cardiocircolatorio Flashcards

1
Q

La grande circolazione

A

( circolazione sistemica) comprende le
arterie che trasportano il sangue ossigenato ed altre sostanze
nutritizie dal cuore ai tessuti, e le vene che drenano il sangue
povero di ossigeno con prodotti di rifiuto metabolico, dai
tessuti al cuore.

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2
Q

La piccola circolazione

A

(circolazione polmonare) comprende
le arterie polmonari ,povere di ossigeno, che conducono il
sangue agli alveoli polmonari ossigenandolo e vene
polmonari, ricche di ossigeno, che trasportano il sangue
ossigenato al cuore e da qui a tutti i tessuti del nostro
organismo

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3
Q

frequenza cardiaca

A

Il ritmo cardiaco normalmente è di 60-100 battiti al minuto.

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4
Q

INTERVISTA/COLLOQUIO CON LA PERSONA

A
  • valutazione fattori rischio
    -contesto familiare ed ambientale
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5
Q

ESAME OBIETTIVO

A

secondo modello testa-piedi attraverso l’utilizzo dei sensi (
udito, vista, tatto)
-ispezione
-palpazione
-percussione
-auscultazione

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6
Q

STATO NEUROLOGICO

A

SCALA GCS

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7
Q

SCALA GCS

A

 MOVIMENTO ARTI SUPERIORI ED INFERIORI
 ELOQUIO, SE FLUENTE E ORIENTATO
 LA FORMA DELLA RIMA BUCCALE
 SGUARDO

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8
Q

SCALA GCS

A

grave <= 8
moderata 9-13
minore > = 14

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9
Q

RILEVAZIONE PARAMETRI VITALI

A

 Frequenza cardiaca
 Pressione arteriosa
 Dolore
 Frequenza respiratoria
 Temperatura corporea

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10
Q

La Pressione arteriosa

A
  • la pressione è quella registrata quando i
    ventricoli si contraggono e il sangue viene immesso nelle arterie
  • la pressione minima (o diastolica) è registrata quando i
    ventricoli si dilatano per riempirsi di sangue.
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11
Q

I valori normali per un adulto sono:

A

sistolica 120-139
diastolica 80-89

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12
Q

normale alta

A

130-139
85-89

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13
Q

ipertensione lieve

A

140-159
90-99

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14
Q

ipertensione moderata

A

160-179
100-109

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15
Q

ipertensione grave

A

> 180
110

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16
Q

Cosa influisce sulla pressione arteriosa?

A

1) portata cardiaca cioè la quantità di sangue espulsa ad ogni sistole dal
ventricolo sinistro moltiplicata per FC
2) dall’elasticità delle pareti delle arterie e vene ( ad esempio l’aterosclerosi
può ridurla notevolmente),
3) viscosità del sangue

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17
Q

L ’ arteriosclerosi

A

è una malattia cronica e progressiva dei vasi sanguigni che si manifesta in età adulta o avanzata ed è dovuta all’ispessimento e alla perdita di elasticità delle arterie determinando una diminuzione del flusso sanguigno che
raggiunge le aree del corpo (tessuti) irrorate dall’arteria malata.

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18
Q

fattori di rischio modificabili

A

obesità
stress
diabete
fumo
ipercolesterolemia
sedentarietà
dieta

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19
Q

fattori di rischio no modificabili

A

età
sesso (più frequente negli uomini e nelle done dopo la menopausa
familiarità

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20
Q

ALTERAZIONI DELLA PRESSIONE ARTERIOSA

A

IPERTENSIONE ARTERIOSA= pressione superiore alla normaI PA sistolica > 139 mmHg
PA diastolica > 89 mmHg
POTENSIONE ARTERIOSA= pressione inferiore alla norma PA sistolica < 100 mmHg
PA diastolica < 60 mmHg

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21
Q

Principali sintomi dell’ipotensione

A

Vista Appannata
Pallore Cutaneo E Pallore Labiale
Stato Confusionale
Giramenti Di Testa
Vertigini
Svenimento
Stordimento
Nausea O Vomito
Sonnolenza E Debolezza.

