,, Flashcards

1
Q

introduzione della stampa a caratteri mobili

A

ha rappresentato una vera rivoluzione, segnando una cesura con tutto quello che c’era prima e con la fruizione precedente dell’oggetto-libro (il manoscritto)

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2
Q

atomo della tipografia: il glifo

A

e un glifo è l’elemento costitutivo di ogni riga tipografica

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3
Q

cosa non c’era fino al 900

A

La storia della grafica editoriale è inlegata a quella della stampa. Rifletteteci: fino al Novecento non c’era grafica
senza stampa. Ogni creazione grafica aveva come punto di uscita la sua realizzazione su
carta

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4
Q

in che anno viene pubblicata la bibbia di gutenberg

A

1455, è la data dell’introduzione della stampa a caratteri mobili, viene pubblicata la bibbia

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5
Q

quale fu l’altra innovazione che permise lo sviluppo della produzione editoriale

A

l’introduzione della carta

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6
Q

quando fece l’ingresso la carta in europa

A

nel 13 secolo

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7
Q

come veniva ottenuta la carta

A

attraverso la triturazione in acqua di stracci di lino e cotone: se
ne otteneva una pasta semiliquida che veniva poi posta su un telaio e lasciata ad asciugare, e così si otteneva un foglio pronto a essere scritto

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8
Q

quale era il supporto più usato prima della carta

A

pergamena di natura animale, pecora capra o vitello, con i peli

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9
Q

cosa permette a guttenberg di mettere a ounto suo sitema

A

a guttenberg gli ha permesso mettere punto il fatto che fosse orafo, usando una lega mettalica di piombo stagno e antimonio, per noi è una lega metallica

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10
Q

punzoni

A

per ogni glifo, nella stampa a caratteri mobili, si realizzavano dei punzoni (in
metallo duro) da cui si ottenevano per fusione i caratteri tipografici mobili da impaginare
a mano. I punzoni erano quindi delle matrici, che permettevano ognuno la realizzazione di
più caratteri mobili

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11
Q

cosa indica la tipografia

A

Il termine “tipografia” in senso stretto indica il processo di stampa utilizzato da
Gutenberg fino al Novecento, ma per antonomasia continuiamo a usarlo per tutti i
processi di stampa editoriale

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12
Q

quali sono le tecniche di stampa

A

stampa rilievografica (in cui la matrice è detta “rilevata”);
* stampa incavografica o calcografica (in cui la matrice è detta “concava”);
* stampa planografica (in cui la matrice è detta “piana”).

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13
Q

grafismo

A

intendiamo la parte della matrice che stamperà sul supporto

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14
Q

contro grafismo

A

intendiamo la parte della matrice che non stamperà, corrispondendo quindi alle
aree bianche dello stampato finale.

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15
Q

stampa incavografica

A

è stato introdotto alla metà del XV secolo, ed ha avuto vita nobile per quanto riguarda le illustrazioni.
Nella stampa incavografica, viene dapprima disegnato il motivo (anche complesso) attraverso un’incisione su una lastra di metallo; attraverso un procedimento chimico, si fa poi
in modo che l’inchiostro si depositi sono sulle parti incise (i grafismi); infine, dopo l’inchiostrazione, si stampa sul foglio

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16
Q

stampa planografica

A

, in cui la matrice non è né a rilievo né incisa (in cui
cioè i grafismi e i contrografismi sono posti sullo stesso piano).
e Alois Senefelder inventa la stampa litografica propriamente detta (vedremo
sotto il perché di questa precisazione). In questa, la matrice di stampa è rappresentata da
una particolare lastra di pietra opportunamente levigata. La lastra viene disegnata con
una matita grassa, poi bagnata con velo d’acqua e infine inchiostrata. Il velo d’acqua è
respinto dalle parti disegnate a grasso (i grafismi) e invece trattenuto dalle parti non disegnate (i contrografismi). L’inchiostro, al contrario, viene respinto dalle parti inumidite e
trattenuto da quelle disegnate. A quel punto la lastra è pronta per poter stampare.

