* Bisogni fisiologici
La gerarchia dei bisogni può essere percorsa in un’unica direzione, dal basso verso l’alto. Ciò significa che per sperimentare un bisogno di livello superiore dobbiamo aver prima soddisfatto tutti quelli precedenti.

Dweck: Propone una sistematizzazione dei bisogni di base e cerca di mettere i bisogni all’interno dello sviluppo dell’individuo.
Bisogni di base
* Accettazione: abbiamo bisogno di avere un ambiente che ci accoglie in maniera incondizionata
* Competenza: abbiamo bisogno di avere la sensazione di fare qualcosa e avere un riscontro positivo sul proprio agire
* Predicibilità: abbiamo bisogno di predire la presenza della figura di riferimento e una routine per predire, comprendere e anticipare gli eventi
Bisogni composti
* Fiducia: sicurezza nell’agire in un ambiente prevedibile di supporto (predicibilità + accettazione)
* Autostima: bisogno di sentirsi valorizzati ed accettati per le proprie capacità (competenza + accettazione)
* Controllo: bisogna di sentirsi capace di influenzare gli accadimenti in maniera prevedibile (competenza + predicibilità)
Coerenza: bisogno più complesso di tutti deriva dall’unione di tutti gli altri. È la necessità di sentire unite intatte le diverse parti di sé. Si articola in due sotto bisogni: identità e significato.

Deci e Ryan self-determination theory
Le persone sono realmente motivate a fare qualcosa quando hanno la possibilità di scegliere autonomamente attività che sono espressioni di sé e che consentono il pieno coinvolgimento delle proprie capacità, nella direzione di un crescente sviluppo individuale. Tre tipologie di bisogni:
* Bisogno di competenza: sentirsi in grado di fare
* Bisogno di autonomia: sentirsi agente autonomo dell’azione
* Bisogno di relazionalità: avere legami interpersonali
la soddisfazione di questi tre bisogni universali garantisce la possibilità di uno sviluppo positivo e di una piena realizzazione individuale.

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12
Q

Misure implicite

A

Hanno come obiettivo raccogliere informazioni dalla persona sorpassando il livello di consapevolezza. Possono essere utilizzati test proiettivi che misurano aspetti processo della personalità che sono al di sotto della consapevolezza della persona. Misura il comportamento che sarà messo in atto. Esempi:
* Tavola del test di Rorschach
* Test di appercezione tematica (TAT)
* Implicit association test (IAT)

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13
Q

TAT

A

Test di Appercezione Tematica (TAT): sviluppato da Murray. È costituito da tavole con immagini con contenuto ambiguo rispetto alle quali si chiede alla persona di elaborare storie. Si ipotizza che nell’interpretare le immagini e costruire un racconto, la persona proietti contenuti di cui non hai immediata consapevolezza e questi corrispondono all’intreccio di bisogni e pressioni caratteristici dei propri temi di vita. Viene sfruttata la narrazione come strumento per tirar fuori dei contenuti. L’idea di fondo è che nello scrivere le storie si proiettino dei contenuti inconsapevoli.
Vengono poste delle domande come cosa succede nell’immagine? Se dovessi costruire una storia, raccontare quello che potrebbe essere successo prima e dopo in riferimento a questa immagine, cosa diresti? È uno strumento narrativo, infatti viene chiesto al paziente di raccontare una storia. L’idea che sta alla base di questo test è che la motivazione possa non agire sempre a livello della consapevolezza, quindi per accedere ai livelli più inconsci della motivazione c’è bisogno che la persona, attraverso la narrazione, li proietti a livello conscio in risposta al test.

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14
Q

Caratteristiche narrazione nell’indagine della personalità

A

Mc Adams ha evidenziato la rilevanza della narrazione come strumento di indagine. L’autore afferma che la narrazione è uno strumento fortissimo utilissimo per ricavare aspetti sulla personalità in quanto narrazione di sé e della propria storia. L’analisi del funzionamento della personalità deve includere:
* Tratti: tendenze generali a reagire, sentire comportarsi
* Variabili socio cognitive: obiettivi, aspettative e abilità personali
* Identità narrativa: storia che le persone costruiscono per definire mantenere un senso di identità personale. Questo termine indica la storia interiorizzata l’evoluzione del sé che una persona costruisce per dar senso e significato alla propria vita. È una ricostruzione selettiva del passato e un’anticipazione del futuro immaginario.

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15
Q

Caratteristiche dei questionari sulla personalità

A

I questionari sono lo strumento maggiormente utilizzato nella valutazione della personalità. È composto da una serie ristrutturata di domande o affermazioni che il rispondente deve valutare sulla base di una determinata scala di risposta che può essere ampia o ristretta. Caratteristiche:
* Attendibilità:
o Attendibilità test retest: grado di replicabilità delle informazioni raccolte
o attendibilità interna: grado di coerenza interna
o oggettività
* Validità: deve dimostrare di misurare realmente ciò che dichiara di misurare
o di contenuto
o convergente
o discriminante
o di criterio
Vantaggi: praticità, economicità, estensione, facilità di applicazione, standardizzazione.
Svantaggi: distorsioni (tendenza a fornire risposte che non c’entrano con l’item), desiderabilità sociale (fornire risposte in base a ciò che si ritiene più desiderabile rispetto a norme e convenzioni sociali.

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16
Q

Cosa sono i tratti

A

I tratti o disposizioni costituiscono la struttura della personalità e danno luogo a pattern di comportamenti tipici, generalizzati e osservabili. Secondo la prospettiva disposizionalista corrispondono a tendenze generali a reagire, sentire e pensare in determinati modi. Sono concepiti come stabili nel tempo e nelle diverse circostanze. Si presume, infatti, che siano largamente ereditati e quindi associati a fattori di tipo biologico. Sono per definizione decontestualizzati dal momento che vengono definiti come tendenze globali e stabili in quanto consistenti nelle varie situazioni e nel corso del tempo. I tratti sono universali e continui quindi variano di livello all’interno della popolazione. La loro misurazione permette di predire come una persona si comporterà.

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17
Q

Caratteristiche dei tratti

A

Coerenza: il tratto descrive regolarità nel comportamento della persona.
Peculiarità: le differenze personali riassunte nei tratti riguardano le caratteristiche che rendono una persona peculiare quindi significativamente diversa rispetto alle altre

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18
Q

Le funzioni dei tratti sono

A

Descrivere il comportamento tipico di una persona
Prevenire il comportamento in virtù della stabilità dei tratti
Spiegare il comportamento quindi rispondere alla domanda perché le persone si comportano in un determinato modo

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19
Q

Organizzazione gerarchica dei tratti

A

L’idea di un’organizzazione gerarchica delle dimensioni di personalità è uno degli elementi che accomuna i diversi approcci fattoriali.
In particolare, Eysenck aveva una concezione gerarchica dei tratti di personalità. Fece un uso massiccio dell’analisi fattoriale di secondo ordine, per individuare i superfattori della personalità (i cosiddetti “supertratti”), ovvero dei tratti di portata più ampia (individuò Estroversione, Nevroticismo e Psicoticismo).
I supertratti organizzano i sottotratti, che a loro volta organizzano abitudini comportamentali, che a loro volta organizzano azioni specifiche.
1. Tipo o superfattori
2. Tratti sfaccettature o sottotratti
3. Tendenze comportamentali o reazioni abituali
4. Specifici comportamenti o reazioni specifiche
Esempio:
Tratto di base: Estroversione → determina la tendenza abituale: eccitabilità → che determina l’abitudine comportamentale: andare alle feste - chiacchierare molto → che determina l’azione specifica: andare a alla festa di Anna - telefonare a Marco.

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20
Q

Parla del modello di Allport/teoria dei tratti di Allport

A

È stato il primo a definire la personalità come un’organizzazione dinamica interna alla persona, di sistemi psicofisici (tratti) che determinano i suoi modi caratteristici di comportarsi, pensare e agire. I tratti sono strutture neuropsichiche con la capacità di iniziare e guidare forme coerenti di comportamento adattivo ed espressivo. A partire dai comportamenti che si vedono, noi desumiamo la presenza di determinati tratti di personalità. Il tratto è una disposizione o un insieme di disposizione che rendono conto dell’unicità dell’individuo.
I tratti sono definiti da 3 proprietà: Frequenza, Intensità, Gamma delle situazioni.
Inoltre, i tratti si distinguono in:
* Universali (presenti in tutti gli individui) vs Individuali (presenti solo in alcuni individui);
* Cardinali (influenzano quasi tutte le azioni della persona, più frequenti);
* Centrali (contraddistinguono la persona, mediamente frequenti);
* Secondari (meno distintivi dell’individuo, più rari).
Secondo Allport sono necessari sia il concetto di tratto sia il concetto di situazione per comprendere il comportamento delle persone:
* Il tratto spiega la coerenza del comportamento;
* Le situazioni spiegano la variabilità del comportamento.
Suggerisce di utilizzare un approccio di pluralismo metodologico (combinazione di metodi idrografici e nomotetici).
Limiti della sua proposta: non indagò mai realmente le basi biologiche della personalità; non ha definito una tassonomia dei tratti; non ha sviluppato strumenti di misurazione.

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21
Q

Cosa intende Allport per pluralismo metodologico

A

Secondo Allport, l’oggetto di studio della psicologia è sia l’uomo in generale che l’uomo in particolare e per questo vi è la necessità di un pluralismo metodologico, ovvero una combinazione di metodi idiografici e nomotetici. Esso sarebbe capace di individuare modelli di personalità validi per il singolo e per la popolazione.

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22
Q

Teoria triadica dell’intelligenza e altre teorie (non c’è nelle domande)

A

Stenberg afferma che l’intelligenza è l’insieme di capacità individuali e collettive di individuare soluzioni adattative per promuovere benessere e sostenibilità ambientale socioeconomica. Distingue:
* Intelligenza analitica: componenti utilizzati per risolvere problemi astratti analizzando i confrontando informazioni già possedute
* Intelligenza creativa: capacità di utilizzare l’esperienza per trovare nuove idee
* Intelligenza pratica: capacità di comprendere, selezionare e modificare le situazioni della vita quotidiana
Gardner: Intelligenze multiple
Intelligenza sociale o interpersonale: capacità di interagire efficacemente con gli altri tenendo conto delle loro emozioni
Intelligenza intrapersonale: capacità di conoscere se stessi ed esplorare le proprie esperienze emotive

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23
Q

Differenza tra intelligenza fluida e cristallizzata

A

Cattel
Cristallizzata: uso di abilità, conoscenze e modi di pensare legata a basi culturali
Fluida: capacità di pensare logicamente risolvere i problemi situazioni nuove indipendentemente dalle conoscenze acquisite

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24
Q

Cattel

A

Massimo rappresentante dell’analisi fattoriale per lo studio della personalità e sostenitore della psicometria. Approccio nomotetico
-Classificazione dei dati di
* Life data: dati biografici relativi al comportamento oggettivo in situazioni reali
* Questionnaire data: derivanti da somministrazione di questionari autovalutativi
* Test data: derivanti da prove oggettive in cui i soggetti vengono sottoposti in laboratorio a contesti di vita reale
-Prima distinzione dei tratti
* Unici: posseduti solo da poco o da singoli individui
* Comuni: accomunano tutte le persone e consentono di effettuare confronti
-Seconda distinzione dei tratti su base qualitativa
1. Dinamici o motivazionali: raggiungimento di scopi impo per la persona
2. Matrice sociale: rispecchiano i bisogni e le pressioni dell’ambiente
3. Costituzionali temperali: ha base ereditaria e dipende dal funzionamento del sistema nervoso
4. Evolutivi o emergenti: di secondaria importanza
5. Stilistici: connotazione valutativa
6. Miscellanee di unità di tratto: raggruppamenti effettuati in base a diversi criteri specifici
-Terza distinzione dei tratti
* Di superficie: tendenze comportamentali superficiali che vengono attribuite alla persona
* Di origine: struttura interna della personalità. Definiti in poli opposti sono universali e stabili nel tempo.
-16 tratti primari divisi in tre categorie:
1. Abilità: permettono di funzionare in maniera efficiente. Es. intelligenza
2. Temperamentali: dimensione emotiva. Es. Impulsività
3. Dinamici: dimensione motivante della personalità. Es. Indipendenza
-Influenza ambientale molto importante
* Tratti di ruolo: attribuiti dall’esterno

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25
Q

Aspetti comuni degli approcci fattoriali

A
  • Viene usata l’analisi fattoriale per identificare le dimensioni di personalità sottostanti alle differenze individuali
  • Impiego del questionario come metodo principale di indagine sulla personalità.
  • Organizzazione gerarchica delle dimensioni di personalità.
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26
Q

Differenze dei modelli fattoriali

A

Numero di fattori: ampio vs. ristretto
Relazione tra i fattori: correlati vs. indipendenti
Uso dell’analisi fattoriale: verifica vs. scoperta. L’analisi confermativa mira a confermare un modello (= ho in mente un modello di tratti a priori che sottopongo a verifica empirica), a differenza di quella esplorativa che tende a scoprirlo (= non ho in mente un modello di tratti a priori).

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27
Q

Definizione di marker ed esempi

A

Goldberg coniò il termine marker per identificare i migliori descrittori della personalità.
Possono essere definiti come aggettivi tipici di ciascun tratto. Gli strumenti di valutazione dei tratti costituiti da aggettivi contengono i marker dei tratti; spesso i marker sono selezionati in base ai risultati di analisi fattoriali.
ad es. estroversione: espansivo, vivace dinamico;
stabilita’ emotiva: equilibrato, cauto, calmo.
coscienziosità: diligente, affidabile.