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22
Q

Principali sintomi dell’ipertensione arteriosa

A

Cefalea e Rossore Al Volto
Capogiri
Palpitazioni
Affaticamento
 Perdita di Sangue dal Naso
Disturbi Della Vista ed emorragia congiuntivale
Acufeni

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23
Q

Metodi di rilevazione PA

A
  1. INDIRETTO (NON INVASIVO)
    Si realizza attraverso il metodo AUSCULTATORIO.
  2. DIRETTO (INVASIVO)
    Si realizza attraverso l’inserimento di un catetere intra–
    arterioso (canula inserita in un’arteria solitamente nell’arteria
    radiale) che effettua il monitoraggio elettronico dei valori
    pressori in continuo
24
Q

FREQUENZACARDIACA

A

La frequenza cardiaca è il numero di battiti cardiaci in 1 min
Si rileva per:
1. ottenere info sulla ritmicità del cuore e forza di contrazione del muscolo cardiaco
2. per verificare l’irrorazione di un distretto corporeo

25
Q

 La TACHICARDIA

A

è l’ aumento della F.C. al di sopra dei 100 battiti/min.

26
Q

La BRADICARDIA

A

è la diminuzione della F.C al di sotto dei 60 battiti/min.

27
Q

L’ ASISTOLIA

A

è assenza di battito cardiaco

28
Q

Modalità di rilevazione FC

A

 Traccia elettrocardiografica
 Pulsiossimetro
 Metodo auscultatorio(centrale):consiste nel posizionare il fonendoscopio sul torace per rilevare il polso apicale. Per posizionarlo
correttamente ci si orienta seguendo la linea emiclaveare sinistra a livello del quinto spazio intercostale.
 Metodo palpatorio (periferico): manualmente, consiste nell’apprezzare il polso andando a premere con le dita indice e medio
sull’arteria radiale (mai col pollice perché la percezione del circolo del proprio pollice potrebbe alterare la percezione della frequenza
del polso del paziente) e, muniti di orologio,contare i battiti nell’arco di 60 secondi.

29
Q

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEL POLSO CARDIACO?

A

 La frequenza, cioè il numero di battiti percepiti in un
minuto.
 Il ritmo, cioè la modalità con la quale si susseguono le
pulsazioni che può essere regolare o irregolare.
 L’ampiezza che evidenzia l’entità dell’espansione
delle pareti dell’arteria.
 La tensione, cioè la forza da applicare sull’arteria per
rilevare l’ FC.
 La simmetria tra due arti

30
Q

DOVE SI RILEVA LA FC?

A

-temporale
-apicale
-carotideo
-humeral
-radial
-cubitale
-exilare
-femorale
-popliteo
-tibiale posteriore

31
Q

DISPNEA

A

La dispnea è la sensazione soggettiva
di difficoltà a respirare.

32
Q

ACCERTAMENTO DISPNEA

A

Intervista
Da quando ha dispnea?
Se non è continua,
quando c’è e quanto dura?
da Cosa la provoca?
Cosa la fa peggiorare?
Cosa da sollievo?
Può descrivere con sue parole cosa sente?
Dove si manifesta?
Quanto è intensa (con parole o su una scala da 0 a 10)
in questo momento?
Quanto è al suo minimo?
Quanto è al suo massimo?
Quanto disturba?
Ci sono altri sintomi?
 esame obiettivo specifico ed esame obiettivo generale

33
Q

SCALE VALUT AZIONE per la dispnea

A

scala mrc per valutare la gravita della bpco

34
Q

ACCERTAMENTO DISPNEA

A

Pulsiossimetria
Capnografia e Capnogramma livelli di CO2 espirata
emogasanalisi

35
Q

ACCERTAMENTO

Esame obiettivo

A
  1. ISPEZIONE
  2. PALPAZIONE
  3. PERCUSSIONE
  4. AUSCULTAZIONE
36
Q

ACCERTAMENTO dispnea

Esame obiettivo

A

Stato Di Coscienza
Fremito vocale tattile
Dolore localizzato
Tumefazioni
Espansione toracica
Suoni polmonari : Crepitii,
ronchi, sibili
Frequenza Respiratoria
Colorito cutaneo

37
Q

SCALE VALUTAZIONE
per misurare
intensità del dolore

A

Scale visivo-analogica V AS
* Scala di valutazione numerica NRS
* Scale di valutazione verbale VRS
* Facies Pain Scale FPS
* Scala di valutazione P AINAD (pazienti non collaboranti)

