DOMANDE Flashcards

1
Q

Dispositivi medici: regolamento MDR 2017/745, definizione di dispositivo medico

A

Un dispositivo medico è qualunque strumento, apparecchio , apparecchiatura, software, impianto, reagente, materiale o articolo destinato dal fabbricante a essere impiegato sull’uomo per una delle seguenti destinazioni d’uso:
trattamento, diagnosi di una malattia, di una lesione o di una disabilita. Per fini di studio medico, anatomico, fisiologico, patologico, anche se attraverso esame in vitro. Anche per monitoraggio previsione, prognosi.
Per destinazione d’uso si intende l’utilizzo al quale è destinato un dispositivo secondo le indicazioni del fabbricante.
Un esempio contro intuitivo è che sistemi di supporto alla decisione medica sono a tutti gli effetti dispositivi medici,

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2
Q

dispositivi medici: classificazione in europa, sistema di gestione qualità

A

inoltre per la normativa europea p necessario che
la fabbricazione e l utilizzo dei dispositivi avvengano sopra standard di qualità
l’istituzione sanitaria giustifichi il fatto che le esigenze specifiche del gruppo di pazienti non sono già soddisfatti da un altro dispositivo.
I dispositivi sono classificati in 5 classi: I, I speciali, IIa, IIb, III a seconda della loro destinazione d’uso e del livello di rischio collegato.
Esempi
I sedia a rotelle
Iia dispositivo a raggi x
Iib ventilatore polmonare
Iii valvole cardiache
Dalla iia in su la valutazione è effettuata da un organismo notificato, cioe un ente cui il fabbricante sottomette la valutazione della conformità del prodotto agli standard europei.

Vi è una normativa che regola la gestione qualità a livello europeo. Questo processo inizia nella progettazione. Di fondamnetale importanza sono le interfgacce utente.
Un obbligo del fabbricante è il sistema di gestione della qualità è l’insieme delle attivita effettuate nella realizzazione di un prodotto per produrre dispositivi medici sicuri ed efficaci. Secondo l’articolo 10 ci sono 13 aspetti da considerare secondo le normative ISO, tra cui ad esempio la gestione dei rischi, la valutazione clinica e l’identificazione dei requisiti.

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3
Q

dispositivi medici:, validazione clinica pre-immissione sul
mercato e post-market.

A

I prodotti necessitano una validazione clinica pre immissione sul mercato che segue un aproceduta definita e standardizzata, basata su una analisi della letteratura scientifica, e un analisi critica dei risultati delle indagini cliniche. Per ogni dispositivo i fabbricanti provvedono a pianificare, istituire, documentare, applicare, mantenere e aggiornare un sistema di sorveglianza post-commercializzazione […]. Il sistema forma parte integrante del sistema di gestione della qualità del fabbricante […]. È fondamentale perche si potrebbero verificare rotture o imprevisti non visti durante le valutazioni pre. Anche qui è presente un regolamento sugli studi di follow up da fare.

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4
Q

Analisi dei rischi: definizione e motivazioni per l’analisi dei rischi,

A

L’analisi dei rischi è l’analisi di un dispositivo medico rispetto all’uso/scopo previsto e all’uso improprio ragionevolmente prevedibile. Comprende i pericoli noti o prevedibili sia in condizioni normali che di guasto.
Le azioni di riduzione del rischio hanno come obbiettivo renderlo inferiore al livello ritenuto accettabile.
È fondamentale svolgere l’analisi dei rischi per 4 motivi:
- Per la sicurezza del paziente, degli operatori e dei terzi nelle vicinanze
- Per conformità alle norme, infatti aver svolto l’analisi dei rischi p una prova che il venditore ha ridotto o limitato i rischi
- Per poter prendere decisioni informate durante il ciclo di vita del dispositivo, dal design al post vendita
- Per la responsabilitò legale, infatti in caso di lesioni ai pazienti l’analisi dei rischi è una prova che il produttore ha fattio tutto ciò che era ragionevolmente possibile fare

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5
Q

Analisi dei rischi: descrizione del processo,
concetto di probabilità VS impatto e di rischio residuo.

A

Il processo di analisi dei rischi è un processo iterativo che termina solo con il ritiro del prodotto dal mercato, non quando lo si inizia a vendere
Entrano nel processo non solo i rischi ma anche i benefici che il dispositivo può determinare.una domanda fondamentale è “ I benefici medici superano il rischio residuo? “. L’obbiettivo ovviamente è quello di valutare tutti i rischi possibili. Il processo seguito is articola in 6 punti.
Analisi dei rischi, valutazione dei rischi, controllo dei rischi (Analisi delle opzioni di controllo dei rischi · Implementazione della/e misura/e di controllo del rischio · Valutazione del rischio residuo), valutazione dell’accettabilita del rischio residuo, rapporto di gestione del rischio, info post produzione)
La probabilità vs impatto è una valutazione del rischio basata sulla probabilità che un evento lesivo si verifichi e la gravità della lesione generata. Si graficano su una tabella gli ordini di grandezza della probabilità che un’ avvenimento avvenga in un anno e la gravità divisa in livelli ( dal trascurabile al catastrofico), si prende solo la scaletta di sotto 3x3 (fai disegno) come ACCETTABILE
* Vengono individuati e dettagliati i rischi, la loro causa, cosa comporterebbe il verificarsi dell’evento e su chi/cosa si riflette questo impatto. * Viene implementato un intervento di riduzione/eliminazione del rischio e vengono riportate le sorgenti che dimostrano l’implementazione dell’intervento e la sua efficacia. * Sia prima che dopo l’intervento vengono riportate probabilità e gravità del rischio dalle quali si determina la sua accettabilità. 

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6
Q

Dai dati alle informazioni. frequenza spaziale,

A

Un sistema di immagini permette di osservare un area di un organismo non visibile dall’esterno.
Per farlo occorre che una forma di energia interagisca con quell’area, nel caso dei tessuti biologici forme di energia diverse interagiscono con porzioni diverse, quindi otteniamo rappresentazioni solo parziali della realtà. Possiamo dividere il processo in 4 microprocessi:
1. la generazione del fascio di energia nella sorgente
2. l’interazione di tale fascio con l’area in esame
3. la generazione di un fascio di energia “in risposta” come funzione dello spazio e del tempo g(x,y,z,t)
4. la trasformazione di tale grandezza in una grandezza rappresentabile sul piano di un immagine i(x,y,t)
Quando parliamo di frequenza spaziale parliamo della variazione del livello di grigio nello spazio, essa è pertanto un vettore, (u,v) dove u rappresenta la frequenza in x e v la frequenza in y.