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28
Q

Teoria di eysenk

A

Si propone di individuare i motivi che inducono a comportarsi in modo differente di fronte a situazioni identiche. Adotta un approccio tipologico che vuole individuare alcuni importanti dimensioni di personalità lungo le quali possano essere classificati i singoli individui. Da un contributo nello studio delle basi biologiche della personalità infatti per quanto riguarda il livello di nevroticismo esso lo collega il sistema limbico. Le differenze nel nevroticismo sono dovute a differenze innate nei livelli di eccitazione di questo sistema. Gli stimoli cerebrali cambiano i livelli di eccitazione che a loro volta sono influenzati dai livelli di base. Distinzione:
* Introversi: alto livello innato di attivazione quindi hanno minor bisogno di stimolazione ambientale
* Estroversi: basso livello di attivazione hanno bisogno di stimolazione ambientale.

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29
Q

Cosa sostiene l’ipotesi della sedimentazione linguistica

A

Formulata da Klages rielaborata da Allport, Cattel, Norman e Goldberg
L’ipotesi della sedimentazione linguistica è alla base della tradizione psicolessicale. Nel corso dell’evoluzione della specie, le persone hanno iniziato a creare collettività, sviluppare forme comunicative all’interno delle quali non si parlava solo degli strumenti ma anche delle persone. Si iniziano a formare parole che caratterizzano la descrizione degli altri e quelle che si sono dimostrate più funzionali alla vita di relazione si sono sedimentate diventando indicatori della personalità. Si sarebbero sedimentati nella lingua in quanto particolarmente utili per prevedere e controllare il comportamento degli altri. Questi termini comunicano informazioni relative alle differenze individuali che sono importanti per il benessere individuale e/o per quello del gruppo di appartenenza: ci aiutano a prevedere cosa faranno gli altri e quindi più facilmente a controllarli.

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30
Q

I big five

A

IL modello dei big five è la tassonomia più riconosciuta e che ha avuto il maggior consenso. Deriva dallo studio lessicale e dai dati ottenuti attraverso questionari autovalutativi ed eterovalutativi.
1. Sorgenza o estroversione
2. Gradevolezza o amicabilità
3. Coscienziosità
4. Nevroticismo vs stabilità emotiva
5. Cultura o intelletto
Sono fattori bipolari in quanto si articolano in caratteristiche con un polo negativo e uno positivo

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31
Q

Elenca domande che indagano i big 5

A
  • Sorgente o estroversione: “È attivo, energico, dominante o passivo, debole, sottomesso?”
  • Gradevolezza o amicalità: “È gradevole, gentile, cooperativo oppure sgradevole, scortese, oppositivo?”
  • Coscienziosità: “Posso contare su di lui? È responsabile e affidabile o irresponsabile e inaffidabile?”
  • Nevroticismo: “Sa gestire emozioni e impulsi oppure è emotivamente instabile?”
  • Apertura mentale: “È acuto, intelligente, aperto oppure, ottuso, sciocco, chiuso?”
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32
Q

Five factor theory

A

Teoria sviluppata da Mc Crae e Costa che rappresenta la declinazione più radicale del modello secondo la quale c’è una corrispondenza tra ciò che emerge dagli studi fattoriali e quelli che sono gli elementi costitutivi della struttura della personalità con valore di causalità rispetto ai comportamenti osservati. Ognuno dei tratti è concepito come una tendenza con base biologica dotata di universalità. I tratti quindi sono utili per
-descrivere le persone e come si comporteranno
-forniscono un valore causale in relazione al comportamento individuale
Ipotesi di invarianza culturale: i fattori di natura culturale possono influenzare l’espressione dei tratti ma non la struttura fondamentale in quanto essa è indipendente dall’ambiente

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33
Q

Strumenti di valutazione dei big five

A

Ci sono diverse modalità: autovalutazione, eterovalutazione, questionari e liste di aggettivi.
* Lo strumento più utilizzato è il neo-personality inventory sviluppato da Mccrae e Costa la cui ultima versione (NEO-PI-3) è costituita da 240 item valutativi su una scala di accordo a 5 passi
In Italia sono atti messi a punti altri quattro questionari
* big five questrionnaire (bfq) 132 item (1-5) misura i 5 fattori con le loro dimensioni con scala lie che misura tendenza a fornire un profilo di se falsamente positivo
* bfq for children 65 item (1-3), 8-13 anni, non ha sottodimensioni, il 4 fatt instabilita’ emotiva, no termini negativi e no scala lie
* bf adjectives 175 aggettivi unipolari (1-7) con sottodimensioni
* bf observer 40 coppie di aggettivi (scala a 7 posizioni)

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34
Q

Quali sono i punti deboli del modello dei big five:

A

Dai risultati degli studi cross-culturali sono emersi alcuni limiti del modello a cinque fattori, tra cui:
* I cinque fattori non sono stati riscontrati in tutte le culture, soprattutto negli studi di tipo emico;
* I fattori possono aggregarsi in maniera diversa quando valutiamo la nostra personalità e quella degli altri soprattutto “altri significativi”;
* Analisi delle popolazioni e analisi di singoli individui sono due cose differenti e perciò possono dare luogo a risultati molti differenti;
* Fattori estratti a livello di popolazione trovano solo in parte un riscontro a livello dei singoli individui, solo a volte emerge la struttura a 5 fattori ma non così spesso;
* Abitualmente le persone usano un numero più limitato di fattori per descrivere se stesi e gli altri;
* I cinque fattori non esauriscono la varietà delle caratteristiche che descrivono la personalità, ne permettono talvolta una descrizione accurata delle singole individualità.

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35
Q

Quali sono i punti di forza del modello dei big five

A

-La ripetuta conferma di questa tassonomia che gli ha fatto ottenere il maggior consenso e l’accordo generale
-Essere il punto di convergenza tra la tradizione psicolessicale legata al linguaggio comune e dei questionari sia autovalutativi sia eterovalutativi
Il modello dei cinque fattori rappresenta una cornice di riferimento condivisa per la descrizione della personalità, tramite la quale interpretare e catalogare le differenze individuali relative alla personalità.
È caratterizzato da elevata comprensività, economicità e accessibilità. Consente di esaminare e valutare la personalità con i termini che le persone usano abitualmente per comunicare, descrivere e giudicare sé
stesse e gli altri.
I medesimi 5 fattori si riscontrano sia nei self-report che nelle valutazioni di un osservatore (other report).
C’è un buon accordo tra valutatori rispetto alla posizione di ogni individuo in ciascuno dei Big Five.
Questo modello consente di esaminare e di fare previsioni rispetto a importanti criteri esterni.

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36
Q

Big five nella versione italiana/Strumenti di valutazione del cinque tratti in Italia

A

Strumenti sviluppati nel contesto italiano per la misurazione della personalità:
* Big Five Questionnaire (BFQ)
* Big Five Observer (BFO)
* Big Five Questionnaire - Children (BFQ-C)
* Big Five Adjectives (BFA)
Big Five Questionnaire (BFQ) → È stato creato ad hoc per il contesto italiano. Ha trovato ampio riscontro nei contesti organizzativi dove è stato impiegato (selezione del personale, orientamento, assesment centre, pianificazione e sviluppo carriere, formazione). È di facile e rapida compilazione. Fornisce un profilo di personalità di facile lettura ed immediatamente confrontabile sia con il profilo ideale predisposto per la posizione sua con il profilo emerso dagli altri strumenti “BF”. È stato validato su un gruppo di oltre 15000 soggetti, dei quali oltre 6000 in condizioni di valutazione.
L’innovazione più sostanziale del BFQ riguarda la prima dimensione che è stata definita “Energia” (e non
“Estroversione”). In totale il BFQ consta di 132 affermazioni rispetto alle quali il soggetto esprime il suo grado di accordo su una scala da 1 (massimo accordo) a 5 (massimo disaccordo). Per ognuno dei Cinque Grandi Fattori sono state individuate due sottodimensioni, relative ad aspetti più specifici. Ognuno dei cinque fattori prevede 24 affermazioni: 12 per ogni sottodimensione, 6 formulate in senso positivo rispetto alla denominazione della scala e 6 in senso negativo. La scala Lie costituisce una misura della tendenza a fornire un profilo di sé falsatamente “positivo” o “negativo” e consta di 12 affermazioni.
Se la variabile genere influisce sulle risposte i questionari possono essere divisi per uomini e donne.
Big Five Observer (BFO): strumento di etero valutazione per valutare la personalità di una o più persone. È uno strumento più veloce utile soprattutto in contesti in cui uno valuta molti esempio insegnante che valuta la classe o capo che valuta i dipendenti. È costituito da 40 coppie di aggettivi opposti e consente la rilevazione delle cinque dimensioni di personalità secondo la prospettiva di un’osservatore. È facile rapida compilazione e fornisce un profilo di personalità di facile lettura e confrontabile con i profili ottenuti con altri strumenti di misura dei big five.
Big Five Children (BFQ-C): è stato creato ad hoc per il contesto italiano. È di facile e rapida compilazione. E utilizzato per bambini tra gli 8 e gli 11 anni.
È costituito da 65 affermazioni (13 per ciascuno dei 5 fattori) valutate lungo una scala a 3 passi (1= quasi mai; 2= qualche volta; 3=sempre). Non è previsto il calcolo di due sottodimensioni separate, non ci sono item formulati in senso negativo e non è prevista una scala Lie. Il 4° fattore è relativo all’Instabilità emotiva (non è la stabilità emotiva ma il suo opposto).
Big Five Adjectives (BFA): Costituito da aggettivi ma più lungo del BFQ. Ha origine dallo studio Psicolessicale di Caprara e Perugini sul lessico italiano e risulta una valida alternativa alla adjective check list.
Costituito da 175 aggettivi unipolari fornisce una misura delle cinque grandi dimensioni e delle 10 sotto dimensioni del BFQ. Vengono valutati su una scala a sette posizioni (da 1 = “Per nulla”; 2 = “Poco”; 3 = “In una certa misura”; 4 = “Mediamente”; 5 = “Abbastanza”; 6 = “Molto”; 7 = “Moltissimo”).
Le norme del BFA sono divise per due tipologie di soggetti: soggetti esaminati in situazioni normali o neutre e soggetti esaminati in situazioni competitive ovvero di valutazione o selezione
Vantaggi:
Le liste di aggettivi sono facili e veloci da compilare e consentono una valutazione della personalità non ancorata a una specifica situazione e ciò li rende utilizzabili in situazioni molto differenziate.
Limiti:
Gli aggettivi non consentono di cogliere tutte le sfaccettature e le articolazioni della personalità.

-Energia: misura caratteristiche quali il livello di attività, il vigore, la socievolezza, la comunica attività, l’assertività, la competitività e la leadership.
-Amicalità: misura caratteristiche quali la fiducia, la pro socialità, l’altruismo, la generosità e la gentilezza.
-Coscienziosità: misura caratteristiche quali l’autoregolazione, l’affidabilità, la responsabilità, la precisione, la volontà e la tenacia
-Stabilità emotiva: misura caratteristiche quali la capacità di controllare le proprie emozioni, l’assenza di affetti negativi e il benessere psico biologico
-Apertura mentale: misura caratteristiche quali l’ampiezza dei propri interessi culturali, la tolleranza verso le differenze, la creatività e la curiosità.

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37
Q

Studi emici ed etici/Come procedono gli studi emici ed etici/Risultati studi etici ed emici

A

Questi studi sono utilizzati per indagare la generalizzabilità cross-culturale del modello a 5 fattori.
Gli studi etici: importano questionari di personalità o termini lessicali riferiti alla personalità da una cultura all’altra e, quindi, da una lingua all’altra. Gli studi etici hanno generalmente replicato la struttura dei cinque fattori: - In culture Occidentali e non Occidentali. - In lingue Indo-Europee e non Indo-Europee - In popolazioni più o meno istruite - Sia con questionarti che con liste di aggettivi.
Limiti:
talvolta tra le lingue non esiste una corrispondenza letterale di alcune parole e anche i termini uguali in diverse lingue possono avere significati leggermente diversi.
I questionari importati potrebbero fornire informazioni sulla personalità che sono importanti solo per alcune culture ma irrilevanti per altri
Gli studi emici: iniziano la ricerca direttamente in una particolare cultura e si affidano a fonti indigene come le interviste, le descrizioni spontanee della personalità, le liste di termini estratte dal dizionario, ecc. Negli studi emici è stata riscontrata una minore conferma della struttura a cinque fattori: - In alcune culture non sono stati rilevati i Cinque Fattori. Possono esistere fattori di personalità unici, tipici di particolari culture. - Studi condotti in vari paesi, tra cui l’Italia, hanno riscontrato spesso una struttura a tre fattori: Estroversione, Amicalità, Coscienziosità.

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38
Q

Applicazione dei BF del contesto lavorativo

A

La selezione del personale è uno dei principali ambiti di applicazione della assessment di personalità e questo si basa sul presupposto che scegliere la “persona giusta” per la “giusta posizione lavorativa” sia garanzia di maggior successo sia per il lavoratore sia per l’organizzazione.
I big five predicono:
* Scelte di carriera e successo nelle professioni intraprese
* Prestazione lavorativa (coscienziosità)
* Born out (estroversione e nevroticismo)
* Team working, investimento nel lavoro, rispetto delle norme sociali e qualità delle relazioni (estroversione)
* Comportamenti devianti tesi a violare le norme e il funzionamento dell’organizzazione (coscienziosità)
Limiti:
Difficoltà nel stabilire il nesso di influenza tra i tratti di personalità e lo svolgimento di alcuni lavori quando questi vengono svolti da molti anni.