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17
Q

stampa offset

A

Nella stampa
offset, la lastra di pietra è sostituita da una sottile lastra di zinco o alluminio, in cui i grafismi sono realizzati da apposite macchine

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18
Q

stampa a torchio

A

l’impressione avveniva attraverso un torchio tipografico, adattato dai torchi a vite che si usavano nella pressa dell’uva per la preparazione del vino Questa tecnica rimase pressoché invariata fino all’inizio dell’Ottocento, quando Friedrich
Koenig introdusse il torchio azionato a vapore

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19
Q

importanza di koenig

A

non consistette solo nell’introduzione del vapore, in cui l’energia generata termicamente andava a sostituire quella manuale per l’impressione dei fogli di stampa. Egli, insieme ad Andreas Friedrich Bauer, introdusse anche il sistema di
stampa piano-cilindrico che, con innumerevoli modifiche, è usato ancora al giorno d’oggi.

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20
Q

sistema piano-cilindrico di Koenig-Baue

A

la matrice di stampa restava in piano, ma i
fogli venivano introdotti in un cilindro rotante che era coordinato con il movimento piano
“avanti-indietro” della matrice. Questo permise un’ulteriore velocizzazione dei tempi di
stampa.

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21
Q

lynotype

A

alla fine del 800, da Ottmar Mergenthaler, La linotype rivoluzionava la realizzazione della matrice di stampa, svincolandola dalla composizione a mano. Alla figura del
compositore che (fin dal Quattrocento) componeva la pagina a mano coi glifi metallici, si
sostituisce ora la figura del linotipista che batte su una tastiera

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22
Q

monotype

A

, macchina che fondeva i singoli caratteri invece della riga,
alla fine del 800 con la lino e la mono si smette di comporre a mano le matrici di stampa.

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23
Q

rotocalco

A

proceduta di stampa rotativa, usa matrici calcografiche, o, la matrice a rilievo (tipografica, quella usata ancora da Koenig),
è sostituita da una matrice incavografica (calcografica)

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24
Q

procedura rotativa

A

e la moderna stampa rotocalco è cilindrico-cilindrica: è
un cilindro quello che stampa, ed è un cilindro quello intorno al quale viene fatta passare
la carta. i, la stampa rotocalco è stata ed è usata
per prodotti di breve durata, in primis giornali e periodici, mai per l’editoria libraria

