Definizoni Flashcards

1
Q

Nume tutelare

A

Nume Tutelare = rappresenta gli dei in generale, divinità che protegge un luogo, una città, la patria,[1] una persona, una famiglia ecc.

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2
Q

Pomerio

A

pomerium” = spazio di terreno consacrato e libero da costruzioni che correva lungo le mura di Roma e delle colonie romane, molto spesso non corrispondeva alle mure difensive in quanto rispettava l’analisi del volo degli uccelli secondo le procedure religiose. Esso faceva parte del rito di fondazione di ogni città romana, con un aratro trainato dai buoi lo disegnava e con dei cippi fissi lo si delimitava a seguito di una cerimonia religiosa tenuta dal pontefice massimo. L’origine è etrusca, il solco che veniva tracciato dai buoi era il “fosso”, mentre la terra affianco il “muro”

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3
Q

Simposio

A

symposium” = banchetto che costituisce occasione per discutere argomenti di comune interesse / 2° parte del banchetto greco e romano destinato alla degustazione dei vini, al canto e altri intrattenimenti vari

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4
Q

Carmina convivali

A

tipo di carmi latini (poesia dal tono solenne e dal carattere rituale e propiziatorio) di età preletteraria che venivano recitate nei banchetti

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5
Q

Timocrazia

A

è un tipo di governo dove i diritti e i doveri del cittadino sono stabiliti secondo le classi censuarie, quindi a seconda delle loro ricchezze

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6
Q

Comitium

A

luogo dove il popolo si riuniva per deliberare

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7
Q

Cura Hostilia

A

prima sede delle assemblee del senato

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8
Q

Famiglia

A

diversa dal nucleo moderno, comprende tutti coloro che ricadono sotto l’autorità dello stesso paterfamilias, al quale spettava il controllo sui beni (oltre moglie e figli, clientes, figli adottivi, ecc..). Nel mondo della Roma antica era un nucleo politico, economico e religioso, il suo fine principale era quello di perpetuarsi. Il vincolo che univa la famiglia non era tanto il matrimonio, quanto più la potestas che il pater esercitava su chi gli riconoscesse il potere. Alcuni diritti e funzioni del pater: rifiutare o accogliere tramite un rito formale i figli appena nati anche se legittimi, perpetuare i riti familiari (che prevedevano la venerazione dei manes, gli antenati) che venivano insegnati di padre in figlio, esercitare il potere finché si è in vita (infatti i figli non possono controllare il proprio patrimonio, finché il padre c’è, è lui che si occupa di mantenerli) e diseredare i figli

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9
Q

Interrex

A

istituzione dell’età regia, nel periodo che va dalla morte del Rex all’elezione del suo successore, il potere viene diviso in 10 senatori ognuno facente parte delle 10 curie, anche se tutti contemporaneamente sono in carica, solo uno recava le insegne dei poteri e littori; il potere aveva durata di 5 giorni e toccava a tutti a turno. (Da 5 a 500 gg)

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10
Q

Rito feziale

A

istituzione religiosa risalente all’età regia, essa costituiva un collegio di sacerdoti (“Feziali”) responsabili del mantenimento e della supervisione dei protocolli e dei rituali relativi alle relazioni internazionali e alle dichiarazioni di guerra. Il ruolo principale dei feziali era quello di servire come custodi della santità dei trattati internazionali e di garantire che le azioni di Roma negli affari esteri fossero condotte in modo giusto e legale. I loro compiti includevano la negoziazione e la ratifica di trattati, la gestione di questioni di diplomazia e la dichiarazione di guerra o la richiesta di risarcimento per rimostranze.
Il rito feziale prevedeva una procedura formale che doveva essere seguita prima che Roma potesse dichiarare guerra a un’altra città o stato. Il processo iniziò con il Senato romano che autorizzava una dichiarazione di guerra. I feziali, in quanto rappresentanti dello stato romano, sarebbero stati quindi inviati nel territorio nemico per presentare una richiesta formale di riparazione o restituzione. Se il nemico si rifiutava o non si conformava entro un determinato periodo di tempo, i feziali tornavano a Roma e denunciavano la violazione.
Al ritorno dei Feziali, il Senato si sarebbe riunito per esaminare la questione. Se fosse stato stabilito che il nemico aveva effettivamente violato i termini, i feziali avrebbero eseguito una serie di solenni rituali noti come “verberatio” per simboleggiare il trasferimento delle ostilità. Ciò comportava tipicamente che i feziali colpissero un animale sacrificale con un giavellotto o una pietra, che rappresentava il nemico.
Una volta completati i rituali, i romani si consideravano giustificati a fare la guerra.

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11
Q

Littore

A

figura istituita ai tempi di Romolo. Esso era un plebeo o un liberto che aveva il compito di precedere il Rex nelle parate, proteggerlo col bastone e legare chiunque bisognasse catturare alle sue cinghie di cuoio

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12
Q

Senato

A

consiglio di anziani organizzato dalle più potenti famiglie, i membri che lo costituivano venivano chiamati “patres”, a tempo regio esso era composto da 100 senatori. Il suo compito era quello di consigliare il re nelle decisioni, controllare le sue azioni e eleggerlo

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13
Q

Comizi curiati

A

assemblea composta dalle curie riunite, i suoi compiti erano: contribuire alla formazione dell’esercito (ogni curia donava 10 cavalieri e 100 fanti, insieme formavano la centuria), eleggere i senatori (ogni curia ne eleggeva 10), prendere decisioni sulle dichiarazioni di guerra, ratificare l’elezione del re confermandone la legittimità