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39
Q

Big five e contesto scolastico

A

In questo campo ci si è concentrati sulla prestazione scolastica in cui nevroticismo e apertura mentale sono risultati associati a questo importante indicatore ma il tratto che ha mostrato associazioni più significative e più confermate è la coscienziosità. Le caratteristiche di personalità sintetizzate nel tratto della coscienziosità predicono la performance scolastica indipendentemente dai livelli di intelligenza. Gli studenti più coscienti sarebbero più capaci di autoregolare il proprio comportamento mantenendo il focus sui compiti e tenendo bada le fonti di distrazione. Inoltre sono in grado di mettere in campo molteplici strategie di apprendimento adattandosi ai tempi e alle condizioni ambientali.

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40
Q

Applicazione dei big five in ambito sportivo

A

Scegliere lo sport più adeguato alle proprie caratteristiche può essere importante per garantire scelte durature ed evitare il fenomeno del Drop out sportivo che risulta particolarmente critico in alcune fasi della vita. Gli atleti riportano punteggi più alti di estroversione, coscienziosità, stabilità emotiva e apertura mentale rispetto ai non atleti.
Differenze:
Tra atleti praticano sport individuali rispetto ad atleti che praticano sport di squadra. Gli atleti di sport individuali riportano maggiore coscienziosità, apertura mentale e stabilità emotiva ma minore estroversione ad atleti di sport di squadra.
Tra livello della pratica sportiva. Gli atleti di livello più alto hanno maggiore amicalità, coscienziosità e stabilità emotiva rispetto a quelli di livello più basso.
Limiti:
-Campioni di studio molto piccoli ed estremamente eterogenei in termini di sport praticati.
-Difficoltà a stabilire il nesso di influenza tra il tratto di personalità e lo sport praticato quando quest’ultimo è praticato da tanti anni.

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41
Q

Big five nelle relazioni con gli altri

A

I big five sono predittori anche della qualità e della quantità delle relazioni interpersonali i tratti di maggior rilievo sono estroversione e amicalità.
-L’amicalità predice il mantenimento la durata e la qualità dei legami interpersonali, influenza il comportamento sociale e favorisce l’accettazione altrui e l’integrazione sociale. Nelle relazioni intime si associa a una migliore qualità e durata della relazione di coppia.
-l’estroversione favorisce le relazioni interpersonali in particolare una maggiore propensione a fare nuove amicizie e una maggiore assertività e capacità di trascinare gli altri.
-L’apertura mentale porta a posizioni politiche più progressiste e innovative rendendo disponibili nei confronti di stranieri e minoranze.
-Coscienziosità si associa a uno stile genitoriale più responsivo e sensibile verso i figli e una tendenza a una minore tendenza a reagire in modo aggressivo.
-nevroticismo determina interazioni coniugali più difficili e meno soddisfacenti e aumenta la possibilità di soffrire e di disturbi post traumatici.

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42
Q

Big five salute e benessere

A

I cinque tratti influenzano anche lo stile di vita, il benessere e la salute degli individui.
La coscienziosità è il tratto che mostra un maggior valore predittivo grazie all’attivazione di molteplici comportamenti salutogeni ovvero generatori di salute. Mostrano una minor propensione intraprendere comportamenti rischiosi, una spiccata tendenza a seguire le norme e le regole sociali e adottano uno stile di vita più salutare.
Al contrario il nevroticismo porta a un’incapacità di gestire l’emozioni e a uno stile di vita meno salutare che può portare a maggiori problemi di salute.
Anche l’estroversione ha influenze positive sulla salute fisica e mentale grazie agli effetti dell’affettività positiva e le ampie risorse sociali.

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43
Q

Modello alternativo dei disturbi di personalità

A

Propone un modello dimensionale della personalità patologica e un modello ibrido per la diagnosi dei disturbi di personalità. È stato sviluppato con l’intento di superare i limiti tra il modello categoriale tradizionale e il modello dimensionale. Criteri:
A) Per valutare il funzionamento globale della personalità in base a quattro aspetti: l’identità, l’autodirezionalità, l’empatia e l’intimità.
B) Comprende 25 sottotratti di personalità patologica riassunti in una struttura a cinque fattori di ordine superiore denominati: affettività negativa, distacco, antagonismo, disinibizione, psicoticismo

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44
Q

Modello HEXACO

A

Modello alternativo ai big five che si è affermato negli ultimi decenni secondo cui la personalità sarebbe meglio descritta da sei fattori simili ma non sovrapposti al modello a cinque. Anche esso origina da studi di tipo lessicale sulla struttura della personalità. I sei fattori sono
* Emozionalità vicino al nevroticismo ma non comprende aspetti legati alla gestione della rabbia e include il sentimentalismo.
* Estroversione, simile all’estroversione dei big five
* Grandevolezza simile alla gradevolezza dei big five ma racchiude anche la mancanza di rabbia non incluso nell’altro modello
* Coscienziosità simile alla coscienziosità dei big five
* Apertura all’esperienza, simile alla cultura o intelletto dei big five
* Onesta-umiltà tratto aggiuntivo che contraddistingue questo modello. Include aspetti diposizionali (moralità, etica, integrità e onestà) in grado di predire comportamenti con una forte connotazione morale e che trovano scarsa spiegazione all’interno del modello dei big five e per questo sono stati volutamente omessi.

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45
Q

Modelli circomplessi

A

Nell’organizzazione gerarchica della struttura di personalità, le sfaccettature e le sfumature corrispondono alle articolazioni e sotto articolazioni dei tratti di base. I tratti sono concepiti come dimensioni bipolari e le differenze di personalità di specifiche corrispondono a combinazioni di diversi tratti. I modelli circonflessi rendono conto delle relazioni tra i cinque tratti di base dal momento che esplicitamente definiscono aspetti di personalità riconducibili a due tratti. Alcune sfaccettature non appartengono solo a un tratto specifico ma sono comuni a più tratti, infatti le sfaccettature derivano dall’intersezione di più tratti. È un altro metodo per studiare i tratti; considera i tratti attorno ad una ciconferenza: non esistono tratti sovraordinati e sottotratti, hanno tutti lo stesso livello e le stesse condizioni. Uno dei modelli circomplessi dei tratti è quello di Heymans e Wiersma, i quali individuarono una struttura di personalità definita da 3 dimensioni:
* Attività: capacità di agire con facilità
* Emotività: intensità
* Risonanza: resàponsività agli eventi esterni
Un altro modello circomplesso è quello di Wiggins, secondo cui i tratti si posizionano lungo una circonferenza definita dalle dimensioni di potere e amore.
Un esempio di modello circonflesso è l’AB5C che propone le 10 combinazioni dei big five per individuare le sfaccettature di tratto non riconducibili a uno dei cinque ma all’incrocio tra due.

46
Q

Teoria di Walter Mischel

A

Autore del libro personality and assessment fù il primo a muovere profonde critiche sulla teoria disposizionista dominante negli anni ’60. Egli non condivide l’idea che i tratti esprimano regolarità e afferma che i pattern di comportamento individuali sono spesso poco correlati tra loro in quanto tanto più sono diverse le situazioni tanto meno il comportamento risulta consistente da una situazione all’altra. Dimostra quindi che i pattern comportamentali individuati sono poco correlati tra di loro e mette in dubbio l’utilità e l’esistenza di tratti di personalità stabili. Egli ammette che esiste una relazione diretta e specifica tra comportamento e situazione e il tratto serve a categorizzare e descrivere sinteticamente comportamenti che vengono osservati in sé e negli altri. È importante la percezione della situazione:
* declinazione contestuale del tratto: il tratto si manifesta se ci sono delle condizioni (condizioni se… allora). Il tratto è un costrutto che collega categorie di atti con categorie di condizioni in cui ci si attende che questi atti si manifestino
* significato psicologico delle situazioni: si riferisce alla reazione soggettiva delle persone alle situazioni. Le condizioni hanno una dimensione oggettiva e una dimensione soggettiva di conseguenza derivano dall’interpretazione soggettiva che porta a differenza individuali.

47
Q

Reazioni alla critica di Mischel

A
  • Epstein e O’Brein: esiste una coerenza comportamentale intra individuale e delle differenze individuali cioè delle reazioni tipiche differenti che le persone adottano nelle medesime situazioni. I tratti sono buoni predittori di comportamenti aggregati di un gran numero di comportamenti osservati. Un’azione isolata non caratterizza una persona né influenza la sua vita, mentre lo è l’aggregazione di molte azioni.
  • Buss e Craik: frequenza dell’atto: le azioni vengono considerate come manifestazioni di una data disposizione la loro frequenza rappresenta un’indicatore della presenza del tratto in quanto indice temporale per definizione. Fa una distinzione tra consistenza comportamentale e consistenza disposizionale dove quest’ultima contiene quattro estensioni due riferite alla persona (versatilità e ampiezza situazionale) e due relative al tratto (volume volume e struttura della categoria).
48
Q

Che cosa sostiene l’approccio alla persona di Magnusson?

A

Il focus è sull’intero pattern che diverse variabili biologiche, psicologiche e sociali possono assumere nel singolo individuo. L’individuo e il suo sviluppo sono l’oggetto primario di studio dal momento che è questo che nella sua interezza, e non nelle singole variabili, che permane distinto e chiaramente identificabile nel corso del tempo. L’approccio interazionista proposto da Magnusson viene definito alla persona e si concentra sull’intero pattern che molte diverse variabili, biologiche, psicologiche e sociali possono assumere all’interno del singolo individuo. In tal senso lo studio è longitudinale al fine di cogliere tutte le variazioni che avvengono nel corso del tempo. Egli ritiene che persone-ambiente vadano considerati come un sistema in cui l’influenza è bidirezionale in cui la persona ha un ruolo attivo nell’ambiente che influenza e da cui viene influenzata. Parla di interscambio persona-situazione. Introduce il concetto di coerenza di comportamento secondo cui esso non è stabile ma coerente poiché cambia secondo traiettorie sensate prevedibili. Ha un approccio olistico alla persona in quanto non si limita a studiare una sola variabile ma si interessa di tutti gli aspetti biologici, sociali e personologici.

49
Q

Sistemi di classificazione delle situazioni

A
  • Blass: Le situazioni vengono classificate in funzione della relazione che essi hanno con la persona. Distinzione: forti e deboli, imposte e scelte.
  • Teoria funzionale delle situazioni di Argyle
    Le situazioni assumono la particolare forma in cui le vediamo in virtù delle funzioni che esse svolgono in una determinata società. Alcune situazioni svolgono funzioni più esplicite altre più implicite. Criteri di analisi delle situazioni: obiettivi, regole, ruoli sociali svolti in una determinata situazione
  • Rauthmann e Sherman: situazione psicologica in quanto non è possibile analizzare e stimare l’influenza delle situazioni e dei contesti sul comportamento a prescindere da significati a essi attribuito. Categorie: unità (composizione delle situazioni), caratteristiche (significato psicologico), classi (categorie di situazioni).
  • Analisi psicolessicale delle situazioni di Van Heck
50
Q

Cosa sostiene l’interazionismo meccanico

A

Definito anche interazionismo statistico poiché indaga in che misura fattori personali, fattori ambientali, e la loro interazione, influenzano il comportamento.
Esempio: ipotesi frustrazione-aggressione: sono stati fatti diversi esperimenti che dimostravano come il comportamento (aggressività) dipende da una variabile situazionale (frustrazione), da una variabile personologica (irritabilità), da una variabile personale non personologica (sesso biologico). I risultati sono:
Variabile situazionale =la minaccia dell’autostima produce comportamenti aggressivi
Variabile personologica = gli irritabili e ruminanti mettono in atto più comportamenti aggressivi
Variabile personale = quando l’aggressività non è fisica non c’è differenza significativa tra il genere

51
Q

Cosa sostiene l’interazionismo dinamico

A

Propone un’analisi dei processi di reciproca influenza tra fattori personali e fattori ambientali.
Secondo Endler e Magnusson il comportamento è il risultato di un processo di continuo influenze tra individuo e situazione. La persona è un sistema aperto e un agente attivo in funzione di una serie di capacità e caratteristiche peculiari.
Sistema persona-ambiente: funziona come una totalità, il significato delle situazioni attribuito dalla persona ma i processi attraverso i quali le persone creano tale significato sono plasmati dall’ambiente socio culturale.

52
Q

Tratti e tipi di personalità correlati alla salute

A

Friedman (1991), aveva dimostrato che la coscienziosità era un importante fattore di protezione.
Osservando la popolazione americana, rileva qualcosa di particolare: persone con patologie cardiovascolari presentavano tratti comuni e distintivi rispetto alle altre persone, tanto che comincia a parlare di alcuni tipi di personalità “predisposti” alla malattia. Sembrano esserci particolari combinazioni di caratteristiche che portano ad avere maggiori fattori di rischio per la malattia, mentre altri sembrano portare maggiori fattori di protezione.