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25
stampa off set
si afferma nel Novecento per la produzione di libri, ed è quella usata ancora oggi per tale produzione. . Possiamo definire la stampa offset come un tipo di stampa: * planografica; * piano-cilindrica;2 * indiretta.
26
stampa off set
è un tipo di stampa planografica, che usa come matrice di stampa una sottile lastra di zinco o alluminio, prodotta in maniera foto-meccanica (cioè non a mano).. grafismi e contrografismo sono sullo stesso piano. è piano cilindrica, , è la matrice di stampa a essere inserita in un cilindro rotante, mentre i fogli di carta corrono in piano. indiretta, Nella stampa offset, la lastra non inchiostra direttamente il foglio, bensì inchiostra un cilindro di caucciù che a sua volta inchiostra (stampa) il foglio
27
cilindro di caucciu
Il vantaggio di usare il cilindro di caucciù per stampare sul foglio consiste nella sua morbidezza (a differenza della lastra di partenza che è metallica): questo consente una miglior qualità di stampa, perché esso “tocca meglio” la carta.
28
Ma qual era, e qual è, la modalità di produzione delle lastre di stampa?
, le lastre vengono prodotte da una macchina apposita che si chiama CTP (che sta per “computer to plate”, “dal computer alla lastra”): da un PDF professionale, la macchina produce direttamente le lastre che serviranno per la stampa.
29
prima del ctf
le lastre erano sempre prodotte a partire dalle pellicole, ma queste ultime non venivano ricavate direttamente dal computer bensì venivano stampate tipograficamente
30
fotocomposizione
La differenza consisteva nel fatto che dal lavoro del compositore (effettuato su una tastiera di un proto-computer) si otteneva direttamente una pellicola attraverso un procedimento fotografico.
31
dtp
sistema tra 80 e 90. Le caratteristiche innovative del DTP si dividono fra quelle relative: * da una parte, all’ambito compositivo-tipografico (“tipografico” in senso improprio, oramai) del lavoro; * dall’altro, all’ambito autorial-redazionale del lavoro.
32
macintosh
primo computer ad avere un'interfaccci grafica che permettesse di visualizzare us schermo, durante la lavorazione.
33
la modalità più diffusa per la riproduzione di immagini
calcografica, da una lastra, prima incisa poi inchiostrata, si ricavava una stampa su carta.
34
riproduzioni
al tratto quelle in cui è assente il chiaroscuro, non ci sono grigi. i grafismi sono tutti in nero pieno.
35
evoluzione nella stampa calcografica
l'avvento della mezzatinta, inventata da ludwig von siegen nella prima mentà del 600,
36
retinatura
ra è stata dapprima introdotta in campo fotografico a metà dell’Ottocento, ponendo tra l’obiettivo e l’immagine un filtro che scomponesse l’immagine in una serie di punti più o meno intensi a seconda dei chiari e degli scuri. o di poter riprodurre in stampa le scale di grigi usando come colore di stampa solo il nero pieno
37
imbroglio della retinatura
? Consiste nel trasformare le varie tonalità di grigio in una serie di punti neri piccolissimi. Questi punti non sono visibili dall’occhio umano, che invece li percepisce come se fossero dei grigi continui
38
fioravanti
: la sintesi additiva e la sintesi sottrattiva. La prima si riferisce al colore sotto forma di luce, la seconda al colore come pigmento». Quello che dobbiamo sapere è questo: ogni colore è scomponibile in tre colori primari: * per la sintesi additiva, rosso, verde, blu (in inglese RGB);4 * per la sintesi sottrattiva, ciano, magenta, giallo (in inglese CMY).
39
macchina offset
) ha quattro castelli di stampa,14 ognuno dedicato, in configurazione standard, a un colore di quadricromia (CMYK): * se il prodotto da stampare sarà a colori, lavoreranno tutti e quattro; * se il prodotto da stampare sarà in bianco e nero, i primi tre castelli (C, M, Y) non verranno usati, e lavorerà solo il quarto (K).
40
risoluzione pixel er police ppi
la grandezza assoluta è una proprietà del file di immagine, indipendente da come la usate; * la risoluzione è invece legata all’ingombro che voi le attribuite nell’impaginato (cioè se la inserite grande o piccola, per capirci)
41
font moderni
* i font graziati (in inglese serif o “serifed fonts”) * i font bastoni (in inglese sans-serif)
42
le grazie
sono i filetti sottili che caratterizzano l’inizio e la fine dei tratti principali delle lettere
43
editing
In editoria, cura redazionale di un testo per la pubblicazione, cioè lettura attenta intesa a verificare la correttezza di ortografia, grammatica, sintassi, l’organizzazione strutturale del testo e la sua coerenza interna, l’adeguatezza dello stile, l’esattezza e la rispondenza alla realtà delle asserzioni scientifiche, storiche ecc.
44
editor
nel caso di narrativa, l'editor ha soprattutto il compito di affiancare l'autore per la miglior resa commerciale del prodotto.