38
Q

ISPEZIONE dolore

A

Osservare la postura del corpo

39
Q

INTERVISTA dolore

A
  • Quando è iniziato il dolore?
  • Che cosa stava facendo quando è iniziato?
  • Che cosa ha fatto per ridurre il dolore?
  • Il dolore aumenta con il respiro profondo o con il movimento?
  • Il dolore si propaga anche ad altre parti del corpo? ( braccia, collo, schiena..?)
  • Ha sentito altri sintomi anomali?( fiato corto, nausea, svenimenti, ansia?)
  • Che tipo di dolore sente? E’ una sensazione di PRESSIONE , di LACERAZIONE,
    di stordimento, OPPRESSIONE, CRAMPO, oppure è un dolore COSTANTE?
  • Il dolore aumenta con la digitopressione?
40
Q

Astenia

A

consiste nella riduzione della forza muscolare al punto che i movimenti, anche se effettivamente possibili, sono eseguiti con lentezza e con poca energia. Può non essere associato ad alcun dolore.

41
Q

SCALE
VALUTAZIONE astenia

A

ADL-IADL-AADL

42
Q

ACCERTAMENTO CARATTERISTICHE DELLA CUTE

A

-Pallore cutaneo, rossore del volto
- edemi arti inferiori e/o superiori declivi
- turgore delle vene del collo,
- Sudorazione calda o fredda
- Temperatura cutanea
- ippocratismo digitale: segno tardivo unghie, polpastrelli rotondi, se sono eccessivamente rotondi indice di patologie polmonari o cardiovascolari o gastrointestinali)

43
Q

PRESENZA DI EDEMA

A

Gonfiore agli arti inferiori
- Difficoltà alla deambulazione
- Aumento del peso corporeo

44
Q

PRESENZA DI EDEMA misurazione

A

scala edem CON FOVIa de 1-4

45
Q

come è LA PERSONA CON PROBLEMATICHE
CARDIOLOGICHE

A

Insicuro/a
Lunatico/a
Abbattuto/a
ansioso
incontrollato

46
Q

Cambiare stile di vita
INTERVENTI

A

▪Smettere di fumare. Inoltre, per il cardiopatico risulta dannoso anche il fumo
passivo, ossia quello espirato dal partner. Non è importante il modo con cui
smettete di fumare, quanto il fatto che lo facciano entrambi!
▪Alimentazione equilibrata. La dieta mediterranea, composta da molta frutta,
verdura, insalata, prodotti integrali, grassi e oli salutari (di oliva e di colza), pesce,
pollame, cipolle, erbe aromatiche e aglio, nonché il consumo moderato di vino.
Movimento
La dose giornaliera raccomandata è 30–60 minuti di attività fisica che comporti
lieve sudorazione, respirazione profonda e accelerazione del polso.
Meno stress
Proteggere dallo stress negativo : mobbing, cattivo
ambiente di lavoro o sovraccarico professionale.
Farmaci per il cuore : l’assunzione regolare dei farmaci
prescritti : ipocolesterolemizzanti, gli antipertensivi e gli
anticoagulanti.
Gruppi del cuore. Associazioni di cardiopatici . I gruppi del
cuore offrono l’ambiente motivante e sano per riacquistare e
mantenere la forma fisica dopo la cardiopatia.
Sessualità
Al termine della fase di riabilitazione quasi tutte le persone cardiopatiche possono
avere una vita sessuale appagante.
Le persone con insufficienza cardiaca possono continuare ad avere una vita
sessuale attiva.. le condizioni devono essere stabili.
Dovrebbero rinunciare al sesso, nel caso manifestino malessere, dispnea o dolori
al torace.

47
Q

ALIMENTAZIONE nei cardiopatici

A

Il colesterolo è il principale componente della placca aterosclerotica che gradualmente occlude il lume delle
arterie. Esistono due sottotipi di colesterolo : le lipoproteine ad alta densità o colesterolo «buono» e le
lipoproteine a bassa densità o colesterolo «cattivo»
Una dieta ricca di sale può portare all’aumento del volume ematico e della gittata cardiaca aggravando
l’ipertensione arteriosa . Gli alimenti conservati, precotti in sactola o surgelati o acquistati nel fast food spesso
contengono molto sodio.
Anche il cosnumo di zuccheri aumenta il livello dei trigliceridi
Le fibre ed i cereali aiutano a ridurre la colesterolemia.
L’aglio è utile per ridurre la colesterolemia
La caffeina può aumentare la frequenza cardiaca