53
Q

Tipi di personalità (resilienti, supercontrollanti e ipocontrollanti)

A

I tipi corrispondono a particolari combinazioni di tratti ricorrenti in una popolazione.
Alcuni tipi sono stati studiati da Block (1971) e Asendorpf (2002). Essi hanno eseguito studi longitudinali su bambini, seguiti fino all’età adulta. Vengono studiati 3 raggruppamenti in “tipi”:
* Resilienti: equilibrati, diligenti, gradevoli (buone relazioni interpersonali = profilo positivo)
* Supercontrollati: socialmente inibiti, emotivamente instabili (bambini che fanno fatica a gestire le emozioni, fanno fatica a legare = problemi di nevroticismo)
* Ipocontrollati: negligenti, ostili (vanno verso la devianza, difficoltà nel gestire le emozioni, soprattutto la rabbia. Non necessariamente hanno delle relazioni problematiche, ma molto selettive; presentano difficoltà scolastiche e esternalizzazioni violente nei confronti degli altri)

54
Q

Personalità tipo A e tipo D

A
  • Friedman e colleghi negli anni ’50 e ’60 hanno proposto il concetto di personalità di tipo A. Caratteristiche: elevata competitività, ambizione motivazione successo ma anche impazienza, aggressività e ostilità nei confronti delle altre persone. Sono stati sviluppati dei lavori che spiegano come i possessori di questa personalità, presentino irritabilità e ostilità come le caratteristiche maggiormente associate a malattie cardiovascolari.
  • Denollet e colleghi hanno invece proposto la personalità di tipo D. Caratteristiche: affettività negativa e inibizione sociale, caratterizzate dalla tendenza a sperimentare emozioni negative e ansia sociale e si dimostrano particolarmente inibite nell’interazioni sociali dalle quali tendono a rifuggire. Anche questa personalità sembra essere piuttosto diffusa nella popolazione colpita da patologie cardiovascolari
55
Q

Tipi di personalità e tipi di professione

A

Holland ritiene che gli interessi di carriera siano espressioni della personalità. Descrive sei tipologie declinandole in termini di differenze individuali di differenze professionali.
Tipo realistico, investigativo, artistico, sociale, imprenditoriale e convenzionale. Ogni tipologia si caratterizza per una serie di aggettivi descrittori di personalità che richiamano molte differenze individuali comprese anche nel modello dei big five.

56
Q

Come i ruoli sociali influenzano la personalità

A

Secondo Harrè il ruolo sociale ricoperto nei vari contesti imprime alla personalità determinate caratteristiche. Associato al concetto di ruolo vi è quello di compito di vita ovvero ciò che deve essere fatto nelle varie fasi della vita secondo norme e tradizioni. Secondo la prospettiva della psicologia evoluzionistica, uomini e donne hanno affrontato problemi diversi in relazione ai loro differenti ruoli e ciò ha comportato delle differenze sul piano psicologico. Secondo questa teoria, la donna che ricopre il ruolo di madre lo fa in termini di cura, sensibilità e dedizione mentre l’uomo, nel ruolo di padre, assume direzione e controllo. Sono stati inoltre individuati dei tratti tipicamente femminili e maschili. I tratti femminili caratterizzano donne con maggior supporto percepito da parte del partner mentre i tratti maschili caratterizzano uomini con lavori più impegnativi e prestigiosi.

57
Q

Componenti della personalità secondo l’approccio socio cognitivo

A

Le persone hanno tre capacità fondamentali:
* Ragionano sul mondo e sviluppano una rappresentazione simbolica della conoscenza che hanno acquisito tramite l’esperienza
* Riflettono sul presente, sul passato e anticipano gli eventi futuri
* Riflettono su se stesse, sul loro comportamento e sul loro modo di pensare
grazie a queste capacità le persone agiscono in maniera trasformative sugli ambienti e sui contesti di vita. La personalità è concepita in termini di fattori e processi cognitivi di base che si sviluppano nei contesti sociali. Le unità socio cognitive costituiscono un complesso sistema di sottosistemi socio cognitivi che interagiscono tra di loro, hanno un funzionamento dominio-specifico e la loro rilevanza varia da un contesto all’altro.

58
Q

Teoria dei sé possibili di Markus e Nurius/Cosa sono le rappresentazioni di sé?

A

I due autori sostengono che il sé si articola in:
* sé attuale, come ci vediamo
* sé ideale, come vorremmo essere
* sé imperativo, ciò che penso di dover essere
Tripartizione che vale non solo per noi stessi, ma anche per le rappresentazioni che gli altri hanno di noi. Discrepanze del sé rilevanti accessibili hanno effetti negativi sul piano dei vissuti emotivi momentanea per l’insorgenza di condizioni croniche di disagio molti fattori di natura sociale influenzano le rappresentazioni e rispetto alle tre componenti del sé durante il periodo dell’infanzia.

59
Q

Cosa sono gli schemi

A

Sono un’unità socio cognitiva costitutiva della personalità in quanto reti di conoscenze organizzate e ben interconnesse. Quando immagazziniamo nuove informazioni offriamo un’integrazione all’interno di cornice di riferimento che orientano inferenze, aspettative e azioni. Organizzano e guidano l’elaborazione delle informazioni in modo che entrino a far parte di reti integrate di conoscenze per esistenti e vengano dotate di significato. L’utilizzo degli schemi risulta vantaggioso poiché consente una valutazione rapida ed efficace di situazioni nuove e complesse

60
Q

Schemi relativi al sé

A

Insieme delle conoscenze relative alle proprie caratteristiche, capacità e inclinazioni. Rappresentano generalizzazioni cognitive schematiche che derivano dall’esperienza passata, guidano l’elaborazioni ed organizzazioni di nuove informazioni. Gli schemi del sé influenzano l’elaborazione delle informazioni su di sé e hanno impatto anche nell’interpretazione di informazioni sugli altri.

61
Q

Discrepanza tra sé di Higgins

A

Le rappresentazioni di sé hanno una forte valenza motivazionale in quanto le persone si definiscono in termini motivazionali e sono fortemente spinte a comportarsi in conformità alle rappresentazioni che hanno di sé e a ridurre eventuali discrepanze tra i diversi sé. Non sempre le rappresentazioni vanno d’accordo tra loro = DISCREPANZA: ciò che sono (sé reale) vs ciò che vorrei essere (sé ideale) vs ciò che penso dovrei essere (sé imperativo).
La discrepanza tra le proprie rappresentazioni è particolarmente rilevante perché associata a emozioni che hanno un ulteriore impatto motivazionale.
Sé attuale diverso da sé ideale genera insoddisfazione
Sé attuale diverso da sé imperativo genera colpa
In entrambi i casi la persona mira a ridurre la discrepanza per evitare gli spiacevoli vissuti emotivi a essa associati. La discrepanza tra i diversi se dipende dal grado di rilevanza di accessibilità.
* Accessibilità: Non tutte le informazioni e le sfaccettature che sottostanno le nostre rappresentazioni sono sempre accessibili
* Rilevanza: Alcune informazioni sono più rilevanti e altre meno

62
Q

Costrutti del sé, Markus e Kitayama (non c’è nelle domande)

A

Self-construals: indica le rappresentazioni e le concezioni che le persone hanno di sé, partendo dall’assunto che le persone sviluppano il proprio senso di sé prendendo parte a varie forme di vita sociale nei contesti culturali di appartenenza che definiscono valori e aspettative.
* Self-construals indipendente: caratteristico di cultura individualiste riflette una visione di sé come soggetto separato da altri. Gli altri sono importanti per i benefici che portano e come fonte di confronto. Più presente negli uomini e mostra una minore sensibilità al contesto. L’emozioni positive sono collegate a successi personali
* Self-construals interdipendente: caratteristico di culture collettivisti riflette una visione di sé come è connesso agli altri. Gli altri sono fonte di definizioni per sé Il confronto sociale è usato per determinare se si stanno seguendo adeguatamente le regole del proprio contesto di appartenenza. Più presente nelle donne, sono maggiormente sensibili al contesto e le emozioni positive derivano dall’appartenenza e dall’approvazione del gruppo gruppo.

63
Q

Descrivi il modello di Atkinson valore x aspettativa

A

T = (MX x PX x IX) - (My x Py x ly)
Secondo il modello di Atkinson, la tendenza motivazionale, ovvero una tendenza a mettere in atto una determinata azione, dipende da tre elementi:
* M = motivo,
* P = probabilità, ovvero l’aspettativa relativa a ciò che succederà se si agisce in un certo modo,
* | = incentivo, corrispondente al valore attribuito a un determinato obiettivo o scopo (aspetto valoriale).
I tre elementi caratterizzano due tendenze diverse:
* La tendenza al successo (x),
* La tendenza a evitare il fallimento (y).
Dalle due deriva la tendenza motivazionale generale (T).
La motivazione è retta da un principio di utilità soggettiva: gli individui agiscono quando ritengono di poter raggiungere gli scopi che sono alla loro portata e che valutano come importanti.
Costrutto di aspettativa: Nel decidere se intraprendere o meno un’azione, le persone non sono esclusivamente in balia di spinte o fattori di attrazione, ma effettuano valutazioni delle loro probabilità di successo e di fallimento, e si chiedono quanto è effettivamente importante per loro il raggiungimento di un determinato scopo.
Tra aspettativa e valore, Atkinson ipotizza una relazione inversa: l’incentivo è tanto più grande quanto più difficile è il compito/l’obiettivo e sono dunque più basse le probabilità di successo. Ne consegue che un successo è tanto più attraente quanto più difficile il compito da svolgere e un insuccesso è tanto più sgradito quanto questi sono più facili. Ci sono due tipologie di persone:
* Le persone più orientate al successo preferiscono generalmente compiti di media difficoltà.
* Le persone più orientate a evitare il fallimento preferiscono compiti molto difficili o molto facili.
Gli incentivi corrispondono ad emozioni anticipate di orgoglio e soddisfazione nel caso del successo e di vergogna nel caso di insuccesso. Tali emozioni si differenziano da quell’esperite da chi accompagnano l’azione e che sono speranza, per il successo e di paura per il fallimento.

64
Q

Teoria di McClelland

A

Il motivo è una “preoccupazione” ricorrente (concern) che orienta i processi attentivi e percettivi,, e seleziona, direziona ed energizza il comportamento al fine di essere motivato, orientandolo verso il raggiungimento di certe mete. I motivi riflettono i bisogni differenti e possono tradursi in vari comportamenti finalizzati a raggiungere gli scopi che sono fonti di soddisfazione. I motivi non sono sempre tutti attivati; l’attivazione di un motivo prende il nome di motivazione e si traduce in un impulso a mettere in atto azioni che sono diverse da un individuo all’altro a seconda delle interpretazioni che le persone danno dei propri stati interni e delle circostanze in cui si trovano (variabilità individuale).
McClelland propone una tripartizione in cui ogni motivo è composto da due poli, uno positivo che riflette il desiderio e uno negativo che riflette la paura:
* Riuscita (o motivo al successo): desiderio di eccellenza (+), paura del fallimento (-). Più vicino al bisogno di competenza (Deci e Ryan)
* Affiliazione: desiderio di protezione (+), paura del rifiuto (-)
* Potere: desiderio di dominio (+) e paura della dipendenza (-)
Benché i tre motivi possano coesistere nella stessa persona e dare luogo a diverse configurazioni motivazionali, gli individui generalmente differiscono nella forza di ciascun motivo e spiccano per un motivo piuttosto che per un altro. La prevalenza dell’uno o dell’altro motivo, dipende principalmente da fattori di tipo sociale; secondo McClelland, infatti, i motivi sono appresi primariamente come risultato delle esperienze precoci e dei processi di socializzazione.

65
Q

Motivi impliciti ed espliciti

A

Due tipi di motivi:
* Motivi impliciti: inaccessibili all’introspezione, inconsapevoli. Derivano da preferenze per determinati incentivi che vengono apprese molto precocemente e attraverso esperienze largamente prelinguistiche.
Influenzano le scelte e comportamenti a lungo termine, di lunga durata. Sono rilevabili con tecniche proiettive.
* Motivi espliciti: autoattribuiti e consapevoli. Riflettono l’immagine che la persona ha di sé. Derivano da incentivi sociali (premi, richieste), possono essere riportati dalla persona e corrispondono ai motivi che essa ritiene consapevolmente sottostanti al proprio comportamento. Influenzano scelte e comportamenti nel breve periodo. Vengono misurati con questionari e interviste. Es. Tom

66
Q

Tom/parla degli orientamenti motivazionali di McClelland

A

McClelland
Test di orientamento motivazionale è un questionario Self report sviluppato per la misura dei motivi che orientano il comportamento. Costituisce una misura di motivi espliciti. Le affermazioni risultano le scelte che le persone tendono a fare, le loro preferenze e ciò chi ne orienta i comportamenti. Misura 4 orientamenti:
* Orientamento al successo: Sono spinto a raggiungere l’obiettivo nel tempo stabilito, è importante per me lavorare con ordine, disciplina e metodo. Mi diverte mettermi in sfida
* Orientamento innovazione: Mi piace sperimentare nuove situazioni, mi incuriosisco le novità, penso in modo creativo e differente rispetto ai miei colleghi e amici, nel lavoro cerco sempre di trovare soluzioni fuori dallo schema, mi piace essere creativo
* Orientamento leadership: Mi piace prendere il controllo della situazione, mi piace guidare il gruppo, Mi piace imporre la mia idea, Non mi piace gli altri non mi ascoltino e non seguano i miei ordini
* Orientamento alla relazione: Tendo a non avere nessun problema o conflitto con l’altro, sto attento al mio comportamento per evitare di ferire il prossimo, Preferisco stare insieme ad amici, Per me l’importante nel lavoro è il rapporto con i colleghi

