Bp Flashcards

1
Q
  1. Cos’è il modello struttura- comportamento- risultati (SCR)?
A

Definito da Bain e Mason, è un modello teorico che mette in relazione la struttura del mercato, la strategia delle imprese quindi le loro performance`. L’idea di fondo è molto semplice: la struttura del settore influenza i comportamenti delle imprese e quindi i risultati che esse producono

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
2
Q
  1. Quali sono le tre variabili utilizzate da Bain?
A

Per descrivere e comprendere la struttura del settore:
•il grado di concentrazione del settore;
•il grado di differenziazione dei beni prodotti dalle imprese in concorrenza;
•l’entità delle barriere all’entrata.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
3
Q
  1. Descrivi il grado di concentrazione del settore
A

permette di identificare due differenti tipi di strutture settoriali:
•il settore oligopolistico’, dove operano un numero ristretto di aziende. Si distinguono, al suo interno, due varianti, rappresentate, rispettivamente, dall’oligopolio “concentrato” o “ristretto” e “poco concentrato”;
•il settore “atomistico”, dove operano numerose imprese.
L’ipotesi di fondo è quanto più la concentrazione sia alta, tanto più la redditività delle imprese di un settore sia anch’essa alta e viceversa.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
4
Q
  1. Descrivi il grado di differenziazione dei beni prodotti dalle imprese in concorrenza.
A

Per un acquirente è indifferente comprare il bene (prodotto o servizio) a cui è interessato da una delle qualsiasi “n” aziende che compongono il settore.
L’impresa differenziata può, infatti, ottenere un premium price, cioè un prezzo di vendita superiore alla media del settore.
La differenziazione può creare un “vantaggio competitivo” per una o più imprese che, malgrado i più alti prezzi di vendita, possono ottenere maggiori volumi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
5
Q
  1. Descrivi l’entità delle barriere all’entrata.
A

Queste ultime definiscono la maggiore o minore difficoltà che nuove imprese incontrano per entrare in un certo settore.
le attuali imprese non dovrebbero conseguire un “profitto” troppo alto. Per far questo dovrebbero operare secondo un regime di prezzi che “scoraggi” l’entrata. Tale prezzo è definito da Bain limit price.
Per ottimizzare la propria redditività le imprese già posizionate nel settore dovrebbero, pertanto, fissare un prezzo pari o inferiore a quello limite.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
6
Q
  1. Che cosa si intende per ambiente, settore e strategia?
A

L’ambiente può essere definito come “l’insieme di condizioni e di fenomeni esterni [all’istituto] che ne influenzano significativamente la struttura e la dinamica” . In tal senso, non tutti gli avvenimenti esterni fanno parte dell’ambiente, ma solo quelle “condizioni” e quei “fenomeni” che producono degli “effetti rilevanti” sull’impresa.
Bisogna distinguere economico - comprensivo dei mercati, delle strutture di domanda e offerta di lavoro. E ambiente non economico, comprensivo della normativa giuridica, nazionale e internazionale.

Il settore: può essere inteso come un insieme omogeneo di aziende legate da relazioni di interdipendenza.

strategia: Mentre, dunque, il settore si focalizza sulle imprese in concorrenza, poiché producono beni simili, il mercato descrive l’interazione tra la domanda e l’offerta`. La strategia rappresenta il modello di interazione tra l’impresa e il proprio ambiente

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
7
Q
  1. Descrivi la classificazione dei settori
A

La struttura del settore può essere descritta principalmente da tre variabili, rappresentate: i) dal grado di concentrazione, ii) dal grado di differenziazione, iii) dall’entità delle barriere all’entrata. Combinando tali fattori si possono identificare diverse forme di settori.
La situazione più complessa è rappresentata dall’oligopolio. In questo caso è utile distinguere tra un oligopolio differenziato e uno indifferenziato. a parità di condizioni, il primo presenterà un’attrattività superiore al secondo.
E’ importante valutare in fine, l’entità delle barriere all’entrata, possono essere ricondotte a tre casi: i) barriere basse, n) barriere medie e n1) barriere alte.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
8
Q
  1. Concetto del sistema competitivo allargato o 5 forze di P
A