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7
Q

Point Spread Function e Modulation Transfer Function

A

Come valeva per i sistemi lineari-tempo invarianti nel caso dei segnali, in cui la differenza in frequenza tra l’ingresso e l’uscita era semplicemente in termini di Ampiezza e fase, anche per i sistemi lineari spazio-invarianti vale. Se riesco ad ottenere un modello semplificato lineare posso descriverne il comportamento nel dominio delle frequenze usando l’equivalente della risposta impulsiva (risposta a impulso) per sistemi spazio invarianti, ovvero la Point Spread function(risposta a ingresso puntiforme).
PSF(x,y) può essere interpretata come l’immagine di un oggetto di dimensioni spaziali trascurabili (un punto). L’effetto del sistema sarà in ogni caso quello di fornire una versione sfuocata dell’ingresso facendo apparire un punto come una ”macchiolina”
Tramite la trasformata di fourier bidimensionale della PSF ottengo l’Optical Transfer Function, il cui modulo è detto MTF e la cui fase è detta PSF
L’MTF ideale è unitaria ovunque, nel caso reale è unitaria quando PFS tende a zero, tende a zero quando PFS tende a infinito.
IN POCHE PAROLE
L’MTF descrive quanto il sistema di imagine è bravo a rappresentare punti a frequenze spaziali diverse.
Quello ideale ha modulo 1 anche a altissime frequenze, aka anche se in pochissimo spazio passo da bianco a nero ho in uscita un bianco e un nero. Quello reale funziona cosi a basse frequenze (modulo 1), ad alte frequenze attenua, aka se in poco spazio alterno bianco e nero vedro due grigi in uscita

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8
Q

Parametri descrittivi di un sistema di immagini,

A

parametri fisici che descrivono un sistema di immagine sono Culi Senza Retto:
-Contrasto: importante il contrasto tra due oggetti a due diversi livelli di grigio, poiche se oggetti diversi a stessi livelli di grigio appaiono come unici (es sfondo e contorno). Definisco contrasto
c = (Ic-Is) / Is
dove ic è l’intensità del livello di grigio del contorno
is è l’intensità del livello di grigio dello sfondo.
-SNR, signal to noise ratio : definisce la capacità del sistema di discriminare il segnale utile dal rumore. Il rumore puo essere di tre tipi:
1) dato da fluttuazioni probabilistiche della sorgente (es rumore quantico)
2) introdotto da uno degli elementi della catena
3) parassita, dato dall’interazione tra la materia e l’energia
SNR =i_ / sigmai
i_ = valor medio dell’intensità dell’immagine
sigmai = deviazione standard di i
spesso pero si usa il SNR differenziale = (ic_ - Is)_ / sigmai = c is_ / sigma i
-risoluzione: la minima variazione spaziale apprezzabile dalla grandezza misurata nel mio sistema di imaging. Puo essere:
riso spaziale = qualita a distinguere oggetti piccoli e ravvicinati, h è la minima distanza visibile tra due barre nere e definisce fmax = 1 /2hmin
riso temporale = quante immagini possono essere acquisite nell’unità di tempo
riso in ampiezza = variazione minima dell’intensità dei livelli di grigio rilevabile.

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9
Q

Radioisotopi e macchine radiogene. Definizioni. Come e perché vengono prodotti materiali
radioattivi artificiali.

A

I radioisotopi sono elementi che emettono spontaneamente radiazioni, a causa di un’instabilità nel nucleo tra protoni e neutroni. Le macchine radiogene sono apparecchiature in grado di emettere radiazioni. La principale differenza che hanno con i radioisotopi è che si possono accendere e spegnere, i radioisotopi emettono finchè non diventano un atomo stabile.
Il numero N di nuclei radioattivi dopo un tempo t è dato da: N = N0e ^lambda t
Lambda = costante di decadimento

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10
Q

DEFINIZIONI:
-attività
-tempo di dimezzamento
-decadimento alfa
Decadimento beta-
Decadimento beta+
Decadimento gamma
Esposizione
Dose assorbita
Dose equivalente
Dose efficace

A

-attività: * La capacità di un materiale di produrre radiazioni mediante un certo numero di decadimenti nucleari spontanei nell’unità di tempo
-tempo di dimezzamento = ln2 / lambda
-decadimento alfa = si emettono 2 protoni e 2 neutroni, ovvero atomi di elio. Molto deboli, vengono totalmente assorbiti dalla materia quindi non creano immagini
Decadimento beta- := un neutrone si trasforma in un protone ed emette un elettrone. Non esce dal corpo quindi no immagini
Decadimento beta+ := un protone si trasforma in un neutrone e emette un positrone. Avviene solo quando la differenza di energia tra nuclide padre e nuclide figlio è maggiore di 1022 keV. Quando un β+ (positrone) è emesso nel corpo si propaga per circa un millimetro prima di annichilirsi con un β− (elettrone), produce due fotoni da 511 keV (fotoni ad alta energia = raggi γ) in direzioni quasi diametralmente opposte. * Se la quantità di moto delle due particelle è inizialmente nulla, i due fotoni vengono emessi collinearmente in versi opposti. Se la quantità di moto iniziale non è nulla si osserverà la quasi collinearità. Si usa per la pet
Esposizione quantita di ionizzazione creata in una massa unitaria DI ARIA, C/kg
Dose assorbita sievert = J/Kg, quantita di energia ceduta a una MASSA UNITARIA DI TESSUTO
Dose equivalente = dose assorbita per un coefficiente proporzionale alla quantita di energia del raggio, per raggi x BETA e gamma è uno, per altri più debole
Dose efficace dose equivalente per un coefficiente proporzionale alla pericolosita del danno nel tessuto

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11
Q

Come vaengono prodotte radiazioni e perche

A

Come vaengono prodotte elemetenti rafioattivi
Usando acceleratori di particelle, che incrementano l’energia cinetica delle particelle cariche. Possono essere acceleratori lineari o ciclotroni che accelerano cambiano direzione moto con campo oscillante. Generalmente acc lin sono molto grandi, ma creano particelle ad alta nrg, si usano per radioterapia, i ciclotroni invece per produrre radiofarmaci

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12
Q

i. Effetti delle radiazioni ionizzanti.