67
Q

Teorie implicite sul sé di Dweck/ cosa si intende per obiettivi di padronanza e prestazione

A

Dweck era interessata a capire quando e come si formano le rappresentazioni che i bambini hanno e quanto pensano che le caratteristiche si possano cambiare. Era interessata soprattutto al costrutto di intelligenza. Osserva bimbi piccoli e dimostra che le rappresentazioni si formano presto, sono influenzate da quello che dicono gli altri, hanno una grande resistenza al cambiamento. Questa teorizzazione è stata applicata anche ai costrutti di personalità.
Le persone associano diversi gradi di “modificabilità” alle proprie caratteristiche (es. intelligenza, estroversione). Le teorie implicite si formano precocemente, sono piuttosto trasversali e difficilmente modificabili. Le concezioni entitarie (“sono … come sono”) e incrementali (“posso diventare…”) sono state studiate soprattutto in ambito scolastico e in quello sportivo.
Le teorie implicite sul sé influenzano i comportamenti, le reazioni alle situazioni di valutazione e i vissuti
soggettivi di fronte alle difficoltà e ai fallimenti.
* Gli entitari sono generalmente preoccupati di dimostrare ciò che sono e ciò che valgono e vivono le valutazioni altrui come giudizi su di sé, ai quali sono particolarmente sensibili; i fallimenti sono vissuti come segnali di incapacità e di impossibilità di riuscita (“non sono portato e non sono adatto”), cui non è possibile porre rimedio.
* Gli incrementali, al contrario, sono orientati all’accrescimento delle loro caratteristiche e vivono la valutazione come un giudizio sulla prestazione, grazie al quale migliorarsi in futuro; gli errori e i fallimenti sono attribuiti allo scarso impegno o all’impiego di strategie sbagliate, che possono essere corrette e migliorate (“ho sbagliato questa cosa, la prossima volta sarò più attento”).
Le concezioni entitarie e incrementali influenzano la tipologia di obiettivi che ci poniamo, soprattutto nei contesti di performance.
Gli entitari si pongono obiettivi di prestazione: implicano il voler dimostrare agli altri ciò che si sa e si sa fare
Gli incrementali si pongono obiettivi di padronanza: riflettono nel voler padroneggiare i compiti, le situazioni che si affrontano e voler sentire che si sta migliorando.
Le teorie implicite sul sé influenzano i comportamenti, le reazioni alle situazioni di valutazione, i vissuti soggettivi di fronte alle difficoltà e i fallimenti e gli obiettivi che vengono stabiliti nonché le strategie di autoregolazione che si mettono in atto per raggiungerli.

68
Q

Attribuzione di causalità/descrivi l’attributional style questionnaire/ teoria attribuzionale

A

La proposta di Weiner punta l’attenzione sulle spiegazioni che le persone danno in merito a ciò che è successo nel passato e sulle attribuzioni relative alle cause degli accadimenti. È stata data molto importanza alle attribuzioni di causalità cioè spiegazioni in termini causali in merito a ciò che è successo nel passato. La necessità di individuare le cause degli eventi passati è fondamentali per massimizzare la probabilità di riprodurre in futuro quelli positivi e minimizzare la probabilità di quelli negativi. La conoscenza delle cause dei comportamenti altrui inoltre una funzione interpersonale poiché orienta i nostri giudizi anche di tipo morale. Le aspettative fatte dipendono da come è stato interpretato ciò che è successo in quanto l’interpretazione in termini causali dei terminali aspettative future. L’attributional style questionnaire è uno strumento che misura lo stile attribuzione degli individui, si concentra sulle spiegazioni che le persone danno in merito a ciò che è dovuto e le attribuzioni relative alle cause.
Criteri:
* Locus: se la causa è interna o esterna
* Controllabilità: la causa è qualcosa che io posso controllare
* Stabilità: la causa è qualcosa di transitorio
* Globalità: la causa ha impatto su tutti gli ambiti della mia vita
dalla combinazione delle quattro dimensioni scaturiscono tante possibili attribuzioni a ciascuna delle quali sono associate delle emozioni che hanno un ulteriore valenza motivazionale.
Nell’ASQ si chiede all’individuo di immaginare una situazione di rispondere alle domande che vengono poste in successione che fanno riferimento ad ognuna delle varianti scritte prima e hanno lo scopo di cogliere l’ostile attribuzione

69
Q

Achievement goal framework (non c’è nelle domande)

A

Elliot e mcGregor
Gli obiettivi di approccio spingono la persona ad affrontare i compiti, attività e situazioni mentre quelli di evitamento inducono a rifugiare da sé stessi. Entrambi i tipi di obiettivi possono combinarsi con quelli di prestazione di padronanza.
Chi persegue obiettivi di prestazione può farlo cercando di ottenere i giudizi positivi, di essere superiore agli altri (approccio) o tentando di evitare sempre valutazioni negative situazioni in cui non si sente all’altezza (evitamento).
Chi persegue obiettivi di padronanza può essere orientato a padroneggiare situazioni attività e a migliorarsi (approccio) o evitare di sentirsi incapace di essere peggiorato (evitamento).

70
Q

Cosa sono gli obiettivi

A

Gli obiettivi sono rappresentazioni di ciò che si desidera conseguire, o evitare, nel futuro. Sono un costrutto motivazionale i rappresentano qualcosa che si vuole raggiungere ma anche qualcosa che non si vuole. Possono essere definiti come rappresentazioni di ciò che la persona vuole ottenere e verso cui dirige il suo comportamento in maniera volontaria.
Caratteristiche
o concretezza ed elevata definizione
o specificità di contesto
o collocazione temporale precisa
o misurabilità
Queste caratteristiche differenziano obiettivi dai desideri: quest’ultimi possono corrispondere a qualcosa che la persona vuole fare ma rispetto gli obiettivi hanno connotazione molto generiche poco realistiche.

71
Q

Teoria del goal setting di Locke e Latham (non c’è nelle domande)

A

Su questa teoria si basano strategie di training. Vengono approfonditi gli obiettivi che hanno maggiori effetti sulla prestazione andando a definire alcune caratteristiche grazie alle quali differenziare gli obiettivi tra di loro. Si distinguono per
o livello di difficoltà o sfida: dipende sia dal contenuto dell’obiettivo che dagli standard che la persona si prefigge di raggiungere;
o ampiezza: alcuni particolarmente ampi implicano un’articolazione in sotto-obiettivi più ristretti;
o prossimità temporale: obiettivi a breve, medio o lungo termine;
o significato che rivestono per la persona;

72
Q

Definizione e funzione degli standard di valutazione

A

Le persone giudicano il loro comportamento in base ai propri standard di valutazione. Quando ci poniamo un obiettivo ci associamo ad uno standard e in questo processo autoregolatorio il monitoraggio di ciò che ottengo è in funzione dello standard. Gli standard rappresentano un importante aspetto della connotazione degli obiettivi dal momento che contribuiscono alla definizione del loro livello di difficoltà. Le persone giudicano il comportamento in base a standard di valutazioni reggendo con orgoglio e soddisfazione quando i risultati sono allineati agli standard e con vergogna e insoddisfazione quando sono distanti. Gli standard rappresentano unità con ruolo di rilievo i processi di autoregolazione tramite i quali le persone modificano un comportamento in funzione del grado di coerenza tra obiettivi prefissati e standard di prestazione stabiliti.

73
Q

Teoria dei valori di schwarzer

A

Schwarzer afferma che i valori sono standard di vita che ci guidano e che utilizziamo per giudicare noi e gli altri. Il modello prevede la presenza di 10 valori organizzati attorno ad una circonferenza. Essi sono: 1.
Universalismo; 2. Benevolenza; 3. Auto-direzione; 4. Stimolazione; 5. Edonismo; 6. Successo; 7. Potere; 8.Sicurezza; 9. Conformismo; 10. Tradizione.
Nel modello di Schwartz, i dieci valori tendono a raggrupparsi in 4 dimensioni sovraordinate:
1. L’apertura al cambiamento (l’indipendenza del proprio pensiero e delle proprie azioni);
2. Il conservatorismo (l’osservanza delle pratiche dettate dalla tradizione e la protezione della stabilità);
3. L’autoaffermazione (la ricerca del successo personale e del predominio sui propri simili);
4. L’autotrascendenza (l’accettazione degli altri e l’impegno per il loro benessere).
Inoltre, i 10 valori si organizzano intorno a due assi che esprimono conflitti:
* autoaffermazione vs trascendenza: conflitto tra successo personale e predominio sugli altri e la ricerca del benessere degli altri;
* apertura al cambiamento vs conservatorismo: conflitto tra la propria indipendenza e la preferenza per pratiche della tradizione.
L’autore ha sviluppato il Portrait Value Questionnaire (PVQ) - Schwartz. Il questionario PVQ misura i 10 valori universali. Il PVQ non richiede alla persona di indicare quanto l’affermazione la descrive, né di indicare il suo grado di accordo con quanto scritto nell’item; al soggetto viene chiesto di indicare quanto si sente simile alla persona descritta.

74
Q

Meccanismi di disimpegno morale di Bandura

A

Secondo Bandura i meccanismi di disimpegno morale sono comportamenti che mettiamo in atto per autosollevarci quando commettiamo qualcosa che non è totalmente nella direzione dei nostri nostri valori. Sono modi di spiegare, interpretare e raccontare ciò che è accaduto per rendere l’evento compatibile con i nostri valori. Lo scopo è quindi limitare o addirittura risolvere l’incoerenza che può generarrsi tra comportamento e standard morale.
I meccanismi sono tre:
* Giustificazione morale: viene fatto un atto immorale perché la persona non aveva scelta
* Etichettamento eufemistico: si sminuisce l’azione immorale fatta
* Confronto vantaggioso: confrontare il nostro comportamento con qualcuno che fa peggio di noi
Essi agiscono su tre aree:
* Ridefinizione della condotta
* Deformazione delle relazioni tra cause effetti
* Distorsione del ruolo della vittima

75
Q

Cosa differenzia le convinzioni di auto efficacia dalle aspettative di esito e dall’autostima

A

Le convinzioni di auto efficacia esprimono quanto ci si sente capaci di fare una certa cosa il grado in cui le persone si sentono convinte di esercitare controllo su se stesse sull’ambiente.
L’autostima è una valutazione generale che la persona dà al proprio valore. È un valore attribuito a se stessi e al grado di auto accettazione che presenta un livello maggiore di generalità rispetto all’auto efficacia.
Le aspettative di esito sono relative a cosa succederà se ci comporteremo in un certo modo.

76
Q

Capacitá di base di Bandura/cosa si intende per processi di autoregolazione

A

Secondo Bandura l’essere umano funziona come una human agency ovvero può agire trasformativamente sugli ambienti contribuendo attivamente alle proprie esperienze e al proprio cambiamento. Ciò che è realmente umano è vivere in posti diversissimi nel mondo grazie alle capacità capacità di trovare processi di adattamento. Human agency si fonda su alcune capacità di base che rappresentano il nucleo fondamentale della personalità e che nel loro insieme rendono le persone capaci di conoscere di modificare il mondo e se stesse. I processi di trasformazione degli ambienti dipendono dalla capacità di base universali che ci rendono distintivi rispetto alle altre specie e sono:
* Autoregolazione: capacità di stabilire e modificare gli obiettivi di valutare i propri comportamento in relazione a standard di prestazione. Attraverso l’autoregolazione la persona si motiva, cioè si trova in sé stessi la spinta per muoversi nella direzione dei propri obiettivi
* Autoriflessione: capacità di riflettere sulle proprie caratteristiche e sul proprio operato. Dalla capacità di autoriflessione deriva il senso di autoconsapevolezza la quale si caratterizza per elevata declinazione contestuale.
* Simbolizzazione: capacità di utilizzare i simboli in particolare il linguaggio per comprendere immagazzinare e trasmettere informazioni
* Apprendimento vicario: avviene tramite attenzione ritenzione produzione e motivazione. La persona osservata viene definita modello e il processo di apprendimento modellamento sociale
* Previsione: capacità di anticipare eventi futuri e formulare aspettative su cosa succederà a seguito di determinate decisioni comportamenti

77
Q

Reciproco determinismo triadico di Bandura

A

Nella proposta di Bandura il funzionamento della persona è collocato all’interno di un modello interazionista definito reciproco determinismo triadico: per studiare un fenomeno devo analizzare sia aspetti interni alla persona che aspetti esterni. La persona mette in atto comportamenti e influenza l’ambiente ed da questo influenzata e questo espresso dalle frecce bidirezionali. La rappresentazione grafica è costituita da frecce bidirezionali che collegano i tre elementi:
* la persona influenza l’ambiente e ne è influenzata,
* l’ambiente influenza il comportamento e ne è influenzato attraverso le reazioni contro reazioni agli stimoli ambientali
* la persona influenza il comportamento e ne è influenzato attraverso la capacità di autoriflessione
Nel definire le relazioni all’interno del reciproco di determinismo triadico, Bandura sottolinea il ruolo attivo assertivo della persona in quanto Human agency poiché le persone possono essere influenzate dalle forze ambientali ma possono anche operare scelte autonome in grado di contribuire alla costruzione dell’ambiente

78
Q

Le convinzioni di autoefficacia di bandura/ processi influenzati dalle convinzioni di autoefficacia

A

L’autoefficacia deriva dalla capacità di autoriflessione. È la capacità percepita di compiere determinati azioni e raggiungere certi livelli di prestazione in specifici contesti. È l’elemento centrale della Human agency e implica il sentirsi capace di fare alcune cose che si configurano come successi in contesti specifici. È relativa alla consapevolezza delle proprie capacità.