L’idea centrale di Porter è molto semplice: per comprendere l’attrattività di un settore non è sufficiente concentrare l’attenzione sugli attuali concorrenti e sui potenziali entranti, ma bisogna considerare anche le relazioni con i clienti e con i fornitori e l’eventuale minaccia di beni sostitutivi.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
9
Q
  1. Quali sono le determinanti della redditività d’impresa?
A
  • Modello delle 5 forze
  • Modello delle strategie competitive di base
  • attrattività del settore
  • vantaggio competitivo dell’impresa
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
10
Q
  1. Descrivi le 5 forze di P
A

clienti: rappresentano una forza competitiva perchè premono per diminuzioni di prezzo, per migliorare la qualità del prodotto e del livello di servizio, mettono le imprese fornitrici l’una contro l’altra, con risvolti negativi sui saggi di profitto”
fornitori: Costituiscono una forza competitiva poiché “possono utilizzare il loro potere di forza contrattuale [nei confronti delle] imprese di un settore minacciando aumenti di prezzo o riduzioni della qualità di prodotti o servizi”

potenziali entranti: “Le nuove imprese che entrano in un settore apportano nuove capacità, il desiderio di acquisire quote di mercato. Di conseguenza i prezzi possono subire riduzioni o i costi delle imprese esistenti possono aumentare con la conseguente riduzione dei margini di profitto”

produttori di beni sostitutivi: Rappresentano una forza competitiva poiché queste imprese “limitano i potenziali profitti di un settore, ponendo un limite ai prezzi che le imprese possono stabilire.

È dalla direzione e dall’intensità che assumono le forze che legano le imprese operanti in un settore tra loro e con questi quattro attori` (nel complesso appunto cinque forze) che dipende la redditività media di un settore e la sua variabilità nel tempo

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
11
Q
  1. Che cos’è lo spazio operativo e come si articola?
A

Lo spazio operativo misura il fatturato del settore ed è quindi dato dal prodotto dei volumi (quantità fisiche di prodotto o servizio vendute) per il prezzo medio. La dinamica dello spazio operativo riflette, quindi, sulla sensibilità del fatturato a variazioni (positive o negative) dei volumi (sempre misurabili in unità fisiche) e dei prezzi.

Si articola in spazio operativo orizzontale: è legato al numero e alla disomogeneità dei bisogni serviti dalle imprese di un certo settore.
e verticale: calcola i volumi in relazione al numero di fasi complessivamente presidiate dalle imprese di un certo settore.

Clienti e fornitori possono ampliare o ridurre lo spazio operativo rispettivamente esternalizzando o internalizzando certe fasi del ciclo produttivo.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
12
Q
  1. Che cos’è lo spazio economico e quali sono le sue determinanti?
A

Lo spazio economico può essere descritto con le principali determinanti che influenzano la redditività operativa di un’impresa. incidono sul reddito operativo e sul capitale investito (ROI o RONA).
Tra le principali leve che influenzano il reddito operativo della gestione caratteristica si ricordano:
•i prezzi medi unitari; •i costi variabili; •i costi fissi; •il mix; •i volumi prodotti e venduti.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
13
Q
  1. Come si misura l’intensità della concorrenza di un settore?
A

Per misurare l’intensità della concorrenza di un settore, Porter suggerisce di analizzare le seguenti determinanti: •il numero di imprese già operanti nel settore; •il tasso di crescita del settore; •il livello dei costi fissi; •il grado di differenziazione dei beni; •la diversità dei concorrenti; •le barriere all’uscita.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
14
Q
  1. Spiega la determinante: grado di differenziazione dei beni
A

Quanto più i beni sono indifferenziati, tanto più il compratore (intermedio o finale, business o consumer) tenderà a mettere in competizione sul prezzo i venditori o esigerà elevati livelli di servizio. Al contrario, quanto più il bene acquistato è percepito come unico (o differenziato), tanto più sarà facile evitare una competizione sul prezzo, salvaguardando i ricavi medi unitari e quindi i margini unitari e complessivi del settore.
tende, inoltre, a generare una fidelizzazione del cliente, aumentando i costi di riconversione verso altri prodotti.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
15
Q
  1. cosa si intende per priorità strategica?
A

Nell’analisi della diversità dei competitor un punto rilevante è rappresentato da quello che Porter definisce “priorità strategica”. Con tale espressione si intendono tutti quei casi in cui la presenza di una impresa in un determinato mercato è assolutamente prioritario per creare, mantenere o consolidare la propria immagine. L’elevato rilievo internazionale che riveste l’Italia come meta turistica fa sì che numerose catene “debbano necessariamente” essere presenti nel nostro paese.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
16
Q
  1. Spiega la determinante delle barriere all’uscita
A