A

Gli effetti biologici di tutti i tipi di radiazioni ionizzanti sono simili. Le
radiazioni passando attraverso cellule viventi ionizzeranno atomi e
molecole nella struttura cellulare, causando la rottura dei legami
molecolari. Questo produce ioni e radicali liberi (cioè atomi o
molecole con elettroni non accoppiati) con una forte tendenza a
formare legami chimici con altri atomi o molecole, all’interno delle
cellule.

questo puo portare a diverse conseguenze negative:
-danni alle cellule o morte cellulare
-riparazioni non corrette di tali danni che portano a errori nella duplicazione
- mutazioni nel dna che causano mutazioni somatiche
- nascita di cellule neoplastiche (tumori ) ovvero cellule modificate ma che si possono riprodurre e possono portare a leucemie o tumori cutaneia
-danni che possono interessare anche i figli

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13
Q

Raggi X: definizione e caratteristiche

A
  • I raggi X sono onde elettromagnetiche (fotoni). caratterizzati dalla loro lunghezza
    d’onda λ e quindi dalla loro energia E, secondo la relazione: E = hv = h lamba / c
    hanno lunghezza d’onda fuori dallo spettro del visibile.

le caratteristiche principali dei raggi x sono:
penetrazione: la capacita di attraversare strutture del corpo, in maniera diversa, e di ottenere immagini d’ombra su membrane rivelatrici

fluorescenza:rendono fluorescenti alcuni materiali terzi, usato per convertire immagine a raggi x in immagine visibile nelle membrane rivelatrici

azione chimico fisica: come detto negli effetti dannosi, possono interagire con molecole biologiche cambiandoli

  • Un sistema a raggi X comprende un tubo
    radiogeno, un bersaglio (paziente) e un
    recettore-rivelatore
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14
Q

Raggi X: spettro continuo e caratteristiche

A

Il fascio di fotoni attraversando il
bersaglio viene non solo attenuato,
ma anche diffuso; inoltre esso non è
mai monocromatico ma presenta
uno spettro di emissione.
* Lo spettro di emissione di un fascio raggi X
può essere diviso in due componenti
principali: lo spettro di raggi X
continuo e lo spettro di raggi X
caratteristico.

quello continuo . ovvero un emissione di diverse quantita di energia variabili continuamente, è prodotto da un processo chiamato brehmstralung, in italiano frenamento. é costituito dai fotoni emessi dai elettroni che decelerano quando incontrano un nucleo atomico a causa della interazione elettromagnetica.
* La gamma di energia della radiazione emessa può variare notevolmente e dipende
dall’energia iniziale dell’elettrone e dall’intensità del campo elettrico attraverso il
quale passa, quindi è limitato superiormente dalla tensione
di picco applicata al tubo,

  • Lo spettro di raggi X caratteristico (o da collisione) è associato alla
    transizione degli elettroni degli strati interni degli atomi. Quando un
    elettrone viene rimosso da uno strato interno, un elettrone di uno
    strato esterno può cadere in questo spazio vuoto, emettendo energia
    sotto forma di un raggio X caratteristico.
    l’energia è fissa perche corrisponde esattamente alla differenza di potenziale tra i due livelli energetici. possono essercene due che corrisponodno a due possibili salti
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15
Q

Raggi X: Caratteristiche dei tubi radiogeni.

A

i tubi radiogeni sono costituiti di un contenitore termoresistente di vetro al boro con un vuoto spinto all interno

intorno c’è un manicotto di olio che raffredda
dentro c’è un anodo e uno o due catodi metallici costtituiti da un filamento riscaldato.

il catodo produce elettroni secondo l’effetto termoionico,secondo la legge di richardson
flusso di elettroni = AT^2 e^- a/kT
a è il lavoro di estrazione di un elettrone nel materiale,
A dipende dall area e dal materiale del catodo,
t è la temperatura
k è la costante di boltzmann

Questi elettroni liberi nel vuoto spinto sono accelerati dalla ddp tra anodo e catodo e colpiscono l’anodo a grande velocita, a questo punto la loro nrg cinetica si puo trasformare o in calore nella maggiorparte dei casi oppure in venire emessa sotto forma di raggi x.
il problema e che questi raggi x sono in diverse direzioni e solo quelli verso il paziente escono , gli altri sono schermati, e hanno anche diversi valori energetici, quelli piu deboli sono schermati, quindi l efficenza è ancora minore

l’anodo e progettato in modo da dissipare l’enorme calore che lo investe, o ruotando oppure avendo una grande superfice, e spara fuori i raggi x

lo spettro di rafiazione dipende dal materiale dell anodo oltre che dalla ddp. di solito sono in tungsteno renio o molibdeno

Il rendimento η dell’anodo, rapporto tra
energia radiante e energia cinetica catodica
incidente, è dato da: n = no VZ

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16
Q

Interazione dei raggi X con la materia: effetto fotoelettrico e diffusione Compton.

A

I raggi x quando incontrano la materia vengono attenuati. Nell’ambito dell’imaging diversi tessuti attenuano differentemente, per questo ci è possibile andare a distinguerli grazie a questa tecnica.
L’attenuazione di un tessuto p determinata dal coefficiente di attenuazione lineare mu.
dN/ N = - mu dx

che integrando per uno spessore finito x diventa
N = N0e^−μx
dove N sono i fotoni emergenti e N0 i fotoni incidenti

il valore di mu dipende dall’energia del fotone e del materiale del bersoglio.
in caso di fasci policromatici, quindi con diversi valori di energia, si definisce energia equivalente come l energia di fotoni che subiscono la stessa attenuazione per uno stesso spessore di alluminio

le interazioni sono principalmente 2, l’effetto fotoelettrico e la diffusione compton.

μ = τfotoel + σCompton

NelL’effetto fotoelettrico Il raggio x viene completamente assorbito dall’atomo che
emette un fotoelettrone dotato di energia cinetica pari a quella del raggio x
diminuita del relativo lavoro di estrazione.
Può avvenire se il fotone incidente possiede un’energia uguale o maggiore
dell’energia di legame dell’elettrone dell’atomo bersaglio

il coefficiente di attenuazione dato dall’effetto fotoelettrico tau_fotoel è c Z^3 / E^3
questo rappresenta la probabilita che un fotone che attraversa uno spessore unitario subisca effetto fotocazzo
aka è maggiore per la parte inferiore dello spettro, per energie minori
Quando l’energia diviene sufficiente per
liberare un elettrone K, il coefficiente di
assorbimento fa un salto (K-edge), perché
l’interazione diventa più probabile

effetto compton, piu importante si hanno un fotone
diffuso, di energia inferiore a quella del fotone incidente, e un
elettrone Compton. Il fotone Compton è in grado di ionizzare gli atomi
che incontra. Si crea così una sorgente secondaria di radiazione
all’interno del corpo del paziente.
rappresenta essenzialmente una diffusione del raggi x, che puo andare ad alzare molto il signal to noise ratio

  • Si definiscono mezzi di contrasto radiologici quegli agenti di contrasto che,
    introdotti per vie e con modalità opportune nell’organismo, modificano il numero
    atomico medio (o la densità) di determinate strutture corporee e quindi la loro
    capacità di assorbimento di fotoni X.
  • Viste le modeste differenze del μ fra i vari tipi di tessuto molle, non sono
    direttamente distinguibili la maggior parte dei vasi sanguigni rispetto al tessuto
    muscolare.
17
Q

Griglie antidiffusive e amplificatore di brillanza.