45
editore
è la casa editrice che pubblica
46
divisione del editing content e copy editing
content editing : revisione dei contenuti copy editing: rilettura delle bozze.
47
content editing:
avviene di norma sul file word consegnato dall’autore, a valle dell’impaginazione.6 Il content editor si occupa soprattutto dell’impostazione generale di un testo, verificando: dapprima, se ha problemi generali; e poi, proponendo correzioni
48
quali sono le competenze richieste a buon editor
ampia cultura generale. cultura del sospetto cercare di cogliere in fallo l'autore nella parte insegnabili per il content editor: che le info riportate siano corrette (date di nascita e morte, date storiche, grafia dei nomi stranieri. per il copy editor: il controllo che non ci isano errori ortografici e sintattici.
49
esergo
la parte iniziale di un libro o di uno scritto in genere
50
le scritture della europa del rinascimento
Gotica: motivi ispirati all’omonima architettura, usata nei paesi di lingua tedesca. Umanistica: morbida e tondeggiante, usata dalla maggioranza degli umanisti italiani.
51
xiii secolo
Nasce l'università e il trascrivere diventa una vera professione.
52
xilografia
metodo piu antico di stampa
53
carta
Compare presto in Italia, proveniente dall’Oriente: i cinesi cominciano a produrla nel I d.c. Prima cartiera italiana —> 1276, Fabriano.
54
gutenberg
concluse per primo le ricerche sui caratteri mobili, con la pubblicazione nel 1455 della Bibbia a 42 linee. 1450 sistema perfezionato per lo sfruttamento commercial
55
stampa a caratteri mobili
Il vantaggio è di poter scomporre e riutilizzare gli stessi caratteri e di stampare molte copie identiche in breve tempo. —> per ogni lettera va creato un punzone (deve incidere una matrice in metallo dove la lettera viene impressa in un incavo) con all’estremità la lettera incisa a rilievo. Nella matrice si possono fondere quantità desiderate di caratteri che risulteranno a rilievo
56
la diffusione stampa
gli allievi di guteberg si dispersero in europa e avviene soprattutto in germania, subiaco venezia e roma.
57
i tipografi diventano editori
verso la fine del Quattrocento si sviluppa l’idea che si possa scindere il lavoro del tipografo da quello dello stampatore. Creano consigli editoriali in cui decidono: tiratura, prezzo, progetti…
58
subiaco e venezia
XV sec, prima tipografia in Italia, il primo libro stampato è il De Oratore di Cicerone. 1465. Alla fine del XV secolo diventa importante centro di produzione libraria. Si forma la figura di tipografo-editore
59
Aldo Manuzio
lui si deve l’affermazione del carattere lattino sul gotico e la diffusione dei testi classici. Inizia l’attività di tipografo nel 1495 e per progettare i caratteri si serve del bolognese Francesco Griffo (
60
Robert Estienne
il membro più importante, il più eminente stampatore del XVI secolo. Pubblica 527 opere.
61
la rilegatura rinascimentale
dall’inizio dell’era cristiana i fogli venivano tagliati, cuciti e posti su due tavole di legno unite con una striscia di pelle
62
Maso Finiguerra
primo orago ad usare nel 1450 una nuova tecnica, l’inverso della xilografica. L’incisione viene fatta su una lastra di metallo e l’inchiostro si deposita negli incavi. Con la pressione del torchio l’inchiostro si deposita sul foglio L’incisione può essere fatta a mano (con il bulino) o con mezzi chimici corrosivi (acquaforte e acquatinta).
63
Elzevir: grande famiglia di stampatori, editori, librai
Grazie a loro il XVII secolo fu molto fortunato per la tipografia olandese, anche grazie a Gerhard Mercator, che pubblica la raccolta di carte geografiche nominandola per la prima volta Atlas.
64
Benjamin Franklin
La stampa viene introdotta nell’America del Sud 50 anni dopo lo sbarco di Colombo, ma non sarà mai considerata un’arte. In America del Nord la stampa viene introdotta nel 1640 nelle colonie del New Jersey, e matura una serie di caratteristiche originali che raggiungono l’apice nella seconda metà dell’ottocento. Il primo stampatore fu Benjamin Franklin
65
Giovanni battista boldoni
1771 impianta una propria stamperia a Parma, che si distingue per la qualità dei prodotti. I suoi classici francesi, italiani, inglesi e latini divennero subito noti per la finezza delle incisioni, dei caratteri e frontespizi e per la qualità della carta. Ultimo grande nome della stampa: con la rivoluzione industriale, si apre un nuovo periodo.
66
giornale
Nasce nella seconda metà del XV secolo, e si sviluppa in forma moderna solo all’inizio del Settecento in Inghilterra (lo Spectator, uscito nel 1710).
67
800