L’ultima determinante è rappresentata dall’entità delle barriere all’uscita. Si tratta di “fattori economici, strategici ed emotivi che trattengono un’impresa nel mercato anche se il saggio di redditività del capitale investito è basso o addirittura negativo.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
17
Q
  1. Che cos’è la reazione attesa?
A

reazione attesa che il nuovo entrante si può aspettare da parte delle imprese già operanti nel settore, seguendo i segnali di mercato, che comprendono un ventaglio ampio di azioni mediante le quali le imprese già operanti nel settore inviano messaggi più o meno espliciti ai potenziali entranti.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
18
Q
  1. Quali sono i 4 momenti all’entrata identificati da Porter?
A
  • la pre-entrata: che comprende la fase di studio dell’attrattività del settore e l’avvio delle prime attività di formulazione del sistema di prodotto, di presa di contatto con interlocutori rilevanti, quali fornitori, istituzioni finanziarie, intermediari commerciali. Difficilmente le imprese già operanti possono identificare il potenziale entrante in questa fase, che si contraddistingue per una ridotta visibilità esterna; •l’entrata: rappresenta un primo importante momento della verità, durante il quale il potenziale entrante effettua le scelte di capacità e allestisce la struttura in grado di produrre il sistema di prodotto. Durante questa fase il progetto imprenditoriale diventa visibile e gli investimenti intrapresi creano, necessariamente, delle barriere all’uscita e al “restringimentoós”;
  • il periodo di sequenza: in cui la strategia di un entrante evolve dalla strategia di ingresso alla strategia di lungo periodo.
  • la post-entrata: si tratta di un insieme di scelte finalizzate a difendere la posizione competitiva raggiunta all’interno del settore.
How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
19
Q
  1. Spiega le barriere all’entrata e le sue determinanti
A

La minaccia all’entrata in un settore dipende principalmente dall’intensità delle barriere all’entrata e dalle reazioni dei concorrenti attuali.
le principali determinanti sono:
•economie di scala; •economie di raggio d’azione; •economie di apprendimento; •differenziazione del prodotto; •fabbisogno di capitali; •costi di riconversione; •accessi ai canali di distribuzione; •politica pubblica.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
20
Q
  1. Spiega le economie di scala
A

Nei settori in cui le economie di scala sono particolarmente rilevanti, si pensi al settore aereo, si crea una naturale barriera all’entrata di nuove aziende.
Si è in presenza di economie di scala solo se all’aumentare della dimensione si rileva un risparmio misurabile in quantità fisiche, legato a una crescita dell’output.
L’esistenza di economie di scala rende certamente più complesso l’ingresso nel settore. Infatti, il potenziale entrante deve allestire “da subito” un’elevata capacità produttiva.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
21
Q
  1. Spiega le economie di scopo o raggio d’azione
A

sono rappresentate da una riduzione dei costi unitari per effetto di una produzione congiunta di più beni all’interno dello stesso processo produttivo. In linea teorica, si danno economie di scopo solo e soltanto se la produzione è simultanea e abbia luogo in uno stesso impianto.
Le economie d’azione rivestono spesso un ruolo rilevante, soprattutto nell’ottimizzazione dei costi generali (amministrazione in primis), dei costi commerciali, della riduzione dell’incidenza unitaria dei costi sostenuti per aumentare il livello di servizio.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
22
Q
  1. Spiega le economie di apprendimento
A

Si definiscono economie di apprendimento le riduzioni regolari e prevedibili dei costi medi unitari del prodotto che si verificano a seguito dell’aumento del volume di produzione.

How well did you know this?
1
Not at all
2
3
4
5
Perfectly
23
Q
  1. Spiega la minaccia di sostituzione
A

I sostituti limitano la redditività media del settore, principalmente ponendo un limite ai prezzi che le imprese possono definire comprimendo, dunque, lo spazio economico - o, se questi ultimi rimangono molto più alti rispetto a quelli dei sostituti, riducendo i volumi.