A

per evitare che i raggi diffusi per effetto compton vadano a degradare le immagini si usano le griglie antidiffusive. Ovvero delle griglie di materiale radiopaco messo perpendicolare al fascio di fotoni generato dal tubo radiogeno in modo che solo loro passino, e non anche quelli diffusi per effetto compton

  • Le immagini vengono ottenute utilizzando dei sistemi, detti recettori o rivelatori, capaci di convertire il segnale dei fotoni X, non visibili, in una immagine visibile .I principali recettori sono le pellicole radiografiche, gli
    amplificatori di brillanza e i dispositivi utilizzati in radiografia numerica

Di ogni recettore importa valutare l’efficienza (la capacità del sistema
di fornire una immagine sufficientemente luminosa perché l’occhio
umano possa valutarla ai fini diagnostici) e il potere di risoluzione.
Aumentando l’efficienza del rivelatore si riduce la dose di radiazioni
da impartire al paziente per ottenere una immagine valida ai fini
della diagnosi.
* Le immagini radiografiche si possono suddividere in:
a) immagini dinamiche, che rappresentano in tempo reale l’esame
eseguito e il movimento degli organi;
b) immagini statiche

L’amplificatore di brillanza consente di lavorare in regime dinamico con dosi non troppo elevate. ha un elevato guadagno a fronte di un peggioramento della risoluzione spaziale.

è costituito da un tubo a vuoto con una parte frontale su cui p appoggiato uno strato fluorescente che quando colpito da un raggio x libera 2000 fotoni che colpiscono un fotocatodo che quando colpito da un fotone libera elettroni. Questi elettroni vengono accelerati da una ddp e focalizzati da lenti in modo da mantenere il piu possibile le relazioni geometriche al suo interno e colpiscono lo schermo fluorescente in uscita.
* L’immagine ottenuta in uscita viene in genere ripresa da telecamere per consentire la
visualizzazione istantanea su monitor del risultato dell’esame

18
Q

Tecniche di Radiografia digitale. Definizione e caratteristiche della Digital Subtraction
Angiography

A
  • La pellicola svolge le quattro funzioni di ricevere l’immagine, di mostrarla,
    immagazzinarla e comunicarla ad altri utenti.
  • La radiografia numerica (o digitale) comprende le tecniche radiografiche
    che utilizzano metodi informatici per il trattamento in forma numerica
    delle immagini, ad esempio la tomografia computerizzata, la
    videoradiografia (con amplificatore di brillanza) e la radiografia digitale
    propriamente detta.
  • Nella radiografia numerica si hanno separate le funzioni. in piu rende molto facile la duplicazione, la memoriazzione o la trasmissione dei dati.
  • La videoradiografia che utilizza un intensificatore di immagini accoppiato ad una telecamera, in cui
    segnale video è convertito in forma numerica. L’applicazione della videoradiografia più consolidata in campo medico è la angiografia sottrattiva
    (Digital Subtraction Angiography, DSA), che si basa sulla sottrazione (temporale) di una o più
    immagini riprese dopo l’iniezione di un mezzo di contrasto da una immagine di riferimento
    (maschera) ripresa prima dell’iniezione
  • La sottrazione è effettuata sul logaritmo dell’immagine, per eliminare l’effetto di disturbo di
    strutture di spessore x fortemente assorbenti sovrapposte ai vasi di interesse. Infatti, se h lo
    spessore del vaso, si ha, prima dell’iniezione:
    N = N0 e ^ −μx
  • e dopo l’iniezione:
    NC = N0 e^ [−μ(x−h)−μCh]
  • Facendo la differenza D:
    D = N − NC = N0 e ^ −μx [1 − e−h(μC−μ)]
  • il risultato dipende, oltre che dalla differenza dei due coefficienti di assorbimento, rispettivamente
    del mezzo di contrasto e del paziente (μC − μ), anche dal termine e^−μx . Se si calcola il logaritmo
    prima di fare la differenza si ha:
    D = lnN − lnNC = h(μC − μ)
  • dipendente solo dalla differenza dei μ e dallo spessore del vaso.
19
Q
  • Tecniche di Radiografia digitale. Immagini proiettive e immagini tomografiche: definizioni e differenze.
A

Le
immagini CT sono rappresentative della distribuzione del coefficiente di
attenuazione μ(x, y) dell’oggetto in una sezione predefinita ed in esse
sono osservabili differenze di attenuazione non apprezzabili con altre
tecniche
la ct funziona sostanzialmente cosi, si ha un tubo radiogeno che ruota intorno al paziente, diametralmente in opposizione si ha un ricevitore che valuta il coefficiente di attenuazione della sezione attraversata in ogni posizione. si ottengono cosi a seguito di un elaborazione delle immagini in funzione dell’ coefficiente di attenuazione dei diversi punti, con un elevata reisoluzione. il progresso ha permesso una notevole riduzione dei tempi di acquisizione, e conseguentemente della dose erogata al paziente, aumentando il numero di ricevitori fino ad arrivare allo stadio piu recente, in cui si hanno ricevitori su tutta la circonferenza e il tubo radiogeno deve solo ruotare intorno al paziente ed emettere. è stata resa possibile grazie alla tecnologia slip ring per cui i segnali di controllo passano al tubo senza cavi, ruota continuamente senza accelerazione e decelerazione

i gene un solo ricevitore circa dieci min
2 gen n rivelatori in retta, si acquisiscono piu proiezione ma tutti devono ruotare, circa un min
3 array di generatori disposti ad arco, solo traslazione, circa un sec

grazia alla velocita della 4 gen si e introdotto anche spiral ct, in cui ruota a spirale intorno al corpo, ottenfgo tutto corpo e posso farlo anche durante apnea, senza perturbazioni dato da respiro

20
Q

Medicina nucleare: differenze con l’irraggiamento. Differenza tra le Misure di Tipo Integrale
e quelle a Conteggio Diretto.