Fonti:
* Esperienza diretta: il soggetto partecipa direttamente all’attività. Bisognerebbe strutturare delle situazioni nelle quali la persona sperimenta in maniera progressiva dei successi recenti e far sì che stimolando l’autoriflessione, venga percepita l’auto efficacia
* Esperienza vicaria: deriva dal comportamento degli altri che fungono da modelli sociali e standard di riferimento per la valutazione delle proprie abilità.
* Persuasione verbale: si esprime mediante feedback di una persona per noi significativa. È l’opinione sulle nostre capacità che proviene dall’esterno e hanno un forte impatto su di noi
* Attivazione fisiologica: deriva dal controllo e dall’interpretazione degli stati di attivazione che possono caratterizzare molte situazioni in cui la persona chiamata mettersi alla prova, contribuisce ad aumentare le convinzioni di essere in grado e di riuscire.
Processi influenzati dalle convinzioni di autoefficacia personale:
* Processi di selezione e decisione: determinano le attività che decidiamo di svolgere i contesti in cui scegliamo di far parte in cui ci vogliamo impegnare
* Processi cognitivi: Favoriscono una valutazione positiva delle proprie caratteristiche
* Processi motivazionali: determinano gli obiettivi per perseguiti e le aspettative di successo/in successo
* Processi di autoregolazione delle emozioni: promuovono comportamenti e azioni in grado di modificare il vissuto emotivo e indurre emozioni positive
Specificità: l’autoefficacia è sempre specifica ad un contesto ad un’attività. Le convinzioni di autoefficacia possono variare per livello e intensità sono soprattutto caratterizzate da elevata specificità: si riferiscono a attività, domini e contesti specifici. L’insieme delle nostre convinzioni di autoeffficacia non costituisce un tratto globale ma un set differenziato di convinzioni legate a distinti domini di funzionamento individuale.
Consistenza dell’auto efficacia: possibilità di generalizzare le proprie convinzioni da un contesto all’altro. Alcuni studi hanno dimostrato come queste possibilità possa dipendere dai contenuti relativi agli schemi di sé dal momento che la conoscenza schematica e saliente e accessibile ciò viene in mente con facilità e rilevanza.

79
Q

Modelli di cambiamento del comportamento

A

I modelli di cambiamento comportamentale lavorano su diversi ambiti del comportamento. Si distinguono per fattori motivazionali, concezione della dinamica del cambiamento e la sua articolazione temporale. Sono modello operativi per capire come promuovere il cambiamento.
* Modelli continui: si verifica nel momento in cui i precettori hanno raggiunto un certo livello di maturazione: il comportamento viene predetto da una serie di fattori che sono legati tra loro da nessi di influenza. Il cambiamento del comportamento si realizza quando si raggiungono livelli elevati dei predittori previsti dal modello
Es. teoria del comportamento pianificato (TPC). Prevede che il comportamento sia determinato dalle intenzioni di metterle in atto. L’intenzione è influenzata da tre fattori: l’atteggiamento, la norma soggettiva e la percezione di controllo sul comportamento.
* Modelli stadiali: ipotizza che il cambiamento sia un processo graduale, incrementare dinamico, che si realizza attraverso sei stadi prima del cambiamento definitivo.
Es. Modello transteoretico articolato in diverse fasi: Fasi: 1. Precontemplazione: la persona non sa o non vuole riconoscere di avere un problema. 2. Contemplazione: la persona sa di avere un problema, ma è ambivalente rispetto al cambiamento. 3. Programmazione/Determinazione: la persona riconoscere di avere un problema, ha deciso che vuole provare a cambiare e sta programmando cosa fare. 4. Avvio dell’azione: la persona ha cominciato ad adottare una serie di comportamenti che riducono o eliminano il proprio comportamento disfunzionale. 5. Mantenimento: dopo le azioni iniziali, la persona sta continuando a mantenere comportamenti che riducono o eliminano il proprio comportamento disfunzionale. 6. Ricaduta: la persona è ricaduta, in maniera continuativa, nel comportamento disfunzionale di cui voleva liberarsi.
* Modelli ibridi: rappresentano una sorta di compromesso tra i modelli continuo e i modelli stadiali dal momento che ipotizzano che il cambiamento comportamentale avvenga attraverso delle macro-fasi all’interno delle quali agiscono fattori motivazionali specifici che devono giungere a maturazione per transitare da una fase all’altra.
Es. The healt action process approach (HAPA) di Schwarzer
Secondo questa teoria, Ci sono tre fasi:
o Pre intenzionali
o Intenzionali
o Attori
la transizione da una fase all’altra deriva dal passaggio da un assetto mentale all’altro e per fare ciò le persone devono sapere come fare per passare dall’intenzione all’azione e per questo viene inserito il costrutto di pianificazione

80
Q

Modello CAPS/teoria social cognitiva di Mischel

A

Mischel e shoda. CAPS: cognitive-affective personality system, propone una concettualizzazione della personalità in termini di sistema cognitivo affettivo ed è costituito da una serie di unità cognitive e affettive in interazione tra loro. Comprende:
* Costrutti e categorie (CC)
* Aspettative sugli esiti dei comportamenti e Convinzioni su se stessi e sul mondo (AC)
* Competenze, strategie e piani di autoregolazione (reg)
* Emozioni (E)
* Obiettivi (O)
* Valori (V)
Accanto alle unità autoregolatorie pone i copioni ovvero degli schemi di comportamento tipici.
Caratteristiche fondamentali:
* Le unità cognitive ed emotive sono connesse ad una alle altre in maniera complessa
* L’ambiente sociale ha un ruolo di primo piano
* Le persone producono effetti dal momento che i comportamenti messi in atto modificano l’ambiente

81
Q

Cosa si intende per motivazione

A

“Motivazione” deriva dal verbo latino “movere”, che sta per “muovere”. Per motivazione si fa riferimento a tutti quei processi o fattori che danno avvio, direzione e mantengono azioni, comportamenti, abitudini.

82
Q

Teoria di Deci e Ryan

A

Si ipotizza l’esistenza di un continuum che va da assenza di motivazione, motivazione estrinseca fino a motivazione intrinseca passando per quattro stadi di motivazione estrinseca. Si può passare da uno stato all’altro, tuttavia, il processo può andare anche in direzione opposta. Deci e Ryan erano interessati a scoprire quali attività sono maggiormente associate ad un tipo di motivazione piuttosto che all’altra. Ad ogni stadio di motivazione vengono definiti altrettante forme di regolazione
* Regolazione esterna→ faccio una cosa perché sono minacciato (punizione)/ricompensato. Il controllo è esterno;
* Regolazione introiettata → La persona agisce sotto spinta di premi/punizioni che si dà da sola per evitare stati emotivi di colpa e ansia o per alimentare l’autostima. Il controllo è interno ma l’attività non è ancora significativa né piacevole;
* Regolazione per identificazione→ è caratterizzato dalla presenza di un obiettivo che ha valore per la persona. Il controllo interno e l’attività sorretta da autoregolazione
* Regolazione integrata→ l’attività è espressione di sé o fa percepire armonia con il sé. Il controllo e la regolazione sono totalmente interni la persona si sente competente e ritiene importante ciò che fa. È lo step della motivazione estrinseca più vicino alla motivazione intrinseca. Condivide molte caratteristiche con la motivazione intrinseca ma sono considerati estrinseche in quanto condotte per raggiungere obiettivi e ottenere esiti che sono distinti dall’attività stessa.
Nella motivazione intrinseca ed esiti coincidono con l’attività stessa dal momento che questa in sé la ragione del suo svolgimento

83
Q

Differenze tra motivazione intrinseca e motivazione estrinseca

A

Deci e Ryan
Motivazione intrinseca: la ragione per svolgere l’attività risiede nell’attività stessa poiché in essa l’individuo tende a perseguire i propri interessi e a esercitare le proprie capacità, è disposto ad investire tempo ed energia senza restrizioni
Motivazione estrinseca: la ragione per svolgere l’attività risiede all’esterno dell’attività stessa. Il comportamento alimentato dal desiderio di una ricompensa esterna ed l’individuo si impegna ad attuare il comportamento per il tempo e lo sforzo necessario ad ottenere la ricompensa
Motivazione intrinseca ed estrinseca non sono incompatibili e possono avere effetti sinergici; la prima migliorerebbe gli aspetti qualitativi della performance mentre la seconda quelli quantitativi.

84
Q

Cos’è il flow

A

Csikszentmihalyi
Il flow o esperienza ottimale, è una particolare condizione di assorbimento e di coinvolgimento nello svolgimento di un’attività ed è una caratteristica tipica della motivazione intrinseca. In questa condizione vi è mancanza di sforzo e una sensazione di fluire dell’esperienza.
La principale condizione che rende possibile l’esperienza di flow è il bilanciamento ottimale tra opportunità di azione, sfide proposte dall’ambiente (challenges) e adeguate capacità personali di affrontarle (skills).
Caratteristiche
* Chiarezza di direzione ed azione
* Senso di controllo sulla situazione e sull’attività svolta
* Percezione di fluidità e di mancanza di ostacoli nello svolgimento dell’azione
* Concentrazione spontanea e senza sforzo
* Esperienza temporale distorta
* Perdita di consapevolezza di sé

85
Q

Differenza tra temperamento, carattere e personalità

A

Il temperamento si riferisce a fattori emozionali del comportamento della persona e è caratterizzato da uno stretto legame con aspetti di natura biologica. Differenze temperamentali si possono notare già dalla nascita se non addirittura prima e per questo la loro origine è attribuita a componenti ereditari. Riveste un ruolo importante nella formazione della personalità.
Il carattere: fa riferimento alle dimensioni morali della condotta (bugiardo, avaro, adulatore).
La personalità, invece si riferisce agli aspetti sociali della condotta (loquace, diligente, generoso). È il risultato di come le caratteristiche temperamentali interagiscono con quelle ambientali.

86
Q

Quali sono gli aspetti temperamentali di Strelau

A

La teoria regolativa del temperamento di strelau (stt): il temperamento corrisponde a un insieme di caratteristiche stabili, determinate da meccanismi neurologici ed endocrini che sono presenti fin dalla nascita e soggetti allenti cambiamenti dovuti alla maturazione e alle influenze ambientali.
È definito da due dimensioni:
* Tempo: velocità e persistenza delle relazioni alle stimolazioni esterne
* Energia: intensità e quantità delle reazioni agli stimoli
Riprende il concetto di “livello ottimale di attivazione” proposto da Hebb e sostiene che ogni individuo abbia un livello ottimale di stimolazione sensoriale ed emotiva e capacità di sostenere stimolazione ambientale più o meno intense (sensibilità) e prolungate (resistenza)
Il temperamento definito qualità formale, si fa riferimento a ciò che si può osservare dall’intensità dei comportamenti.

87
Q

Modello proposto da Cloninger

A

Cloninger propone il modello psicobiologico del temperamento e carattere. Egli afferma che la personalità sia il risultato dell’interazione tra temperamento e carattere dove:
* Temperamento: rispecchia una base biologica della spinta d’agire determinati modi
* Carattere: risultato dello sviluppo della persona in un ambiente in base alle sue caratteristiche.
Per quanto riguarda il temperamento vengono individuate quattro dimensioni:
* Ricerca di novità: connessa al circuito dopaminergica, è la tendenza a reagire intensamente a stimoli nuovi
* Evitamento del danno: connessa al circuito della serotonina, e la tendenza ad evitare situazioni dalle quali potrebbe derivare frustrazioni o punizioni
* Dipendenza dalla ricompensa: associata alla noradrenalina, consiste nel mantenere comportamenti finalizzati alla approvazione
* Persistenza: riflette la tendenza a perseverare nei comportamenti
il carattere invece si divide in tre dimensioni, sono legate allo sviluppo del concetto di sé derivante dai processi di socializzazione e apprendimento sociale
* Autodirezione: essere indipendenti separati dagli altri
* Cooperatività: parti essenziali di un gruppo o società
* Autotrascendenza: tendenza a vedersi parti di un tutto più ampio

88
Q

Caratteristiche del sistema nervoso di Pavlov

A

Pavlov nei suoi esperimenti osservò molte differenze nelle prestazioni nelle reazioni agli stimoli determinate due caratteristiche del sistema nervoso. La prima è relativa reattività e prontezza nel rispondere agli stimoli, la seconda corrisponde a capacità di resistere a stimolazioni intense e a non farsi distrarre. L’autore distinse due tipi di processi nervosi che regolano il comportamento
* Eccitazione
* Inibizione
gli organismi inoltre differiscono in relazione a tre principali meccanismi di modulazione dei processi nervosi:
* Forza dei due processi
* Equilibrio: rapporto di eguaglianza o disuguaglianze
* Mobilità: capacità di alterare eccitazione e inibizione

89
Q

Teoria della sensibilità al rinforzo di Gray

A

Vengono proposti due sistemi
* Sistema di attivazione del comportamento (BAS): associato all’anticipazione di una sensazione di piacere e di soddisfazione per la conquista di una ricompensa e emozioni di rabbia per il mancato ottenimento
* Sistema di inibizione del comportamento (BIS): si attiva in situazioni di incertezza finalizzato a bloccare il comportamento che potrebbe risultare inappropriato dannoso quindi possibile di punizione.
La differente sensibilità le persone ai segnali di ricompensa e di punizione è dovuta alla diversa reattività dei sistemi di avvicinamento e inibizione e si manifesta indifferenza individuali nei comportamenti osservabili.
Gray propone inoltre un terzo sistema: sistema di lotta-fuga-congelamento (FFFS). Esso controlla con comportamenti finalizzati a togliersi dal pericolo nel caso in cui questo sia percepito come imminente e inevitabile. L’emozione prevalente è la paura.