24
Q
  1. Cosa si intende per VPR?
A

Valore prezzo relativo. Il prezzo relativo è il rapporto tra il prezzo nominale di un bene (PA) e il prezzo nominale di un altro bene (PB). Il VPR riveste grande importanza nei prodotti turistici, poiché si tratta di servizi che vengono consumati rapidamente e ripetutamente.
Il VPR di un sostituto si basa sulla sua capacità di diminuire i costi affrontati dall’acquirente o di migliorare le prestazioni rispetto al prodotto che intende sostituire.

25
Q
  1. Indica gli elementi per valutare la minaccia di sostituzione
A

Un primo elemento da valutare in tali analisi è certamente rappresentato dal prezzo relativo. Quest’ultimo può subire importanti variazioni al ribasso Una seconda causa è legata al cambiamento del valore relativo del sostituto. Nel tempo, i produttori di beni sostitutivi possono affinare il proprio sistema d’offerta, riuscendo a soddisfare con successo determinati target di clientela. A parità di prezzo relativo del sostituto, il maggiore valore creato tenderà a generare un’immagine positiva.

26
Q
  1. Indica le determinanti del potere di forza contrattuale di Porter
A

Il potere di forza contrattuale dei clienti influenza la redditività media del settore, agendo principalmente sull’entità del prezzo, sui livelli qualitativi del prodotto, sui livelli di servizio. Tra le principali determinanti del potere di forza contrattuale Porter ricorda:

•il grado di concentrazione dell’acquirente; •l’entità dei volumi acquistati in relazione al giro d’affari del venditore; •il rapporto tra volumi acquistati e i costi o gli acquisti dell’acquirente; •il grado di differenziazione o di standardizzazione del prodotto; •l’entità dei costi di riconversione; •la minaccia di integrazione a monte; •la situazione finanziaria dell’acquirente; •l’impatto del prodotto sulla qualità del sistema d’offerta dell’acquirente; •le informazioni a disposizione dell’acquirente.

27
Q
  1. Spiega il grado di concentrazione dell’acquirente, il grado di differenziazione o standardizzazione del prodotto
A

Il grado di concentrazione dell’acquirente influenza i volumi da esso acquistati: tanto più saranno rilevanti e tanto più, a parità di condizioni, sarà alto il suo potere di forza negoziale`.
Il grado di differenziazione o di standardizzazione del prodotto rappresenta una determinante in grado di “sbilanciare” il potere di forza contrattuale anche in presenza di differenze rilevanti nelle dimensioni tra acquirenti e venditori.

28
Q
  1. Cosa implica il fatto di comprendere una struttura interna di settore?
A
  • identificare ex-ante eventuali nicchie di offerta
  • identificare eventuali vuoti nell’offerta del settore e quindi formulare strategie competitive particolarmente innovative,
  • evitare di posizionare il progetto imprenditoriale all’interno di raggruppamenti esposti a intense dinamiche competitive,
  • comprendere più a fondo le diversità delle strategie messe in campo dalle aziende già presenti nel settore
29
Q
  1. Quali sono i tre fattori che influenzano la competizione tra i raggruppamenti strategici?
A

I diversi raggruppamenti sono tra loro in concorrenza. L’intensità della competizione dipende principalmente da tre fattori, rappresentati:

  • dalla numerosità e dalla dimensione dei raggruppamenti.
  • dalla distanza strategica,
  • dalla similarità nei segmenti serviti.
30
Q
  1. Quali sono le tre classi di variabili di segmentazione?
A
  • al mercato: segmenti serviti, ambito geografico, sistemi di vendita, brand, canali di distribuzione;
  • al settore: economie di scala nelle attività di produzione, marketing e amministrazione; competenze nei processi di R&S, nel marketing e nei sistemi di distribuzione;
  • all’impresa: assetto istituzionale, strutture organizzative, sistemi di controllo, capacità del management, grado di integrazione verticale, grado di diversificazione, dimensioni dell’impresa, relazioni con gli altri gruppi strategici.
31
Q
  1. Che cos’è la mappa strategica e quali sono i tre tipi di approcci suggeriti da Thomas e Pitt?
A

Pitt e Thomas (1994, pp. 88-89) suggeriscono l’esistenza di tre differenti percorsi per approdare a una convincente mappa strategica, rappresentati: i) dall’approccio essenzialista, ii) dall’approccio empirico, iii) dall’approccio longitudinale (figura 3.1).

32
Q
  1. Descrivi l’approccio essenzialista, empiricista e longitudinale
A

L’approccio essenzialista permette di costruire la mappa strategica senza alcun ricorso a tecniche statistiche` ed eventualmente, anche valorizzando una ridotta conoscenza del settore - problema che spesso si pone negli start-up.