A

nella medicina nucleare, a differenza dell’irtraggiamento in cui si sa dove partono i raggi x e dove arrivano, sappiamo solo dove arrivano, la sorgente è dentro il paziente stesso, in cui sono stati iniettati o ingeriti dei radiofarmaci che emettono .
* Mentre l’irraggiamento X ha la durata determinata dalle modalità
dell’esame, l’irraggiamento dei composti radioattivi, che si diffondono
nel corpo del paziente, ha una durata dipendente dalla loro emivita e
dal loro tempo di fuoriuscita.
* In generale le misure di raggi X sono di tipo integrale, effettuate su
flussi fotonici relativamente intensi; al contrario le misure in medicina
nucleare sono a conteggio diretto, effettuate su flussi fotonici
sufficientemente bassi da consentire la registrazione dei singoli fotoni
che arrivano al sensore.ùù

GENERALMENTE LA MEDICINA NUCLEARE SI USA PER IDENTIFICARE LA FUNZIONAITA DEGLI ORGANI, NON LA MORFOLOGIA, MOLTO IMPRECISA.

gli aspetti negativi della medicina nucleare sono la bassa eddicienza e il fatto che se ho localizzazione indesiderata il materiale radioattivo puo infilarsi chissa dove cazzo e starci

si creano radiofarmaci legando molecole radioattive che emettorno raggi gamma o positroni (unici due che riescono ad uscire ez) a molecole biologiche di interesse clinico.
la quantifta di radiofarmaci deve essere abbastanza piccola da non perturbare la misura.

nidognsa udsrte un collimastore per registrare solo i raggi perpendicolari al paziente

si usano tubi fotomoltiplicatori che contengono dinodi a potenziale elettrico crescente che quando i fotoni colpiscono fotocatodo che libera elettroni li moltiplica.

21
Q

SPECT : principio fisico, caratteristiche costruttive ed
esempi applicativi.

A

La SPECT (Single Photon Emission Computed Tomography) consiste,
nella versione più semplice, di una gamma camera in grado di ruotare
a 360° intorno al paziente.
acquisisce immagini, proiettate in diverse posizioni angolari
(campionamento angolare), della distribuzione 3D del radiofarmaco

POICHE IL RADIOFARMACO EMETTE UN SOLO FOTONE è FONDAMENTALE CHE CI SIA UN COLLIMATORE

Al termine della rotazione pertanto si sono ottenuti i dati di
campionamento angolare e lineare che consentono la ricostruzione di
diverse sezioni.

  • Esempi di studi SPECT: la perfusione cerebrale o miocardica

Migliore localizzazione ma peggiore risoluzione spaziale

22
Q

PET: principio fisico, caratteristiche costruttive ed
esempi applicativi.

A

PET
* La PET (Positron Emission Tomography) utilizza isotopi radioattivi
emittenti positroni. Poiché i traccianti usati in PET hanno una emivita
assai breve, la quantità di radiazioni ricevute dal paziente non è
elevata.
* L’emivita particolarmente breve dei radiofarmaci che emettono
positroni richiede che la loro produzione avvenga in loco, mediante
ciclotrone

  • Un tomografo PET consiste di un anello di rivelatori (i più usati sono i
    BGO - Germanato di Bismuto) che circondano l’organo studiato,
    collegati a circuiti elettronici di rivelazione di coincidenza
  • A differenza di quanto avviene con la gamma camera, non si può
    scartare la radiazione diffusa, riconoscendola a causa della sua
    perdita di energia, perché tale perdita è troppo piccola e rientra nella
    tolleranza di risoluzione energetica consentita dal rivelatore.
  • La distribuzione della attività, campionata lungo le linee di
    coincidenza, può essere ricostruita con la tecnica di retroproiezione
    filtrata.

Le immagini PET forniscono informazioni funzionali di notevole
significato clinico, tuttavia le informazioni anatomiche sono
grossolane e devono essere integrate con quelle accessibili con altre
metodiche (e.g., CT o MRI). Ciò ha condotto alla realizzazione di
scanner ibridi PET-CT.

LA POSIZIONE VIENE TRACCIATA SULLA LINEA CHE COLLEGA I DUE RICETTORI DISPOSTI AD ANELLO CHE SI ATTIVANO INSIEME. DOPO CHE SE NE SONO ATTIVATI TANTI IN DIVERSE POSIZIONI SI CAPISCE CHE LI C E IL RADIOFARMACO

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La risonanza magnetica nucleare e principi fisici alla base: concetto di spin, il momento di
spin, il momento magnetico, effetto del campo magnetico esterno.

A

La risonanza magnetica è una tecnica di imaging molto all’avanguardia per diversi fattori: non è invasiva, non usa radiazioni ionizzanti e permette di avere una elevatissima risoluzione, permette anche di visualizzare la differenza tra diversi tessuti molli adiacenti senza l’uso di mezzi di contrasto. Tuttavia è molto costosa, sia per i materiali usati (superconduttori come il titanio niobio, elio liquido) sia per alimentare il raffreddamento dei superconduttori. Unica cosa positiva è che i superconduttori non consumano energia elettrica nel generare il campo, poichè a bassa temperatura hanno resistenza nulla.

Fondamentalmente nella risonanza magnetica si sottopone il paziente a un campo magnetico e si va a misurare il campo magnetico indotto, questa misurazione sarà diversa da tessuto a tessuto e permetterà di ricostruire con una elevatissima risoluzione qualsiasi sezione trasversale del corpo.
Tutte le particelle subatomiche hanno una proprietà quantistica, detta spin, un fenomeno quantistico molto complesso che si traduce con rotazione ma non è solo quello. Grazie alle semplificazioni di Bloch è possibile però analizzare macroscopicamente le conseguenze di questo spin. Infatti ogni atomo avrà uno spin nucleare complessivo, dato dalla combinazione degli spin discreti delle proprie particelle subatomiche. Elementi con un numero pari di neutroni e protoni hanno momento di spin nullo, mentre invece atomi come l’idrogeno, hanno spin nucleare con diversi valori discreti.
infattti lo spin è quantizzato, e protoni e neutroni hanno un modulo di spin di 1/2.

Ad ogni nucleo atomico è quindi possibile associare associare una quantità misurabile detta spin. In termini
classici si può introdurre il momento di spin I assimilabile ad un momento di quantità di
moto, che è una grandezza fisica che descrive il grado di
rotazione di un sistema di particelle rispetto a un asse specifico

In meccanica quantistica si introduce il numero di spin I a cui possono essere associati 2I + 1 livelli energetici. Rispetto al fenomeno della risonanza magnetica nucleare, risultano
interessanti per l’imaging MR quelli con I = 1/2 che sono caratterizzati da due soli livelli
energetici. L’Idrogeno 1H, per la sua abbondanza nei tessuti è il nuclide normalmente
utilizzato per le immagini MR.

Il moto rotatorio di una carica elettrica produce un momento
magnetico μ legato a quello meccanico dalla relazione:
μ = γI.