Il XIX secolo è l’epoca delle grandi invenzioni; quanto veniva eseguito manualmente ora è meccanizzato: il torchio viene sostituito dalla macchina piano-cilindrica e poi dalla rotativa. - alla fine del secolo arriva la linotype, una macchina che compone e fonde meccanicamente le righe tipografiche. La produzione si velocizza e aumenta di volume, ma scade la qualità (il prodotto non viene particolarmente curato).
68
litografia
LITOGRAFIA (o stampa chimica su pietra). Sfrutta una particolare pietra (proveniente dalle cave di Stolenhofen) levigata e disegnata con una matita grassa, e trattiene in quelle non disegnate un sottile velo d’acqua. Poi si passa l’inchiostro, trattenuto dal grasso e respinto dall’acqua.
69
1810 koening
nventa il torchio azionato a vapore e quadruplica la velocità di produzione. Negli anni successivi brevetta il sistema piano-cilindrico, in cui il piano di espressione è un cilindro e la forma viene fatta scorrere sotto di esso.
70
Firmim gillot
Nel 1850 Firmin Gillott mette a punto un sistema di riproduzione delle immagini al tratto (senza chiaroscuri) attraverso al morsura (eliminazione con l’acido delle parti non stampanti). Primo cliché.
71
Mergenthaler
Nel 1885 un orologiaio tedesco (Mergenthaler) fabbrica la prima macchina per comporre, costituita da tre sezioni: 1. magazzino: reca le matrici chiamate dalla tastiera 2. caldaia: contiene piombo fuso che, pressato sulle matrici ne assume l’impronta 3. meccanismi riprendono le matrici e le restituiscono al magazzino. Velocità molto elevata. Il suo uso è stato abbandonato con l’avvento della fotocomposizione.
72
rotocalco
Primi esperimenti per lo sfruttamento industriale della calcografica. Nel 1890 vengono realizzate le prime rotative (in Olanda e Boemia), sulla stessa meccanica delle rotative tipografiche, ma sostituendo il cilindro a rilievo con uno ad incavo. Il sistema rotocalcografico è oggi largamente usato per i giornali illustrati, riviste a grande diffusione. La qualità della riproduzione è più alta rispetto ad impianti tipografici o offset, ma molto costosa
73
serigrafia
ha origini antiche ma venne introdotta nel xvi sec in europa, La prima macchina serigrafia è realizzata nel 1920 da Owens: la matrice è una maglia di seta e l’inchiostro si trasferisce al foglio attraverso i fori della maglia.
74
i grandi complessi editoriali in italia
Hanno origine a inizio Novecento, come quelli di Arnoldo Mondadori e Angelo Rizzoli. Mondadori dà vita nel 1909 ad una tipografia, mentre Rizzoli nel 1924 è uno dei primi stabilimenti editoriali ad avere una macchina rotocalco.
75
I CARATTERI TIPOGRAFICI DEL NOVECENTO
Il Times new roman fu disegnato nel ‘900 per il quotidiano inglese Times da un gruppo di esperti sotto la supervisione di Stanley Morison. Adottato nel 1931.
76
iL DESKTOP PUBLISHING
Un altro grande cambiamento del ‘900, avvenuto nella metà degli anni ’80. Si tratta di un sistema costituito da tre elementi: un computer di tipo innovativo, n programma specifico e una stampante laser. Il primo è un computer realizzato da Steve Jobs, fondatore di Apple Computers (nel 1984 mette in commercio il Macintosh). Facilità d’uso e capacità di visualizzare sullo schermo in modo fedele il risultato grafico delle istruzioni ricevute. 2. Il programma Aldus Pagemaker: premette di disporre nella pagina testo, immagini end elementi grafici. 3. Stampante laser: si distingue da quelle normali per il linguaggio di descrizione della pagina chiamato PostScriptum, che fa da tramite tra pc e stampante permettendo di riprodurre su carta ciò che era visualizzato sullo schermo
77
Classificazione estetica dei caratteri
Aldo Novarese, propone una classificazione dei caratteri in dieci famiglie: lapidari, medievali, veneziani, tradizionali, bodoniani, scritti, ornati, egiziani, lineari e fantasie. Questi vengono divisi in due gruppi: con grazie e senza grazie (lineari e fantasie: Helvetica).
78
Font
indica il carattere tipografico digitalizzato. Sono raggruppati in famiglie, ognuna contiene un carattere e le sue varianti di stile (corsivo, tondo…) e di spessore (chiaro, neretto…).
79
unita di misura
I sistemi DTP usano queste unità di misura: 0,35mm (punto tipografico), 4,2mm (riga).Quando indichiamo che un carattere è di corpo 8, significa che la sua altezza (con ascendenti e discendenti) è di 8 punti.
80
tipometro
strumento per la misurazione dei caratteri e dell'interlinea
81
le composizioni
LE COMPOSIZIONI Le più usate sono tre: a pacchetto, a bandiera e a epigrafe. * A pacchetto: tutte le righe sono di uguale giustezza * A epigrafe: le righe, di diversa giustezza, sono centrate * A bandiera: le righe hanno giustezze diverse e l’allineamento c’è solo a destra o sinistra. A sagoma: le righe devono seguire la forma di una fotografia scontornata o di un disegno, e devono avere giustezze variabili
82
immagini