L’approccio empiricista rappresenta la metodologia più diffusa e consiste nell’identificare i raggruppamenti strategici utilizzando contemporaneamente più variabili di segmentazione.

Infine, l’approccio longitudinale si pone un obiettivo conoscitivo più ampio e ambizioso rappresentato non solo dalla identificazione dei raggruppamenti strategici, ma anche della comprensione dei “movimenti” tra i diversi gruppi e dagli eventuali ingressi (o uscite) di imprese

33
Q
  1. Spiega le barriere alla mobilità e le tre fonti
A

Le barriere alla mobilità, in termini sintetici, limitano i processi di imitazione delle strategie. Le barriere limitano la mobilità poiché richiedono di modificare la strategia delle imprese appartenenti ad un altro raggruppamento, la limitano poiché tale cambio risulterebbe costoso in rapporto ai benefici differenziali.
McGee e Thomas (1986, p. 151) propongono tre principali ambiti rilevanti: i) la strategia di mercato, ii) la struttura dell’offerta del settore, iii) le caratteristiche delle aziende

34
Q
  1. Indica e spiega le principali fonti che regolano la between rivarly
A

A parità di condizioni, le performance delle imprese di un certo gruppo saranno più alte quanto più la competizione tra raggruppamenti è poco intensa. Porter identifica tre principali fonti che regolano la between rivalrly:

  • la numerosità e la dimensione dei gruppi. Circa la numerosità, quanto più i raggruppamenti sono numerosi, tanto più è probabile che prevalga un approccio fortemente competitivo anziché cooperativo o collusivo.
  • la distanza strategica, intesa come il grado di diversità (distanza) delle strategie di posizionamento sviluppate da ciascun raggruppamento. Quanto più la distanza strategica è elevata, tanto più, a parità di altre condizioni, la concorrenza tra raggruppamenti sarà elevata.
  • le interdipendenze di mercato, intese soprattutto come il grado con cui i diversi raggruppamenti competono per accaparrarsi gli stessi segmenti di clientela.
35
Q
  1. Descrivi il processo di analisi.
A

•definizione degli obiettivi conoscitivi; •analisi semi-strutturata di alcuni casi pilota e interviste a testimoni privilegiati; •identificazione delle variabili di segmentazione; •raccolta dati; •elaborazione dati; •costruzione di una o più matrici di segmentazione; •identificazione della mappa prescelta; •analisi delle performance; •approfondimento di alcuni casi isolati di rilievo al fine di identificare alcuni variabili firm specific.

36
Q
  1. Quali sono i punti di forza e di debolezza del processo di analisi?
A

punti di forza: •alla semplicità del processo, se si utilizza l’approccio essenzialista; •all’elevato potenziale conoscitivo sui comportamenti delle imprese; •all’elevato potenziale conoscitivo sulle performance delle imprese.

punti di debolezza: •la corretta definizione del settore; •la complessità di analisi nei settori frammentati; •l’elevata semplificazione nell’analisi dei comportamenti strategici; •il breve orizzonte temporale; •l’esistenza di cluster più estesi, ad esempio tra settori, lungo il sistema del valore (a monte o a valle) o, comunque, l’esistenza di relazioni forti tra le imprese appartenenti a diversi gruppi.

37
Q
  1. Cosa sono i raggruppamenti competitivi?
A

Il raggruppamento competitivo rappresenta “l’insieme di imprese che, operando da lato dell’offerta su un certo segmento di uno specifico mercato, si confrontano dal punto di vista concorrenziale per assicurarsi la preferenza di acquirenti caratterizzati da esigenze soddisfabili dai loro prodotti (beni o servizi), sostanzialmente, con il medesimo grado di apprezzamento”
rappresenta un utile concetto per identificare, su scala locale (“specifico mercato”), quali sono i reali concorrenti di un’impresa.