48
Q

DIAGNOSI INFERMIERISTICHE RELATIVE FUNZIONE
CARDIOVASCOLARE

A

gittata cardiaca ridotta
deambulazione compromessa
intolleranza alla attività
fatica
deficit della cura di se
rischiosi gettata cardiaca ridotta

49
Q

interventi per INTOLLERANZA ALL’ ATTIVITA’

A

 Valuta lo stato di coscienza attraverso GCS;
 Rileva e monitorizza i parametri vitali;
 Esegue il bilancio idrico
 Posiziona la persona e garantisce il confort
 Introduce e gestisce il Catetere venoso periferico;
 Esegue gli esami di laboratorio ( emocromo, elettroliti, fattori della coagulazione, enzimi cardiaci) come da
prescrizione medica.
 Somministra la terapia secondo prescrizione medica per il controllo del dolore e monitorizza gli effetti :,
 Valutazione continua del dolore
 Informare l’assistito di sospendere l’attività fisica durante gli episodi di dolore
 Ridurre il più possibile gli stress ambientali
 Spiegare i fattori scatenanti del dolore
 Sostiene nella gestione farmacologica

50
Q

interventi GITTATA CARDIACA RIDOTTA

A

L’infermiere:
 Valuta lo stato di coscienza attraverso
GCS
 Rileva e monitorizza i parametri vitali , il colore della cute
 Posiziona la persona in Trendelemburg e garantisce il confort
 Introduce e gestisce il Catetere venoso periferico;
 Esegue gli esami ematici come da prescrizione medica.
 Somministra la terapia endovenosa secondo prescrizione medica e monitorizza gli
effetti collaterali e terapeutici
 Somministra 02 terapia secondo prescrizione medica ( fino a 2 l/minuto in
autonomia)
 Riduce il più possibile gli stress ambientali
 Sostiene nella gestione farmacologica ed educazione nei fattori di rischio

51
Q

interventi PERFUSIONE TISSUTALE PERIFERICA INEFFICACE

A

L’infermiere:
 Valuta lo stato di coscienza attraverso
GCS
 Rileva e monitorizza i parametri vitali con il monitor multiparametrico ,
 Monitorizza il colore della cute
 Posiziona la persona e garantisce il confort
 Introduce e gestisce il Catetere venoso periferico;
 Esegue gli esami ematici come da prescrizione medica.
 Somministra la terapia endovenosa secondo prescrizione medica e monitorizza gli effetti collaterali e
terapeutici
 Somministra 02 terapia secondo prescrizione medica ( fino a 2 l/minuto in autonomia)
 Riduce il più possibile gli stress ambientali
 Controlla il drenaggio : ferita chirurgica e materiale drenato( quantità e qualità del sanguinamento

52
Q

interventi
RISCHIO GITTATA CARDIACA RIDOTTA correlata a ipertensione arteriosa

A

L’infermiere:
Contribuisce al controllo/monitoraggio parametri vitali e degli esami diagnostici
 Educa alla salute : dieta sana ed iposodica, controllo del peso, esercizio fisico, limitazione nel consumo di alcol,
controllo PA, e BMI
 Favorisce l’adesione alla terapia: utilizzo es :diario, calendario, uso promemoria
 Educa al riconoscimento di segni e sintomi di complicanze:
* alterazioni della vista (visione sfocata, macchie e perdita acuità visiva)
* disorientamento
* astenia
Educa al riconoscimento di segni e sintomi di complicanze:
* astenia
* difficoltà nella mobilità
* Difficoltà nel linguaggio,
* deficit sensitivi cefalea, vertigini, capogiri,
* epistassi dolore toracico,
* dispnea