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14
Q

Tribù

A

prima divisione della popolazione romana, ai tempi di Romolo erano tre (Tities, Ramnes, Luceres) a base gentilizia, con Servio Tullio divennero 4 e vennero chiamate “urbane”, la loro divisione comprendeva i cittadini proprietari terrieri e li distingueva in base al loro domicilio

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15
Q

Pagi

A

ripari eretti da Servio Tullio per ogni distretto (pagus) su ogni collina di Roma con lo scopo di garantire ai contadini il massimo della sicurezza (in caso di attacco nemico i contadini potevano lasciare la campagna per trascorrere qui la notte al riparo)

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16
Q

Legione

A

unità militare base dell’esercito romano, in epoca regia l’esercito era costituito di una sola legione (3000 fanti e 300 cavalieri) la quale era disposta su tre file con la cavalleria ai lati, ogni fila da 1000 fanti era comandata da un Tribunus Militum, mentre ogni squadrone di cavalleria da un Tribunus celerum, il Rex era a capo dell’esercito. All’epoca di Romolo la legione era costituita solo dalle gens uniti ai propri clientes ed in seguito all’unione latini e sabini il re decise di inglobare anche la componente sabina arrivando a 6000 fanti e 600 cavalieri. Servio Tullio in seguito divise i cittadini romani atti a prestare servizio militare in classi di censo (classis, supra classem, infra classem) a loro volta divisi in 4 categorie centurie (seniores, iuniores, pueri, infantes), ogni cittadino doveva procurarsi l’armatura a proprie spese e per questo le classi superiori (classis) costituivano la fanteria pesante e le inferiori quella leggera (infra classem)

17
Q

Manes

A

Le anime dei defunti

18
Q

Comizi centuriati

A

introdotti da Servio Tullio in seguito alla divisione della popolazione per censo. In questo caso, al contrario di come avveniva nei Comizi Curiati, il diritto di voto era stabilito per gradi, i primi a votare erano i cavalieri, seguiti dalle ottanta centurie della prima classe, se vi era disaccordo fra queste si scendeva nella seconda classe e quasi mai i gradi più bassi venivano interpellati. (Assemblea del popolo in armi)

19
Q

Cloaca maxima

A

condotto fognario più antico da Tarquinio Prisco

20
Q

Circo massimo

A

antico circo romano costruito da Tarquinio Prisco situato nella valle tra il Palatino e l’sventino

21
Q

Patrizi

A

per la tradizione sono i discendenti dei primi senatori la cui nomina si faceva risalire a Romolo, un altra ipotesa è quella che riconosce i patrizi come i Latini abitanti del Palatino e i plebei come i Sabini abitanti del Quirinale (entrati a far parte dell’unità civica in una condizione di inferiorità), una altra teoria accreditata parla di fattori economici, i patrizi sarebbero stati i grandi proprietari terrieri, mentre i plebei gli artigiani ecc..

22
Q

Lapis Niger

A

pietra nera”, si tratta di una scoperta ad opera di Giacomo Boni alla fine del XIX secolo. Venne trovata una pavimentazione di marmo nera che si distingueva dal restante travertino, al di sotto (come espresso in una leggenda “pietra nera nel comizio”) si è trovato un complesso monumentale arcaico con una piattaforma dal quale si estendeva un altare e con il “cippo nel foro” (resti di una colonna) nel quale sono iscritte alcune raccomandazioni per chiunque avesse sconsacrato la tomba di quel re

23
Q

Tradizione orale

A

sebbene nel VII secolo a.C. a Roma comparse la scrittura, le iscrizioni a noi giunte sono pochissime e i testi letterari e la storiografia si sono affermate solo nel III secolo. La creazione della memoria comune passava principalmente attraverso la tradizione orale. Essa varia in base agli usi e all’ambiente sociale che le conserva (patrizi o plebei), per entrambe le posizioni la valorizzazione del passato rafforzava la coesione del presente. Una differenza fra queste due classi sociale la possiamo ritrovare in questo esempio: all’ atto degno di memoria di un personaggio seguiva la celebrazione del suo successo attraverso pubblici onori e il trionfo. Il pubblico colto lo elogiata attraverso la rielaborazione nei Carmina, la massa di letterati tramite le Ballate di canta storie itineranti

24
Q

Patres

A

consiglio di anziani composto dai capi delle famiglie più nobili e ricche, predecessore del senato

25
Q

Collegio dei sacerdoti

A

affianca il re nella celebrazione del culto, ruoli importanti all’interno erano ricoperti dai pontefici (depositari e interpreti delle norme giuridiche), gli àuguri (interpreti della volontà divina) e le vestali (donne votate alla castità trentennale col compito di custodire il fuoco sacri che ardeva perpetuamente nel tempio di Vesta)

26
Q

Patroni e clienti

A

patrizi che vivono di rendita si dedicano al governo della città, mentre i plebei che non godono di questo privilegio devono pensare a lavorare per trovare una rendita e quindi produrre. La relazione di patronato secondo alcuni storiografici nasce in età arcaica sotto il regno di Romolo. Questa relazione che è simile a quella padre-figlio prevedeva l’impegno da parte del Patrizio scelto a patrone dal plebeo nel difenderlo e proteggerlo (fargli conoscere le leggi, difenderlo in giudizio). Il plebeo aveva l’obbligo di fornire la dote alla figlia del padrone, pagare debiti e in generale di contribuire alle spese del padrone (anche per l’ottenimento delle cariche). Non esisteva legge che potesse costringere un clientes a testimoniare contro i propri patroni, il patronato che si instaura comprende anche un patto implicito di fedeltà, per cui i plebei possano sentirsi “coccolati” e non invidiosi dei loro padroni