38
Q
  1. Che cos’è la destinazione?
A

Nel mondo dei viaggi e del turismo la destinazione riveste un ruolo centrale, è definita come un concetto competitivo. La destinazione acquista interesse agli occhi del cliente in quanto offre complessivamente un sistema di prodotto capace di soddisfare il suo bisogno complesso’. Dal punto di vista dell’offerta, la destinazione si configura un network’ di attori impegnati nella “co-produzione” di beni e servizi

39
Q
  1. Spiega i sistemi o distretti turistici
A

I principali elementi costitutivi del fenomeno turistico possono trovare rappresentazione in modelli sintetici: i sistemi turistici (GUARDARE POS.1190)

40
Q
  1. Quali sono gli elementi di originalità del distretto turistico rispetto a quello industriale?
A

Due sono i principali elementi di originalità del distretto turistico rispetto a quello industriale: •la struttura produttiva orizzontale; •la rilevanza delle funzioni di regia generale o metamanagement.

41
Q
  1. Cos’è necessario al fine di gestire correttamente un s. turistico?
A

La struttura frammentata delle imprese turistiche locali e la percezione unitaria del prodotto distrettuale da parte del cliente hanno tradizionalmente favorito lo sviluppo di forme di governo sovraordinato o metamanagement

In sintesi, ciò che emerge come necessario per gestire un distretto turistico è riconducibile a due attività: •individuare i soggetti che concretamente possono sviluppare questa delicata attività di governo.
•identificare le principali classi di attività o processi che danno concretamente contenuto alla strategia sovraordinata

42
Q
  1. Spiega il community model
A

La caratteristica distintiva del modello community è proprio da ricercarsi nell’elevata frammentazione della rete locale, composta da una popolazione di PMI, nessuna delle quali riveste un ruolo preminente rispetto alle altre. Ne consegue la necessità di gestire a un livello che sta “sopra le imprese” - da cui le espressioni di gestione “sovraordinata” o di “metamanagement” - alcuni processi gestionali che difficilmente possono essere affrontati dalle singole organizzazioni.

43
Q
  1. Cosa sono le DMO?
A

Si tratta di enti non profit che hanno come scopo primario lo sviluppo della destinazione turistica e il cui ruolo è generalmente intrecciato, sovrapposto e avvinto da profonde relazioni con gli enti pubblici locali, generalmente riconducibili a singoli Comuni o a reti di comuni (quali le Comunità Montane), alle Province o più raramente, nell’esperienza italiana, alle Regioni

44
Q
  1. quali sono i temi centrali nella configurazione delle DMO?
A

Si possono identificare, riprendendo il modello di Airoldi e la sua applicazione ai contesti turistici cinque temi centrali nella configurazione dell’assetto istituzionale sovraordinato:
- I soggetti: includono tutti gli stakeholder locali che vengono coinvolti nella DMO e sono generalmente rappresentati dalle imprese locali (variamente articolate per settori), dagli enti pubblici, dalla popolazione locale, e dal personale che lavora per la DMO stessa. Un soggetto si intende incluso nell’organizzazione sovraordinata se rispetta almeno una delle tre seguenti condizioni: i) apporta contributi monetari; ii) fa parte formalmente della DMO; iii) è assunto dalla DMO.

  • i contributi rappresentano “l’onere” a capo di tali soggetti per partecipare all’attività dell’organizzazione sovraordinata e possono trovare espressione in diverse modalità, principalmente riconducibili all’apporto: i) di risorse monetarie, sotto forma di tasse annue, imposta di soggiorno, fee legate ai servizi ricevuti (dalla DMO), ii) di competenze, siano esse imprenditoriali (nuove idee, impulsi progettuali), manageriali (capacità di governare processi) o tecniche, cioè specifiche competenze (marketing, organizzazione, produzione, ecc.) e iii) di relazioni,
    sotto forma di contributo alla cooperazione interna ed esterna o di protezione esterna.
  • Le ricompense misurano i “vantaggi” che i soggetti istituzionali ricevono dalla partecipazione alla DMO.
  • preerogative di governo economico
  • strutture e meccanismi istituzionali
45
Q
  1. Qual è la best practice di una DMO?
A
  • esistenza di un’unica DMO
  • meccanismi di raccolta fondi
  • rapporto tra DMO e stakeholder pubblici
  • risorse umane attratte dalla DMO
46
Q
  1. Descrivi i 4 tipi di destination governance
A

I quattro tipi di destination governance possono essere così sintetizzati:
•normativo: la DMO è strettamente legata all’operatività di un ente pubblico locale, che assicura una buona rappresentatività a diverse categorie di stakeholder locali. I meccanismi di entrata e di uscita sono generalmente disciplinati su base normativa, mentre i contributi mostrano generalmente una certa rilevanza delle risorse pubbliche.