In base alla meccanica quantistica il modulo μ di μ assume i valori espressi da questa formula:
μ = γ sqr(l(l+1)) h/ 2pi
tuttavia in assenza di perturbazioni esterne la direzione di mu è casuale e quindi si annullano tutte, se invece andiamo a sottoporre la carica a un campo magnetico avremo
μ = γ sqr(l(l+1)) h/ 2pi = γ Ml h/ 2pi
con Ml = -l… +l, nel caso dell’idrogeno quindi Ml vale - 1/2 o + 1/2
di conseguenza quando si allinea al campo ho solo uno stato di spin up per 1/2 e di spin down per -1/2

lo stato di spin up è leggermente piu probabile di quello di spin down perche occupa un livello energetico piu basso, infatti E = -mu x B0. precisamente il rapporto tra gli idrogeni spin up e gli idrogeni spin down è
nup/ nodwn = e^- deltaE/KT con deltaE = γ Ml h

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La risonanza magnetica: la condizione di risonanza, introduzione del campo di eccitazione a
radiofrequenza. Concetto di flip angle e di Free Induction Decay

A
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La risonanza magnetica: sequenze di eccitazione, parametri e modalità. Ricostruzione di
immagini in tomografia: codifica di frequenza e codifica di fase.

A

Abbiamo visto che con la tecnica della risonanza magnetica otteniamo un campo magnetico diretto lungo xy radialmente rispetto a z che possiamo misurare, detto Free induction Decay. Questo dipende dalla densità protonica (che ne determina l’ampiezza) , da t1 e da t2. Esistono diverse sequenze di eccitazione capaci di enfatizzare elementi diversi di questi in modo diverso, per ottenere immagini contrastate in t1 e t2. la densitò protonica crea meno contrasto poiche e abbastanza costante in tutti i tessuti. Noi abbiamo visto 3 sequenze di eccitazione ma ne esistono altre che evidenziano aspetti diversi, come ad esempio il gating con l’ecg in cui si sincronizzano le misurazioni con diversi momenti del ciclo cardiaco
termini fondamnetali sono il tempo di ripetizione, ovvero il tempo tra l’inizio di una sequenza di eccitazione e la successiva. una sequenza infatti si puo identificare cosi (alfa1, t1, alfa 2, t2,…, alfai,ti) con i ti che sono i tempi tra un impulsao rf di angolo alfa e l altro.la sommatoria di tutti i ti è tr.

  • saturation recovery:
    è il metodo pià semplice, permette di ottenere una immagine pesata in t1, e consiste in una serie di impulsi a 90 gradi separati da un tempo di ripetizione tr. per tr molto maggiore di t1 si ottengono ampiezze del fid che sono funzione solo di densita protonica, ma accorciando tr:
    s_fid = rho (1-e ^ -tr/t1)

-spin echo
S_fid = rho (1-e^-tr/t1)e^-te/t2

-gradient echo
S_fid = rho (1-e^-tr/t1)e^-te/t2 sin alfa / 1-cos alfa e^-tr/t1

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  • La risonanza magnetica: risonanza magnetica funzionale e risonanza magnetica di diffusione,
    principi fisici, differenze e applicazioni.
A

La risonanza magnetica funzionale è una particolare applicazione della risonanza magnetica che fornisce una mappa delle aree cerebrali funzionalmente attive. Questo poichè a un aumento dell’attività di una area del cervello corrisponde un aumento del flusso sanguigno locale. Andando a misurare il segnale Bold, ovvero Blood oxygenation level dependent si puo a partire dalla magnetizzazione indotta capire se si ha un aumento del flusso o no. Infatti la emoglobina ossigenata ha comportamento diamagnetico, cio vuoldire che genera un campo magnetico opposto a quello a cui e sottoposto, mentre invece l’emoglobina deossigenata è paramagnetica, ovvero genera un campo magnetico nella stessa direzione e questi campi generati vanno a causare delle disomogeneita locali nel campo magnetico, che portano a un maggiore sfasamento tra i momenti magnetici e quindi un calo del segnale.
Quando una area del cervello si attiva, si ha un flusso di sangue con emoglobina ossigenata, che porta a un aumento del segnale in quel punto, si puo pesare l’immagine in modo da enfatizzare questo aumento, vedendo cosi dove fluisce il sangue e quindi quali parti del cervello sono più attive e quali no.

la risonanza magnetica diffusionale invece permette di monitorare uno specifico fenomeno, ovvero la diffusione. La risonanza magnetica di diffusione è una sequenza dell’esame di risonanza magnetica che può essere utilizzata per l’identificazione precoce dell’ictus ischemico.
ne esistono due tipi, quello piu semplice, cioe la diffusion weighted imagint, e quella piu sofisticata, cioe la diffusion tension imaging. Sfrutta come mezzo di contrasto intrinseco le molecole d’acqua, contenenti atomi di idrogeno e molto presenti anche nel cervello, e restituisce un immagine tanto più chiara tanto più le molecole d’acqua si sono diffuse nello spazio. infatti applicando un gradiente in una determinata direzione e poi un gradiente con modulo uguale nella stessa direzione ma con verso opposto otteniamo uno sfasamento nullo qualora la molecola d’acqua sia rimasta nello stesso punto, ma qualora abbia diffuso nella direzione del gradiente ottiene uno sfasamento non nullo e quindi si registra nel segnale un calo nell’ampiezza dovuto allo sfasamento tra i momenti.
ripetendo nelle altre 2 direzioni questa misura si ottiene la dwi.
* Facendo ricorso all’equazione della diffusione, a partire dalle
immagini pesate in diffusione è possibile ottenere immagini del
coefficiente di diffusione dell’acqua: nelle regioni delle immagini
pesate in diffusione a ridotto segnale si otterrà un elevato valore del
coefficiente di diffusione.

La dti è molto piu sofisticata, e si basa sulla costruzione del tensore di diffusione, una matrice 3x3 che valuta si la diffusione assoluta nelle tra direzioni ma anche l’isotropia
Studio più approfondito con diffusion tensor imaging (DTI) nel quale si
studia il moto diffusivo in almeno 6 direzioni spaziali indipendenti, tali da
consentire il calcolo del tensore di diffusione (una matrice 3x3 simmetrica)
che caratterizza la diffusione sia in intensità che in direzione.
* A partire dal tensore di diffusione si possono definire numerosi descrittori
che caratterizzano la diffusione dell’acqua voxel per voxel. Per esempio la
diffusività media (mean diffusivity, MD) e l’anisotropia frazionaria
(fractional anisotropy, FA).
* La diffusività media quantifica l’entità della diffusione, indipendentemente
dalla direzione nella quale avviene, mentre l’anisotropia frazionaria
fornisce informazioni sul grado di anisotropia (proprietà che varia a
seconda della direzione considerata) della diffusione. La FA assume valore
nullo per una diffusione isotropa e tendente ad 1 quando la diffusione è
fortemente anisotropa lungo la direzione principale

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piccole pugnettine finali su risonanza magnetica: magnetofarmaci , pet mr