90
Q

Teoria del focus regolatorio di Higgins

A

Poggia sulla distinzione tra sé reale, attuale e imperativo e sull’ipotesi che le persone siano differentemente mosse dalla spinta colmare le differenze tra i diversi se. Per l’autore nell’avvicinamento ad uno o all’altro se si usano strategie che possono essere orientate all’approccio o all’evitamento. Le persone mosse dal se ideale tendono a utilizzare un focus di approccio definito di promozione. Le persone mosse dal loro sé imperativo adottano un focus di evitamento o di prevenzione

91
Q

Sistema di ricompensa e sua funzione

A

Berridge e Kringelbach hanno ipotizzato che il sistema di ricompensa si articola in due sottosistemi:
* Sistema del piacere nell’ottenere ricompense desiderate
* Sistema del volere una ricompensa piuttosto che un’altra
Il sistema della ricompensa vede il coinvolgimento di aree nella corteccia orbitofrontale, cingolato, mediale frontale e corteccia insulare. È stata dimostrata anche l’interazione tra sistema dopaminergica e sistema di neurotrasmettitori quali glutammato e serotonina. I diversi sistemi di neurotrasmettitori possono essere implicati in differenti ambiti o fasi del sistema di ricompensa: il sistema del piacere vede coinvolti sistemi degli oppioidi e della serotonina quello del volere il sistema dopaminergico.

92
Q

Teoria della sensibilizzazione neurale all’incentivo (non c’è nelle domande)

A

Proposta da Berridge e Robinson, afferma che le dipendenze sono caratterizzate da una sensibilizzazione del sistema dopaminergico responsabile del tipico comportamento compulsivo e della facilità alla ricaduta. Studi dimostrano che sostanze come cocaina, nicotina e alcol provochino una sensibilizzazione neurale di lunga durata del sistema meso-cortico-limbico che conduce a iperproduzione di dopamina.

93
Q

Reti neurali e Big Five

A

Studi nell’ambito delle neuroscienze della personalità mostrano associazioni consistenti per tutti Big five.
* Estroversione: coinvolgimento di aree implicate nel sistema di ricompensa, in particolare circuito dopaminergico per quanto riguarda il sistema del volere e il circuito degli oppioidi. Il sistema del piacere è coinvolto nella tendenza a provare emozioni positive nelle esperienze di relazioni personale. L’estroversione risulta associata all’attività cerebrale nella corteccia orbitofrontale mediale, nucleo accumbens, amigdala e striato.
* Nevroticismo: aree implicate nell’esperienze emotiva negativa tra cui l’amigdala, i circuiti coinvolti nel BIS e FFFS. L’ansia in particolare sarebbe legata alla corteccia cingolata anteriore dorsale in risposta a situazioni in cui si è fatto un errore. Il nevroticismo è risultato correlato all’attività della corteccia prefrontale dorso mediale coinvolta nell’autoriflessione nella regolazione delle emozioni. Il nevroticismo è associato a bassi livelli di serotonina, alti livelli di norepinefrina e alti livelli di cortisolo
* Gradevolezza: coinvolgimento di aree cerebrali che hanno a che fare con l’esperienza relazionale e con capacità empatiche e aree coinvolte nella regolazione delle emozioni. Risulta associato all’attività della corteccia prefrontale dorso laterale sinistra coinvolta nella regolazione delle emozioni. È stata mostrata un’associazione tra empatia e attività della corteccia prefrontale mediale, del solco temporale superiore del sistema dei neuroni specchio.
* Coscienziosità: coinvolgimento di corteccia prefrontale, regione del cervello responsabile di gran parte delle capacità umane di pianificare azioni eseguire regole complesse. È risultata associata al volume del giro frontale mediale della corteccia prefrontale laterale regione coinvolta nel mantenimento della memoria di lavoro di informazioni per il raggiungimento degli obiettivi.
* Apertura mentale: associazioni con alcune cerebrali per la componente che riflette la tendenza essere astratti coinvolti da attività intellettuali a contenuto astratto. La componente dell’intelletto presenta associazioni con l’attività di regioni della corteccia prefrontale coinvolte nell’integrazione astratta di operazioni cognitive, nel monitoraggio delle prestazioni dirette all’obiettivo e nel rilevamento della probabilità di errore
Non si può però affermare con certezza che i big five abbiano solide basi biologiche dal momento che lo sviluppo e la modificazione del cervello si realizza sotto la costante influenza dell’esperienza.

94
Q

Genetica del comportamento /studio sui gemelli

A

La genetica del comportamento studia le variazioni della popolazione dei fenomeni di interesse al fine di stabilire in quale misura queste siano ascrivibili a fattori genetici in quale misura fattori ambientali. Metodologie utilizzate:
* Selettocoltura: animali con caratteristiche di interesse vengono fatti accoppiare per stabilire in che misura queste vengono trasmesse ai figli
* Studi sulle famiglie: per indagare il grado di somiglianza e tra i vari membri in funzione del loro grado di parentela
* Studi sui gemelli: si confrontano i gemelli monozigoti, che condividono il 100% del loro patrimonio genetico, i gemelli di dizigote, che condividono il 50%. È possibile quindi stimare il ruolo dei geni e quello dell’ambiente nel determinare le differenze individuali nelle caratteristiche di interesse, partendo dall’assunto che se due individui che condividono il loro patrimonio genetico presentano delle diversità queste sono ascrivibili a fattori di tipo ambientale.
Coefficiente di ereditabilità: indice tramite il quale viene stimata l’influenza dei geni dell’ambiente. Si riferisce alla variazione di una caratteristica all’interno di una specifica popolazione, ne deriva che vi possono essere coefficienti di entità diverse in popolazioni differenti. Vengono confrontati i gemelli monozigoti e dizigote in relazione a uno specifico attributo di interesse. Se gemelli monozigoti sono molto diversi dai gemelli dizigoti, in coefficiente sarà elevato fino ad arrivare a uno che corrisponde al 100% della varianza totale. Se il coefficiente è inferiore a uno vuol dire che c’è una porzione di varianza non spiegata da fattori genetici e che viene spiegata da fattori ambientali.
* studi sulle adozioni di gemelli omozigoti e dizigote relativi alla personalità: le ricerche sui bambini adottati permettono di differenziare le fonti di variabilità genetica e ambientale tramite confronto tra individui cresciuti separatamente e individui cresciuti insieme
Nell’analisi del contributo dell’ambiente si distingue tra:
* Ambiente condiviso: insieme di fattori che rendono gli individui più simili tra loro.
Esempio: essere cresciuti nella stessa famiglia
* Ambiente non condiviso: insieme di fattori che aumentano le differenze tra gli individui
Esempio: amici, scuola, contesto sportivo
Diversi studi hanno dimostrato che l’effetto dell’ambiente condiviso risulta trascurabile mentre sono rilevanti gli effetti degli ambienti non condivisi.

95
Q

Correlazione gene-ambiente

A

esperienza. È vista come espressione dell’influenza genetica sull’esposizione diversa ambienti e indica la relazione condizionale in cui l’effetto dell’ambiente su un fenotipo dipende dal genotipo.
La correlazione genotipo-ambiente può assumere tre forme:
* Passiva: l’individuo riceve passivamente le influenze ambientali
* Reattiva: individui con caratteristiche genetiche diverse evocano risposte specifiche e differenziate da parte dell’ambiente
* Attiva: individui con costituzioni genetiche diverse selezionano e creano gli ambienti che sono più adatti ai loro genotipo.
Nel corso del tempo le correlazioni attive assumono forme diverse

96
Q

La genetica molecolare

A

La genetica molecolare si occupa di indagare direttamente i meccanismi genetici cercando di comprendere funzionamento e loro effetti sulla personalità.
Approccio del gene candidato: viene individuato un gene, di cui si conoscono a priori meccanismi patologici, il suo pattern di espressione nei soggetti che mostrano comportamento di interesse viene confrontato con quello dei soggetti che non mostrano tale comportamento.
Alcuni geni buoni candidati:
* Gene trasportatore della serotonina 5HTT: in relazione alla depressione, risulta in grado di moderare l’impatto delle condizioni di vita stressanti
* Gene che codifica per l’enzima metabolizzante nel neurotrasmettitore monoaminossidasi (MAOA): i bambini maltrattati con un genotipo che conferisce alti livelli di questo gene mostrano minore probabilità di sviluppare problemi antisociali pur essendo vittime di maltrattamento
* Gene DRD4: Risulta associato a comportamenti correlati alla tendenza all’approccio come uso di sostanze, ridotta reattività a situazioni di allarme e propensione a rischio

97
Q

Differenze tra studi longitudinali e cross-section/ continuità

A

Stabilità: qualcosa che resta uguale a se stessa
Continuità: Prevede che le persone possano modificarsi nel corso del tempo mantenendo coerenza in alcuni aspetti psicologici salienti per la persona. Si distinguono:
* Continuità cumulativa: descrive i casi in cui un fattore personale influenza il corso dello sviluppo attraverso i suoi effetti ricorrenti
* Continuità interazionale: si riferisce ai casi in cui la caratteristica evoca in maniera continuativa determinate reazioni da parte del contesto sociale
Metodi per studiare la continuità:
* Studi cross-section: si confrontano persone di diverse fasce d’età ma non può delineare come cambia la personalità dal momento che ci sono effetti coorte, ovvero gli effetti che dipendono dalle caratteristiche della corte di studio, nel nostro caso le differenti fasce d’età che non si mettono a confronto. Inoltre si ha un’incapacità di cogliere le influenze reciproche che hanno luogo tra persone e ambiente e la loro evoluzione nel tempo né fornire informazioni su come si evolvono nel corso della vita.
* Studi longitudinali: gli stessi individui vengono seguiti per lunghi periodi di tempo in modo da valutare l’evoluzione delle loro caratteristiche e monitorare i principali accadimenti delle loro vite.

98
Q

Teoria del temperamento di Thomas e Chess/bontà di adattamento (goodness of fit)

A

Secondo Thomas e Chess, il temperamento ha una vera e propria funzione di mediazione tra l’ambiente e la struttura psichica del soggetto. Si riferisce a “come” l’individuo fa le cose e svolge un’attività di mediazione nel rapporto dell’individuo con l’ambiente. Tra temperamento e ambiente interpersonale vi è una reciproca influenza in cui l’ambiente influenza il temperamento del bambino e questo influenza le valutazioni, gli atteggiamenti e il comportamento delle persone che sono intorno a lui. A partire da nove caratteristiche temperamentali delineano tre tipologie di bambino:
* Bambini facili: hanno generalmente un umore positivo, si adattano con facilità a nuove situazioni e hanno ritmi regolari
* Bambini difficili: hanno difficoltà ad adattarsi alle nuove situazioni e non seguono le routine
* Bambini lenti: si adattano lentamente e possono reagire negativamente alle novità
Bontá di adattamento: grado di consonanza che può o non può crearsi tra caratteristiche mentali del bambino e le caratteristiche proprie dell’ambiente in particolare della coppia genitoriale. Dalla bontà di adattamento dipende lo sviluppo della personalità e la possibilità di crescita positiva per la persona. È presente in tutti i bambini e dipende dal contesto familiare, dalla coppia genitoriale e dall’ambiente circostante che è in grado di gestire adeguatamente le loro caratteristiche. Un bambino dal temperamento difficile può diventare un adolescente un adulto senza difficoltà se cresciuto da una coppia genitoriale che accoglie e gestisce le sue caratteristiche.

99
Q

Quali sono gli aspetti del temperamento analizzati da Buss e Plomin?/ modello EAS/ 3 tratti temperamentali

A

Hanno indagato le basi ereditarie del temperamento, nell’ambito di studi longitudinali, condotti soprattutto su coppie di gemelli; il temperamento è un insieme di tratti della personalità relativamente stabili, ereditati e manifesti fin all’infanzia. Dimensioni temperamentali:
* Emotività: tendenza a entrare facilmente in uno stato di tensione generale e sperimentare emozioni stressanti come paura e rabbia;
* Attività: riflette i livelli di stimolazione ottimali dell’individuo e si manifesta nella forza e velocità dei movimenti;
* Socievolezza: concerne le tendenze affiliative, facilità nell’entrare in contatto con gli altri e fare nuove amicizie
L’ipotesi che i tratti eas siano le dimensioni più ereditarie della persona è stata confermata da studi longitudinali con il metodo gemellare; le evidenze empiriche suggeriscono che gli effetti genetici sono poligenici e probabilistici.

100
Q

Teoria di Kagan

A

A kagan va riconosciuto il merito di avere evidenziato come le caratteristiche temperamentali possano manifestarsi in modalità altamente contesto-specifiche. Tipologie temperamentali:
* Bambini inibiti: reagiscono con difficoltà e disagio davanti a situazioni persone non familiari. In tenera età sono alto reattivi e in adolescenza timidi e introversi
* Bambini disinibiti: appaiono più spontanei e più facilmente adattabili alle nuove condizioni. In tenere età sono basso reattivi e in adolescenza disinvolti e socievoli
Modulazione dell’esperienza: l’approccio dei genitori nell’esplorazione del comportamento del bambino può modificare il destino delle due tipologie di bambini soprattutto nella direzione di favorire o meno lo sviluppo di strategie di autoregolazione efficaci.
Hanno un ruolo importante anche le differenze individuali nelle strategie autoregolatorie ovvero le capacità di regolare le proprie emozioni influenzano gli sviluppi futuri della personalità.