  • imprenditoriale: questo modello si basa principalmente sui contributi volontari messi in campo dalle imprese. È quindi un modello bottom up che, di solito, produce delle sintesi “pubblico-privato”. I contributi sono legati a una molteplicità di meccanismi, tra i quali si annoverano anche ricavi privati derivanti dalla vendita di servizi;
  • impresa guida: all’interno della destinazione opera un’impresa che per dimensioni e rilevanza assume un ruolo guida.
  • frammentato: descrive una situazione piuttosto diffusa, dove lo sviluppo turistico è spesso trainato dalla presenza di importanti risorse relative al patrimonio heritage o naturale della destinazione che, nel tempo, favorisce la nascita di una rete di imprese. La DMO (non sempre presente) si limita a esercitare alcune deboli attività di marketing, mentre manca una vera e propria attività di governo strategico della destinazione.
47
Q
  1. Chi sono i tre soggetti principali e come cambiano le situazioni in base all’influenza della DMO?
A

si possono identificare tre tipi di soggetti rilevanti, rappresentati da: i) le imprese, ii) la DMO, iii) gli enti pubblici locali. (GUARDARE POSIZIONE 1349)

48
Q
  1. Elenca e descrivi i processi primari
A

tre processi primari:
•i processi di produzione e di erogazione del servizio che, in virtù del loro legame con il “fare”, vengono denominati “operativi”;
•i processi di sviluppo di nuovi prodotti, che assicurano una crescita “incrementale” o “quantica” dell’offerta distrettuale lungo la dimensione quantitativa e qualitativa;
•i processi di comunicazione, che richiedono di governare un insieme piuttosto ampio di azioni in grado di attrarre il cliente finale all’interno del distretto e di comunicargli, una volta giunto nella località, il mix di attrattive.

49
Q
  1. Elenca e descrivi i processi operativi pubblici
A

sono chiamati a gestire principalmente tre classi di risorse pubbliche:
•le vie di accesso: intese come il numero di collegamenti, la loro capacità di trasporto oraria in relazione alle capacità di carico del distretto;
•la viabilità interna: numero di arterie, caratteristiche tecniche, capacità di carico massima;
•l’arredo turistico: articolabile in arredo urbano e sportivo.

50
Q
  1. Elenca e descrivi i processi operativi privati
A

I processi operativi privati incidono sulla gestione di una serie di risorse di pertinenza delle imprese distrettuali e principalmente riconducili alle seguenti categorie:
•strutture ricettive;
•strutture commerciali;
•strutture museali;
•altre strutture presenti nel distretto e gestite da imprese operanti secondo le regole del libero scambio.

51
Q
  1. Elenca i processi di supporto
A

Si tratta di un complesso piuttosto ampio di azioni gestionali riconducibili principalmente a tre aree:
•il marketing interno; •la formazione; •le attività di ricerca.

52
Q
  1. Quali sono i criteri da analizzare x definire la domanda del distretto turistico?
A
  • Analisi della stagionalità

- Analisi della spesa media

53
Q
  1. Cos’è la stagionalità e cosa implica per il mercato?
A

Si può definire la stagionalità come la fluttuazione sistematica della domanda in un particolare periodo
Per le imprese, questo fenomeno origina un minor utilizzo della capacità produttiva, riducendo l’efficienza e la redditività degli investimenti.
Per chi lavora nel settore turistico, la fluttuazione della domanda costringe molte persone ad accettare lavori stagionali.
Anche per i turisti finali e per i residenti la stagionalità origina generalmente dei costi sociali, principalmente rappresentati dai costi di acquisto più alti che vengono praticati nei periodi di alta stagione
Per gli enti pubblici, la stagionalità tende a generare un inefficiente utilizzo dell’offerta, tanto di servizi pubblici, quanto delle risorse naturali

54
Q
  1. Quali sono i principali motivi che rendono fluttuabile la domanda?
A

I principali motivi che rendono la domanda fluttuante sono principalmente riconducibili alle seguenti cause: •fattori naturali e sociali
•pressione sociale e mode
•calendari sportivi
•inerzia e tradizione

55
Q
  1. Quali sono le politiche di destagionalizzazione?
A

le politiche di destagionalizzazione agiscono su due principali leve: i) la riduzione dei prezzi e ii) il mix di segmenti attratti