53
Q

quanti tipi di febbre esiste

A
  1. Febbre intermittente:
    La temperatura corporea sale e scende, con periodi in cui ritorna a valori normali durante la giornata. È comune nelle infezioni batteriche come la malaria e la sepsi.
  2. Febbre continua (o febbre remittente):
    La temperatura resta elevata, ma con variazioni giornaliere di massimo 1 °C senza mai scendere a valori normali. È tipica di alcune infezioni come la polmonite o la febbre tifoide.
  3. Febbre remittente:
    Simile alla febbre continua, ma con variazioni giornaliere maggiori di 1 °C, senza mai tornare ai livelli normali. È comune in condizioni come l’influenza e alcune infezioni virali.
  4. Febbre intermittente quotidiana:
    La febbre sale ogni giorno alla stessa ora, per poi ritornare ai valori normali. Si osserva in malattie come la tubercolosi.
  5. Febbre ricorrente:
    Si alternano periodi febbrili a periodi di temperatura normale (apiretici). Questi cicli possono durare giorni o settimane. È tipica di malattie come la brucellosi o la febbre ricorrente borreliosa.
  6. Febbre ondulante (o febbre a onde):
    La temperatura corporea aumenta gradualmente, raggiunge un picco, poi scende altrettanto gradualmente per periodi di giorni o settimane. Si osserva nella brucellosi e nella malattia di Hodgkin.
  7. Febbre bifasica (o febbre a doppio picco):
    La febbre si presenta in due fasi, con un periodo febbrile iniziale seguito da un intervallo di apirexia (assenza di febbre) e un secondo periodo febbrile. È caratteristica di malattie come la febbre dengue.
  8. Febbre settica:
    Associata a gravi infezioni, come la sepsi, questa febbre ha forti variazioni della temperatura corporea (a volte anche più di 2 °C) e tende a essere di tipo intermittente o remittente.
  9. Febbre da farmaci:
    È una febbre indotta dall’uso di determinati farmaci e può manifestarsi senza una causa infettiva sottostante. La temperatura ritorna normale con l’interruzione del farmaco responsabile.
  10. Febbre neurogena:
    È causata da un danno al sistema nervoso centrale, spesso dovuto a traumi, emorragie o tumori cerebrali. Non risponde bene ai comuni farmaci antipiretici e si associa ad altre disfunzioni del sistema nervoso.
  11. Febbre centralizzata:
    Legata a malattie del sistema nervoso centrale o disfunzioni ipotalamiche. Non risponde facilmente agli antipiretici comuni.
    Ogni tipo di febbre può indicare specifiche condizioni patologiche, ed è importante determinare il tipo per orientarsi nella diagnosi e nel trattamento.
54
Q

Quali sono le patologie legate ad un aumento o ad una diminuzione della frequenza cardiaca?

A

Le alterazioni della frequenza cardiaca (FC) possono indicare la presenza di diverse patologie. Queste alterazioni possono essere classificate in due categorie principali: tachicardia (aumento della frequenza cardiaca) e bradicardia (diminuzione della frequenza cardiaca).

  1. Patologie legate a un aumento della frequenza cardiaca (Tachicardia)
    La tachicardia si verifica quando la frequenza cardiaca supera i 100 battiti per minuto a riposo.

Fibrillazione atriale: Ritmo cardiaco irregolare con battiti rapidi e disordinati. È una delle cause più comuni di tachicardia.
Tachicardia ventricolare: Aumento della frequenza cardiaca a livello dei ventricoli. Può essere pericolosa e richiede trattamento urgente.
Ipertiroidismo: Un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei può aumentare la frequenza cardiaca.
Anemia: La riduzione del numero di globuli rossi induce il cuore a battere più velocemente per compensare la mancanza di ossigeno.
Febbre: L’aumento della temperatura corporea accelera il battito cardiaco per compensare il maggiore fabbisogno metabolico.
Sindrome da tachicardia posturale ortostatica (POTS): Aumento della frequenza cardiaca in posizione eretta, spesso associata a sintomi come vertigini e stanchezza.
Shock ipovolemico: La perdita di sangue o liquidi può indurre tachicardia come meccanismo compensatorio.
Insufficienza cardiaca congestizia: Il cuore, non riuscendo a pompare efficacemente, aumenta la frequenza per mantenere la circolazione.
Uso di stimolanti: Sostanze come la caffeina, la nicotina, o droghe come la cocaina possono aumentare la frequenza cardiaca.
Stress o ansia: La risposta del corpo allo stress attiva il sistema nervoso simpatico, causando tachicardia.
2. Patologie legate a una diminuzione della frequenza cardiaca (Bradicardia)
La bradicardia si verifica quando la frequenza cardiaca scende sotto i 60 battiti per minuto a riposo.