101
Q

Misura del temperamento di Rothbart (non c’è nelle domande)

A

L’autore si dedica all’applicazione in ambito clinico e alla maturazione delle caratteristiche temperamentali. Utilizza un approccio dimensionale in cui individua una serie di caratteristiche comportamentali che hanno a che fare con la personalità e trova sei dimensioni temporamentali
* Affetto negativo non aggressivo
* Affetto negativo aggressivo
* Controllo caratterizzato da sforzo
* Estroversione sorgente
* Sensibilità orientativa
* Affiliazione
Infant behavior questionnaire: serve per misurare alcune dimensioni temperamentali nei bambini a partire dai primi mesi di vita. Vengono somministrati i genitori per lo studio del temperamento del bambino.

102
Q

Forme della stabilità/ stabilità del cambiamento del livello medio

A

Sul tema della stabilità della personalità vi è un esteso dibattito dovuto sia alla difficoltà di realizzare studi longitudinali sia per un certo disaccordo sul concetto di stabilità.
Indicatori rilevanti:
* Stabilità dell’ordine di rango: indica il cambiamento di un individuo rispetto ad altri individui. Si calcola facendo delle correlazioni test-retest, ovvero associando misurazioni fatte in due tempi diversi. Aumenta in modo significativo prima di raggiungere un plateau che coincide con il cambiamento nel livello medio di molte caratteristiche di personalità nella direzione di maggiore maturità
Principio di continuità cumulativa: nel corso del tempo determinate caratteristiche fanno sì che ci siano eventi che portano al riconfermarsi della presenza di determinate caratteristiche
* cambiamento del livello medio: riflette il grado in cui un aspetto della personalità cambia in una popolazione o in un suo segmento. Descrive se la media di un gruppo aumenta o diminuisce nel tempo indipendentemente dal fatto che gli individui del gruppo mantengano o meno la loro posizione. È un aggregato di cambiamenti intra individuali ovvero cambiamenti che descrivono come ogni individuo del gruppo cambia in un tratto nel corso del tempo. Studi di popolazione sulla larga scala evidenziano che i tratti di personalità subiscono cambiamenti nel corso della vita: durante l’adolescenza si ha un calo di coscienziosità, estroversione e gradevolezza mentre durante durante la fase chiamata prima età adulta aumentano tratti socialmente desiderabili come stabilità emotiva, coscienziosità e gradevolezza. Questi cambiamenti possono avere come base un cambiamento biologico o rifarsi a un concetto di compito evolutivo.
* Differenze individuali nel cambiamento: si riferiscono al grado in cui gli individui sono vicini o si discostano dagli andamenti medi. Vi sono individui, all’interno della popolazione, che non cambiano nello stesso modo ma presentano traiettorie peculiari nelle loro caratteristiche di personalità le maggiori differenze si osservano nel passaggio alla giovane età adulta. Questo perché la giovane età adulta è un momento particolarmente importante per il cambiamento e la maturazione della personalità.

103
Q

Stabilità della variabilità di una caratteristica di personalità e legami tra caratteristiche diverse

A
  • Assoluta: il cambiamento intra individuale è assente: la persona resta stabile nel tratto di interesse
  • Della varianza: indica la stabilità nelle differenze individuali cioè quanto la differenza individuale varia nella popolazione. Le differenze individuali in un tratto rimangono stabili nel tempo e/o nelle diverse età
  • Delle correlazioni tra diversi aspetti della personalità:
    o Strutturale: valutata su gruppi di persone
    o Ipsativa: valutata a livello individuale
104
Q

Cambiare la personalità è possibile?

A

Molte ricerche mostrano che le persone vorrebbero cambiare almeno alcuni aspetti della propria personalità e perseguono obiettivi di cambiamento per aumentare soddisfazioni e autostima. Il desiderio di cambiamento caratterizza soprattutto i più giovani. Accanto alla ricerca di cambiamento però solitamente si associa un senso di manchevolezza di malessere che talvolta sfavorisce la possibilità di un reale cambiamento. Sull’effettiva possibilità di cambiare la personalità attraverso interventi mirati, vi sono oggi risultati molto limitati. La categorizzazione della personalità come stabile e coerente ha limitato gli sforzi diretti a sviluppare strategie per il suo cambiamento. Alcuni tentativi si sono dimostrati inefficienti poiché manchevoli dell’intensità e della durata per produrre una qualche modifica di rilievo.la personalità può cambiare a seguito di allenamenti intensivi mirati a modificare alcuni aspetti del funzionamento psicologico grazie alla ripetizione di attività che vanno a sostanziare le rappresentazioni che si hanno di sé. alcuni studi hanno dimostrato che programmi di Mindfulness consentono ad aumentare coscienziosità, empatia, gradevolezza e stabilità emotiva. Altri studi evidenziano che un percorso di psicoterapia porti all’effettivo cambiamento del tratto. I cambiamenti maggiori si registrano per il trattamento della stabilità emotiva, di conseguenza si può dedurre che il trattamento produca effetti significativi in aree specifiche.

105
Q

Strategie di invecchiamento positivo

A

L’invecchiamento solitamente è segnato da una diminuzione della coscienziosità, dell’estroversione, dell’apertura mentale e da un aumento della vulnerabilità emotiva. La stabilità della persona in questo periodo, può risultare vantaggioso perché aiuta a mantenere un’immagine di sé corrente e in continuità con le precedenti fasi di vita.
Modello dell’invecchiare bene: sono state racchiuse tra declinazioni: invecchiamento sano, invecchiamento attivo e invecchiamento produttivo. Da qui deriva l’invecchiamento di successo definito
* domini relativi alla salute: evitare malattie disabilità
* Mantenere un elevato coinvolgimento in attività e relazioni
* Mantenere un elevata funzionalità fisica fisica mentale
Nella proposta di Baltes e Baltes, vengono proposte tre strategie:
* Selezione di obiettivi attività alla propria portata
* Ottimizzazione: allineare obiettivi e desideri alle risorse disponibili
* Compensazione di perdite attraverso l’individuazione di risorse alternative
Applicare le strategie SOC consente di continuare a svolgere molte attività che contribuiscono alla percezione di stabilità della propria personalità.il mantenimento di elevato coinvolgimento nelle relazioni interpersonali a un fattore determinante per un invecchiamento positivo valutato in termini di estensione della rete sociale. Il mantenimento di un impegno attivo nella comunità contribuisce a una buona soddisfazione di sé e alla sensazione di uno scopo significato nella vita.

106
Q

Teoria delle selettività socio-emotiva

A

Questa teoria analizza l’aspetto delle emozioni e delle relazioni sociali, la percezione del tempo gioca un ruolo importante nella selezione e nel perseguimento degli obiettivi di tipo sociale.
Motivi sociali di base:
* Acquisizione di maggiori conoscenze
* Regolazione delle emozioni
quando il tempo è percepito come indeterminato (giovinezza) obiettivi relativi all’espansione delle conoscenze hanno la priorità come investimento per il futuro. Quando il tempo è percepito come limitato (vecchiaia) si cerca di mantenere le relazioni che si hanno per massimizzare l’esperienza esperienza di emozioni positive ed evitare potenziali esperienze negative. Questa teoria ipotizza che i limiti sugli orizzonti temporali futuri siano alla base delle differenze di età nelle preferenze sociali, nell’usare risorse cognitive e nella messa in atto di comportamenti pro sociali.
Paradosso dell’invecchiamento: gli anziani sono meno infelici nonostante perdite e limiti dell’avanzamento dell’età. Questo perché ci si impegna a selezionare e a ottimizzare lo svolgimento delle attività dando maggiore priorità esperienze emotivamente gratificanti e coltivando relazioni più significative.

107
Q

Le caratteristiche delle teorie contemporanee

A

L’inconsistenza comportamentale è il principale oggetto di studio delle teorie contemporanee.
La ricerca attuale non usa questionari ma dati che provengono da osservazioni fatte per lunghi periodi di tempo tramite l’Experience Sample Method (ESM) che evidenziano ampi profili di variabilità temporale e situazionale nei comportamenti delle persone.
* Adozione di metodi finalizzati in un’analisi multilivello della personalità in grado di rendere conto di differenze tra gruppi, tra individui e intra individuali
* La personalità quale sistema dinamico in costante interazione con l’ambiente anche esso caratterizzato da vari gradi di mutevolezza e regolarità
* Superamento della distinzione tra struttura e processi della personalità
* Tentativo di integrare l’approccio dei tratti e l’approccio socio cognitivo

108
Q

Whole trait teory

A

La teoria del tratto intero è un tentativo di integrare la prospettiva disposizione e quella socio cognitiva. Questa teoria si concentra sugli stati di personalità tramite studi con L’Experience Sample Method (ESM). Fleeson ha osservato che la variabilità intraindividuale della personalità è in molti casi superiore a quella osservabile se si confrontano diverse persone: si arriva a comparare la variabilità della personalità a quella di un aspetto psicologico molto mutevole.
3 Principi primari:
* I tratti si articolano in due livelli distinti: il livello descrittivo e il livello esplicativo dove il secondo è la causa del primo.
* Distribuzione della densità degli stati di personalità. Lo scopo è fornire una corrispondenza tra il come la persona si comporta e il termine di tratto più appropriato per descrivere quel comportamento.
* La parte esplicativa del tratto è fatta da meccanismi di tipo socio cognitivo integrati da influenze di natura biologica.
La WWT evita la circolarità nel costrutto di tratto.
Accanto ai tre principi primari ci sono nove principi secondari
questa teoria differenza tra:
* Processi interpretati
* Processi motivazionali
* Processi che inducono stabilità
* Processi temporali
* Processi di errore casuale
I livelli di un tratto sono il risultato di questi processi di interpretazione della situazione. Il concetto di differenza individuale si applica anche alle variabili di natura socio cognitiva dal momento in cui le persone differiscono nei modi in cui elaborano le informazioni derivate dalle situazioni.
Principali distinzioni:
* I tratti sono agiti attivamente
* I tratti sono aspetti psicologici mutevoli e non statici
* I tratti sono strumenti per il raggiungimento di determinati scopi
* La parte centrale dell’identità individuale risiede nei sistemi di valori e scopi propri di ogni individuo

109
Q

Teoria cibernetica dei tratti: la cybernetic big five Theory

A

La teoria di DeYoung si propone come integrazione tra teoria dei tratti e teoria socio cognitive.
La personalità non è solo un sistema di differenze individuali ma corrisponde all’organizzazione mentale processi che determinano i pattern comportamentali ed esperienziali di ogni individuo.
Il funzionamento dei sistemi cibernetici è definito da un ciclo di cinque fasi:
* Attivazione dell’obiettivo
* Selezione dell’azione
* Azione
* Interpretazione del risultato
* Confronto tra obiettivi prefissati e obiettivi raggiunti
Molti cicli possono attivarsi simultaneamente in quanto le persone perseguono più obiettivi e hanno a disposizione repertori estesi di possibili comportamenti.
Categorie di elementi cibernetici
* Tratti di personalità: descrizioni probabilistiche di configurazioni emotive, cognitive, comportamentali e motivazionali in risposta a classi di stimoli presenti negli ambienti nel corso dell’evoluzione
* Adattamenti caratteristici: vengono definiti in relazione a particolari contesti culturali e condizioni individuali. Tipologie:
o Obiettivi
o Interpretazioni
o Strategie
I due elementi si differenziano in quanto i tratti di personalità sono generali e riguardano il funzionamento degli esseri umani mentre gli adattamenti caratteristici non sono presenti in tutte le persone. Per quanto riguarda i meccanismi del loro cambiamento, i tratti di personalità modifica meccanismi preesistenti mentre gli adattamenti caratteristici introducono nuove informazioni.
La CB5T prevede una gerarchia di tratti ognuno dei quali ha una specifica funzione cibernetica. Nell’organizzazione gerarchica dei tratti vi sono due meta tratti complementari:
* Stabilità: riflette il bisogno di mantenere il funzionamento in corso. Varianza condivisa da coscienziosità, gradevolezza e nevroticismo
* Plasticità: integra informazioni nuove o anomale. Varianza condivisa da estroversione e apertura mentale

110
Q

Cos’è l’intelligenza emotiva

A

Goleman: capacità di provare e riconoscere emozioni in se stessi e negli altri e utilizzare le emozioni in maniera consapevole ed efficace.
L’utilizzo di questa forma di intelligenza si fonda sulla capacità di intuire gli stati emotivi delle persone da cui si è circondati e al col tempo avere una piena conoscenza e accettazione delle proprie emozioni. Questo consente di orientare il comportamento nella direzione del raggiungimento degli obiettivi prefissati, siano essi individuali o comuni.
L’autore tenta di spiegare il successo di persone scarsamente dotate in termini di intelligenza standard ma che si caratterizzano per una forte carica emozionale e capacità di trascinamento delle masse.
Secondo il modello MSCEIT l’intelligenza emotiva un’insieme di abilità cognitive in quattro ambiti principali:
* Percezione
* Produzione
* Comprensione
* Regolazione
Per ognuno di questi ambiti, i soggetti sono chiamati a rispondere a stimoli non solo di tipo verbale, ma anche a identificare espressioni facciali o ad associare stati emotivi a paesaggi e disegni astratti.