Le immagini che si possono riprodurre a stampa sono due: 1. A tratto: sono formate da toni bianchi e neri, senza intermedi. 2. A tono continuo: riproducono tutti i toni intermedi tra bianco e nero e si ricorre alla retinatura, cioè alla scomposizione in puntini di dimensione variabile: più piccoli nelle zone chiare e più grossi nelle zone scure.
83
bitmap
sono immagini formate da mappe di punti (pixel), con una risoluzione fissa e risentono di ingrandimenti, Con la grafica vettoriale: il file è una descrizione geometrica del disegno e ogni volta viene ridisegnato nella dimensione voluta —> il problema non si pone
84
Stampa
Nella stampa offset, rotocalco e serigrafica, la matrice è costituita rispettivamente da: una lastra, un cilindro e un telaio.
85
le macchine per la stampa off set
La stampa offset si basa sul principio della litografia. La stampa avviene con l’uso di tre cilindri: 1. Porta avvolta la lastra, bagnata da rulli umidificatori e inchiostrata con i rulli inchiostrati. 2. In caucciù, riceve la stampa e la riporta sul foglio, mandato al terzo cilindro (di pressione). La lastra matrice per la stampa offset può essere di zinco o alluminio e sensibile alla luce. Sopra la lastra si pone un positivo in pellicola, con il contenuto da riportare, e si espone alla luce forte. La lastra prende luce solo nelle parti scoperte dai soggetti della pellicola.
86
computer to plate
si sviluppano sistemi computerizzati di preparazione delle lastre, che permettono di trasferirvi le pagine impostate dall’impaginatore.
87
macchina per stampa rotocalco
Si effettua, a differenza della offset, con una matrice cilindrica che ha le parti stampanti in incavo. La macchina rotativa: il cilindro matrice viene fatto girare dentro una vaschetta con l’inchiostro e da esso ricoperto, poi una spatola d’acciaio flessibile aspetta tutto l’inchiostro lasciandolo solo negli incavi.
88
macchine per stampa serigrafica
La matrice stampante è un telaio su cui viene posto un tessuto di seta o nylon. Il tessuto viene trattato perché la trama sia chiusa nelle parti non stampanti e permetta all’inchiostro di passare attraverso le maglie nelle parti libere.
89
carta
fino a metà Ottocento, venivano usate per la produzione di carta le fibre di cotone, del lino e della canapa. Il foglio può essere fabbricato a mano o a macchina. La fabbricazione a mano si svolge come un tempo e serve a produrre piccole quantità di carta pregiata.
90
i tipi di carta e grammatura
Carta: materiale di peso non superiore a 150gr per metro quadro. I cartoncini vanno da 150 a 300gr e i cartoni sopra i 300gr. Generalmente essi vengono venduti a peso per kg, e il peso è espresso per risma (500 fogli).
91
formati
l’unificazione dei formati secondo le norme prevede 3 forme: 1. A: formati finiti per i più comuni prodotti grafici (A0, A4, A5…); sono studiati in modo che, piegando il foglio in 2,4,6,8,16 ecc…, il rapporto tra lato lungo e corto sia inalterato. 2. B e C: formati finiti per prodotto cartotecnici che possono contenere i formati della A.
92
piegatura del foglio
carta, uscita dalla stampa, viene sottoposta al primo taglio, per essere ridotta nel formato utile alle macchine piegatrici. Queste macchine possono piegare a quartino (una piega), a ottavo (due), a sedicesimo (tre) e a trentaduesimo (4). Indicano il numero di pagine ottenute con ogni piegatura.
93
IL MANIFESTO LIBERTY ITALIANO
in Italia, le tematiche dell’affiche francese arrivano in ritardo. Nel 1880, ha inizio il periodo d’oro del manifesto liberty italiano, che si esaurisce dopo la prima guerra mondiale.
94
grafica del futurismo
A partire dal Manifesto del Futurismo (1910), si effettuano i primi esperimenti di tipografia in libertà, con: collage e disegni e le parole che occupano uno spazio significativo in modo espressivo e con contrasti dinamici.
95
grafica di politica e di protesta
satirica e di protesta ha origini antiche, ma nel XX secolo dopo la 2 guerra mondiale, la comunicazione non è solo di artisti singoli, ma si creano gruppi. Rivoluzione cubana e il maggio francese del 1986: 1) uso di colori primari, carattere senza grazie e immagine prive di mezzi toni. 2) rifiuto delle tecniche di riproduzione per sfogare immaginazione e spontanei
96
LA GRAFICA CULTTURALE ITALIANA: IL TEATRO:
anni ’60. I caratteri tipografici sono gli stessi e in due sole dimensioni: uno grande per il titolo e uno piccolo per il nome del regista, dei protagonisti e dei tecnici —> indica l’idea di un teatro in cui tutti coloro che operano si sentano protagonisti.
97
immagine coordinata
moderna concezione del marchio: elemento grafico destinato a distinguere in modo originale il produttore o il prodotto fabbricato. Negli ultimi decenni il marchio non è più il simbolo esclusivo che presenta l’azienda o il prodotto, ma va ad integrarsi in un sistema chiamato immagine coordinata, un’elaborazione simultanea di tutti gli elementi grafici che fanno parte della comunicazione.