A

i magneto farmaci servono da mezzo di contrasto per evidenziare contrasto tra tessuti altrimenti difficilmente distinguibili andando a modificare i tempi t1 e t2

la risonanza magnetica, con degli accorgimenti ingegneristici che vanno a prevenire possibili malfunzionamenti, si puo combinare anche and altre tecniche di imaging come ad esempio la pet per ottenere contemporaneamente un imaging morfologico, funzionale e metabolico

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Q
  • Caratteristiche fondamentali degli ultrasuoni e come vengono generati. Propagazione degli
    ultrasuoni. Tecniche di scansione: modo A, B, ed M
A

le tecniche di imaging ad ULTRASUONI sfruttano le diverse caratteristiche di riflessione degli ultrasuoni delle diverse parti del corpo. sono innocue , complementari alle altre tecniche e hanno un ottima risoluzione temporale.
gli ultrasuoni sono suoni oltre la banda di percezione umana,sono ondee meccaniche, a differenza delle onde elettromagnetiche hanno una velocita molto inferiore e hanno bisogno di un mezzo per propagarsi.
o, f la frequenza dell’onda, risulta: v = λ · f
Z = ρ・ v
sin tetai/sin tetat = v1/v2

si introduce il coefficiente di riflessione R = (z1cos tetat -z2 cos tetai/z1cos tetat + z2 cos tetat)^2
* Se Z1 ≫ Z2 oppure Z2 ≫ Z1
, come avviene nel caso dell’interfaccia
muscolo-osso, tutta l’energia incidente viene riflessa.

ECOGRAFIA
esistono due tecniche per la trasmissione degli ultrasuoni, a trasfuttore singolo o a trasduttore multiplo. una ulteriore scelta progettuale è tra scansione settoriale e parallela.

Modo A (Amplitude).
: visualizza l’ampiezza (intensità) del
segnale ultrasonico rispetto alla profondità nel tessuto. L’asse orizzontale
rappresenta la profondità nel tessuto, mentre l’asse verticale rappresenta
l’ampiezza del segnale. Ciò significa che l’utente vede una linea che varia in
altezza in corrispondenza delle variazioni dell’ampiezza del segnale. La
modalità A-mode è spesso utilizzata in applicazioni specifiche in cui è
importante misurare con precisione la profondità di determinate
strutture, come nell’oftalmologia per misurare la lunghezza dell’occhio

  • Modo B (Brightness). * Modalità in Luminosità (B-mode): visualizza un’immagine bidimensionale
    del tessuto in cui la luminosità rappresenta la riflettività degli ultrasuoni.
    Maggiori riflessioni generano immagini più luminose. L’asse orizzontale e
    verticale rappresentano la posizione spaziale e ogni punto dell’immagine
    rappresenta la riflettività degli ultrasuoni. La modalità B-mode è la forma
    più comune di imaging ad ultrasuoni.
  • Modo M (Time Motion). Si dispone
    una accanto all’altra linee di modo B
    riprese in rapida successione
    temporale, utilizzando un trasduttore
    singolo (molto utile per lo studio delle
    strutture cardiache, atrii, ventricoli e
    valvole)
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Q

Flussimetria Doppler.

A

I flussimetri basati sull’effetto Doppler (se una sorgente sonora si
avvicina a un osservatore, la frequenza delle onde sonore percepita
dall’osservatore aumenta) consentono una misura dall’esterno della
velocità del sangue all’interno di vasi sfruttando i globuli rossi in
grado di riflettere parte dell’energia ultrasonica incidente.
esiste il doppler pulsato e il doppler continuo
. I globuli rossi, avendo diametro
inferiore alla lunghezza d’onda degli ultrasuoni, si comportano come
riflettori non speculari e diffondono l’energia ultrasonica in tutte le
direzioni e quindi anche verso il cristallo piezoelettrico ricevente
per effetto doppler provocano una variazione nella frequenza dipendente dalla loro velocita v0
delta f = 2f0v0cos teta / vsuono
si cerca di avere v0cos teta tra 0 e 1 m in modo che delta f sia un audio udibile che viene trasdotto in un immagine

nel doppler a onda continua non vi è pulsazione, questo consente di avere una frequenza emissiva abbastanza alta che consente di rilevare alte velocità, tuttavia a differenza di prima non si riesce ad acquisire il profilo di velocita ma solo la velocita media

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Q
  • Sicurezza Elettrica: effetti sull’organismo e fattori determinanti. Rischio di macroshock e di
    microshock.
A

Il principale effetto dell’elettricità sull’organismo è che il corpo si comporta esattamente come un circuito attraversato da corrente elettrica. Ad avere maggiore impedenza è la pelle, con una impedenza tra 1 e 100 kiloohm.
I principali effetti negativi della elettricita nei tessuti umani sono :
-lo sviluppo di calore per effetto Joule nei tessuti -> ustioni della pelle
-effetti sulla fibrillazione cardiaca, causata generalmente da correnti IN CONTINUA molto elevate
-effetti sulla tetanizzazione muscolare, causati da corrente alternata a bassa frequenza che sopra una certa tensione possono impedire il distacco volontario dal conduttore elettrico
La pericolosita di questi effetti dipende non solo dalla tipologia di corrente ma anche da tensione, intensità, resistenza e durata dell’esposizione.
-La soglia di percezione è la minima corrente che un individuo può avvertire è di circa 0.5 milliampere per correnti a 60 hz se afferro i fili di rame a mani umide, e invece fra i 2 e i 10 per correnti continue.
-La corrente di rilascio è invece la massima corrente da cui un individuo puo volontariamente staccarsi. Infatti sopra questa corrente i muscoli si contraggono per via dello stimolo elettrico e rimangono in una condizione di tetano. È circa 6 milliampere
-Correnti maggiori causano contrazione dei muscoli respiratori, che fanno morire di asfissia, circa tra i 18 e 22 milliampere
-contrazioni incontrollate del cuore sono tuttavia la principale causa di morte per elettrocuzione, soprattutto la fibrillazione ventricolare, che non si arresta neanche quando si interrompe la corrente che l ‘ha innescata. Avviene tra i 75 e i 400 mA , l’unico modo per ripristinare il normale ritmo cardiaco è con un defibrillatore, che provoca la depolarizzazione di tutte le cellule del muscolo.
- aumentando ancora la corrente fiino a 1 / 6 A si contrae l’intero muscolo cardiaco, tuttavia basta interromperla per ripristinare il ritmo normale. Non fa danni irreversibili.
- per correnti più alte gli effetti sono molto meno conosciuti, tendenzialmente possono sciluppare calore e ustionare, perforare la pelle, far perdere eccitabvilita funzionale al cervello e fare si che i punti di inserzione muscolare si strappino dall osso per la troppa contrazione.