Sindrome del nodo del seno: Malfunzionamento del nodo del seno, che è il pacemaker naturale del cuore, può rallentare il battito cardiaco.
Blocco atrioventricolare (AV): Disturbi nella conduzione degli impulsi elettrici tra atri e ventricoli possono rallentare la frequenza cardiaca.
Ipotiroidismo: Una ridotta produzione di ormoni tiroidei può rallentare il metabolismo e la frequenza cardiaca.
Malattia di Lyme: L’infezione da Borrelia burgdorferi può causare blocchi cardiaci e bradicardia.
Aumento della pressione intracranica: Condizioni come tumori cerebrali o emorragie possono ridurre la frequenza cardiaca.
Ipotermia: L’esposizione prolungata a temperature fredde riduce la frequenza cardiaca.
Farmaci: Beta-bloccanti, digossina e altri farmaci possono ridurre la frequenza cardiaca come effetto collaterale.
Atleti: L’allenamento aerobico intenso può indurre una bradicardia fisiologica, dove il cuore è efficiente e batte più lentamente a riposo.
Insufficienza cardiaca avanzata: Il cuore indebolito può battere più lentamente.
Patologie comuni a entrambe le condizioni:
Alcune condizioni come disturbi elettrolitici (ipopotassiemia, ipercalcemia) o l’uso di certi farmaci possono causare sia tachicardia che bradicardia a seconda della loro severità o del tipo di trattamento.

È fondamentale una corretta valutazione della frequenza cardiaca per determinare la causa sottostante e pianificare un trattamento appropriato.

55
Q

Quali sono le onde dell’ECG?

A

L’elettrocardiogramma (ECG) è un esame che registra l’attività elettrica del cuore e traccia un grafico delle onde che rappresentano le fasi di depolarizzazione e ripolarizzazione del muscolo cardiaco. Le principali onde e segmenti dell’ECG sono:

  1. Onda P:
    Definizione: Rappresenta la depolarizzazione atriale, ossia la contrazione degli atri.
    Durata: 0,08-0,1 secondi.
    Significato clinico: Un’anomalia nella forma o nella durata dell’onda P può indicare problemi come l’ipertrofia atriale o disturbi del ritmo come la fibrillazione atriale.
  2. Complesso QRS:
    Definizione: Rappresenta la depolarizzazione dei ventricoli, che avviene più rapidamente rispetto a quella degli atri e causa la contrazione ventricolare.
    Durata: 0,06-0,1 secondi.
    Significato clinico: Un complesso QRS allungato o deformato può indicare disturbi di conduzione come il blocco di branca o l’ipertrofia ventricolare.
    Componenti:
    Onda Q: Prima deflessione negativa del complesso QRS.
    Onda R: Deflessione positiva che segue l’onda Q.
    Onda S: Deflessione negativa che segue l’onda R.
  3. Onda T:
    Definizione: Rappresenta la ripolarizzazione ventricolare, cioè il rilassamento dei ventricoli dopo la contrazione.
    Significato clinico: Alterazioni dell’onda T possono indicare ischemia, iperpotassiemia o infarto del miocardio.
  4. Onda U (talvolta presente):
    Definizione: Piccola onda che a volte segue l’onda T, la cui origine non è completamente chiara, ma è associata alla ripolarizzazione tardiva del sistema di conduzione ventricolare o delle fibre di Purkinje.
    Significato clinico: Onde U prominenti possono essere osservate in condizioni come l’ipopotassiemia.
    Segmenti e intervalli principali:
    Intervallo PR:
    Definizione: Tempo tra l’inizio dell’onda P e l’inizio del complesso QRS.
    Durata: 0,12-0,2 secondi.
    Significato clinico: Un prolungamento dell’intervallo PR può indicare un blocco atrioventricolare.
    Segmento ST:
    Definizione: È il tratto compreso tra la fine del complesso QRS e l’inizio dell’onda T.
    Significato clinico: Un’elevazione o una depressione del segmento ST può indicare ischemia cardiaca o infarto del miocardio.
    Intervallo QT:
    Definizione: Comprende il tempo tra l’inizio del complesso QRS e la fine dell’onda T, e rappresenta il tempo totale della depolarizzazione e ripolarizzazione ventricolare.
    Durata: Varia in base alla frequenza cardiaca, ma un intervallo QT allungato può indicare rischio di aritmie gravi come la torsione di punta.
    Schema delle onde dell’ECG:
    L’ECG fornisce una rappresentazione grafica delle onde, dove l’onda P precede il complesso QRS, e l’onda T segue il complesso QRS. Una corretta interpretazione dell’ECG consente di individuare anomalie nell’attività elettrica del cuore e diagnosticare condizioni come l’infarto, le aritmie, i disturbi di conduzione e altre patologie cardiache.