Tutti questi effetti variano notevolmente in funzione di frequenza, durata del contatto, peso corporeo e punti di entrata nel corpo.
La soglia di fibrillazione aumenta con il peso. La soglia di rilascio aumenta con le frequenzem, e ha un elevata variabilita tra gli individui, generalmente nelle donne e più alta che negli uomini.

Macroshock: la corrente si diffonde attraverso tutto il corpo
Microshock: la corrente viene applicata con un catetere cardiaco e fluisce direttamente nel cuore

Con il macroshock l’intensita per causare FV è molto più alta, varia anche molto in base ai due punti in cui poniamo gli elettrodi, ad esempio se sono sulla stessa estremità il rischio di fibrillazione è molto piccolo.
L’utilizzo gi gel conduttivi può contrastare la resistenza della pelle.
Nel caso di microshock invece anche correnti minime possono indurre FV , poiche tutta la corrente si riversa sul cuore.

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SICUREZZA ELETTRICA :Sistemi di protezione.

A

I sistemi di protezione:
Protezione passiva: le scelte progettuali del dispositivo stesso per prevenire MACROSHOCK. Alcuni esempi:
-isolamento di parti conduttive che rischiano di entrare in contatto con il corpo.
-applicazione di barriere fisiche per evitare questo contatto
-il posizionamento degli elementi conduttivi in modo che sia poco probabile il contatto
-il grounding, ovvero un sistema di messa a terra per cuoii in caso di guasto la corrente si scaica a terra e non attraverso il corpo
- isolamento galvanico ovvero separazione con dispositivi elettronici per evitare alcuni passaggi di corrente
-avvisi acustici

Inoltre si puo usare l’interruttore differenziale per rilevare malfunzionamenti non normalmente rilevati, come l’interruzione del conduttore di protezione o comunque perdite di corrente tra la fase e il neutro, e nel caso se ne accorga interrompere l alimentaizone.
Q uando l’interruttore rileva una corrente residue (ovvero una differenza tra la corrente in ingresso e in uscita) soopra soglia, stacca tutto
PER EVITARE MICROSHOCK INVECE
- Gli incidenti da micro sono causati da correnti di dispersione elettrica in apparecchiature o dal fatto che due superfici conduttive teoricamente a terra, non hanno ddp nulla per qualche motivo, il paziente vi entra in contatto e schiatta.
Per questo nei locali con pericolo di microshock come sale operatorie, si riducono di molto le correnti verso terra con l utilizzo di circuiti appositi.
Un esempio di dispositivo clinico che rende il paziente a rischio e il pacemaker cardiaco esterno

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Q

Il defibrillatore: descrizione, specifiche e tipologie. Defibrillatore impiantabile, differenze con
il pacemaker

A

nella fibrilalzione cardiaca le fibre del miocardio si contraggono indipendentemente l’una dall’altra . l’azione del cuore come pompa si annulla e si rischiano danni ai tessuti, ad esempio al cervello, irreversibili.il defibrillatore riprestina il ritmo cardiaco con scariche elettriche che causano l’ingresso di tutt le fibre del miocardio nel periodo refrattario ed il nodo seno atriale torna ad essere il pacemaker principale.
FA gli atri interrompono il loro battito normale e battono in maniera non coordinata.
FV i ventricoli tramno debolmente e il cuore non pompa sangue
Un defibrillatore è costituito da :
1. un generatore ad alta tensione che, alimentato, carica un condensatore
2. su comando dell’operatore l’energia sul condensatore si scarica sul paziente
3. infine è presente un indicatore del livello di nrg immagazxzinata.
Esistono 3 tipi di defibrillatori, il defibrillatore RLC, il defibrillatore a linea di ritardo, il defibrillatore a onda trapezoidale
Nel primo l’induttanza limita la corrente massima che attraversa lil paziente. Si ottiene la curva di scarico di un rlc , con una sovraelonazione e poi scende verso zero.
Quella a linea di ritardo ha due gobbe e quella trapezoidale ha una scarica capacitiva trapezoidale nel grafico applied voltage, time.

ESISTONO anche modelli chiamati defibrillatori impiantabili, nei pazienti a rischio di morte cardiaca improvvisa. Esso viene impiantato nella regione pettorale.
Invece il pacemaker è un dispositivo capace di generare impulsi elettrici che regolarizzano l’attivita del cuore, puo essere esterno o interno. Ad esempio se non si ha un corretto passaggio degli impulsi da atri a ventrricoli e quindi il pacemaker è svolto da cellule del sistema di conduzione e di eccitazionee, che non trasmettono una frequenza abbastanza elevata
Il suofunzionamento e reso possibile da una sorgente di anergia che alimenta i circuiti e un oscillatore che determina la corretta frequenza del acorrente di stimolazione,
esistono vari tipi di pacemaker.
Asincrono voo a frequenza costante, la frequenza di stimolazione e fissa
Ventricolare a domanda, che ha frequenza costante ma puo essere spento, ad esempio quando si ha una contrazione spontanea si evita la stimolazione poiche potrebbe essere pericolosa..
Ventricolare sincronizzato con l onda p
I più moderni pero hanno frequenza che si puo adattare alle esigenze dell organismo, come nel cuore intefgro, grazie a dei sensori che pilotano un controllore.

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computed radiography e digital radiography molto inm breve

A
  • Computed Radiography (CR): utilizzando apparati convenzionali e sensori
    digitali, di ottenere un’immagine proiettiva senza passare attraverso una
    memorizzazione su pellicola.

La CR si basa sull’uso di piastre di fosfori a memoria fotostimolabili
che memorizzano temporaneamente l’immagine radiografica che viene poi
”letta”, in circa mezzo minuto, da un apposito scanner mediante un fascio
laser ed un fotomoltiplicatore la cui uscita digitalizzata è trasferita al
computer. La piastra viene poi azzerata per consentirne il successivo
riutilizzo. Le immagini hanno matrici con dimensioni variabili da 2048 x
2048 a 4096 x 4096

1999: rivelatori a conversione diretta (radiografia digitale (Digital
Radiography diretta) mediante un pannello (solitamente di selenio
amorfo) in grado di rivelare i fotoni X e convertirli direttamente in
carica elettrica. Viene evitata la fase intermedia di conversione da
fotone X in fotoni luminosi che comporta una diffusione della luce e
quindi una degradazione della risoluzione spaziale

in mezzo c era anche la digital radiography indiretta

la digiyal radiography diretta e quella con la mtf migliore ( valore alto per piu frequenze ) che permette di ottenere le migliori immagini

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rendimento dell anodo

A

ni = n0vz
n sono

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calcolo DSA

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